1 / 52

Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria

Scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi ”. Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria. CLASSI 3 N - 3G A. S. 2011 - 2012. Che cos’è la Memoria?. Il dizionario dà questa definizione:

shauna
Download Presentation

Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi” Progetto della memoria:Il nostro futuroèla nostra memoria CLASSI 3 N - 3G A. S. 2011 - 2012

  2. Che cos’è la Memoria? Il dizionario dà questa definizione: “ Funzione della mente consistente nel far rinascere l'esperienza passata.” La memoria, quindi, vuol dire riportare alla mente cose accadute nel passato, positive o negative. In seguito questo termine venne adottato per ricordare il genocidio della razza ebrei: la Shoah. Su questo ci siamo soffermati.

  3. … ma cosa significa “Shoah”? Abbiamo iniziato il nostro percorso con il cercare di capire cosa significasse il termine Shoah: "Shoah" (in lingua ebraica שואה), significa "desolazione, catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d'Europa.

  4. Ed ora...un po’ di storia.

  5. Il periodo della Shoah L'espressione Shoah si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l'8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa: in questo periodo furono milioni le persone soppresse dal folle odio razziale non solo nei confronti degli ebrei. Pur essendo impossibile accertare l'esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone.

  6. Adolf Hitler Benito Mussolini GERMANIA ITALIA

  7. Chi era coinvolto nello sterminio? Tra i gruppi assassinati e perseguitati da Hitler e dai suoi collaboratori nazisti , vi erano: zingari, serbi, membri dell'intelligenza polacca, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone definite "anti sociali",come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti... ed anche gli Ebrei !

  8. Soluzione finale La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio, che erano campi di concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica. Storicamente il partito nazista prese la decisone di dare avvio alla cosiddetta "Soluzione Finale" (Endl sung). In realtà molti ebrei erano già morti a causa delle misure discriminatorie adottate contro di loro durante i primi anni del Terzo Reich, ma lo sterminio sistematico e scientifico degli ebrei non ebbe inizio fino all'invasione, da parte della Germania, dell'Unione Sovietica nel Giugno 1941.

  9. I campi di concentramento I campi di concentramento • Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista costruì circa 20.000 campi di concentramento, con l' intento di imprigionarvi milioni di persone. Il campo era una citta' concepita, studiata e strutturata apposta per violentare la persona, per umiliarla, per distruggerla, per renderla bestia. Nei campi si puntava a distruggere, oltre che fisicamente, anche mentalmente un individuo.

  10. Le “città” dell’odio: AUSCHWITZ . . .

  11. La poesia che nasce dal dolore: Se questo è un uomo Se questo è un uomo Voi che vivete sicuri
 nelle vostre tiepide case,
 voi che trovate tornando a sera 
il cibo caldo e visi amici:
 Considerate se questo è un uomo 
che lavora nel fango
 che non conosce pace 
che lotta per mezzo pane 
che muore per un si o per un no. 
Considerate se questa è una donna, 
senza capelli e senza nome 
senza più forza di ricordare 
vuoti gli occhi e freddo il grembo
 come una rana d'inverno. 
Meditate che questo è stato: 
vi comando queste parole. 
Scolpitele nel vostro cuore 
stando in casa andando per via,
 coricandovi, alzandovi. 
Ripetetele ai vostri figli.
 O vi si sfaccia la casa, 
la malattia vi impedisca,
 i vostri nati torcano il viso da voi. Primo Levi

  12. I nostri percorsi Durante quest’anno abbiamo svolto varie attività come incontri, visioni di film, letture di testi e poesie, uscite didattiche che ci hanno permesso di comprendere meglio il concetto della memoria e di vedere con i nostri occhi fin dove arriva la crudeltà umana.

