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LE PERSECUZIONI CRISTIANE. ERIKA PALAZZO MICHELE PETRILLO M.NOVELLA BIAGI NICCOLAI ALBERTO & SANDRONI FRANCESCO. LE PRIME PERSECUZIONI.
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LE PERSECUZIONI CRISTIANE ERIKA PALAZZO MICHELE PETRILLO M.NOVELLA BIAGI NICCOLAI ALBERTO & SANDRONI FRANCESCO
LE PRIME PERSECUZIONI I cristiani hanno subito delle persecuzioni nel corso della loro storia. Il termine persecuzione può fare riferimento ad arresti abitrari, imprigionamenti, pestaggi, torture, esecuzioni e stermini. Può anche riferirsi alla confisca o distruzione delle proprietà private, o all'incitamento all'odio nei confronti dei cristiani. La confisca di proprietà ecclesiastiche e l'avversione pratica e teorica verso il clero rientrano nell'anticlericalismo. Le notizie che ci sono giunte sui primissimi anni del cristianesimo provengono quasi esclusivamente dal Nuovo Testamento, in particolare dagli Atti degli Apostoli: secondo quanto in essi riportato, le autorità ebraiche di Gerusalemme avversarono fin dall'inizio i primi cristiani e tentarono con vari mezzi, anche violenti, di impedirne la predicazione. Tra le vittime di queste prime persecuzioni vi furono Stefano, lapidato per blasfemia per aver affermato la divinità di Cristo (Atti 6,8-7,60), e l'apostolo Giacomo, fatto giustiziare dal re Erode Agrippa (Atti 12,1-2), mentre Pietro si salvò fuggendo da Gerusalemme. Anche in altre città, dentro e fuori dalla Palestina, le comunità ebraiche preesistenti si opposero alla diffusione del cristianesimo e Paolo in particolare ne fu spesso il bersaglio: nelle sue lettere racconta di essere stato più volte frustato, bastonato e persino lapidato.
PERSECUZIONI NELL’IMPERO ROMANO Nelle fonti agiografiche cristiane (vite dei santi e dei martiri) si ricordano tra la seconda metà del I e gli inizi del IV secolo 10 principali persecuzioni contro i cristiani, avvenute sotto gli imperatori Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Massimino Trace, Decio, Valeriano, Aureliano e Diocleziano. La prima persecuzione, quella di Nerone, testimoniata anche da Tacito, scoppiò nel 64 quando i cristiani furono accusati di avere appiccato l'incendio che distrusse gran parte della città di Roma. Secondo la tradizione, in questa persecuzione furono uccisi gli apostoli Pietro e Paolo. Nei successivi due secoli e mezzo il cristianesimo rimase sempre formalmente una religio illicita (religione proibita): i suoi fedeli venivano accusati, in particolare, di empietà in quanto si rifiutavano di compiere i sacrifici, obbligatori per legge, agli dei della religione romana ufficiale. Tuttavia l'intensità e i modi della sua repressione variarono nel tempo: alle dieci "grandi persecuzioni" sopra elencate si alternarono periodi di tranquillità in cui la fede cristiana era tacitamente tollerata. Le stime sul numero di cristiani uccisi durante questo periodo sono tuttora materia di dibattito tra gli studiosi. Le fonti agiografiche in genere non forniscono dati attendibili a questo riguardo. Nel I e II secolo non vi fu alcun decreto imperiale che ordinasse una persecuzione organizzata dei cristiani a causa delle loro fede. Uccisioni e condanne furono episodi circoscritti, legati a colpe concrete che venivano loro attribuite, e furono accompagnate anche da atteggiamenti favorevoli in qualcuno degli imperatori. La grave crisi dell'impero nel III secolo fu invece causa di un atteggiamento in generale di maggiore ostilità, anche per il maggior peso assunto dalle comunità cristiane, soprattutto nelle regioni orientali dell'impero. Le persecuzioni cessarono con l'editto di Milano (chiamato anche "editto di tolleranza") del 313, nel quale Costantino I riconobbe la libertà di culto ai cristiani, pur permettendo la professione dei culti pagani. In seguito nel 380 l'imperatore Teodosio I emanò l'editto di Tessalonica con il quale proclamava il cristianesimo religione ufficiale dell'impero romano, vietando ogni altro tipo di culto.
