390 likes | 646 Views
Famiglia MYCOPLASMATACEAE. Generalità . Batteri di piccole dimensioni (0,3-0,6 μm ) Privi di parete cellulare Notevole polimorfismo e plasticità Forma sferica, a pera, ad anello, filamentose Resistenti alla penicillina
E N D
Famiglia MYCOPLASMATACEAE Generalità • Batteri di piccole dimensioni (0,3-0,6μm) • Privi di parete cellulare • Notevole polimorfismo e plasticità • Forma sferica, a pera, ad anello, filamentose • Resistenti alla penicillina • Sensibili allo shock osmotico, ai detergenti all’alcool, al sistema complemento-anticorpi specifici • Crescita su terreni complessi con formazione di colonie tipiche • Crescita su uova embrionate
PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA DEL BOVINO (P.C.B. o P.P.C.B.) Malattia a lenta diffusione, caratterizzata da gravi processi infiammatori essudativi della pleura e del polmone, di norma a decorso subacuto-cronico, sostenuta da Mycoplasma mycoides subsp. Mycoides Malattia conosciuta ancora prima delle conoscenze microbiologiche sui Micoplasmi che per tale ragione sono stati considerati per molto tempo una forma intermedia fra virus e batteri e denominati per tale ragione: PPLO (Pleuro Pmeumonia like organism)
Eziologia Mycoplasma mycoides subsp. mycoides • Cresce su terreni liquidi o solidi contenenti fattori di crescita (colesterolo e proteine del siero), e sostanze inibenti la flora contaminante (penicillina e acetato di tallio)= Terreni Selettivi e Arricchiti • Anche in presenza di CO2 (10%) • Forma colonie piccole al limite della visibilità ad occhio nudo (circa 1mm di diametro); al microscopio, a piccolo ingrandimento, appare superficie granulare e una protuberanza centrale densa (aspetto ad uovo fritto) • Coltivabile anche su uova embrionate e colture cellulari (di rene di vitello) • Presenta attività emolitica nei confronti di emazie di montone e bovino • Produce acido da glucosio, fruttosio e maltosio • È inattivato in 20-25’ se esposto all’aria e alla luce solare,sopravvive alcuni mesi nei materiali patologici in ambiente chiuso e al riparo dalla luce. • È inattivato rapidamente dal calore umido e dai comuni disinfettanti
Epidemiologia • Presente allo stato endemico in nelle regioni dell’africa ad allevamento estensivo • In Europa non è più endemica • Focolai sono stati registrati in Francia e penisola iberica • In Italia riscontrata per la prima volta nel 1990 in allevamenti della Val Padana • Recettivo il bovino e altri bovidi • Il grado di recettività varia in relazione a razza, condizioni di allevamento e fattori individuali
La trasmissione avviene per via aerogena • Inalazione di aerosol contenente goccioline di muco • Eliminato con i colpi di tosse dagli animali ammalati • La trasmissione è facilitata dallo stretto contatto tra gli animali e dall’elevata carica infettante • La comparsa della malattia in allevamenti indenni è legata all’introduzione di soggetti infetti o al contatto con mandrie infette al pascolo
Colonizzazione delle vie respiratorie profonde Broncopolmonite e bronchiolite catarrale Interessamento dei linfatici peribronchiali e dei linfonodi bronchiali e mediastinici Patogenesi Inalazione di micelle infettanti I vasi linfatici vanno incontro a trombosi, si ispessiscono e contengono linfa di colorito giallastro e coagulabile. Al taglio gemono liquido sierofibrinoso. Il processo morboso, a lenta diffusione, progredisce per via intra canalicolare (endobronchiale) coinvolgendo la trama interstiziale determinando la presenza contemporanea di diversi stadi evolutivi (marmorizzazione policroma)
Sintomi Periodo d’incubazione:3-6 settimane !!! • Forma acuta (si riscontra in allevamenti indenni e razze sensibili) • Febbre, abbattimento, anoressia, tachipnea, dispnea, tosse, • Testa estesa sul collo e arti divaricati (fame d’aria) • Scolo nasale mucoso, giallastro, fetido e striato di sangue • Murmure vescicolare affievolito, rantoli e soffio bronchiale • Morte nel 30-40% dei casi, evoluzione in 4-5settimane • Forma subacuta (frequente dove la malattia è endemica) • Sintomi e lesioni meno gravi della forma acuta, bassa la mortalità • Forma subclinica (presente dove la malattia è endemica razze resistenti) • Non si rilevano disturbi respiratori • Artriti, endocarditi e miocarditi sono posibili in vitelli di età < di 6mesi
