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RIFLESSIONI SULL’ALCOL

RIFLESSIONI SULL’ALCOL. ALCOL e LAVORO. ALCOL e DINTORNI. Dottor FABIO FILIPPI medico chirurgo - specialista in Medicina del Lavoro consulente tecnico del Tribunale di Prato direttore sanitario Studio Ecografico Dr. Stefano Ciatti S.r.l.

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Presentation Transcript


  1. RIFLESSIONI SULL’ALCOL

  2. ALCOL e LAVORO ALCOL e DINTORNI Dottor FABIO FILIPPI medico chirurgo - specialista in Medicina del Lavoro consulente tecnico del Tribunale di Prato direttore sanitario Studio Ecografico Dr. Stefano Ciatti S.r.l. direttore sanitario Istituto Analisi Mediche IAMA S.r.l.

  3. ALCOL e DINTORNIRiflessioni sull’uso dell’alcol • Perchè “alcol e dintorni” ? • Il titolo riflette l’idea di fornire una informazione in modo semplice, che possa comunque mettere in evidenza le numerose sfaccettature (economiche, giuridiche, sociali, mediche, ecc...) che presenta il pianeta alcol. • Un pianeta che difficilmente è conosciuto nella sua interezza, soprattutto da chi, valutando solo uno o pochi degli aspetti che verranno citati, vuole emettere un giudizio, positivo o negativo che sia, sull’alcol. • Il “problema alcol” è di grande rilievo sotto il profilo socialeed è di estremo interesse sanitario.

  4. ALCOL e DINTORNIRiflessioni sull’abuso dell’alcol • Il fenomeno alcolismo, inteso come abuso di sostanze alcoliche, è sempre molto diffuso fra tutte le categorie di persone, anche, e sempre più, tra le fasce di età più giovani. • Non deve essere trascurato l’aspetto economico del problema. I danni prodotti dall’alcol investono tutti i settori, da quello della mancata produttività dell’alcolista a quello dei costi per l’assistenza sanitaria ai pazienti affetti da patologie alcol-correlate. • Per questo appare necessario fornire non solo agli addetti ai lavori, ma anche a tutti i cittadini e a tutti i lavoratori, chiare conoscenze del problema.

  5. L’ALCOL è un problema vecchio quanto l'uomo La sua origine si perde nel ricordo degli uomini. Ma solo negli ultimi due secoli ha assunto proporzioni via via sempre più grandi e preoccupanti.

  6. Bacco di Caravaggio Il celebre Bacco (1595 ca. - Galleria degli Uffizi, Firenze) • Lo vediamo nelle statue e negli affreschi "rubicondo e riccioluto, con le grazie di Afrodite e la perfidia di Zeus", così lo descriveva Euripide nelle "Baccanti", l'ultima delle sue tragedie. • Fu infatti il mondo greco che nell'antichità per primo divinizzò il vino, la più diffusa bevanda alcolica di allora: simboleggiato dal personaggio controverso di Dioniso.

  7. Tiziano Vecellio Terza tela del ciclo dei Baccanali 1523-24 "Senza Dioniso non c'è Afrodite" scrive ancora Euripide ricordando le orge bacchiche sulle montagne.

  8. PLATONE le Leggi – Libro II “… e approverei la legge dei Cartaginesi, e vorrei ordinare che mai nessuno gusti questa bevanda in guerra, che per tutto il tempo della guerra non si beva che acqua, che per la città né servo né serva ne bevano mai, e non ne tocchino i magistrati nell’anno in cui sono in carica, né chi comanda le navi, né i giudici nell’esercizio della loro funzione, non chi vada ad esprimere la sua decisione ad un consiglio importante, nessuno quando intenda, uomo o donna che sia, procreare dei figli. Altri moltissimi casi potrebbero essere enumerati in cui non ha da bere vino chi ha sano intelletto ed una legge giusta”

  9. Un controllo antidoping Il consumo di bevande alcoliche era proibito agli atleti che partecipavano alle Olimpiadi dell’antica Grecia; un sacerdote ne controllava l’alito all’ingresso dello stadio per scoprire e squalificare coloro che ne avessero fatto uso.