ALTRE PERSECUZIONI ANTICHE Nel 337 un intensificarsi nelle ostilità in corso tra la Persia Sassanide e l'Impero Romano sfociò in persecuzioni nei confronti dei cristiani da parte dei persiani. I cristiani furono percepiti come potenziali traditori perché amici di una Roma ormai cristianizzata dopo Costantino e nei decenni successivi migliaia di loro persero la vita. Nel III e IV secolo i missionari cristiani, e più di tutti Ulfila, convertirono i Goti alla cristianità ariana che i Goti vedevano come un attacco alla loro religione e cultura. Il re visigoto Atanarico avviò una persecuzione dei cristiani, molti dei quali vennero uccisi. Nel V e VI secolo, l'Arianesimo divenne prevalente tra i Goti; durante le loro incursioni in Italia, Gallia e Spagna, essi distrussero molte chiese ed uccisero diversi appartenenti al clero cristiano. Nel 429 i Vandali (che erano cristiani ariani) conquistarono l'Africa Romana. I cristiani non ariani vennero discriminati e le proprietà della chiesa confiscate. Migliaia di cristiani vennero messi al bando dal territorio occupato dai Vandali.
PERSECUZIONI TRA CRISTIANI I primi scontri tra cristiani avvennero nel IV secolo, quando si diffusero posizioni dottrinali, poi rifiutate come eretiche dalla Chiesa cattolica, come l'Arianesimo: a volte il potere politico si schierò a favore di una posizione, reprimendo chi sosteneva le posizioni contrarie. Durante il Medioevo avvennero diversi episodi più o meno circoscritti di repressione di movimenti eretici: si possono citare i casi dei Valdesi, degli Hussiti, e quello di Fra' Dolcino, nominato anche da Dante. Invece per il più noto e importante movimento ereticale medievale, quello dei Catari, strettamente parlando non si può parlare di persecuzione dei cristiani, in quanto la dottrina catara era così distante da quella cristiana da configurarsi come una religione a sé stante. Nei due secoli successivi alla Riforma protestante avvennero in alcune parti d'Europa numerosi episodi di persecuzione in tutte le direzioni: vi furono protestanti perseguitati dai cattolici, cattolici perseguitati dai protestanti, e anche diverse confessioni protestanti che si perseguitavano fra loro. Come esempi di questi tre casi si possono citare la strage di san Bartolomeo, avvenuta in Francia durante la guerra civile tra cattolici e ugonotti; la persecuzione dei cattolici in Inghilterra e Irlanda nel XVI e XVII secolo, tra le cui vittime vi furono san Tommaso Moro e numerosi Gesuiti; e la repressione dei puritani, sempre in Inghilterra, che portò i Padri Pellegrini ad emigrare in America, dove fondarono il primo nucleo delle colonie che divennero gli Stati Uniti.
PERSECUZIONI MODERNE In epoca moderna, i cristiani sono stati perseguitati in diverse nazioni. Spesso, soprattutto al di fuori dell'Europa, essi venivano repressi anche perché considerati portatori di un'"influenza straniera" che si vedeva come una minaccia al potere costituito o alla struttura tradizionale della società. Questo è il caso, ad esempio, del Giappone nel XVII secolo, dove si usava un singolare metodo per scoprire i cristiani: tutti venivano obbligati a calpestare delle immagini sacre, chi si rifiutava era subito arrestato. Negli ultimi duecento anni circa si è poi affermato un nuovo tipo di persecuzione, nel quale i responsabili sono stati i propugnatori dell'ateismo, delle filosofie materialiste e della massoneria. Secondo questi gruppi, occorreva "liberare" (con la forza) il popolo dalla religione, che essi consideravano una superstizione che frenava il progresso della società. Secondo alcune stime[senza fonte], il numero dei cristiani uccisi per la loro fede nel XX secolo supera di gran lunga il numero complessivo che si ha per tutti i secoli precedenti.
IL CASO MESSICANO In Messico a partire dalla metà del XIX secolo si affermò una classe politica anticlericale e massonica, che aveva tra i suoi obiettivi quello di distruggere la forte tradizione cattolica del paese. Dopo numerosi episodi di violenza e il varo di leggi che limitavano severamente la libertà religiosa, nel 1926 nella popolazione cattolica prese avvio una rivolta armata, la cosiddetta Cristiada: gli insorti riuscirono ad organizzare un vero e proprio esercito che giunse a contare anche 50000 uomini. La Cristiada durò fino al 1929; seguì un periodo di dura repressione, nel quale i sacerdoti fedeli a Roma venivano ricercati e fucilati.