Lesioni • Le lesioni più gravi interessano : pleura e polmoni • Essudato sieroso, giallastro, ricco di coaguli di fibrina nel cavo pleurico • Pleura opaca e ricoperta di un panno fibrinoso giallo o grigio-giallastro • In genere è interessato un solo polmone con il tipico aspetto marmorizzato della lesione ben separata dal parenchima polmonare circostante ed al taglio si riscontra: • Reticolato di connettivo interlobulare di colore giallo chiaro che circoscrive isole di lobuli polmonari a diverso stadio di epatizzazione
Massa di tessuto necrotico ben separato dal parenchima polmonare circostante
Estesa area di parenchima polmonare marmorizzato ben marcato da uno stroma interlobulare biancastro
Superficie pleurica ricoperta da un evidente panno di fibrina
Diagnosi Clinico-epidemiologica Sintomi-aree indenni o endemiche-movimentazione animali Anatomopatologica Lesioni pleuriche e polmonari-marmorizzazione policroma Di laboratorio: Isolamento Semina su terreni liquidi o solidi arricchiti di fattori di crescita e sostanze inibenti la flora accessoria Identificazione IF, FdC, AGID, SAR, ELISA, Inibizione della crescita
Profilassi • Sanitaria • Divieto di introduzione e transito nei paesi indenni di animali recettivi provenienti da paesi infetti • Malattia soggetta a denuncia • Rapida estinzione dei focolai mediante abbattimento di tutti gli animali recettivi • Immunizzante • Applicabile nelle zone endemiche e dove la profilassi diretta non è attuabile (vedi Africa e allevamento nomade) • Utilizzo di vaccino vivo attenuato somministrato per via intradermica o sottocutanea in animali di età superiore ai 6mesi d’età • La protezione dura per circa un anno
AGALASSIA CONTAGIOSA delle Pecore e delle Capre Malattia infettiva delle pecore e delle capre, ad andamento acuto-subacuto o cronico, caratterizzata da mastite associata ad artrite e cheratocongiuntivite, sostenuta da Mycoplasma agalactiae
Eziologia Mycoplasma agalactiae • Al M.E. presenta forma a Y, filamentosa, ramificata o anulare (polimorfismo) • Cresce su terreni solidi e liquidi per micoplasmi (selettivi ed arricchiti) • Agar PPLO, agar siero, terreno di Hayflick e terreno DE • Sviluppa a 37°C a pH 7,6-7,8 • Le colonie (piccole ma sensibilmente più grandi di quelle di altri micoplasmi): • sono visibili al microscopio (40x) dopo 24-36 ore • sono visibili anche ad occhio nudo dopo 72-96 ore di incubazione • il diametro varia da 1 a 2mm, e non sempre con forma ad uovo fritto • Cresce anche, come i virus* : • su colture cellulari (cellule renali e polmonari di agnello) • su uova embrione di pollo • * Assenza di parete cellulare- attraversa filtri da batteriologia- coltivazione su cellule
Epidemiologia • Malattia cosmopolita, presente nei paesi del Bacino del mediterraneo • In Italia sono interessate soprattutto le regioni meridionali e insulari • Sardegna-Toscana/Lazio • Il contagio è assicurato dagli animali ammalati o in fase di incubazione e dai portatori sani con infezione asintomatica (eliminatori anche per 4 anni) • L’eliminazione avviene attraverso il latte e le secrezioni lacrimali • La via d’infezione più frequente è la via intracanicolare mammaria • Ruolo importante è svolto dal mungitore e dalla mungitura meccanica • La principale sorgente d’infezione è il latte (contenitori per la raccolta) • ma anche urine e feci (pascoli fetti-andamento stagionale)
Patogenesi Penetrazione e colonizzazione Via linfoematogena M.agalactiae si impianta sulla mucosa orofaringea, oculocongiuntivale, mammaria, respiratoria e genitale Organi bersaglio Mammella, articolazioni, occhio, utero, linfonodi La patogenicità è in relazione a: • Invasività • Presenza di strutture proteiche ad attività flogogena • Tendenza a formare immunocomplessi nei tessuti • Interferenza sulla reazione immunitaria • Possibile intervento di reazioni autoimmunitarie
Sintomi Periodo d’incubazione da 2-3settimane ad alcuni mesi Condizioni stressanti ambientali, alimentari e fisiologiche possono influire sulla evoluzione dell’infezione • Forma iperacuta • Agalassia improvvisa : “asciuttarella” • febbre (41-42°C), abbattimento, anoressia, meteorismo (arresto della ruminazione) • Aborto • morte per setticemia