  10. COSA DICE LA BIBBIA La Scrittura contiene molti avvertimenti relativi all’assunzione gli alcolici (Levitico 10:9; Numeri 6:3; Deuteronomio 29:6; Giudici 13:4,7,14; 1 Samuele 1:15; Proverbi 20:1; 31:4,6; Isaia 5:11,22; 24:9; 28:7; 29:9; 56:12; Michea 2:11; Luca 1:15). Ciò che Dio comanda ai cristiani riguardo alle bevande alcoliche è di non ubriacarsi (Efesini 5:18). La Bibbia condanna l’ubriachezza e i suoi effetti (Proverbi 23:29-35). Ai cristiani viene anche comandato di non permettere che i loro corpi siano “dominati” da nulla (1 Corinzi 6:12; 2 Pietro 2:19). Alla luce di questi principi, sarebbe estremamente difficile per qualunque cristiano dire di stare assumendo alcolici alla gloria di Dio (1 Corinzi 10:31).

  11. FRIEDRICH ENGELS La situazione della classe operaia in Inghilterra(1845) “Tutte le lusinghe, tutte le possibili tentazioni si uniscono per spingere gli operai all’ubriachezza”

  12. Il vino nella storia Il vino era visto come un farmaco, una specie di modernoantidepressivo, che catapultava in una dimensione nuova, di felicità, una specie di viaggio nell'oblio e, nonostante siano passati più di duemila anni, ancora oggi sono molti coloro che cercano in questo modo la salvezza dalla vita e dai suoi problemi. L'alcol era, e resta ancora oggi, per le stesse ragioni, una droga, un elemento il cui eccesso ti può far provare sensazioni di liberazione, ma che in realtà ti lega a sé in un vortice da cui è difficile uscire. “Una scelta sbagliata davanti ai problemi che la vita ci riserva, un rifugio, una via di fuga dalla realtà”

  13. L’alcol … oggi ?regala ancora momenti di beatitudineo inveceti crea solo dei problemi

  14. ETANOLO • L'etanolo è un alcol a corta catena, la cui formula bruta è CH3CH2OH, il suo numero CAS è 64-17-5. • È anche chiamato semplicemente alcol essendo alla base di tutte le bevande alcoliche. • È noto anche come alcol etilico, spirito di vino, spirito da ardere.

  15. PRODUZIONE L’etanolo, è prodotto in natura dalla fermentazione degli zuccheri,

  16. UTILIZZO È l'alcol più diffuso ed è l'unico adatto al consumo alimentare.

  17. I numeri dell’alcol in Italia I consumi • I dati dell’ISTAT indicano che il 75% degli italiani consuma alcol (l’87% degli uomini e il 63% delle donne). • Il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni; l’età più bassa dell’intera Unione Europea (media UE 14,5 anni). • Sono 3 milioni i bevitori a rischio ed 1 milione gli alcolisti; • 817.000 giovani di età inferiore ai 17 anni hanno consumato nel 2000 bevande alcoliche e circa 400.000 bevono in modo problematico. • Il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi almeno tre volte alla settimana ed è in costante crescita il numero di adolescenti che consuma alcol fuori dai pasti (+ 103% nel periodo 1995-2000 tra i 14-17enni). • Gli astemi, in costante diminuzione, rappresentano il 25% della popolazione.

  18. UTILIZZO In alcuni paesi del mondo, viene usato come combustibile al posto della comune benzina, dato il suo costo molto contenuto, se prodotto autonomamente. Il Brasile è il paese dove più si fa uso di bioetanolo per autotrazione con il motore Flex e dove esistono le più grandi centrali di raffinazione di canna da zucchero, da cui si ottiene. La Svezia è la nazione europea dove più si sta sviluppando il mercato del bioetanolo. • In cosmetica, viene ampiamente utilizzato nella produzione di profumi. Inoltre, per la sua efficacia detergente è usato nei disinfettanti sia ad uso casalingo che professionale.

