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Confindustria Campania. La situazione del credito in Campania e Italia. Giuseppe Boccuzzi Napoli, 4 dicembre 2013. La struttura finanziaria delle imprese (dati annuali; Banca d’Italia e Istat per i dati italiani, BCE per l’area dell’euro e FED per USA). Prestiti bancari alle imprese
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Confindustria Campania La situazione del credito in Campania e Italia Giuseppe Boccuzzi Napoli, 4 dicembre 2013
La struttura finanziaria delle imprese (dati annuali; Banca d’Italia e Istat per i dati italiani, BCE per l’area dell’euro e FED per USA)
Prestiti bancari alle imprese (dati mensili; variazioni percentuali)
Prestiti alle imprese campane per classe dimensionale di banca (dati mensili; variazioni percentuali)
Prestiti alle imprese campane per branca di attività economica (dati mensili; variazioni percentuali; fonte Centrale dei rischi)
Indagine Banche: domanda e offerta di credito alle imprese (indici di diffusione)
Sondaggio Imprese: condizioni accesso al credito (imprese che segnalano un inasprimento nei Sondaggi cong./Invind; valori percentuali)
Tassi di interesse bancari a breve termine alle imprese (dati trimestrali; valori percentuali)
Tassi di interesse a m/l termine alle imprese (dati trimestrali; valori percentuali)
Incidenza partite deteriorate su prestiti alle imprese (dati di fine periodo; valori percentuali; fonte Centrale dei rischi) Giugno 2009 Giugno 2013
Imprese campane per classe di rischio (dati riferiti al 2011; valori percentuali sul totale; fonte Centrale dei Bilanci)
Quadro d’insieme Rispetto a tutti gli altri principali paesi europei, le imprese italiane si distinguono per essere di più piccole dimensioni e per avere meno capitale e più debito bancario. Il deterioramento del quadro congiunturale si è riflesso in un peggioramento della rischiosità del credito. La maggiore rischiosità comporta restrizioni sulle quantità e anche condizioni di finanziamento più onerose. I mercati azionari e obbligazionari sono poco sviluppati. Il mercato del private equity resta più “sottile” nel confronto internazionale. INVESTIMENTI DELLE SOCIETÀ DI VENTURE CAPITAL E PRIVATE EQUITY (in percentuale del PIL) Nel Mezzogiorno e in Campania gli investimenti in Early stage sono in linea con la media nazionale, mentre quelli di Expansion e replacement sono al di sotto (fonte Istat) Fonte: AIFI per l'Italia, AFIC per la Francia, EVCA-BVKA per la Germania e NVCA per gli Stati Uniti
Quali prospettive… Ampliare e diversificare l’insieme delle fonti di finanziamento per le imprese: Private equity, venture capital, collocamenti privati di obbligazioni non quotate, credito non bancario (private debt) sono mercati e strumenti indispensabili per accompagnare l’evoluzione della struttura produttiva italiana Negli ultimi anni sono stati adottati alcuni interventi potenzialmente efficaci per l’apertura a fonti alternative: -allowance for corporate equity (ACE) -incentivi all’investimento in capitale di rischio, tramite fondi di venture capital e nelle start-up -Fondo Italiano di Investimento -agevolazioni fiscali introdotte con il decreto sviluppo del giugno 2012 (i cosiddetti mini-bond) Occorre: - un ruolo attivo degli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione, fondi di investimento) - ritrovare il ruolo “positivo” delle cartolarizzazioni - rafforzamento del ruolo delle banche nella capacità di saper valutare le opportunità di crescita delle PMI (soft information) e di sostenere le imprese di medio – grandi dimensioni nel percorso di diversificazione delle proprie fonti di finanziamento (accesso diretto al mercato dei capitali)