Forma acuto-subacuta • Sintomi di ordine generale, febbre modesta e di breve durata • Ipogalassia con secrezione lattea giallastra o agalassia • dolorabilità alla mungitura • Indurimento della mammella e ipertrofia dei linfonodi sopramammari • La secrezione diminuisce progressivamente e tende a separarsi in due strati • Superiore sieroso con leggera colorazione grigio-verdastra • Inferiore grumosa e puriforme • Calo del contenuto in grasso e lattosio del latte • Artrite localizzata a livello di carpo e/o tarso • Cheratocongiuntivite mucopurulenta • Iperemia, fotofobia, opacamento e ulcerazione della cornea • Aborto tardivo
Forma cronica • Segue la forma acuta-subacuta • Persistenza delle lesioni mammarie e /o articolari • Tumefazioni e indurimento della mammella con altrazioni organolettiche del latte • Escrezione intermittente o continua di micoplasmi col latte • Forma inapparente • Completa assenza di sintomi • Eliminazione intermittente o continua di micoplasmi col latte • Forma atipica • Riguarda soltanto la capra • Pleuropolmonite segnalata in Australia e Nepal • Vulvovaginite riscontrata in India
Lesioni • Forma acuta • Mammella tesa con edema sottocutaneo e interstiziale • Forma cronica (in animali normalmente macellati) • Mammella atrofica, indurita per fenomeni sclerotici, con formazioni nodulari di notevole consistenza e dimensioni variabili
Periartrite e artrosinovite • Edema dei tessuti periarticolari • Essudato sierofibrinoso denso in cavità articolare • Sinovia ispessita e presenza di formazioni polipoidi
Cheratocongiuntivite con edema, iperemia vascolarizzazione e opacamento della cornea
Diagnosi I dati anamnestici e anatomoclinici permettono una diagnosi presuntiva Gli accertamenti di laboratorio prevedono L’allestimento di colture a partire da materiale sospetto Essudato congiuntivale, articolare, vaginale e latte Isolamento su agar PPLO arricchito con sangue-siero e addizionati di sostanze inibenti (Penicillina, acetato di tallio, cristalvioletto) la flora contaminante Identificazione mediante IF, FdC, SAR, ELISA, PCR, Test di inibizione della crescita
Profilassi • Sanitaria • Elevato standard igienico di allevamento e della mungitura • Evitare l’introduzione di soggetti in lattazione di dubbia provenienza • Evitare il contagio indiretto con latte infetto (contenitori per la raccolta) • Evitare promiscuità: pascoli in comune , mostre, mercati, raduni di marchiatura e tosatura) • Isolamento dei soggetti ammalati e portatori/eliminatori • Trattamento antibiotico (Tilosina e Tetraciclina a dosaggi elevati per tempi prolungati 5-6 giorni )di tutti gli animali del gruppo • Evitare i fattori stressanti e immunodepressivi • Immunizzante • Vaccini inattivati (da latte infetto e adiuvanti =“Stabulogeni”) (da ceppi di laboratorio) non sempre protettivi ed efficaci • Vaccini attenuati buona attività immunogena ma tendenza alla virulentazione retrograda (per passaggio da animale vaccinato a non vaccinato dello stipite attenuato)
Malattia cronica a diffusione mondiale del suino, causa notevoli perdite economiche riferibili ad abbassamento dell’indice di conversione degli alimenti e a ritardo nell’accrescimento. Sostenuta da Mycoplasma hyopneumoniae POLMONITE ENZOOTICA DEL SUINO
Eziologia Fermenta il glucosio e non idrolizza arginina e urea Inibito dalla Penicillina G Batterio di aspetto coccoide o coccobacillare • Non cresce sui comuni terreni per micoplasmi • In brodo sviluppa lentamente dopo 3-30gg determinando leggero intorbidimento • Dopo passaggio su terreni solidi in atmosfera di 5-10%di CO2, forma colonie piccole di 0,5mm convesse e di superficie granulare in 7-10gg
Epidemiologia • Molto labile nell’ambiente esterno • Diffusione solo per contatto diretto M. hyopneumoniae diffonde per via aerogena e l’infezione evolve in ambito polmonare senza compromissione di altri organi Colpisce soggetti di ogni età, ma la malattia prevale in suini svezzati da poco (80-110gg) in coincidenza della fase di ingrasso con la formazione dei gruppi e in contemporanea con la caduta dell’immunità colostrale