PERSECUZIONI DI NERONE La prima persecuzione sotto Nerone nel 64 fu dovuta alla ricerca di un capro espiatorio per il grande incendio di Roma, come viene raccontato dallo storico latino Tacito in un passo molto controverso e di dubbia attribuzione. Molto probabilmente il passo in questione fu un'aggiunta tardiva confezionata per dare credibilita' ad un insediamento cristiano a Roma nel periodo 40-60 d.C., insediamento che in realta' non e' stato mai provato, cosi' come non ci sono prove delle presunte persecuzioni di Nerone verso i crisitiani. Secondo lo storico, prima sarebbero stati arrestati quanti confessavano e quindi, su denuncia di questi, ne sarebbero stati condannati moltissimi, ma, ritiene Tacito, non tanto a causa del crimine dell'incendio, quanto per il loro "odio del genere umano". Descrive quindi i supplizi a cui i cristiani sarebbero stati sottoposti per opera di Nerone, che nonostante la loro colpevolezza,causavano pietà, in quanto puniti non per il bene pubblico ma per la crudeltà di uno solo. Tra le esagerazioni di questa leggendaria persecuzione attribuita a Nerone vi e' addirittura l'uso dei corpi dei cristiani come torce per illuminare i giardini della Domus Aurea. Ovviamente una banale considerazione ci porta ad escludere questa fantasiosa fiaccolata in quando un corpo che arde produce una gran quantita' di fumo ed odori nauseabondi ma, di fatto, emette poca luce. Tutta la situazione, cosi' come raccontata da Tacito, risulta quindi una grottesca creazione di fantasia. Lo stesso Svetonio conferma anche che Nerone aveva mandato i cristiani al supplizio e li definisce "una nuova e malefica superstizione",senza tuttavia collegare questo provvedimento all'incendio. La leggenda vuole che gli apostoli Pietro e Paolo di Tarso furono entrambi,martirizzati proprio in questa occasione, anche se non vi e' alcuna prova storica della morte per crocefissione di Pietro a Roma che, secondo le fonti storiche risulterebbe morto per decapitazione, insieme a Giacomo il fratello di Gesu`, nel 44 d.C. La leggenda vuole che, durante la prigionia in attesa dell'esecuzione della condanna, un angelo disceso dal cielo avesse salvato Pietro permettendogli di scappare a Roma. Questo intervento divino e' documentato solo nel Nuovo Testamento e non ha altri riscontri storici.
PERSECUZIONI DI DOMIZIANO durante la dinastia flavia ebbero forse simpatie cristiane persino personaggi della corte imperiale, come Berenice, principessa ebrea figlia del re Erode Agrippa I, amante dell'imperatore Tito (79-81) e il console Flavio Clemente con la moglie Flavia Domitilla, al seguito di Domiziano (81-96): nel 95 la "seconda persecuzione" consistette nella messa a morte di Flavio Clemente insieme ad Acilio Gabrione, e nell'esilio per Flavia Domitilla. È molto probabile tuttavia che la presunta affiliazione di Clemente al Cristianesimo fosse una notizia creata ad arte per infangare l'immagine pubblica dell'uomo e smorzare la reazione del popolo romano, che stava appoggiando una sua congiura con l'aiuto di alcuni generali per spodestare Domiziano.
PERSECUZIONI DI TRAIANO Della "terza persecuzione" sotto Traiano ci testimonia una lettera inviata a Plinio il giovane quando questi era legato nella provincia di Bitinia, l'imperatore dettava le modalità con cui si doveva trattare la "questione cristiana": nessuna ricerca attiva dei cristiani, ma, in caso di denuncia, essi dovevano essere condannati se avessero rifiutato di sacrificare agli dei. Un'altra lettera inviata da Adriano al proconsole della provincia d'Asia, stabilisce regole ancora più restrittive, allo scopo di controllare le delazioni. Nella cerchia imperiale ed intellettuale dell'epoca, giudizio negativo contro la religione cristiana era largamente diffuso: Plinio il giovane la considera nihil aliud quam superstitionem ("null'altro che superstizione").
PERSECUZIONI DI MARCO AURELIO A sua volta la "quarta persecuzione" sotto Marco Aurelio si limitò probabilmente ad alcuni episodi ad opera di autorità locali, quali ad esempio Sant'Ireneo di Lione sebbene non si abbiano precise e attendibili notizie in proposito. Marco Aurelio perseguitò i cristiani sotto false accuse, inventate da lui stesso. Ma era troppo intelligente per credere a queste storie e dopo poco lasciò in pace i cristiani.Marcia, liberta imperiale e amante dell'imperatore Commodo fu invece di simpatie cristiane (viene citata in merito alla liberazione di papa Callisto I dalla condanna alle miniere (ad metalla) in Sardegna). Intorno al 178-180 il filosofo platonicoCelso scrisse contro la religione cristiana e in difesa di quella tradizionale il Logos arethes ("Discorso della verità"), che conosciamo solo dalla confutazione apologetica polemica che ne fece il teologocristianoOrigene, con la sua opera del 248, intitolata, appunto, Contra Celsum ("Contro Celso").
