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“ Problematiche Sanitarie dei Detenuti Consumatori di Droghe: Risposta Istituzionale e Costruzione di Una Metodologia Organizzativa ” Fondo Nazionale per la lotta alla droga – esercizio finanziario 2001 ( Risorse attribuite al Ministero della Salute ) Regioni Capofila: Toscana e Lombardia.
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“ Problematiche Sanitarie dei Detenuti Consumatori di Droghe: Risposta Istituzionale e Costruzione di Una Metodologia Organizzativa ” Fondo Nazionale per la lotta alla droga – esercizio finanziario 2001 ( Risorse attribuite al Ministero della Salute ) Regioni Capofila: Toscana e Lombardia Appunti di metodo e di merito per la Ricerca-Azione ASL della provincia di Varese Dipartimento delle Dipendenze
Indice generale 1.L’eterogeneità del Paese, uno sguardo ad alcuni dati nazionali 2.Le questioni aperte, primi risultati e nodi critici da un caso studio sul territorio di Varese e Como 3. Le piste di lavoro, la divisione nei gruppi laboratoriali per sviluppare la ricerca azione
Alcuni dati generali Rosso: max; Giallo:min; Verde:media *= solo Abruzzo; **=solo Piemonte fonti:ISTAT, Relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, PRAP 2005
Un prima misura di criticità: le revoche [graduatoria per Regioni] (Fonte: PRAP, elaborazioni ASL Varese) Nel 2006, a livello nazionale, su 6782 affidati ci sono state 600 revoche, pari all’8,8 % dei casi. Erano il 10,9% nel 2005
Il maggior rischio relativo di revoca della MATossicodipendenti vs non tossicodipendenti[graduatoria per Regioni] (Fonte: PRAP, elaborazioni ASL Varese su dati 2006) A livello nazionale, nel 2005, il rischio relativo di un tossicodipendente di incorrere nella revoca della MA era pari a 3.1 volte il medesimo rischio, calcolato per un soggetto non tossicodipendente. Tale rischio relativo nel 2006 è salito a 3.5. Tecnica di analisi: odds ratio
Il maggior rischio relativo di revoca della MA(Fonte: DAP, elaborazioni ASL Varese)Tossicodipendenti e non tossicodipendenti / affidamento dal carcere vs dalla libertà La provenienza dal carcere e dalla libertà / tossicodipendenti vs non tossicodipendenti Tecnica di analisi: odds ratio
LA RICERCA CONDOTTA ALL’INTERNO DEL PROGETTO “MISURA” (2004) (progetto MISURA, DAP, Università degli studi di Firenze) CAMPIONE: Toscano, 75 persone in affidamento ordinario e 77 in affidamento terapeutico. RISULTATO: A cinque anni dalla fine dell’affidamento, 34 persone avevano commesso successivi reati, 21 delle quali provenienti dall’affidamento terapeutico (28,38%), e 13 da quello ordinario (18,84%). N.B.In 13 casi non è stato possibile reperire le informazioni necessarie a dimostrare con sicurezza la successiva condotta (recidiva o meno) LA RICERCA CONDOTTA DA LEONARDI (2006) (direttore dell’Osservatorio delle misure alternative presso la Direzione Generale dell’esecuzione penale esterna), CAMPIONE: Nazionale, 8817 persone, 8071 uomini e 746 donne affidati in prova al Servizio Sociale RISULTATO: Recidivi risultavano 1667 soggetti, pari al 19% del campione affidati ordinari provenienti dalla detenzione ( 20% del numero totale): poco superiore al 20%. affidati ordinari dallo stato di libertà (48% del campione) : circa il 17%. beneficiari dell’ affidamento in casi particolari, quindi alcol o tossico dipendenti, provenienti dalla libertà (22% del totale): valori vicini al 30%, affidati in casi particolari provenienti dalla detenzione (4% del totale): oltre il 40% dei casi Confrontando questi valori con quelli relativi ai 5.772 condannati alla detenzione usciti nel 1998 gli squilibri percentuali apparivano evidenti. Di questi ultimi il 68,45%, avevano rifatto ingresso in carcere una o più volte e avevano sulle spalle una condanna definitiva per la commissione di nuovi reati. Una seconda misura di criticità: la recidiva DUE RICERCHE, UN COMUNE OGGETTO D’INDAGINE: la percentuale di quelli che, terminata la misura alternativa alla detenzione, entro i 5 anni successivi (Progetto Misura) e e i 7 anni successivi (Ricerca Leonardi) avevano subito una condanna per la nuova commissione di un reato nel periodo di riferimento
