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Immerso nel verde delle colline friulane,c'è un piccolo paese dove, circa 150 anni fa la Beata Vergine Maria è apparsa ad una bambina.Lo scopo di quella Sua apparizione è stato di rendere noto, attraverso la piccola Teresa Dush di:Santificare le feste Non bestemmiare Osservare i digiuni Recitare bene il S. Rosario.Mòniti, che da allora, in molte altre apparizioni o locuzioni interiori, manifestate attraverso diverse persone e località, più volte sono stati ribaditi, ma che ahimé, sembra che molti se ne siano dimenticati. Comunque, al di là di tutto, la devozione mariana a Porzûs (è questo il nome del paese), ancora oggi si ricorda con delle processioni che, annualmente, si ripetono nell'anniversario dell'apparizione.Malgrado siano passati diversi anni da quella prima visita della "Madonne de Sesule" (tradotto dal dialetto friulano:"Madonna del falcetto ") il paese non è cambiato molto da allora a testimonianza di una semplicità di tempi ormai passati;ed è proprio questa sua caratteristica di "paesello" che risalta sul cucuzzolo della collina verdeggiante in cui si trova se si volge lo sguardo verso quella direzione (nord-est, verso Attimis, Udine). LE APPARIZIONI DELLA MADONNA DI PORZÛS
La prima apparizione della Madonna nella dolina di Porzûs - 8 settembre 1855Teresa Dush nasce l'11 settembre 1845, a Porzûs (sopra Attimis),e lo stesso giorno riceve il battesimo. I genitori, Giuseppe e Caterina Grimaz sposati già da 18 anni, accolgono come un dono di Dio quella creatura che per tanto tempo hanno atteso. La piccola Teresa conosce presto la durezza della vita povera, in una terra erta e sassosa dove il raccolto è scarso e il resto è prato e pascolo. È una bambina buona e docile, condivide volentieri la fatica e il lavoro dei genitori, ma è gracile e cagionevole di salute. Frequenta la chiesa parrocchiale,ed è molto attenta alle lezioni di catechismo del parroco. :l'8 settembre 1855, festa della natività della Beata Vergine Maria,avviene il fatto straordinario, che segnerà profondamente tutto il paese di Porzûs. La bambina non ha ancora compiuto 10 anni. Caterina Grimaz, non si è accorta delle due feste di precetto che si succedono il sabato 8 settembre e la domenica seguente; non ha perciò provveduto erba sufficiente per sfamare le bestie. Chiama Teresa e le ordina di scendere nella dolina a tagliarne un po'. La bambina, osserva timidamente che non si deve lavorare di festa: così ha detto il sacerdote a catechismo. La madre chiama Teresa e le ordina di tagliare un po’ d’erba nel giorno di domenica
"Mangiamo noi, devono mangiare anche le bestie" è la risposta perentoria della madre. Teresa s'incammina. E' combattuta dentro di sé: obbedire al cappellano??... o obbedire alla mamma? Chiede aiuto alla Vergine che ama tanto. Arrivata al prato si accinge al lavoro, ma qualcuno le toglie il falcetto di mano. Alza gli occhi e vede una bella Signora col suo falcetto in mano che le sorride e dolcemente le dice: "Non si deve lavorare di festa!". Teresa confida il suo piccolo dramma. La signora si china, taglia una manata di erba e la porge alla bambina dicendo: "Prendi, questa basterà". Poi aggiunge: "Di' a tutti di santificare il nome del Signore e di non bestemmiare, perché così facendo offendono mio Figlio e addolorano il mio Cuore materno. Inoltre desidero che si osservino i digiuni e le vigilie". Al ritorno, Teresa racconta il fatto straordinario alla madre che la guarda incredula, benché noti sul volto di lei una espressione di intensa gioia; ma quando constata che quella manata di erba è sufficiente per quel giorno, per il giorno successivo, e anche per il lunedì mattino, rimane profondamente colpita. La notizia del fatto si diffonde. Non tutti credono. "Di' alla Madonna. a che ti dia. un segno", suggeriscono alla bambina, e c'è chi ha un sorrIso mottegglatore. Una bella Signora col suo falcetto in mano
È un' altra domenica, forse la successiva. Teresa è in chiesa, e la Signora ritorna. E' accanto all'altare con un vestito ricoperto di rose, e la chiama. Teresa è presa da timore. Si rivolge alle compagne, e queste la sospingono e l'accompagnano, ma non vedono nulla. Le sussurrano:"Chiedi il segno". Teresa parla a lungo con la Madonna, poi esce di chiesa come trasognata e s'incammina verso casa. Dirà, più tardi, che la Madonna l'accompagnava. La piccola Teresa ha ricevuto in questa apparizione 'il segno'. E' una crocetta lunga tre centimetri che brilla come oro. La Madonna gliel'ha impressa sul dorso della mano sinistra. Tutti la possono vedere e, per quanto si cerchi di cancellarla, sfregandola e lavandola nell' acqua, rimane intatta, anzi diventa ancora più lucente. Monsignor Nicolò Tiossi, decano del Capitolo di Cividale, arriva lassù. Con lui la bambina si confida e il sacerdote le crede. Chiedi il segno!
