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FIP Comitato Provinciale Brescia Corso Aggiornamento Minibasket Brescia 22 marzo. I valori del Minibasket EDUCARE GIOCANDO. Maurizio Cremonini. EDUCARE GIOCANDO ?. VALORI FORMATIVI DELLO SPORT ?. MINIBASKET GIOCOSPORT EDUCATIVO ?. BLA . . . BLA . . . BLA . . .
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FIP Comitato Provinciale Brescia Corso Aggiornamento Minibasket Brescia 22 marzo I valori del Minibasket EDUCARE GIOCANDO. Maurizio Cremonini
EDUCARE GIOCANDO ? VALORI FORMATIVI DELLO SPORT ? MINIBASKET GIOCOSPORT EDUCATIVO ? BLA . . . BLA . . . BLA . . . Posso fare un semplice, banale. forse stupido richiamo ?
LA MISSION (dal sito federale) Vivere minibasket: per giocare, imparare e crescere ! La FIP ha nella sua missione istituzionale, la promozione e l’organizzazione dell’attività agonistica o amatoriale come motivo fondante di riferimento, escludendo ogni forma di discriminazione razziale, religiosa e politica, e salvaguardando la tutela sanitaria delle attività sportive. L’attività di promozione sportiva della FIP viene affidata al Settore Giovanile Minibasket e Scuola, sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio Federale, in piena sintonia con le leggi dello Stato, con le norme e direttive del CONI e con gli ordinamenti sportivi internazionali, purché questi ultimi non siano in contrasto con le deliberazioni e gli indirizzi del CIO e del CONI, garantendo un costante equilibrio di diritti e doveri tra i settori professionistici e non professionistici, nonché tra le diverse categorie nell’ambito del medesimo settore.
Attraverso il Giocosport Minibasket, svolto sia nei Centri aderenti alla FIP e sia in ambito scolastico, la FIP avvicina i bambini allo sport, in un quadro progettuale di grande riferimento educativo, garantendo tale opportunità a tutti i bambini e le bambine dai 5 agli 11 anni, con un approccio graduale ed intelligente all’agonismo ed alla formazione sportiva giovanile. La segreteria del Settore Minibasket gestisce i rapporti con : 150.000 bambini e bambine iscritti (ed idealmente con le loro famiglie) 2.500 Centri Minibasket, distribuiti sull’intero territorio nazionale 7.000 Istruttori che costituiscono la community del minibasket. La condivisione dei principi di riferimento tra coloro che, a diverso titolo e con specifiche competenze, vi ci si dedicano, definisce l’orizzonte formativo e culturale della missione stessa. Nello slogan Vivere minibasket: per giocare, imparare e crescere! si riassume il senso ed il significato dell’appartenenza di un bambino o di un adulto al mondo del Minibasket.
LE DICHIARAZIONI CHE “PESANO”. . . . avvicinare i bambini allo sport, in un quadro progettuale di grande riferimento educativo (!?!) . . . garantendo tale opportunità a tutti i bambini e le bambine dai 5 agli 11 anni (!) . . . con un approccio graduale ed intelligente all’agonismo ed alla formazione sportiva giovanile (!!!) La condivisione dei principi di riferimento tra coloro che, a diverso titolo e con specifiche competenze, vi ci si dedicano, definisce l’orizzonte formativo e culturale della missione stessa. ( . . . e questa l’ho presa tutta !!!) Vivere minibasket: per giocare, imparare e crescere! . . . senso e significato . . . del Minibasket. . . . E INOLTRE . . . . .
DICHIARAZIONE DI GAND (2004)SULL’ETICA DELLO SPORT GIOVANILE Momento di sintesi Documento fondamentale per coloro che accettano di praticare e divulgare un’ideale sportivo che ponga in evidenza il bambino piuttosto che il risultato.