Patogenesi Perdita del rivestimento ciliare per almeno 16sett dovuta alla presenza di una proteina di membrana ad azione tossica Localizzazione sull’epitelio ciliato delle prime vie respiratorie superficiali e profonde Compromissione dell’epitelio ciliato e accumulo di muco ed essudato nelle vie respiratorie terminali e alveoli Diffusione per via canalicolare ed evoluzione in epatizzazione polmonare • Impianto di agenti di infezione secondaria • Pasteurella, Haemophilus, Bordetella • Orthomyxo-, Adeno-, Reo-, Paramyxovirus
Sintomi • Malattia cronica ad evoluzione lenta e non febbrile • Periodo d’incubazione di 8-10gg • La mortalità di solito bassa è influenzata da fattori quali la tecnologia di allevamento, e agenti di infezione secondaria • La sintomatologia è caratterizzata da • Tosse secca e profonda ad accessi • Facilmente provocabile nelle prime ore del mattino stimolando gli animali al movimento • Si osserva abbassamento dell’indice di conversione alimentare e riduzione dell’incremento ponderale in correlazione al grado di danno polmonare
Lesioni • Presenza di focolai di epatizzazione polmonare da rossa a grigia • Localizzati ai lobi apicali, mediani e cardiaco • Nei casi più gravi anche al margine anteriore dei lobi diaframmatici • Al taglio le aree epatizzate risultano di consistenza carnosa e mostrano la presenza di essudato catarrale che geme da bronchi e bronchioli • I linfonodi bronchiali e mediastinici sono fortemente aumentati di volume
Diagnosi ANATOMOCLINICA Presenza esclusiva di sintomi respiratori, assenza di mortalità, evoluzione cronica, scarso rendimento degli animali DI LABORATORIO Impiego di IF diretta e indiretta SIEROLOGICA FdC, HA indiretta, ELISA
L’isolamento da polmone presenta alcune limitazioni • Crescita scarsa su terreni artificiali, in particolare al primo isolamento • Esigenza di effettuare più passaggi per favorire l’adattamento in coltura • successiva identificazione mediante test di Inibizione della crescita o del metabolismo • Frequente presenza nell’apparato respiratorio di M. hyorhinis che maschera la presenza di M. hyopneumoniae
Profilassi • Sanitaria • Ricorso al sistema del «tutto pieno-tutto vuoto», integrato dalla pulizia e disinfezione delle strutture e delle attrezzature • Profilassi chemioantibiotica nelle scrofe nei 5gg successivi al parto e alle nidiate nei primi 10gg di vita • Mantenere un elevato standard igienico e ottimizzare il microclima di allevamento • Monitoraggio anatomopatologico al macello • Immunizzante • Non sono disponibili vaccini di sicura efficacia
Altre Micoplasmosi nel Bovinoda M.bovis • Mastiteda Micoplasma:strette analogie con l’agalassia contagiosa delle pecore e delle capre. Segnalata anche in Italia in allevamenti intensivi e correlata a stato di immuno deficienza acquisita (Leucosi Bovina Enzootica o/e Aflatossine nel mangime). • Bronco polmonite/artrite da Micoplasma dei vitelli: • Frequente in fase di svezzamento in condizioni di promiscuità (importazione-provenienza da fiere o mercati) • In associazione a patologie respiratorie virali o/e batteriche • Anche in fase post terapeutica (trattamento antibiotico)
Altre Micoplasmosi nella Capra • P.P.C.C. o P.C.C M.mycoides subsp.caprae • La Pleuro polmonite contagiosa delle capre presenta strette analogie epidemiologiche e clinico-anatomo patologiche con la Pleuro Polmonite Contagiosa del Bovino
Micoplasmosi nel Suino • Oltre a POLMONITE ENZOOTICA DEL SUINO (PES) • M.hyopneumoniae (o suipneumoniae)agente primario o di irruzione secondaria ad infezioni virali • In compartecipazione con Pasteurella, Haemophilus • In suinetti svezzati e all’ingrasso causa una malattia respiratoria a lenta evoluzione con tendenza a divenire cronica soprattutto in situazioni di carenze igienico sanitarie e di tecnologia di allevamento • POLISIEROSITE da M.hyorhinis • POLIARTRITE da M.hyosynoviae
Micoplasmosi in altre specie • Nel cavallo • Nel cane • Nel gatto Micoplasmi sono stati isolati dall’apparato respiratorio, dall’apparato riproduttore e da feti abortiti e da lesioni articolari. Malattie emergenti e condizionate o TECNOPATIE