La Madonna le appare ancora una volta, in quel periodo, secondo l'unanime e viva tradizione della gente. In tale apparizione la Madonna le consegna un segreto, al quale rimarrà sempre fedele: nessuno riuscirà mai a strapparle di bocca un indizio o una parola. A chi indaga e fa domande, risponde che alla Madonna piace che si preghi il santo Rosario. Intanto un' epidemia di colera imperversa implacabile a Porzûs. A distanza di poco tempo l'uno dall'altra, muoiono anche i genitoridi Teresa. La bambina è sofferente, sembra ammalata, e mons. Nicolò Tiossi la conduce a Udine da padre Luigi Scrosoppi nella Casa delle Derelitte. È il 21 giugno 1856. Tutti si prendono cura della piccola Teresa. Teresa è buona. umile e obbediente. Le viene detto di non mostrare il segno che porta a nessuno, e si adegua con semplicità a tale ordine. Prega con fervore, si lascia docilmente guidare sul cammino del la santità da padre Luigi, che è un maestro eccezionale. Non è difficile intuire il suo desiderio di donarsi totalmente al Signore.Nel 1860, dopo quattro anni, la sua formazione nella casa è terminata.Ha quindici anni e viene collocata presso una famiglia buona e religiosa, dove inizierà a guadagnarsi il pane. Padre Luigi la segue da lontano. Teresa è consapevole della sua povertà,della sua ignoranza e della sua malferma salute, vorrebbe donarsi completamente al Signore, ma potrà padre Luigi che pure è tanto buono, accettare una che non sa leggere l’Ufficio della Madonna in latino, sa appena sillabare l'italiano? Non mostrare il segno
Nella preghiera apre il suo cuore alla Madre di Dio, e ancora una volta la Vergine viene a consolarla e rassicurarla. "Va' pure in convento e quando dovrai leggere in latino lo saprai fare come le altre suore".Teresa ritorna a Udine all'inizio del 1864, per rimanervi definitivamente. E' ammessa nel postulandato delle Suore della Provvidenza, ma la sua salute è precaria. Padre Luigi la invia in campagna ad Orzano,perché riprenda forza, ma non giova molto. Sarebbe ragionevole non ammetterla in noviziato, ma la Madonna l'ha inviata lì, perché lui, padre Luigi, gliela custodisca, e l'accompagni nel cammino della santità.Il 19 marzo 1867, Teresa inizia il noviziato. Lo trascorre, per qualche tempo, nella comunità di Cormons, accanto al Santuario di Rosa Mistica. Ritornata a Udine, il 14 settembre 1868, veste l'abito religioso ricevendo il nome di suor Maria Osanna.