PERSECUZIONI DI MASSIMO IL TRACE Per motivi economici l'imperatore spogliò i templi, ma non è conosciuto nessun editto specifico contro i cristiani: una "sesta persecuzione" è forse erroneamente stata identificata con questo provvedimento. Secondo alcune fonti cristiane, l'imperatore Filippo l'Arabo sarebbe stato addirittura cristiano egli stesso.
PERSECUZIONI DI DECIO E DI VALERIANO La "settima persecuzione" sotto Decio, fu inaugurata con un editto del 250 che, nell'ambito del programma di restaurazione religiosa promosso dall'imperatore, ordinò che tutti i cittadini dell'impero offrissero un sacrificio pubblico agli dei o all'imperatore (formalità equivalente ad una testimonianza di lealtà all'imperatore e all'ordine costituito). Decio autorizzò delle commissioni itineranti a visitare le città e i villaggi per supervisionare l'esecuzione dei sacrifici e per la consegna di certificati scritti a tutti i cittadini che li avevano eseguiti. Ai coloro che si rifiutarono di obbedire all'editto fu mossa accusa di empietà, che veniva punita con l'arresto, l'imprigionamento, la tortura e le persecuzioni.I cristiani si nascondevano in dei rifugi nelle campagne. Valeriano iniziò nel 257 con un primo editto che imponeva a vescovi, preti e diaconi di sacrificare agli dei, a pena dell'esilio, e proibì inoltre ai cristiani le assemblee di culto. Un secondo editto del 258 inasprì le pene per chi rifiutava il sacrificio e aggiunse la confisca dei beni per i senatori e cavalieri, con un provvedimento destinato soprattutto a rimpinguare le casse statali. Il successore Gallieno concesse a tutti di rientrare dall'esilio e restituì alle chiese i loro beni. In Nord Africa le gravi persecuzioni della metà del III secolo spezzarono le comunità cristiane dell'area, alcune delle quali voltarono le spalle ai membri che avevano temporaneamente abiurato la loro fede a causa delle durezze subite. Diversi concili tenuti a Cartagine discussero fino a che punto la comunità doveva accettare questi cristiani che avevano ceduto alle richieste dei romani, e la questione è ampiamente trattata nelle opere di Cipriano, vescovo di Cartagine. Alcuni cristiani avrebbero all'inizio accolto con entusiasmo la possibilità di ottenere il martirio: gli scrittori della chiesa cristiana degli inizi si occuparono molto delle condizioni in base alla quali l'accettazione del martirio poteva essere considerato un destino accettabile, o, viceversa, essere considerato quasi come un suicidio.I martiri erano considerati esempi da seguire della fede cristiana e pochi dei primi santi non furono anche martiri. Nel contempo il suicidio era considerato dai cristiani un grave peccato e veniva associato ad un tradimento della propria fede, l'esatto opposto della "testimonianza" di essa nel martirio: alla maniera di Giuda il traditore, non di Gesù il salvatore. Il Martirio di Policarpo, del II secolo, registra la storia di Quintus, un cristiano che si consegnò alle autorità romane, ma con atto di codardia finì per sacrificare agli dei romani quando vide le fiere nel Colosseo: "Per questo motivo quindi, fratelli, non lodiamo quelli che si consegnano, perché il vangelo non insegna ciò." Giovanni l'Evangelista non accusò mai Gesù di suicidio o di auto-distruzione, ma dice piuttosto che Gesù scelse di non opporre resistenza all'arresto e alla crocifissione.
PERSECUZIONI DI DIOCLEZIANO Con una serie di editti sempre più duri, la "decima persecuzione" iniziò nel 303 sotto Diocleziano e fu particolarmente violenta nella parte orientale dell'impero, sotto il dominio del cesare Galerio. Venne sancita la distruzione delle chiese e dei libri sacri e a tutti i cittadini venne richiesto di sacrificare agli dei. La persecuzione terminò nel 311 con l'editto di Nicomedia, emanato dagli allora augusti Galerio, Costantino I e Licinio.