  19. Assorbimento gastro-intestinale L’assorbimento gastro-intestinale dell’etanolo dipende da vari fattori: • Quantità ingerita • Concentrazione alcolica della bevanda • Modalità di assunzione (in unica dose o in più dosi refratte) • Stato di ripienezza dello stomaco • Tempo di svuotamento gastrico

  20. Assorbimento gastro-intestinale • L’etanolo viene assorbito dalle mucose di bocca e esofago (). in piccole quantità), stomaco e duodeno (in modeste quantità) ed intestino(la maggior parte) • Grande importanza assume non solo la presenza di cibo ingerito, ma anche la sua qualità. Alcuni alimenti, specie se ricchi di grassi, sono in grado di rallentare l’assorbimento dell’etanolo, mentre l’acqua o il digiuno lo favoriscono. • A digiuno l’assorbimento di una dose di etanolo è massima (circa il 90%) già un’ora dopo l’assunzione. Il picco alcolemico si ha entro 40-45 minuti dall’assunzione. • L’ingestione contemporanea di cibo invece rallenta notevolmente l’assorbimento che raggiunge il 50% alla prima ora e l’80% alla seconda. • La velocità di comparsa del picco ematico è tuttavia estremamente variabile per diverse ragioni. Uno dei fattori principali è rappresentato dall’attività dell’enzima principale del metabolismo dell’etanolo, l’acol-deidrogenasi (ADH) • Differenze etniche nel metabolismo dell’etanolo, legate al patrimonio di ADH, possono riguardare alcune popolazioni asiatiche e dell’Africa mediterranea

  21. Farmacologia e tossicologia L'etanolo ha molteplici effetti sull'organismo umano, di natura • energetica • nutrizionale • farmacologica • tossica • psichica

  22. Effetti sull’organismo • Sistema nervoso centrale • Sistema cardiocircolatorio • Apparato muscolare • Apparato gastroenterico • Apparato respiratorio • Apparato genitale • Apparato urinario • Embrio e Fetopatia • Altri apparati • Effetti cancerogenetici • Effetti secondari

  23. Sistema nervoso centrale • L’etanolo ha un effetto di depressionedel sistema nervoso centrale analogamente ad altre sostanze come i barbiturici o le benzodiazepine. Il meccanismo di questa azione centrale non è completamente chiaro • La somministrazione cronica causa sindromi neurologicheirreversibili, dovute all'etanolo stesso o ai suoi metaboliti, o secondarie alla carenza di tiamina che viene costantemente osservata negli alcolisti. • La maggior parte degli etilisti cronici mostra un grado di demenza, associato a un ingrossamento dei ventricoli misurabile con tecniche di immagine cerebrale. Può anche essere presente degenerazione del cervelletto e in altre regioni encefaliche.

  24. depressionedel sistema nervoso centrale

  25. DANNI NEUROLOGICI da ETANOLO • INTOSSICAZIONE CRONICA • A – Sindromi neurologiche nutrizionali: • Sindrome di Korsakoff • Sindrome di Wernicke • S.A.A. minore con convulsioni epilettiformi, allucinosi alcolica, delirium tremens • Polineuropatia • Neurite ottica • B – Altre alterazioni: • Demenza alcolica con atrofia cerebrale • Demenza alcolica con sclerosi laminare di Morel • Malattia di Marchiafava-Bignami • Mielinosi pontina centrale • Degenerazione cerebellare • B – Vasculopatie cerebrali INTOSSICAZIONE ACUTA