Pertanto nell’apparizione del 1864 la Madonna promette a Teresa, che è consapevole della sua povertà, della sua ignoranza, di pregare l’Ufficio della Madonna in latino, quando sa appena sillabare l’italiano! Questo è il secondo segno soprannaturale che la Madonna di Porzûs da a Teresa per confermare nella fede anche I suoi compaesani. Fino alla fine della vita di Teresa le suore la sentiranno recitare perfettamente l’Ufficio della Madonna in latino. Leggerai l’Ufficio della Madonna in latino
Il terzo segno: il prato sempre fiorito e la “Iancona” A Porzûs, intanto, la gente, dopo l’apparizione della Madonna, comincia ad osservare un fenomeno insolito sul luogo dell’apparizione: il prato è sempre fiorito e la neve lì si scioglie prima che all’intorno, mentre dovrebbe avvenire il contrario, essendo la dolina un abbassamento di terreno simile ad una conca! Lì gli abitanti di Porzûs vanno a pregare il Santo Rosario tutte le domeniche, e tutto il mese di maggio. Nel 1885 decidono di costruire una piccola cappella, una Iancona come la chiamano ancor oggi. La Madonna non ha chiesto di costruirle un edificio sacro, come invece ha fatto in altre apparizioni, ma la gente lo vuole costruire “per non dimenticare” “per non lasciare cadere a vuoto” un fatto che ormai sta cambiando la vita in Parrocchia. Nel 1886 all’interno, su una parete laterale, pongono, un dipinto che rappresenta la scena dell’apparizione. La veggente è presentata non come una fanciulla di dieci anni, ma come una giovane di venticinque anni: l’età di Teresa quando morì. Sulla mano sinistra della veggente c’è il segno della croce. Il messaggio è scritto in alto, in forma lapidaria: sulla sinistra: “Santificate le feste – Non bestemmiate” sulla destra: “Osservate i digiuni e le vigilie”. Gli abitanti di Porzûs scolpiscono quelle parole anche nei loro cuori. Le relazioni delle visite pastorali compiute da vari Arcivescovi a Porzus fino alla seconda guerra mondiale testimoniano la viva devozione del paese alla Madonna, e la fedeltà al comandamento di santificare le feste. Negli anni in cui mancò il sacerdote, “tutti, giovani e anziani, scesero lungo i non facili sentieri del monte per partecipare alla santa Messa nella Chiesa di Faedis o in quella di Forame.
Ritornata a Udine, il 14 settembre 1868, festa dell’esaltazione della santa Croce, veste l’abito religioso ricevendo il nome di suor Maria Osanna. La sua malattia (tubercolosi polmonare) si va lentamente, ma inesorabilmente aggravando. Viene trasportata in infermeria, dove riceve le cure più assidue ed amorose da parte delle suore e di padre Luigi. Egli, personalmente, le porta la merenda a mezza mattina. Prende tra le sue, la mano diafana, segnata dalla Madonna, per tastarne il polso, e anche perché chi l’accompagna possa vedere quel segno misterioso. La croce, durante la malattia, non è più lucente come oro, ma è rossa. Dopo la morte diventerà bianca, e tutta la grande comunità del Collegio passerà a baciarla. Il 17 agosto 1870, suor Maria Osanna termina il suo Calvario quaggiù. Non ha ancora compiuto 25 anni “Era creatura più del cielo che della terra, se ne stava sempre con la mente e con il cuore assorti in Dio”, lasciano scritto le suore, .“ e così questo delicato fiorellino della Madonna, Maria Osanna, venne presto colto e trapiantato dalla ss.ma Vergine nelle aiuole del santo Paradiso”. Il segno della croce cambia colore e diventa una croce rossa
