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Previdenza complementare Evoluzione della Previdenza Complementare in Italia

Previdenza complementare Evoluzione della Previdenza Complementare in Italia. Focus. L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano la condizione di equilibrio

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Previdenza complementare Evoluzione della Previdenza Complementare in Italia

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Presentation Transcript


  1. Previdenza complementareEvoluzione della Previdenza Complementare in Italia

  2. Focus • L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni • Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano la condizione di equilibrio • I metodi di calcolo delle pensioni pubbliche: retributivo, misto, contributivo

  3. L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni Rivoluzione industriale, inurbamento, livelli salariali inadeguati -> trasformazioni socio-economiche che evidenziarono il problema di quanti si venivano a trovare in condizioni di bisogno. L’abolizione delle corporazioni aveva eliminato, anche nei confronti di chi esercitava i mestieri tradizionali, ogni forma di solidarietà professionale. Progressivo svilupparsi di una coscienza di classe insieme alla preoccupazione di diminuire la tensione sociale connessa ai nuovi rapporti di produzione crea un clima favorevole all’emersione di spontanee iniziative dei lavoratori interessati (L. n.3818/1886 sulle società di mutuo soccorso)

  4. L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni Crisi esperienza mutualistica: retribuzioni alte, invecchiamento associati e tendenza dei giovani a costituire nuove categorie, difficoltà economiche e bassa mutualità, abusi. Industrializzazione sempre maggiore -> infortuni sul lavoro -> opinione pubblica -> Legge n. 80 del 1898 che rese obbligatoria per i datori di lavoro l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Tale legge sancì il primo intervento statale a tutela di chi, vivendo del proprio lavoro, veniva a trovarsi in condizioni di bisogno.

  5. L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni Dalla legge sugli infortuni in avanti, l’evoluzione della previdenza sociale, favorita dalla continua trasformazione delle strutture economiche e delle concezioni di politica sociale, è rapida e ne viene accentuato il carattere pubblicistico della tutela. L’ulteriore evoluzione della previdenza sociale avviene nell’immediato secondo dopoguerra ed è da porre in relazione con l’affermarsi dell’idea di sicurezza sociale, intesa come l’esigenza che venga garantita a tutti i cittadini la libertà dal bisogno, in quanto questa libertà è ritenuta condizione indispensabile per l’effettivo godimento dei diritti civili e politici: 1) ampliamento categoria soggetti tutelati, oltre l’ambito tradizionale del lavoro subordinato 2)Progressiva estensione della tutela previdenziale a nuove situazioni di bisogno.

  6. L’evoluzione storica del sistema previdenziale: cenni Art. 38, commi 1 e 2, Costituzione Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto a che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle esigenza di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria (non esclusione della possibilità di una estensione ulteriore della tutela previdenziale, come ad esempio è avvenuto per i superstiti.

  7. Ripartizione e Capitalizzazione Il contratto pensionistico ha un orizzonte di 40-60 anni di validità: prendete un giovane che comincia a lavorare, sottoscrive un contratto nel quale si impegna ad erogare qualcosa, giorno dopo giorno, anno per anno, a fronte di una prestazione che comincerà quarant’anni dopo e che sperabilmente nella media, terminerà sessant’anni a far data da oggi. Chi deve sostanzialmente adempiere alle obbligazioni che nascono da quel contratto?. Il contratto definisce dei diritti che verranno esercitati sul prodotto che i lavoratori futuri, che il capitale futuro, che le conoscenze tecniche future produrranno. La erogazione della prestazione dipende dal prodotto che ci sarà fra quarant’anni, che poi dipende dalla quantità di lavoro che ci sarà fra quarant’anni, dalla quantità di capitale e dalle conoscenze e dal progresso tecnico (Produttività).