Idee guida • Il desiderio di riportare lo sport e il suo significato primario, non solo come attività fisica rivolta a sviluppare capacità corporee e psichiche e a mantenere in efficienza il corpo, ma soprattutto semplice svago. • Ideale sportivo e i suoi valori morali e culturali, quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini ed i popoli. • Sport e Giocosport come momento di formazione prezioso per la personalità dell’allievo, perché lo spinge ad impegnarsi, a migliorare, a mettersi alla prova, a comprendere sacrificio ed umiltà, a stringere rapporti sociali, ad assumersi responsabilità, a diventare membro di una collettività.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 1.Diritto di fare sport • Se un ragazzo desidera avvicinarsi allo sport di sua scelta , l’adulto non può negargli questa possibilità, ma deve offrire al giovane le condizioni che più si adattano al suo livello. “HO IL DIRITTO DI PRATICARE LO SPORT SU MIA LIBERA SCELTA, PER CUI HO DIRITTO AD UNA EDUCAZIONE E FORMAZIONE SPORTIVA”
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 2.Diritto di divertirsi e di giocare come un bambino • Sovente quando un ragazzo abbandona lo sport a 12-13 anni lo attribuisce alla troppa serietà dell’ambiente sportivo e alla noia che prova durante gli allenamenti. E’ bene dunque ricordare che nell’origine stessa della parola "sport" (dal francese antico "desportes") c’e’ la nozione di divertimento.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport Diritto di beneficiare di un ambiente sano • Nello sport di competizione, la lotta al doping e la promozione del fair play sono obiettivi condivisi delle federazioni sportive. Questi sono comportamenti che si imparano da giovani e che un ambiente sportivo "sano" deve insegnare. Non sempre è così, basta pensare alle dichiarazioni e ai comportamenti di molti allenatori delle squadre giovanili nei confronti degli arbitri . . .
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 3.Diritto di essere trattato con dignità • Il ragazzo non è un essere inferiore e l’autorità non è quella dell’adulto che urla, punisce, minaccia. Lo sport a livello giovanile non dovrebbe essere fonte di frustrazione e di delusione ma di piacere e di progresso; spetta dunque all’adulto creare le condizioni favorevoli all’ottenimento di questi obiettivi.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 4.Diritto di essere circondato e allenato da persone competenti • Chi si occupa di giovani lo fa investendo tempo e volontà, sovente senza domandare nulla in compenso; ciò non toglie tuttavia che egli deve formarsi , conoscere i principi dello sviluppo fisiologico e psicologico onde evitare grossolani errori. C’è ancora la tendenza da parte delle società sportive di affidare atleti giovanissimi ad allenatori poco competenti, con risultati ovviamente poco soddisfacenti sia dal punto sportivo che educativo.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 5.Diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi • Lo studio della fisiologia del bambino, del tipo di sviluppo delle sue capacità motorie e di modulazione del carico fisico sono essenziali per costruire allenamenti e lezioni adeguati. “Il gioco deve adattarsi al bambino, mentre invece, spesso, i bambini giocano i giochi degli adulti”. H.Wein
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 6.Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le medesime probabilità di successo. • I giovani devono imparare a confrontarsi con l’insuccesso; tuttavia, se vengono costantemente messi a confronto con avversari che non hanno le loro stesse probabilità di successo, la loro esperienza potrà essere quella o di sentirsi impotente o di sentirsi imbattibile, ciò che non è molto utile dal punto di vista educativo.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 7.Diritto di partecipare a competizioni adatte all’età • Dirigenti e Allenatori devono impegnarsi a far rispettare questo diritto, con gare più consone alle caratteristiche e alle capacità dei bambini e dei ragazzi.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 8.Diritto di praticare lo sport in assoluta sicurezza • Troppo spesso incidenti evitabili o lesioni da sovraccarico di lavoro accadono in allenamento, a causa di negligenze dell’adulto. INSEGNARE SIGNIFICA AVERE A CUORE LA SALUTE E IL BENESSERE DEI GIOVANI.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 9.Diritto di avere i giusti tempi di riposo • Saper proporre programmi di allenamento ben equilibrati, che consentano adeguati momenti di recupero. • Anche nei periodi di congedo scolastico l’allenatore rispetta la necessità di riposare oltre il fisico anche la mente e non impone una quantità eccessiva di allenamento.
Gand 2004 Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport 10.Diritto di non essere un campione Tutti i ragazzi vanno considerati non solo in virtù della competenza sportiva o di una qualsiasi eccellenza dei risultati, ma anche e soprattutto per i loro limiti e per la loro inesperienza. Ma va altrettanto preservato il diritto di essere un campione, se il giovane ne ha il talento e la voglia, a condizione che non serva unicamente ad appagare l’ambizione dei genitori, allenatori o dirigenti.
Ho trovato una definizione che voglio condividere . . . I giochi hanno alcune delle qualità delle opere d'arte... Con le loro semplici ed inequivocabili regole, sono come tante isole di ordine nel vago e disordinato caos dell'esperienza. Quando facciamo un gioco, o anche quando guardiamo giocare altri, passiamodall'incomprensibile universo della realtà oggettiva a un piccolo mondo ordinato fatto dall'uomo, dove ogni cosa è chiara, ha uno scopo ed è facile da capire. AldousHuxley
Credo dunque che il Minibasket abbia alcuni problemi, credo che qualcuno tra noi non abbia compreso. E credo, anzi sono certo, che per alcuni ci siano evidenti difficoltà, distanze spesso marcate da una prospettiva educativa condivisa. Credo sia il momento di fare i conti, con la propria coerenza ed onestà professionale.