  26. Sistema cardiocircolatorio • L’alcol ha numerosi effetti acuti e cronici sull’apparato circolatorio. L’ingestione di etanolo provoca vasodilatazione cutanea, con aumentata perdita di calore (che dà la tipica sensazione di calore). • L’alcol inoltre ha degli effetti a livello cardiaco: provoca aritmie(prolungamento dell’intervallo QT nell’elettrocardiogramma) e deprime la contrattilità del muscolo cardiaco, portando a lungo termine a una cardiomiopatia. Inoltre provoca aumento della pressione sanguigna. Questi ultimi elementi insieme sembrano essere alla base dell’aumento di incidenza di infarto che si osserva in chi beve tra i 40 e i 60 grammi di alcol al giorno. • Un moderato consumo giornaliero potrebbe invece, secondo alcuni studiosi, essere correlato a una riduzione di circa il 30% della mortalità associata a ischemia miocardica. Questo effetto sarebbe dovuto all’inibizione dell'aggregazione piastrinica e un aumento del colesterolo HDL, con una conseguente protezione dalle coronaropatie e prevenzione dell’aterosclerosi.

  27. Apparato muscolare Vengono riconosciute 2 forme: Miopatia acuta alcolica – è la necrosi muscolare che si manifesta nell’alcolista cronico in occasione di eccessi alcolici, cha va da un semplice innalzamento dei valori ematici della creatinchinasi (CK) alla franca rabdomiolisi, caratterizzata da inizio improvviso di dolore muscolare, gonfiore, debolezza, marcata elevazione dei valori di CK. Nelle forme mortali vengono coinvolti anche i muscoli della faringe ed il diaframma. Miopatia cronica alcolica – è caratterizzata da debolezza e atrofia muscolare. Colpisce prevalentemente i fianchi e le spalle.

  28. Apparato gastroenterico • L’ingestione di alcol provoca un aumento della secrezione salivare e gastrica, effetti riflessi prodotti dal gusto e dall'azione irritante di alte concentrazioni di etanolo a livello gastrico. • Viene segnalata l’ipertrofia delle ghiandole salivari, soprattutto delle parotidi. • Studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di un rapporto causale tra insorgenza di carcinoma del cavo orale, lingua, farine ed esofago ed abuso di etanolo. • Frequente è anche la patologia esofagea non neoplastica: esofagite acuta e cronica da lesione diretta, esofagite da reflusso, varici esofagee e altro. • Notevoli ed importanti appaiono anche le lesioni alcol-indotte a livello gastrico: gastrite acuta e cronica, con erosioni multiple e acuta-emorragica, metaplasia intestinale con aumentata incidenza di carcinoma gastrico.

  29. Apparato gastroenterico • In bevitori cronici di alcol si osserva generalmente malassorbimento a livello intestinale e diarrea, probabilmente dovuti a cambiamenti morfologici dell’epitelio intestinale (con un appiattimento dei villi) e una diminuzione degli enzimi digestivi. • L’alcol ha un effetto tossico sia acuto che cronico sul pancreas, provocando pancreatitiprobabilmente per una azione tossica diretta sulle cellule degli acini pancreatici.

  30. Apparato gastroenterico • I maggiori effetti tossici si osservano però nel fegato. Uno dei primi effetti della tossicità è l’accumulo di grasso (steatosi), che avviene anche dopo l’assunzione di dosi relativamente basse. Il danno epatico progredisce verso un'irreversibile necrosi e fibrosi epatica: l'aumento ematico della gamma glutamiltranspeptidasi (YGT) è un ottimo indice di danno epatico. La cirrosi è fattore di rischio per l'epatocarcinoma (HCC). • Schematicamente suddividibili in: • EFFETTI TOSSICI ACUTI: epatite alcolica acuta • EFFETTI TOSSICI CRONICI: steatosi – epatite cronica alcolica – cirrosi epatica alcolica – cancro cirrosi

  31. Apparato respiratorio • È dimostrato che l’etanolo può determinare modificazioni anatomo-funzionali dell’apparato repiratorio. • È dimostrata un’aumentata incidenza di infezioni polmonari come conseguenza di queste alterazioni anatomo-funzionali. • Esiste inoltre una maggior incidenza di neoplasie polmonari in alcolisti cronici.