Il culto Il primo “culto” a Teresa Dush, viene tributato dagli abitanti di Porzûs. Essi, fin dall’autunno del 1856, poco più di un anno dopo l’apparizione, sono colpiti dal fenomeno misterioso del “prato sempre fiorito”, e pensano che, la piccola “Ballussiza” (così era chiamata Teresa dal soprannome Balluz dato alla sua famiglia), se è una santa, morirà presto. Nel 1885, costruiscono la cappella sul luogo dell’apparizione, Una tela dipinta da un paesano, viene posta sulla parete sinistra. Teresa Dush vi appare come una giovane di circa 25 anni, l’età della sua morte. Nel 1913 la cappella viene ingrandita ed arricchita di due statue. Una di esse rappresenta santa Teresa d’Avila. Alla base c’è un’iscrizione non del tutto leggibile: “Santa Teresa ora pro nobis. In hoc loco videbat Mater Christi. Inventa stetit et parlatum est ex Mater Dei et raccomandazionem eiss. Un latino popolare in cui sembra che la statua di Teresa d’Avila rappresenti Teresa Dush, alla quale rivolgono la loro preghiera d’intercessione. Il 21 gennaio 1953 la cappella, detta “Iancona” viene finalmente benedetta dal vescovo ausiliare di Udine, mons. Luigi Cicuttini
Il 26 maggio 1992 viene compiuto il primo pellegrinaggio alla cappella dell’Apparizione. La notizia del semplice evento religioso viene divulgata dal Messaggero Veneto e dal Telegiornale regionale. Il 21 ottobre 1992 l’Arcivescovo mons. Alfredo Battisti sale a Porzus in forma ufficiale e il 14 novembre sottoscrive la lettera di approvazione del piccolo santuario. Al termine dell’omelia del 21 ottobre1992 auspica che a Porzûs possa sorgere un centro di spiritualità, per la riflessione e la preghiera. Di questo centro ha già benedetto la prima pietra, la prima domenica di settembre del 1999. Dal 1992 si sono succeduti vari pellegrinaggi, sempre più numerosi e vari Vescovi del Friuli e di fuori hanno presieduto le funzioni liturgiche. “La regia che dall’alto ha guidato ogni cosa”, porterà a compimento quanto in modo così meraviglioso ha iniziato”. Il “culto” a Teresa Dush, suor Maria Osanna, è strettamente legato alla devozione alla santa Vergine, venerata sotto il nome di Madonna “de Sesule”.
E’ importante sottolineare come fu la constatazione della scelta radicale di vita religiosa di Teresa Dush che ha suscitato nell’animo di due sacerdoti un appassionato e irrinunciabile desiderio di conoscere l’autenticità dell’apparizione, e di divulgare il messaggio della Madonna, oggi di estrema attualità. E’ significativo e commovente concludere con una espressione tolta da una lettera, inviata a mons. Vito Ferini il 5 settembre 1996 da S. E. mons. Loris Francesco Capovilla, già segretario particolare di Papa Giovanni XXIII: “ La piccola Teresa Dush è entrata nella mia vita”. Nella foto Mons. Francesco Capovilla
PREGHIERA A MARIA OSANNA Le Suore della Provvidenza, nel breve profilo biografico di suor Maria Osanna, dopo averla paragonata a tre santi: santa Teresa di Gesù Bambino, santa Bernardetta Soubirous e san Stanislao Kostka, morti giovanissimi, chiedono la sua intercessione con questa preghiera, sicure che la loro sorella si trova già in cielo: “Nostra cara Maria Osanna, ora che puoi a tuo bell’agio deliziarti ed appagarti nella contemplazione della tua e nostra Madre Maria Santissima, prega per tutte noi ed impetraci un ardente amore verso di Lei, congiunto ad una vera e soda imitazione delle sue virtù”.
PREGHIERA ALLA MADONNA DI PORZÛS O Regina del Cielo e della terra, tu che apparendo alla piccola Teresa richiamasti il popolo cristiano all’osservanza dei comandamenti del Signore aiutaci a fare sempre la sua volontà, a santificare le feste e il suo nome santo e benedetto, e a compiere opere di penitenza e di bontà. Benedici le nostre famiglie, i nostri figli, la nostra gioventù, i nostri anziani ed ammalati, le persone sole e bisognose di aiuto e di conforto. Ottienici ora dalla trinità santissima la grazia che con fiducia ti chiediamo… Resta sempre vicino a noi affinché possiamo amare la vita e testimoniare con essa l’amore di Dio creatore e padre. E fa che un giorno veniamo accanto a te nell’eternità beata a lodarti e ringraziarti per sempre, o pia, o dolce Madre nostra, Maria. AMEN. Con approvazione ecclesiastica + Alfredo Battisti arcivescovo 21 Ottobre 1992