EDUCARE GIOCANDO non è una affermazione superficiale EDUCARE GIOCANDO non è una dichiarazione ad effetto EDUCARE GIOCANDO non è uno slogan di marketing
EDUCARE GIOCANDO è la condivisione di un progetto EDUCARE GIOCANDO è una coerenza di impegno e attenzione EDUCARE GIOCANDO è l’appartenenza a un’idea
Il Minibasket non può ridursi a una banale occasione di svago o di sfogo. Il Minibasket può essere un’imperdibile opportunità di crescita. A noi adulti il delicato compito di comprenderne per primi il senso ed il significato. E’ la Magia del Minibasket.
Per me, dunque . . . IMPARARE NON È SOLO TROVARE UNA RISPOSTA, IMPARARE SIGNIFICA ORGANIZZARE LE CONOSCENZE.
Un processo di insegnamento-apprendimento moderno supera la logica delle sequenze lineari (stimolo = risposta) ed eleva il concetto del sapere ad una cultura di acquisizione delle competenze che, non negando il sapere, lo contestualizza, concependolo come momento di crescita integrale dell’allievo, con una continua dinamica di relazione tra il suo saper fare ed il suo saper essere. SVILUPPO MOTORIO E AUTOSTIMA NEI GIOVANI. AAVV.Facoltà di Medicina – Università di Foggia.
sapere * conoscenza fare * esperienza IMPARARE saper fare * competenza Accompagnare al saper fare * educazione autostima * autonomia
INDIPENDENZA AUTODECISIONE AUTOSTIMA AUTONOMIA AUTOSUFFICIENZA AUTOREALIZZAZIONE LIBERTA’
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone. La libertà non è uno spazio libero; LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE ! (G.Gaber)
E IL GIOCOSPORT . . . . . . . . il primo incontro . . . l’approccio adeguato . . . l’innamoramento : DELLA PALESTRA,DEL CAMPO DEI PALLONI DEL PRIMO “GOAL” O “CIUFF” DEI NUOVI AMICI DI UN CONTESTO EDUCATIVO. Fatto di ENTUSIASMO PASSIONE e REGOLE CONDIVISE.
IL GIOCOSPORT. Il Giocosport che cerco di descrivere, e che mi auguro possa trovare la vostra condivisione, è dedicato allo sviluppo di competenze cognitive prima che tecniche. Un Giocosport insegnato ai bambini per capire, prima possibile, come si gioca. Un Giocosport insegnato per dare ai bambini graduali e progressivi strumenti per riconoscere – affrontare e risolvere le diverse situazioni che il gioco presenta, e che ne sono la natura fondante. Un Giocosport insegnato per dare un senso ed un significato alla dichiarazione di . . . “giocosport educativo e formativo” !!!
UN GIOCOSPORT INSEGNATO PER CONOSCERERE SVILUPPARE LE ABILITA’ DIVENTARE COMPETENTI !
Garantire ai nostri bambini un ambiente educativo “sano” e “protetto” non vuol dire trascurare il loro sviluppo tecnico – tattico. Però . . . Anzichè richiedere un’abilità… oggi si richiede la competenza, cioè un misto, specifico per ciascun individuo, di abilità nel senso stretto del termine, … di comportamento sociale, e di attitudine al lavoro di gruppo; la capacità di prendere iniziative e di assumersi delle responsabilità, affrontando il rischio delle scelte. Ettore Messina . . ? Sergio Scariolo . . ? Simone Pianiggiani . . ? (Il Libro Bianco UNESCO 1997 - J. DELORS, Nell’educazione un tesoro)
INSEGNARE A GIOCARE ? SVILUPPARE COMPETENZE RIFERITE PRINCIPALMENTE ALL’AMBITO TECNICO-TATTICO ? PRIVILEGIARE UNA SOLA STRATEGIA METODOLOGICA ? LIMITARE GLI SPAZI DI FANTASIA E DI CREATIVITA’ ? PRIVILEGIARE IL RISULTATO DA PRODURRE RISPETTO AL PROCESSO DA REALIZZARE ?
COME SI PUO’ ACCOMPAGNARE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ? EDUCANDO I BAMBINI A RICONOSCERE I PROBLEMI SOSTENENDO LE INTERPRETAZIONI E LE SCELTE PERSONALI AIUTANDOLI A RIFLETTERE SUGLI ERRORI STIMOLANDO L’INTELLIGENZA E L’AUTONOMIA PROVOCANDO ADEGUATA ATTENZIONE AI PRIMI RIFERIMENTI TECNICI Anche perché . . . a cosa serve conoscere la tecnica se poi non si è capaci di utilizzarla ?
