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Istituto Comprensivo “M. Lapo Niccolini” Ponsacco Scuola Secondaria di I° Grado CLASSI 1^A – 1^C Anno scolastico 2007/08. L’urlo dei bambini. Progetto Scream 2007/08. Grazie al Progetto Scream abbiamo conosciuto una realtà sconvolgente.
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Istituto Comprensivo “M. Lapo Niccolini” Ponsacco Scuola Secondaria di I° Grado CLASSI 1^A – 1^C Anno scolastico 2007/08
L’urlo dei bambini Progetto Scream 2007/08
Grazie al Progetto Scream abbiamo conosciuto una realtà sconvolgente
Nel mondo esistono 250 milioni di minori sfruttati. Lavorano come schiavi delle famiglie ricche, sfruttati nell’industria del sesso, come soldati in prima linea, davanti alle fornaci, nell’industria tessile, come braccianti agricoli, ai margini delle strade a chiedere l’elemosina, nelle periferie degradate delle grandi città implicati in traffici illeciti oppure a raccogliere rifiuti, sepolti a decine di metri di profondità nelle miniere di carbone e di pietre preziose.
Di questi, 17 milioni di bambini sono sottoposti alle peggiori forme di sfruttamento, lavorano per più di 12 ore al giorno, privati dei diritti basilari dell’infanzia, del diritto alla salute, all’educazione, al riposo, allo svago.
Il fenomeno è massiccio in molte aree del sud del mondo. I figli rappresentano in questo modo una ricchezza indispensabile e costituiscono l’unico strumento che permette alle famiglie di raggiungere livelli minimi di sopravvivenza.
Il fenomeno interessa da vicino anche il Nord del mondo: Europa, America settentrionale, Russia, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.In queste aree del mondo, che comprendono i paesi industrializzati e quelli ad economia di transizione, vi sono 5 milioni di bambini lavoratori. In Italia, secondo un recente rapporto dell’Ires (l’istituto di ricerca della CGIL), esistono circa 400.000 minori che lavorano, concentrati soprattutto in tre grandi città. A Roma si ritrovano soprattutto immigrati dei paesi dell’est che lavano i vetri delle auto o chiedono l’elemosina, spesso senza una famiglia. A Napoli sono per lo più italiani, che lavorano come aiutanti e come garzoni e, spesso, sono reclutati dalla criminalità organizzata ed implicati in furti e commerci illeciti.
A Milano il rischio prevalente è l’esclusione sociale dei minori. Ragazzi che crescono senza studiare né lavorare ai margini della periferia, senza nessun’altra alternativa, per il futuro, se non quella della povertà o della delinquenza. Da non sottovalutare il fenomeno nel ricco Nord-Est, ed in particolare in Trentino.
Bambini lontani, bambini vicini, in mezzo a noi…Nelle nostre classi abbiamo ricercato fotografie, letto articoli di giornale, fatto ricerche su internet, ci siamo imbattuti in Iqbal Masih, bambino simbolo della lotta allo sfruttamento minorile, e abbiamo riflettuto sulla sua coraggiosa e triste storia dopo aver visto il film sulla sua vita
Sono passati ormai 13 anni dall'assassinio del piccolo bambino sindacalista pachistano di 12 anni, Iqbal Masih, che aveva osato ribellarsi alla sua condizione di semischiavitù come tessitore di tappeti, denunciando i suoi sfruttatori e divenendo sindacalista dei bambini lavoratori. Un personaggio troppo scomodo per chi sul lavoro dei bambini si è arricchito: Iqbal rimase vittima di un colpo di fucile il cui autore è ancora sconosciuto. Iqbal ripeteva spesso nei suoi interventi pubblici che: "nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che dovrebbe tenere in mano sono penne e matite."
E poi… ci siamo immedesimati in ognuno di loro, con poesie e storie inventate da noi…
SoloPensavi fosse un gioco.E non capivi,eri piccolo.LavoraviE non sapevi.Ti mangiavanoE non te ne accorgevi.Ed eri solo, solo, solo.
Ti regalo la libertàLe speranze sono voci che giocano col cuoreSono luci di stelleChe non si spengono mai…Farfalle che volano veloci,altalene che dondolano,penne che scrivono “libertà” in riva al mare…se vuoi te ne posso regalare una,bambino che soffri in un mondo che ancoranon conosco.