  32. Apparato genito-urinario • Sia l’esposizione acuta che cronica all’alcol provoca impotenzanell’uomo. Circa il 50% degli etilisti cronici di sesso maschile sono impotenti e mostrano segni di femminilizzazione testicolare e ginecomastia. • L’effetto sulla funzione sessuale nelle donne è meno noto, ma in donne alcoliste è stata segnalata una diminuzione della libido e della lubrificazione vaginale e alterazioni del ciclo mestruale. • L’etanolo riduce la secrezione di ossitocina, il che provoca un ritardo delparto. Questo effetto è stato usato in passato per ritardare il parto in donne con contrazioni premature, ma è stato abbandonato perché la dose necessaria era troppo elevata e causa ubriachezza nella madre e intossicazione acuta nel neonato. • L’alcol stimola la diuresia causa di una inibizione del rilascio di vasopressina da parte dell’ipofisi posteriore. Il consumo cronico di alcol provoca tolleranza a questo effetto.

  33. Embrio e Fetopatia • L’alcol ha un effetto teratogeno diretto ed i livelli di alcolemia riscontrabili nei tessuti fetali sono simili a quelli del sangue materno. • Le caratteristiche chimico-fisiche dell’etanolo fanno sì che esso sia in grado di diffondere liberamente attraverso la barriera placentare. Le curve alcolemiche materne e fetali tendono a sovrapporsi dopo un’ora circa dall’inizio dell’assunzione di alcol, ma tipicamente il decremento nei livelli plasmatici è nettamente inferiore e rallentato nel feto rispetto alla madre. • Il rischio fetale alcol-correlato sembrerebbe essere dose-dipendente, ma non risulta stabilita una dose minima tossica

  34. Embrio e Fetopatia • L’assunzione di alcol durante la gravidanza provoca effetti tossici gravi sull’embrione e sul feto. • Nel primo trimestre aumenta significativamente il rischio di aborto spontaneo. • Nel bambino si osserva tipicamente la sindrome alcolica fetale, caratterizzata da tre condizioni: • anomalie craniofacciali(tra cui microcefalia), • disfunzioni del sistema nervoso centrale (iperattività, deficit di attenzione, ritardo mentale e disfunzioni dell’apprendimento) • e rallentamento della crescita. L’incidenza della sindrome alcolica fetale negli Stati Uniti è di circa 0.5-1 bambino su 1000 nati.

  35. Altri effetti • L’alcol provoca un aumento della secrezione di ormoni steroidei dal surrene, stimolando l'ipofisi anteriore a secernere ACTH (sindrome pseudoCushing). • È riconosciuto che l’etilismo cronico favorisce l’insorgenza dell’osteoporosi. • La neurite ottica retrobulbare è ritenuta l’alterazione oculare principale da intossicazione alcolica. • L’alcol non provoca in genere delle alterazioni specifiche della cute, tuttavia alcune di esse sono molto frequenti nell’alcolista. • L’alcol altera lo stato nutrizionale in quanto diminuisce l’introduzione di sostanze nutritive per: 1) ridotto appetito, 2) sostituzione di una quota di cibo nella dieta e 3) azione lesiva sul canale gastroenterico. • L’alcol può inoltre avere effetti patologici sul tessuto emopoietico con varie modalità: 1) effetti tossici diretti, 2) effetti secondari a carenze nutrizionali e 3) effetti secondari a epatopatie, determinando quadri di anemia e di disturbo dell’emostasi