  13. Incontri Uno degli incontri più importanti che abbiamo fatto è stato senz’altro quello con una professoressa specializzata nella storia del fascismo, che ci ha parlato della scuola italiana durante il periodo della dittatura fascista e dei vari diritti negati agli ebrei o degli obblighi per noi oggi assurdi come: indossare la stella di Davide, registrarsi a scuola come “di razza Ebraica”, i matrimoni misti proibiti e le regole per valutare la discendenza ebraica. Tutti questi argomenti venivano accompagnati da riproduzioni di molti documenti: foto e testimonianze scritte che la professoressa ci aveva portato per farci vedere con i nostri occhi come veramente accadevano quelle cose. Forse la testimonianza che più ci ha colpito è stata quella della pagella di una bambina la quale era stata timbrata con la scritta “ di Razza Ebraica”. È stato molto interessante e coinvolgente!!!

  14. חנוכה Hanukkah 21 dicembre 2011

  15. La festa di Chanukkah Una delle prime tappe è stata quella della festa di Chanukkah, nel mese di Dicembre, che ci ha avvicinato alle tradizioni e alle usanze degli Ebrei.La Chanukkah è chiamata anche Festa delle Luci e ricorda come la luce di una sola fiaccola bastò per tutto il tempo della ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Durante questa festa, che dura 8 giorni, si accende ogni giorno una candela della Menorah, un candelabro a nove bracci; i bambini giocano con una trottola chiamata “Sevivon” sulla quale c’è scritto in ebraico: “un grande miracolo avverrà qui” e si mangiano dei dolcetti chiamati Sufganiot che noi stessi abbiamo mangiato: erano molto buoni!!!

  16. Per saperne di più ... In ebraico la parola chanukkah significa "dedica" e infatti la festa commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la libertà, data loro dai Greci. La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev. Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi, inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare se kislev dura 29 giorni finisce il 3 tevet, mentre quando kislev ha 30 giorni finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero le feste stabilite dopo il dono della Torah.

  17. Oggetti liturgici di Chanukkah Sevivon (in ebraico) oDreidel(in yiddish) è il nome di un oggetto liturgico tipico della festa di Hanukkah. Esso è una sorta di trottola a quattro facce: su ciascuna delle facce è impressa una lettera in modo da formare la frase "Un grande miracolo avverrà qui". סביבון La Hanukkiah, (plurale Hanukkioth), è il candelabro a nove bracci (otto bracci più un braccio per l'ampolla) utilizzato per accendere i lumi appositi ogni sera durante la celebrazione della festa di Hanukkah. L'accensione in ogni famiglia di questo candelabro esprime simbolicamente la perennità e la vitalità del giudaismo nella sua fedeltà alla Legge e per questo si accende un lume il primo giorno e progressivamente se ne incrementa il numero: ogni sera un lume in più. La Hanukkiah va posta in mostra sulla strada: per fare ciò è diventato uso metterla sul davanzale della finestra sebbene in antichità si usasse mostrarla fuori dalla porta di casa. חנוכה

  18. Curiosità Dicembre è il mese delle feste, delle luci, del calore familiare ma soprattutto è il mese dei bambini. In questa festività ebraica si usa fare l’albero,come nella tradizione cristiana del Natale . Anche nella festa ebraica il rito è legato alla luce (pur  avendo origine da storie diverse)  e si usa accendere delle candele, una per ogni serata della ricorrenza, per un totale di otto giorni. I protagonisti assoluti di queste due feste religiose restano comunque i bambini, ai quali vanno fatti rigorosamente dei “meritati” regali. E come in tutte le feste che si rispettano non può mancare un menu creato per l’occasione. Nella tradizione ebraica le Sufganiot (ciambelle fritte) sono dei dolci caratteristici della festa di Hanukkah. Eccovi la ricetta, facile e deliziosa.

