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Missione Viking. Alessia Garofalo Giorgia Pollina Marianna Tenti. Nel 1975 due sonde della NASA furono lanciate alla volta del Pianeta Rosso, ognuna era costituita da un modulo orbitante ( orbiter ) e un modulo di atterraggio ( lander ). Missione Viking.
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Missione Viking Alessia Garofalo Giorgia Pollina Marianna Tenti
Nel 1975 due sonde della NASA furono lanciate alla volta del Pianeta Rosso, ognuna era costituita da un modulo orbitante (orbiter) e un modulo di atterraggio (lander). Missione Viking • Gli obiettivi della missione erano: • ottenere immagini ad alta risoluzione di Marte; • caratterizzare la struttura e la composizione dell'atmosfera e della superficie; • ricercare tracce di vita aliena. Alla conquista di Marte
Missione Viking Location della missione • Il 20 Luglio del 1976 il landerdella missione Viking 1 è stato il primo veicolo spaziale americano ad atterrare su Marte, seguito settimane dopo dal suo gemello. • Sono atterrati in due zone pianeggianti dell’emisfero nord, che si suppone fossero ricoperte dall’antico oceano marziano: • Viking 1 è atterrato a bassa latitudine 22,5 ° N (ChrysePlanitia) • Viking 2 è sceso a latitudine 48° N (Utopia Planitia). 2 1
Missione Viking Gli esperimenti di astrobiologia • I landersono stati precedentemente sterilizzati per evitare qualunque contaminazione esterna. • Entrambi provvisti di un meccanismo di raccolta e analisi in situ di un campione di suolo. • Ogni modulo era equipaggiato con uno spettrometro di massa e un gascromatografo. Gli esperimenti (in tutto quattro) sono stati progettati supponendo che i microrganismi marziani, se esistono e sono simili a quelli terrestri, possono alimentarsi con sostanze organiche presenti nel terreno e produrre diversi tipi di gas con processi metabolici.
Missione Viking Esperimento del GCMS Scopo • Si voleva valutare la quantità di materiali con peso atomico compreso tra 12 e 200 m.a.; in particolare del Carbonio, per verificare la possibile esistenza di organismi viventi (anche passati). Risultati • Entrambi i landerhanno evidenziato un’inattesa quantità di acqua, ma non si sono rilevati composti organici. Il valore misurato di carbonio era inferiore anche rispetto a quello calcolato per la deposizione di carbonio meteoritico (che avrebbe dovuto esserci data la simile storia di formazione dei due pianeti).
Missione Viking Esperimento Labelled Release (LR) • Scopo • Si vuole verificare la presenza di vita attraverso la ricerca dei prodotti della respirazione di microrganismi tramite la misura della radioattività di un campione di suolo irrorato da una soluzione nutriente. Risultati • Si è concluso che il suolo marziano è più simile a quello della Terra rispetto a quello lunare (l’esperimento è stato ripetuto con campioni terrestri e lunari), anche se rimangono delle differenze nei ritmi di risposta alle irrorazioni. Carl Sagan con il modulo lander Viking1
Missione Viking Esperimento Pyrolitic Release (PR) Scopo • Si sono ricercate tracce di microrganismi in base alla loro capacità di assorbire anidride carbonica dall'atmosfera. Infatti la respirazione o una produzione di metano simile a quella dei batteri terrestri avrebbe prodotto un aumenti della radioattività rilevabile tramite l'uso di CO2 e CO marcati con Carbonio radioattivo. Risultati • Per questo esperimento le due sonde hanno prodotto risultati diversi, probabilmente anche a causa di alcuni problemi tecnici.
Missione Viking Esperimento PR - Risultati Viking 1 • È stato osservato un primo picco di radiottività dovuto all'estrazione, mentre il secondo picco con C radioattivo è risultato essere maggiore di quello terrestre. Si sono poi verificati dei problemi tecnici nella ripetizione dell’esperimento. Viking 2 • In questo caso il secondo picco è risultato essere inferiore al primo, ma maggiore di quello osservato per il campione sterile. Per questo esperimento più che negli altri, ci sono state grandi ambiguità.
Missione Viking Esperimento Gas Exchange (GEX) Scopo • Si sono volute valutare la presenza di forme di vita attraverso le variazioni dei gas presenti nella camera di testin cui vi è un campione di suolo marziano a T=8-10 °C (processo che avrebbe potuto influenzare i risultati delle precedenti prove). Risultati • Nel caso del modulo 1 si è riscontrato un grande rilascio di O2, seguito da una lenta diminuzione, mentre la produzione di CO2 è aumenta. Per il modulo 2, invece,il rilascio di O2 è stato minore sebbene il rilascio di CO2 sia rimasto nella stessa proporzione rispetto al Viking 1.
Missione Viking Riassumendo
Missione Viking Dove nasce l’ambiguità? I risultati degli esperimenti delle sonde Viking lasciano spazio a diverse interpretazioni perché potrebbero essere stati influenzati (laddove non proprio generati) da processi chimici che devono essere presi in considerazione. • Infatti nel caso di LR non bisogna trascurare che il suolo marziano è fortemente ossidato. È dunque possibile che la CO2 rilasciata derivi da un'ossidazione delle sostanze organiche, perciò il risultato del LR potrebbe essere solo un prodotto chimico anziché biologico. • Per quanto riguarda PR, i risultati cambiavano da una prova a l’altra (anche a causa di problemi tecnici) e risultano insensibili al cambiamento luce-buio. Risulta quindi difficile trarre delle conclusioni chiare.
Missione Viking Dove nasce l’ambiguità? • Per quanto concerne GEX bisogna ricordarsi che l’inattesa quantità di O2 potrebbe essere stata causata da un eccesso di umidità, e non dalla presenza di microrganismi viventi. • Infine l’assenza di carbonio rilevata da CGMS potrebbe essere dovuta a mutamenti ambientali (radiazione UV non schermata dalla tenue atmosfera), e non implicherebbe in maniera stretta l’assenza di forme di vita passate.
Missione Viking Conclusioni e sviluppi futuri • Concludendo gli esperimenti condotti dalle sonde Viking non assicurano né escludono con certezza l’esistenza passata di microrganismi viventi sul Pianeta Rosso. • Rimangono ad oggi gli unici esperimenti biologici condotti su suolo marziano. • Attualmente le missioni su Marte sono mirate alla ricerca di acqua e all’eventuale presenza di strutture macroscopiche (fossili). • Ulteriori esperimenti ed analisi sono necessarie, in particolare, considerata l’avanzata tecnologia odierna, la ripetizione di questi stessi esperimenti (anche in laboratorio tramite prelievi di campioni di suolo alieno) potrebbe portare a risultati più significativi. La strada è ancora lunga!