  36. Effetti cancerogenetici Inoltre, come abbiamo già accennato l’etanolo risulta svolgere effetti cancerogenetici

  37. Effetti cancerogenetici L’aumentata incidenza di tumori osservata potrebbe verificarsi per una o più delle seguenti ipotesi: • Carcinogeno primario o “iniziatore” – l’alcol agirebbe come una carcinogeno chimico e sarebbe il diretto responsabile della trasformazione tumorale della cellula. • Co-carcinogeno o “promotore” – l’alcol in questo caso modificherebbe favorendola l’azione carcinogena iniziale, svolta da qualche altro fattore, • riducendo le difese dell’organismo • Favorendo la solubilizzazione di un carcinogeno primario consentendo il suo accumulo negli organi bersaglio • Attivando e modificando il metabolismo dei carcinogeni • Alterando i processi metabolici dell’organismo che promuoverebbero un aumento degli effetti diretti dei carcinogeni e permettendo così al tumore di sviluppare. 3. In alcune bevande alcoliche sono inoltre contenute altre sostanze chimiche che possono svolgere azione di carcinogeni primari – è stata dimostrata la presenza di idrocarburi policiclici aromatici e nitrosamine nella birra e nei superalcolici

  38. Alcol e patologia neoplastica I distretti che più possono essere interessati dall’azione carcinogena dell’alcol possono così essere riassunti: • Tratto oro-faringeo • Laringe • Esofago • Stomaco • Colon-retto • Fegato • Vie biliari • Pancreas • Polmoni • Mammella

  39. Effetti secondari • Gli etilisti tendono a sostituire con le bevande alcoliche gran parte degli altri alimenti della dieta, e questo li predispone a deficienze nutrizionali, in particolare gravi carenze di vitamine del gruppo B. La carenza di tiamina è alla base di una serie di patologie tipicamente osservate negli etilisti, come la neuropatia periferica, la psicosi di Korsakoff e l’encefalopatia di Wernicke.

  40. inoltre • INTERAZIONE CON I FARMACI • L’assunzione acuta o cronica di alcol modifica l’azione di psicofarmaci eventualmente ingeriti a scopo terapeutico • Modifica anche l’azione di anticoagulanti, antidolorifici, antipertensivi ed altri

  41. ALCOL e FAMIGLIA L’alcolismo è spesso causa di gravissima sofferenza per coloro che direttamente o indirettamente ne vengono coinvolti. La vita familiare, affettiva e sociale dell’alcol-dipendente è minata lentamente: solitudine e disprezzo sono spesso le sole compagne dell’alcolista nel suo vivere “alla giornata”. All’interno del nucleo familiare l’evoluzione della “malattia alcolica” può esprimersi in innumerevoli forme: incomunicabilità, aggressività, senso di colpa, isolamento sono intimamente vissuti sia all’interno della coppia, sia nel rapporto con i figli. Il rapporto di coppia è in genere compromesso giungendo molte volte alla separazione. I bambini rappresentano spesso le vittime principali dell’alcolismo in famiglia, testimoni del turbolento rapporto coniugale, diventano portatori di traumi psicologici frequentemente indelebili. Nell’età adulta presentano spesso difficoltà ad avere relazioni intime “normali”. Sono spesso afflitti da gravi sensi di colpa per non essere riusciti a “redimere” il genitore alcolista dal “vizio di bere”. Per questo questi individui risultano frequentemente pronti a sposare alcolisti o individui con altri disturbi della personalità, pronti come sono ad accettare qualsiasi comportamento “inaccettabile”. Come se fossero in qualche modo dipendenti da situazioni domestiche turbolenti

  42. L’alcol porta piano piano allo sgretolamento del proprio progetto esistenziale

  43. ALCOL e LAVORO

  44. INTERAZIONE TRA CONSUMO DI ALCOL E ATTIVITA’ LAVORATIVAintroduzioneDa un numero limitato di anni si valuta il consumo di alcol come uno dei fattori di rischio per la salute, sia a livello individuale che della collettività.È ormai nota la correlazione negativa tra assunzione di bevande alcoliche e condizione lavorativa.