  19. SUFGAINOT Ingredienti: 20 gr. Lievito di birra ¾ bicchiere acqua tiepida 1 cucchiaino zucchero 2½ bicchieri farina 125 gr di margarina 2 uova 2 cucchiai di zucchero a velo Mischiare i primi tre ingredienti e lasciar lievitare. Aggiungere gli altri ingredienti e lavorare finché diventa un impasto. Lasciar crescere finché di raddoppia. Stendere l’impasto e formare dei cerchi col bordo del bicchiere. Lasciar lievitare ancora per ¾ d’ora. Friggere immergendo bene nell’olio finché saranno dorati. Lasciar raffreddare e spruzzare zucchero a velo sulle ciambelle. סופגניות

  20. Ghetto e Sinagoga di Roma8 febbraio 2012

  21. L’uscita alla Sinagoga e al Ghetto è stata una delle nostre tappe più importanti perché è proprio da lì che è iniziato tutto qui a Roma, ed infatti, ci siamo soffermati a lungo su questo. Durante questa uscita abbiamo visto le stradine dove vivevano gli Ebrei, il Portico d’Ottavia, la lapide che ricorda il 16/10/1943 quando vennero deportati gli ebrei di Roma e infine La Sinagoga con il suo museo, i suoi giardini, il Tempio Maggiore e la Cappella Spagnola o Tempio spagnolo.

  22. Il Ghetto ebraico di Roma è tra i più antichi ghetti del mondo; è sorto infatti 40 anni dopo quello di Venezia che è stato il primo in assoluto. Il termine deriva dal nome della contrada veneziana ”Gheto”(quartiere), ove gli ebrei di quella città furono costretti a risiedere. La zona che i romani oggi indicano come Ghetto è all'incirca delimitata da Via Arenula, Via dei Falegnami, Via de' Funari, Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d'Ottavia e Lungotevere de' Cenci. Il Ghetto storico era invece molto più ristretto e situato all'incirca tra le attuali Via del Portico d'Ottavia, Piazza delle Cinque Scole ed il Tevere.

  23. Ci siamo soffermati in modo particolare ad osservare le “pietre d'inciampo” che recentemente sono state poste davanti ai portoni dai quali dovettero uscire, il 16 ottobre del '43, quegli Ebrei, anche intere famiglie, che mai più tornarono a casa ...! Esse recano incisi nome, cognome, data di nascita e luogo di morte di ciascuno.

  24. Fosse Ardeatine 23 marzo

  25. Il giorno 23 marzo 2012 siamo stati invitati alla commemorazione dell’eccidio tenutosi alle Fosse Ardeatine durante la 2° guerra mondiale. Erano presenti molte persone tra cui membri delle Forze dell’Ordine , il Sindaco di Roma Alemanno ed il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano . È stato molto interessante ascoltare le preghiere cattoliche ed ebraiche. È stato commovente ascoltare i nomi UNO AD UNO di tutte le vittime.

  26. Film e letture di libri Abbiamo visto insieme alcuni film come “ La vita è bella” e “Vento di Primavera” sui quali abbiamo fatto delle recensioni e dei commenti personali. Oltre ai testi presenti nella nostra antologia, abbiamo letto “Il Bambino con il pigiama a righe”, un libro recente, famoso in tutto il mondo dal quale è stato tratto un film: ci è piaciuto molto.

  27. Vento di primavera

  28. Titolo originale: La Rafle Lingua: francese Paese: Francia Anno: 2010 Durata: 115 minuti Colore: a colori Audio: sonoro Genere:storiso,drammatico Regia: Roselyne Bosch Personaggi Jean Reno : Dr. David Sheinbaum Mèlanie Laurent : Annet Monod Gad Elmaleh : Schmuel Weismann Doppiatori Rodolfo Bianchi: Dr. David Sheinbaum