  8. Ripartizione e Capitalizzazione I sistemi previdenziali, oltre ad assolvere il compito di garantire un flusso di reddito agli individui ritirati dal lavoro, possono anche svolgere l’importante ruolo di redistribuzione del reddito. I sistemi previdenziali possono essere organizzati su due criteri alternativi: • CAPITALIZZAZIONE (funding) -> i contributi prelevati tempo per tempo dai lavoratori vengono effettivamente accantonati ed investiti. A tali lavoratori sarà restituito l’ammontare complessivamente versato maggiorato degli interessi/rendimenti finanziari. E’ un criterio che prevede la formazione di riserve progressive; non vi è solidarietà generazionale. • RIPARTIZIONE (pay-as-you-go) -> i contributi versati dai lavoratori attuali finanziano contestualmente le pensioni correnti. E'

  9. Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano l’equilibrio La fase di avvio dei sistemi di sicurezza sociale ha coinciso, generalmente, con gli anni della ricostruzione e dello sviluppo industriale, anni in cui la popolazione era più giovane e la crescita dell’intero sistema economico era elevata : • Rapido aumento delle risorse complessive e dei redditi individuali • Età media della popolazione non elevata (cc.dd. Baby boomers) Date queste variabili e le caratteristiche illustrate precedentemente, le forze politiche optarono per un sistema di finanziamento a ripartizione. Rischi : • Demografico • Economico • Politico

  10. Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano l’equilibrio L’Italia, al pari degli altri Paesi UE, a partire dagli anni 90 è stata Partecipazione UE -> vincoli di finanza pubblica interessata (e lo è tuttora) da fenomeni di vasta portata: • Mutamento del quadro demografico -> allungamento della vita media e compressione del tasso di fecondità; • Globalizzazione -> mutamento organizzazione lavoro e sistemi produttivi -> flessibilità strutturale del mercato del lavoro e competitività; • Fenomeni nostrani -> dimensione debito pubblico, dimensione lavoro sommerso, rallentamento più marcato della crescita economica rispetto ad altri paesi UE che ha frenato l’espansione dell’occupazione. Abbiamo detto che il sistema previdenziale pubblico è finanziato con un sistema a ripartizione -> contributi versati dai lavoratori attivi vengono impiegati oggi per pagare le pensioni correnti -> solidarietà tra generazioni diverse che mantiene in equilibrio il sistema se i contributi previdenziali versati dai lavoratori attivi sono in grado di pagare le pensioni correnti ai pensionati. In mancanza di tale condizione di equilibrio, poiché il sistema non prevede l’accantonamento di riserve, lo Stato interviene con il ricorso alla fiscalità generale.

  11. Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano l’equilibrio Rischio demografico : continuo innalzamento della speranza di vita, che ha aumentato la durata media dei trattamenti e correlata caduta del tasso di natalità. Rischi economici : bassa crescita, lavoro sommerso…. Rischi politici : baby pensioni, criteri favorevoli per la determinazione della base di calcolo della pensione retributiva, ecc.

  12. Il sistema di finanziamento a ripartizione: le variabili che ne determinano l’equilibrio In concomitanza con il manifestarsi dei richiamati fenomeni ed al fine di contenere l’innalzamento della spesa pubblica per pensioni rispetto al PIL, dal 92 ad oggi sono state introdotte 4 riforme che, in buona sostanza, hanno agito su tutte le variabili che determinano l’equilibrio del sistema: • Progressivo innalzamento dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi; • Modifica del periodo di riferimento per il computo della pensione (10 anni per i lavoratori dip., 15 per gli autonomi, intera vita lavorativa per gli assunti post 1993: minor peso delle ultime retribuzioni); • Rivalutazione delle pensioni al tasso di inflazione, eliminando ogni riferimento alla dinamica retributiva; • Armonizzazione settore pubblico-privato; • Introduzione di un nuovo metodo di calcolo dei trattamenti previdenziali: passaggio al sistema di calcolo di tipo contributivo: compressione del tasso di sostituzione o tasso di rimpiazzo (rapporto tra ultima retribuzione e primo rateo di pensione).

  13. I metodi di calcolo delle pensioni pubbliche Legge 335/1995 (c.d. Dini-Treu) -> modalità di calcolo delle prestazioni, requisiti di accesso, equiparazione pubblico-privato. Le misure adottate tendono a rimediare ad uno dei precedenti difetti della previgente disciplina legislativa che prevedeva, in presenza di squilibri finanziari, o l’intervento a carico del bilancio dello Stato ovvero l’aumento delle aliquote contributive (misura impraticabile -> globalizzazione -> costo del lavoro e competitività imprese ).