Ora li vedo.Abbracciati nel fangonell’ombra del mondoinvisibili agli occhi che non osservano.Abbracciati nel fangostruggendosiper un abbraccio maternocaldo morbido avvolgente.
Abbracciati nel fangoscrutano lontanoocchi da cerbiattopelle ghiacciatacome un vestito mai messo.Guardano lontanoabbracciati nel fango.
Lontano sole Il cielo s’illumina di nero.Brillano gli occhi nel buio.Cela il tuo volto un velo,sfiora le tue piccole mani.Piangi.Mentre speri in un lontano sole.
Mani fredde e tremantimani innocentiche lavorano senza tregua.
Per giocareper essere liberinon basta lo stipendio di un anno.In quell’inferno di macchinee di buio totaleogni speranza è perdutauccisada chi li picchia e li maltratta.
Ma i loro pensierinon muoionocontinuano a brillaredentro i loro cuori.
Alcune nostre storie Poche frasi... per capire
Due fratelli…Vivevano in una baracca alla periferia di Islamabad dove regnava miseria e povertà ed i loro giorni trascorrevano tutti uguali: svolgevano lavori duri senza mangiare, senza bere e senza giocare…
La bambina senza nome “In un paese lontano una bambina era costretta a chiedere l’elemosina alla gente……Quando non guadagnava niente era costretta a rubare: possedeva solo il dolore di essere povera…”
Un giorno qualcuno le lesse su un giornale scritto a lettere cubitali: “Ci sono diritti per tutti, anche per i bambini che sono costretti a lavorare. Hanno diritto alla vita, alla salute, alla famiglia, alla protezione contro lo sfruttamento nel lavoro e sessuale, all’istruzione, ad esprimersi liberamente”.
In miniera…Amin era un bambino di dieci anni… grandi occhi neri, profondi, sguardo triste.… fu mandato a lavorare in una miniera dove si estraeva lo zolfo; l’aria, a causa delle esalazioni, era viziata ed irrespirabile; gli occhi lacrimavano e sembravano due piccole fessure, la gola era secca e bruciava dal dolore. Era costretto a lavorare al buio, senza sicurezza e con il costante pericolo che il tunnel crollasse da un momento all’altro.
Anche se si impegnava con tutte le sue forze, il suo padrone era crudele con lui, lo maltrattava, lo insultava, lo picchiava… : il padrone aveva ogni potere su di lui.
Venduto infine all’esercito, fu mandato a combattere su tanti fronti, ma durante una perlustrazione fu colpito da un proiettile e perse la vita.Una vita corta e difficile, sfruttata dal lavoro e dalla guerra, piena di sofferenze e di dolori che proprio non si addice ad un bambino di dieci anni.
Akmalin, cucitore di palloni …Un giorno d’inverno, nel quale il sole era coperto da cupe nuvole, il padre decise, per il bene della famiglia, di vendere uno dei suoi figli ad un fabbricante di palloni. Il figlio maggiore Akmalin, a malincuore, si offrì di allontanarsi da casa e così fu venduto per pochi soldi…
Il proprietario della fabbrica era un uomo cattivo e severo che maltrattava i bambini che lavoravano per lui anche se producevano molti palloni… Ormai erano ostaggio del loro padrone: faticavano curvi anche per dodici ore al giorno.
Storie inventate da noi… troppo spesso pura realtà…Gridiamo a tutti… È anche il nostro urlo
I ragazzi della 1^ABacchi FrancescaBagnoli EmmaBarillaro MarcellaBaroni LeonardoBarontini MicheleBulla SimonaCantini AlessioCiaglic RuxandraColli LeonardoEsposito NicolòFalconcini Irene
Ferretti LindaFortino AlessioFunari FrancescaGiannini MartinaLami GuiaLici MeritaMenichini MicheleNichiforov IanaPanichi MatteoRusso MarcoSalvetti EleonoraTelleschi MatteoZouaoui Makrem
I ragazzi della 1^ CAbascià GiuliaBianchi FedericaBuonomo AndreaCarloni ValentinaCattano AlessandroCelardo IreneCiani MatteoCroce IvanD’Angelo GiorgiaGiorgetti AlessiaGranchi Alberto
Lenzi Gianluca Maniscalco Rosamaria Mattioni Giulio Pellegrini Andrea Poziello Sabrina Roggero Valentina Salutini Rachele Sardelli Francesca Sardelli Gemma Stefanini Federico Tosi Edoardo Turini Lorenzo
Grazie ai nostri insegnanti che ci hanno guidato in questo percorso