  29. Trama: Parigi, durante l'estate del 1942, è sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei sono costretti ad indossare la stella gialla. Nel quartiere della Butte Montmartre vivonodue famiglie ebree. A Parigi, i pareri sono divisi, alcuni vogliono proteggere e nascondere gli ebrei, altri come il fornaio, preferiscono insultarli. Nella notte fra il 15 e il 16 luglio, queste due famiglie subiranno un tragico cambiamento in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l'arresto e la deportazione di molti ebrei. A seguito di questo rastrellamento vengono portati nel Vél d'Hiv, dove due bambini protagonisti incontrano un'infermiera, Annette Monod, che farà tutto il possibile per aiutare loro ed altri bambini ebrei. Nel velodromo le condizioni sono precarie e malsane: non hanno acqua, sono ammassati e costretti a fare i loro bisogni dove c'è spazio. Il cibo scarso deve essere diviso in modo che ognuno di loro abbia qualcosa da mangiare. Una mattina, mentre i detenuti sono assetati, i pompieri simulano un incendio per aprire le porte e dare loro da bere, e molti degli ebrei consegnano delle lettere destinate a parenti ai vigili arrivati in loro soccorso. Dopo due giorni, i prigionieri vengono portati in un campo di transito a Beaune-la-Rolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano la fame e la sete. Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi cura di loro. Mettendo in atto gli ultimi consigli di sua madre, Joseph ed un suo compagno si danno alla fuga grazie all'aiuto dei loro compagni. Joseph sopravvisse alla fine del viaggio assieme a Noah che era fuggito dal treno ed era stato salvato da una coppia di anziani. Nel 1945, alla fine della guerra, entrambi ritrovano Annette all'Hotel Lutetia, un hotel parigino dove vengono accolti i sopravvissuti dei Campi di Concentramento. I

  30. Ma chi può decidere Se una persona è degna o no di vivere? Chi può decidere in cosa è giusto credere?

  31. Sono vissute persone che hanno “fatto la differenza “ mettendo a rischio la loro stessa vita per agire in difesa degli Ebrei: I GIUSTI

  32. Giorgio Perlasca רק Giorgio Perlasca (Como, 31 gennaio 1910 – Padova, 15 agosto 1992)è stato un funzionario e commerciante italiano. Divenne famoso quando fu reso noto che aveva salvato la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi durante la seconda guerra mondiale, strappandoli alla deportazione nazista, fingendosi un diplomatico spagnolo.

  33. Da giovane, Giorgio Perlasca aderì in modo convinto al Partito Fascista e combatté come volontario nel Regio Esercito.Il giorno dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) si trovava a lavorare nella capitale ungherese e, prestando fedeltà al giuramento fatto al Re, rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Per questo motivo si trovò ad essere ricercato dai tedeschi e fu costretto a trovare rifugio presso l'ambasciata spagnola. Ottenuti dall'ambasciata una cittadinanza fittizia e un passaporto spagnoli, si trasformò in «Jorge Perlasca» e fu impiegato dall'ambasciatore Ángel Sanz Briz nel tentativo di salvare gli ebrei di Budapest, ospitati in apposite «case protette» dietro il rilascio di salvacondotti. Tale operazione era stata organizzata con la collaborazione di alcune ambasciate di altre nazioni. Nel novembre 1944 Perlasca decise di restare e spacciarsi come sostituto del console partente, all'insaputa dello stesso, redigendo di suo pugno la nomina ad ambasciatore con tanto di timbri e carta intestata. Da quel momento Perlasca si trovò a gestire il "traffico" di migliaia di ebrei, nascosti nell'ambasciata e nelle case protette sparse per la città, unendosi agli sforzi compiuti con gli stessi mezzi e con gli stessi obiettivi dal diplomatico svedese Raoul Wallenberg e dal nunzio apostolico Mons. Angelo Rotta. Tra il 1º dicembre 1944 e il 16 gennaio 1945 Perlasca rilasciò migliaia di finti salvacondotti che conferivano la cittadinanza spagnola agli ebrei, arrivando più volte a strappare letteralmente dalle mani delle Croci Frecciate i deportati sui binari delle stazioni ferroviarie. Si calcola che grazie all'opera di Perlasca circa 5.200 ebrei furono salvati dalla deportazione, circa quattro volte di più di quelli salvati da Oskar Schindler. Soltanto nel 1987, oltre quarant'anni dopo, alcuni ebrei ungheresi residenti in Israele rintracciarono finalmente Perlasca (reputato da molti un cittadino spagnolo) e divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà. Perlasca ha ricevuto per la sua opera numerose medaglie e riconoscimenti. Il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme, nel vialetto dietro al memoriale dei bambini è stato piantato un albero a lui intitolato. Anche a Budapest, nel cortile della Sinagoga, il nome di Perlasca appare in una lapide che riporta l'elenco dei giusti. È morto a Padova nel 1992 all'età di 82 anni. È sepolto a Maserà di Padova. In Israele gli è stata dedicata una Foresta, in cui sono stati piantati 10.000 alberi, a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria.