La recidiva, tra esecuzione penale esterna e detenzione. Un possibile confronto in seguito all’indulto • Percentuale di recidiva in relazione alle modalità di esecuzione della pena. Periodo 1 agosto – 16 febbraio 2007. (Fonte: DAP, elaborazioni Università Torino)
2. Il caso studio sul territorio di Varese e Como • È stata la fase iniziale di ricerca sul campo, ideata come caso studio territoriale avendo l’ASL di Varese titolarità sul progetto nazionale • I dati di ricerca raccolti non hanno valenza “campionaria”, ma “istruttoria”, per definire lo spettro dei problemi e guidare le rilevazioni nazionali • Periodo di rilevazione: ottobre ’06 - gennaio ‘07 • Area di ricerca: Varese e Como • Metodologia di ricerca: interviste face to face su traccia strutturata • Numero di interviste effettuate: 21 individuali e una d’équipe • Soggetti coinvolti: Ser.T, Comunità Terapeutiche, U.E.P.E., Magistratura di Sorveglianza, Comuni, Cooperative sociali, Carcere, avvocati, affidati
Un’agenda di miglioramento • Profili di successo ed insuccesso • Diversità di obiettivi e strumenti di valutazione • Criticità di fase: accesso • Criticità di fase: trattamento • Criticità di relazione: la rete • Criticità procedurali
La pluralità dei punti di vista sull’obiettivo delle Misure Alternative • 0. Ottenimento MA (Avvocati) • 1. Sconto della pena senza la costrizione del carcere (Reo) • 2. Sconto della pena senza ricaduta nel reato (Magistrato, ass. sociale, educatore) • 3. Sconto della pena senza ricaduta nella tossicodipendenza (Medico, ass sociale, psicologo, educatore) • 4. Riabilitazione e reinserimento sociale
A: accoglimento domande 0 La multidimensionalità della valutazione B: monitoraggio in itinere 1,2,3 C: valutazione esito di fine periodo 2,3,4 D: valutazione in follow up 2,3,4 B C D A reato arresto/ notifica di reato inizio MA fine pena pena definitiva 12 mesi dopo 0 1 2 3 • OBIETTIVI • 0. Ottenimento MA • Sconto pena senza detenzione • Sconto pena senza ricaduta tossicodipendenza • Sconto pena senza recidiva • Reinserimento sociale 4
Criticità di fase: accesso • Ambiguità e strumentalità dell’atteggiamento del tossicodipendente per l’ottenimento dell’affidamento. • Differenza dei punti di vista difensori/utenti versus Ser.T./U.E.P.E. • Difficoltà per le procedure legali nel caso di trasferimento da un carcere all’altro • Accessibilità limitata ai colloqui con l’assistente sociale per i detenuti • Problema del rapporto coi Ser.T. di residenza ma fuori zona per le certificazioni • Diffidenza comune fra i tossicodipendenti nei confronti della soluzione residenziale, proposta dal Ser.T. più spesso di quanto vorrebbero • Lunghezza dei tempi per l’ottenimento della MA • Necessità di una maggior cura nelle informazioni sul caso trasmesse al magistrato per la presa di decisione • Possibilità di certificazione estesa dalla nuova normativa ai servizi privati • Difficoltà nella gestione di soggetti che accedono alla E.P.E. dopo la l. 49, condannate per reati più gravi (pena massima 6 anni)
