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Corso di POPOLAZIONE TERRITORIO E SOCIETA’ 1 AA 2013-2014. LEZIONE 7b. RASSEGNA STUDI SU POPOLAZIONE E TERRITORIO con riferimento all’Italia. Il più immediato legame tra popolazione e territorio riguarda I fenomeni di mobilità .
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Corso di POPOLAZIONE TERRITORIO E SOCIETA’ 1AA 2013-2014 LEZIONE 7b
RASSEGNA STUDI SU POPOLAZIONE E TERRITORIO con riferimentoall’Italia Il piùimmediatolegametrapopolazione e territorioriguarda I fenomeni di mobilità. Dal secondo dopoguerra a oggil’Italia ha vissutoimportantifenomeni di spostamento di popolazionesulterritorio, come mai prima. A una prima fase in cui URBANESIMO E URBANIZZAZIONE andavano di paripasso, èsuccedutaunafase in cui pur in presenza di urbanesimo, illivello di urbanizzazione, inteso come la proporzione di popolazioneresidenteneipoliurbani, si era arrestato. Il dibattitoscientifico ha cercato di misurare, interpretare e spiegarequestocambiamento. Sono state propostemoltetecniche e indicatori per valutare I fenomeni in corso: in comuneilproblemadell’unitàareale Classificazione del territorio in urbano/rurale
APPROCCIO ATOMISTICO: la trasformazioneurbana secondo Golini-Cantalini • Due fasi • Anni ‘50-’60 spostamentiSud-Nord e Campagna-Città • Anni ‘70 Redistribuzioneneicentriperiurbani • Daglianni ‘80 relativastabilità • Flussimigratridall’estero • Negliannipiùrcenti, ilriemergeredellamobilitàinterna
15,7 mln 12,5 mln 51% 46% 29% 25%
6201 5876 32 47
APPROCCIO ATOMISTICO: ilmalesseredemografico Unapopolazionesitrova in condizione di malesseredemograficoquando non èpiù in grado di rigenerarsiautonomamente e, in mancanza di interventiesterni, èdestinata ad esaurirsi. I due principalistudisulmalesseredemograficonascono per interpretare due fenomenistoricamenteimportanti: Spopolamentodelleareerurali Invecchiamentodellapopolazione
Rilanciodell’urbanizzazionedeicomunipiùperiferici. I comuni con perditamigratoriasiriducononelnumero e nelladimensionedellaperdita. Si fannosentireglieffettidelleprecedentiemigrazionisulsaldonaturale Aumentodelleemigrazioni Cambiamento di strutturaconseguentealleemigrazioni Ripresadelleimmigrazioni. Il ciclosi conclude per tutti I comuni
per i comuni del sud si osserva una scarsa attitudine all’attrazione migratoria e quindi i comuni si dispongono nei settori contraddistinti da saldi migratori negativi, inoltre, i comuni tendono a muoversi nella parte superiore del piano, a conferma di saldi naturali generalmente positivi
Matrici di transizione • Nel ‘51-61 la maggior parte dei comuni (59) si trova nel settore 4; ben 48 vi rimangono nel ‘61-71: il 4 è il settore principale. • I comuni più dinamici sono nel settore 3 (29): nel decennio successivo ben 12 di essi riacquistano vitalità migratoria e si riportano nel primo quadrante • Solo 4 scivolano nel settore 4 • Tra il ‘61-71 e il ‘71-81 il settore principale diventa il primo: grazie soprattutto ai contributi dei settori 2 e 3 • Alcuni comuni (15+2) del settore 4 peggiorano e vanno nei settori di malessere • 3+3 comuni superano il malessere e vanno direttamente nei settori 7 e 8 • Tra il ‘71-81 e il ‘81-86 il settore 1 si riempie grazie al travaso dal 2 • Il settore 5 si svuota in favore di 7 e 8
Le aree di malessere demografico di Golini Per Golini il malessere demografico è determinato dall’invecchiamento della popolazione: quanto è molto elevato la popolazione è destinata ad esaurirsi se l’invecchiamento non è controbilanciato da un elevato livello della fecondità Goliniintercetta il malessere demografico attraverso il tasso d’incremento naturale (saldo naturale per 1.000) e lo classifica in 3 livelli: - forte, se il tasso d’incremento naturale tn< -10‰ - intenso, se –10‰ <= tn <–5‰ - moderato, tn> -5‰ ma negativo Proponeun’analisidinamica del malesserelegandolo a 2 indicatori (proxy del TFT)
Distribuzione percentuale dei comuni secondo il livello di invecchiamento e fecondità: Liguria e Molise, 1971-1991
Distribuzione dei comuni al 1981 e tasso d’incremento naturale medio annuo 1982-91 (in corsivo) in funzione del livello di invecchiamento e fecondità: Liguria e Molise Es. I 44 comuniliguriche al Censimento del 1981 avevano un livellodellafeconditàinferiore al 20% (cioè un TFT < 1400) e un livellod’invecchiamentoalmeno del 35% hannomanifestatoneldecenniosuccessivo un tassod’incrementonaturalepari a -17‰ (Malessere forte)
APPROCCIO CONTESTUALE: area metropolitana Glistudichepossonoessereclassificatinell’ambitodell’approcciocontestualesiriferiscono a unitàterritoriali “immerse” nelcontesto di riferimento. AREE OMOGENEE (somiglianza) AREE FUNZIONALI (contiguità) ..areemetropolitane/pendolarismo … L’area metropolitana può definirsi come un territorio appartenente ad uno o più comuni che comprende più centri abitati vicini, con una organizzazione di tipo urbano unitaria ed integrata tra le sue varie parti, facente capo a un centro nettamente più importante degli altri che ne riveste il ruolo di capoluogo. • Elementi distintivi: • 1) il suo carattere sistematico e funzionale; • 2) l’insieme delle interdipendenze che caratterizza un complesso metropolitano non sottintende necessariamente un’area omogenea e neppure un’area individuata nel medesimo territorio ma secondo svariate dimensioni funzionali
PARADIGMA DELLA METROPOLITANIZZAZIONE Martinotti: 5 definizioni 1) 1959 IUR Criterioomogeneo a livelloeuropeo NUCLEO/POLO = comuni con pop. > 50.000 ab. + COMUNI con pop. Attiva in attiv. Extra agricole > 65% > 100.000 ab. Italia, 1961, 30 AM, 32% pop.
2) 1970 Cafiero-Busca (SVIMEZ), Italia Comuni con densità > 100 attivi extra-agricoli per kmq Italia, 1951, 26 AM 1961, 32 AM, 43% pop. risulterebbe trascurata la componente legata alle comunicazioni tra le parti dell’area
3) Anni ‘70 CNR Individuazionedeicomuniurbani; Aggregazione in aree di sviluppo (struttura economica, attrazione gravitazionale e incremento demografico) 4) Hall e Hay Individuazionedeipoli= comuni con almeno 20.000 occupati + aree di gravitazione commerciale 5) FUR Criterioeuropeo nuclei con almeno 200.000 abitanti + comuni con indice di pendolarismo > 15% AM (1982) = 17
11 9
4% 11%