  34. Lapide nel museo di Yad Vashem a Israele (Gerusalemme) Museo di Yad Vashem Lapide a Budapest Una scultura del museo Yad Vashem Scultura del museo Yad Vashem Giorgio Perlasca Un monumento del museo Yad Vashem

  35. “Il mio nome è mai più, mai più, mai più ...” Ligabue “”(...) I ‘’capi’’ che decidono della vita altrui sono così convincenti da riuscire a portare una nazione (... quasi tutta) a credere che sia giusto decidere della vita degli altri. Noi crediamo che ciò che è stato non debba più ripetersi . Questo per me, per noi, significa memoria. Questo significa vita.(...)” Alessia ‘

  36. Tu impara ad amare …. ricordati che la vita è amore!

  37. APPROFONDIMENTI: IL RAZZISMO

  38. Il termine razzismo storicamente rappresenta un insieme di teorie che sostengono che la specie umana sarebbe un insieme di razze, differenti, e gerarchicamente ineguali. • Definisce ogni atteggiamento attivo di intolleranza (che puo' tradursi in minacce e violenze). • In senso piu' lato comprende anche ogni atteggiamento passivo di insofferenza, pregiudizio, discriminazione.

  39. Con il termine razzismo, quindi, si intende la supremazia di una razza sulle altre e si attribuisce la decadenza della civiltà alla mescolanza tra le razze. L’ appartenenza ai vari gruppi veniva determinata in funzione del colore della pelle, riconoscendo la superiorità alla razza bianca.

  40. Razzismo scientifico • Il razzismo scientifico venne rifiutato politicamente e scientificamente solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando con la pubblicazione della «Dichiarazione sulla razza» nel 1950, l'UNESCO decretò in modo ufficiale la non esistenza delle razze umane e incoraggiò i numerosi biologi a ricordare costantemente l'assenza di validità scientifica della nozione di "razze umane". • “L’ unica razza che conosco è quella umana.” ( Albert Einstein)

  41. Fate come noi: evitate l’indifferenza!

  42. Oltre a trattare l’argomento della Shoah abbiamo parlato anche dell'orrore di altri eccidi: le FOIBE.

  43. Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano “nemici del popolo”. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.

  44. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. Nel febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l’Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La stessa classe dirigente democristiana considera i profughi dalmati “cittadini di serie B” e non approfondisce la tragedia delle foibe. I neofascisti, d’altra parte, non si mostrano particolarmente propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani in quanto fra il 1943 e il 1945 quelle terre sono state annesse al Reich tedesco. Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta “perché, r è stata ignorata per molto tempo”. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe. Inizia l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.

  45. CI SONO STATI UOMINI VISSUTI PER LA PACE

  46. Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma “Mantieni i tuoi pensieri positiviperché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positiveperché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positiviperché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue abitudini positiveperché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positiviperché i tuoi valori diventano il tuo destino.”

  47. Martin Luther King “Ho un sogno:che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo.” “Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali”

  48. Nelson Mandela Fu fatto prigioniero nel 1969 solo per aver difeso i diritti degli uomini di colore e scarcerato 27 anni dopo nel 1996. E’ stato il primo primo presidente ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid nel suo Paese. Premio Nobel per la pace nel 1993.

  49. “ Tutti apparteniamo al mondo: nessuno ne è padrone”

More Related