  45. Problemi alcol-correlati che più comunemente si riscontrano sui luoghi di lavoro • le assenze sul lavoro sono 3-4 volte superiori rispetto a quelle di altri lavoratori • secondo l’O.M.S. dal 10 al 30 % degli incidenti in ambito lavorativo sarebbero causati dall’uso o dall’abuso di alcol • alcune studi italiani, relativi al biennio 2001-2002, basati su dati relativi ad indagini anamnestiche o su materiali organici, stima invece la percentuale compresa tra meno del 5 % ed il 20 % • con una alcolemia di 0,5 gr/L il rischio che si verifichi un incidente è doppio; a 1 gr/L è sei volte maggiore; a 2 gr/L è 30 volte superiore • al di là delle specifiche percentuali calcolabili in misura più o meno attendibile, resta incontrovertibile che l’assunzione di bevande alcoliche rende i lavoratori più inclini a comportamenti a rischio per se stessi e per gli altri, e rende “inadeguate” le condizioni psicofisiche rispetto a quanto richiesto dall’attività lavorativa svolta, rispetto alla sicurezza • il consumo di alcol ha una elevatissima corresponsabilità in particolare con gli incidenti che avvengono nell’ambito dei trasporti. Il rischio assoluto soggettivo, vale a dire il rallentamento ideativo e motorio da parte dell’individuo, in caso di lavoro ad alto rischio, non varia sostanzialmente rispetto agli incidenti automobilistici. • dopo anni di abuso-dipendenza vi è un netto declino delle capacità del lavoratore che conducono inevitabilmente verso un iter fatto di sanzioni punitive per assenteismo e per negligenza, fino a concludersi con il licenziamento • inoltre l’alcol determina una sinergia con eventuali sostanze tossiche presenti nell’ambiente di lavoro nel determinare danni alla salute • N.B. - a queste stime vanno inoltre aggiunti i casi di decesso per incidenti domestici alcol-correlati (412 decessi segnalati dall’I.S.P.E.S.L. nel 1986)

  46. Le conseguenze legate all’alcol • Ogni anno sono attribuibili al consumo di alcolici circa il 10% di tutte malattie, il 10% di tutti i ricoveri, il 10% di tutti i tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45% di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità. • In Italia almeno 30.000 persone ogni anno muoiono a causa dell’alcol per malattie, suicidi, omicidi, incidenti stradali e domestici, infortuni in ambito lavorativo. • Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i costi annuali, sociali e sanitari, sono pari al 2-5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) di ogni Paese. Fonte: Rapporto del Ministro della salute al Parlamento - anno 2003 “Lo stato di salute della popolazione in Italia” • Se si pensa che un numero enorme di mezzi sulle strade sono relativi all’ambito lavorativo, si rileva quanto importante sia la relazione tra lavoro, guida ed uso di alcol. Circa il 50 % della mortalità in ambito lavorativo riguarda lavoratori alla guida di un mezzo di trasporto.

  47. Forse non tutti sanno che … … il terzo più importante fattore di rischio per malattia e morte prematura nel mondo, dopo il fumo e l’ipertensione, è l’alcol !!!

  48. Relazione tra lavoro, guida ed uso di alcol • Questa relazione andrebbe non solo correlata all’analisi epidemiologica, per altro molto debole vista la esiguità, se non la totale assenza, di misurazioni e controlli, ma sviluppata soprattutto sotto il profilo legislativo e preventivo, vedi: • Normativa del codice della strada • Livelli di alcolemia differenziati per chi ha responsabilità sociali e lavorative • Rilascio patenti “C”, “D” e “E” • Sospensione della patente di guida in stato di ebrezza • Informazione nelle scuole guida.

  49. In particolare, il maggior tasso di problemi alcol-correlati si riscontra in lavoratori che svolgono attività: • con condizioni lavorative sfavorevoli (caldo o freddo, polveri e fumi, prolungati sforzi fisici) quali per esempio manovali, muratori, etc.; • con frequenti occasioni di consumo per maggior disponibilità di alcol e/o per maggior pressione sociale al bere (rappresentanti, ristoratori etc); • monotone, noiose, ripetitive, meccanizzate, deresponsabilizzanti, mal retribuite (Martin et al, 1996); • caratterizzate da mancanza di supervisione (liberi professionisti, medici, avvocati, giornalisti); • caratterizzate da turnazione (Smith e Cook, 2000).

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