  14. I metodi di calcolo delle pensioni pubbliche Metodo contributivo : stretta correlazione tra contributi versati nel corso dell’intera vita lavorativa e il trattamento pensionistico. L’importo del trattamento pensionistico è correlato alla speranza di vita media del soggetto al momento del pensionamento attraverso l’applicazione al montante dei cc.dd coefficienti di trasformazione (rischio demografico); il montente è costituito dalla sommatoria di tutti i contributi versati nel corso della vita lavorativa e capitalizzati ad un tasso pari alla media mobile su 5 anni del tasso di crescita nominale del PIL (rischio economico). La riforma implementata nel 95, per evitare eccessive penalizzazioni ai lavoratori prossimi alla quiescienza (cc.dd diritti quesiti ), agisce in modo graduale e facendo leva sul criterio dell’anzianità contributiva maturata al 31/12/1995, suddivide i lavoratori in tre distinte categorie alle quali si applicano differenti modalità di calcolo.

  15. Il sistema di calcolo retributivo • Anzianità contributiva > o = 18 anni al 31/12/1995 • Basato sui seguenti elementi • Retribuzione valida ai fini pensionistici • Aliquota di rendimento (% da applicare alla retribuzione pensionabile per ogni anno di contribuzione) • Anzianità contributiva (massimo 40 anni) Per effetto della riforma Amato del 92, l’ammontare della pensione retributiva si ottiene sommando due quote. La prima quota (A) si riferisce all’importo ottenuto con riferimento all’anzianità contributiva sino al 31/12/92 -> media retribuzioni degli ultimi 5 anni (10 per autonomi, 1 pubblici) La seconda quota (B) si riferisce all’importo ottenuto con riferimento all’anzianità contributiva acquisita dal 1° gennaio 1993 -> media retribuzione degli ultimi 10 anni privati e pubblici (15 per autonomi).

  16. Il sistema di calcolo retributivo P = 2% * ((Ca*Wa)+(Cb*Wb)) Wa, Wb = retribuzione pensionabile di cui alle quote A e B Ca, Cb = anni di contribuzione 2% = aliquota di trasformazione o coefficiente di rendimento. Si riduce gradualmente per fasce di retribuzione pensionabile superiori ad un tetto che, per il 2008, era di Euro 40.765,00

  17. Il sistema di calcolo contributivo Lavoratori con ingresso in AGO dal 01/01/1996 P = ct * M Ct = coefficiente di trasformazione, in funzione dell’età di accesso al trattamento previdenziale M = montante contributivo, ossia la somma di tutti i contributi versati durante l’intera vita lavorativa e capitalizzati ad un tasso pari alla media mobile su 5 anni del tasso di crescita nominale del PIL.

  18. Il sistema di calcolo c.d. misto Lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31/12/1995.

  19. I nuovi coefficienti di trasformazione e la revisione triennale • L’adeguamento del requisito anagrafico alla speranza di vita (art. 22ter, comma 2, D.L. n. 78/2009 conv. In L.n. 102/2009 ).

  20. Contestualmente alle riforme del sistema obbligatorio realizzate nel 1992 e nel 1995 ed al fine di rafforzarne la sostenibilità, anche sociale, il Legislatore si è premurato di introdurre nel nostro ordinamento la previdenza complementare. Formante culturale di fondo -> edificazione di un sistema misto: • Pubblico, obbligatorio, a ripartizione • Privato, volontario, a capitalizzazione Obiettivo : garantire la sostenibilità economica, finanziaria e sociale del sistema di previdenza unitariamente considerato, coniugando la solidarietà intergenerazionale del primo pilastro con l’efficienza economica della previdenza complementare. Corte Costituzionale (sent. nn. 421/95 e 393/2000) : collegamento funzionale tra previdenza obbligatoria e complementare che, insieme, concorrono ad assicurare ai lavoratori mezzi adeguati alle loro esigenze si vita (art. 38, comma 2, Cost.).

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