. . . ed a proposito di Metodologia : DOBBIAMO AVERE UN’ IDEA CHIARA DI CIO’ CHE “VIVE” UN BAMBINO DI FRONTE AD UN PROBLEMA DI GIOCO DA AFFRONTARE E RISOLVERE PERCEZIONE DEL PROBLEMA ANALISI DELLA SITUAZIONE PROGETTAZIONE DELLA SOLUZIONE SOLUZIONE MENTALE DEL PROBLEMA SOLUZIONE MOTORIA DEL COMPITO RITORNO DI INFORMAZIONI FEEDBACK DA CHE PARTE DELLA SCALA VOGLIAMO METTERCI ?
Educare Giocando ? • Considerare i Bambini “tutti” attori e non semplici comparse • Concedere loro (a tutti !!!), spazi e tempi giusti per esprimersi • Offrire loro problemi adeguati da risolvere e non soluzioni da ricordare • Lasciare la “porta aperta” alla libertà del poter sbagliare • Accompagnarli nella riflessione e comprensione degli errori commessi • Creare le condizioni per vivere positivamente le esperienze
L’Apprendimento che nasce da unamotivazione personale si conserva nel tempo più a lungo. Un “clima rassicurante” facilita l’apprendimento, soprattutto sel’allievo è coinvolto in un compito che potrebbe vivere con qualche apprensione. EDUCARE GIOCANDO Il Processo diApprendimento procedetanto piùvelocemente quanto meno l’allievosi sente minacciato e giudicato. (M.Filippi)
Educare Giocando. LA LEZIONE PREPAR(SI) . . . LA LEZIONE. ESPRESSIONE DI COERENZA. ANALISI E VALUTAZIONE.
Educare Giocando nella Lezione. predisporre e mettere a disposizione tutti gli stumentinecessari creare un clima favorevole all’apprendimento rendere espliciti e condividere con i bambini gli obiettivi equilibrare le componenti cognitive ed emotive EMOZIONE SCOPERTA GIOCO condividere le emozioni e le riflessioni con i propri allievi non cercare di imporsi in modo esclusivamente autoritario
individuare le proposte coerenti Educare Giocando nella Lezione. offrire ai bambinistrumenti con i quali costruire il loro personale ed individuale percorso di crescita accompagnare i bambini dalle conoscenze alle competenze programmare progressioni didattiche adeguate proporre esercitazioni ed esperienze finalizzate asostenere l’acquisizione delle conoscenze con riferimenti precisi e continui all’esperienza pratica. attraversando lo sviluppo . . . delle abilità.
Io non credo che qualcuno abbia mai insegnato qualcosa a qualcun altro. Contesto l'efficacia dell'insegnamento. L'unica cosa che so è che chi vuole imparare impara. Un insegnante, al massimo, è uno che facilita le cose, imbandisce la mensa, mostra agli altri che è eccitante e meravigliosa, e li invita a mangiare…" (Carl Rogers)
PER INSEGNARE A GIOCARE L’ISTRUTTORE DEVE : Conoscere i propri allievi saper valutare la propria realtà Avere individuato gli obiettivi educativi e didattici saper programmare Definire le proposte adeguate saper scegliere esercizi - gare e giochi per età e per capacità Sostenere i processidi apprendimento saper vivere attivamente e positivamente l’allenamento Saper intervenirecorreggeree far riflettere SAPER INSEGNARE DUE COSE L’ESPERIENZA DEVE INSEGNARE: LA PRIMA, CHE BISOGNA CORREGGERE MOLTO; LA SECONDA, CHE NON BISOGNA CORREGGERE TROPPO ! Eugene Delacroix - Diario Condividere l’idea di formazione e crescita globale AVERE PASSIONE VERA – ONESTA E SINCERA PER L’INSEGNAMENTO DELLO SPORT.
"Gli insegnanti ideali sono quelli che si offronocome pontiverso la conoscenza e invitano i loro allievi a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversatacompiuta, si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli pontinuovi." (Nikos Kazantzakis)
Saper Insegnare ! La Cucina dell’Istruttore !
E PER CONCLUDERE . . . NON DESIDERO CERCARE UNA CONDIVISIONE “OCCASIONALE”. MA NEMMENO SENTIRMI PRESO IN GIRO DA UNA SUPERFICIALE VOLONTA’ DI APPROVAZIONE, MAGARI PER SEMPLICE OPPORTUNITA’. VI CHIEDO SOLO DI RIFLETTERE, DI PROVARE A PERCEPIRE , VALUTARE E RICONOSCERE VALORI DIVERSI VERSO I QUALI RIFERIRE IL GIA’ DIFFICILE COMPITO DI ISTRUTTORI. PER TENTARE VERAMENTE DI . . . . EDUCARE GIOCANDO. Maurizio Cremonini