Criticità di fase: trattamento • Differenza dei punti di vista sul programma terapeutico, indipendente dalla MA per il Ser.T ma non così per l’U.E.P.E., per il quale conta di più la funzione di controllo • Difficoltà poste dalla nuova utenza cocainomane: reticente ad ammettere la tossicodipendenza (e quindi all’ammissibilità alle MA), resistente ad effettuare un percorso residenziale a lungo termine. • Necessari investimenti per sperimentare soluzioni adeguate per i casi di cocainomani, di doppia diagnosi e di soggetti non noti ai servizi • Carenza di risorse per l’inserimento lavorativo (Tirocini, Borse lavoro, cooperative, ecc…) • Limiti delle opportunità di lavoro in azienda per la diffidenza dei datori di lavoro • Nel caso di affidamento territoriale, carenza degli strumenti di controllo rispetto ai rischi ed alle occasioni di recidiva • Ser.t. percepito dagli affidati come luogo rischioso a causa delle possibilità di incontrare vecchi amici e conoscenti ancora legati al mondo della dipendenza e della criminalità.
Criticità di relazione: la rete • Rapporto fra Ser.T. di residenza fuori zona e Ser.T. del carcere di riferimento per la trasmissione e l’attendibilità della documentazione • Rapporto Ser.T.- U.E.P.E. per la differenza dei punti di vista sulla MA e le difficoltà di una piena osmosi informativa (necessarioarmonizzare i punti di vista care-oriented del Ser.T. e quello care/control-oriented dell’U.E.P.E.) • Esigenza di disgiungere la pena dalla cura e riconoscere il valore di entrambe da parte del reo tossicodipendente • Mancanza di una valutazione sui casi integrata fra servizi Ser.T.- U.E.P.E. – Carcere • Carenze di risorse di rete territoriali per il reinserimento (sociale, lavorativo,…)
Criticità di procedura: informazioni e strumenti • Informazione: esigenza di maggiore omogeneità degli strumenti, condivisione delle informazioni sui casi fra servizi, tempestività delle comunicazioni. • Conoscenza:necessarioaggiornamento sulla normativa, potenziamento delle relazioni tra operatori di diversi servizi, approfondimento della conoscenza dei casi con colloqui, visite domiciliari, lavoro d’équipe. • Tempo: difficoltà causate dalla scarsa sincronizzazione fra servizi, lentezza delle procedure dal punto di vista del reo e della difesa, sensazione di procedure affrettate dal punto di vista degli operatori • Necessità di protocolli : nei rapporti tra i vari servizi coinvolti, nella valutazione e certificazione dei casi, nell’esecuzione di follow up per la verifica degli esiti nel medio-periodo.
3. I tre quesiti alla base della ricerca-azione • Come migliorare la presa in carico e la valutazione iniziale per favorire un esito positivo della MA? • Come migliorare il processo mediando fra punti di vista differenti dei diversi attori in campo? • Come seguire al meglio dal punto di vista informativo i casi e come svolgere il follow up? Obiettivo: stesura delle linee guida su queste aree
I gruppi di lavoro • Il lavoro nei gruppi, parte integrante del corso di perfezionamento e fondamento di un percorso di ricerca-azione • La valutazione dei lavori di ricerca sul campo come equivalente della valutazione didattica d’aula • Il lavoro in aula: ricerca, discussione, sintesi, simulazione,… • I compiti di ricerca: il lavoro sul campo fra i round didattici • La presenza di un conduttore e di un tutor per gruppo • La divisione in gruppi e i criteri di partizione: rappresentatività dei territori, dei servizi e delle professioni • La presentazione dei risultati dei lavori: le linee guida a settembre, il report di ricerca a dicembre • La diffusione dei risultati: la restituzione delle linee guida all’interno dei servizi di provenienza dei partecipanti