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Tecniche di Allevamento e di Alimentazione della Capra. Prof. Paolo Polidori Università di Camerino. Il Latte Caprino.
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Tecniche di Allevamento e di Alimentazione della Capra Prof. Paolo Polidori Università di Camerino
Il Latte Caprino • Il latte caprino presenta una elevata variabilità nella sua composizione e nella sua attitudine alla trasformazione in relazione alle caratteristiche della razza, all’ordine del parto, ai fattori ambientali, alle tecniche di alimentazione e di allevamento. • L’assenza di beta-carotene, così come nel latte ovino, comporta che il colore del latte caprino sia bianco.
Colostro Caprino Il colostro caprino diventa latte maturo dopo 4-5 giorni di lattazione. Nel colostro è presente una elevata concentrazione proteica, che si stabilizza dopo 4 giorni, un elevato contenuto lipidico, che si stabilizza dopo 2 giorni, ed una ridotta concentrazione di lattosio, che tende a stabilizzarsi sui valori del latte maturo dopo 4-5 giorni. Così come negli altri ruminanti, la struttura placentare caprina non consente il passaggio degli anticorpi dal sangue materno al feto, ragion per cui è il colostro che fornisce gli anticorpi e la fonte immunitaria passiva.
Funzione Immunitaria Colostro • La funzione immunitaria del colostro è data dalla elevata concentrazione di immunoglobuline (Ig) che sono assorbite intatte dall’intestino del capretto nelle prime 24-48 ore di vita. • Le Ig maggiormente rappresentate, come nel colostro bovino, sono le IgG; la loro concentrazione, massima al parto (47 mg/ml), si riduce rapidamente (0,12 mg/ml dopo 7 giorni).
Svezzamento dei Capretti • Cominciare a somministrare latte ricostituto dal 6°-7° giorno. • Dalla 2a settimana, oltre al latte ricostituito, somministrare a volontà fieno foglioso di buona qualità, mangime di avviamento pellettato, acqua di abbeverata. • Dal 30° giorno sospendere la somministrazione di latte ricostituito e somministrare esclusivamente fieno, mangime e acqua.
Latte Normalizzato • Nella capra i valori riferiti al latte normalizzato riguardano il titolo in grasso, e possono essere diversi: • LN 3,5 = L(0,55 + 0,09G) • LN 4 = L(0,411 + 0,147G) • LN 5 = L(0,65 + 0,10G) Dove L = latte prodotto in kg G = contenuto lipidico in %
Contenuto Energetico Latte • Il contenuto energetico lordo (E) del latte di capra (Kcal/kg) può essere calcolato con l’equazione: E = 481 + 79 * (contenuto lipidico in %)
Cellule Somatiche Latte Caprino • Il contenuto di cellule somatiche (SCC) del latte è comunemente usato quale indicatore dello stato di salute della mammella. • Il latte caprino è di norma caratterizzato da più alto SCC rispetto al latte bovino, probabilmente a causa della maggiore presenza di particelle citoplasmatiche risultanti dal processo di secrezione che in questa specie è apocrino.
Limiti di Legge del Contenuto in Germi nel Latte Caprino – D.P.R. 54/1997 • LATTE DA SOTTOPORRE A TRATTAMENTO TERMICO: < 1.500.000 germi/ml 2) LATTE DA CASEIFICARE CRUDO: < 500.000 germi/ml Il contenuto è calcolato come media geometrica in un periodo di 2 mesi con almeno 2 prelievi al mese.
La Capra al Pascolo • La struttura anatomica della mascella, denti ed altre parti della bocca della capra sono tali da consentire un’ottimale utilizzazione del pascolo. • La penditura del labbro superiore mobile le consente un pascolamento radente al suolo. • La capra si sposta in un giorno anche di 4 km e scala 800-900 m di quota. • Di preferenza si nutre di cespugli, arbusti e loro germogli, ma sfrutta anche rovi, cardi e ortiche, nonché molte piante infestanti.
Determinazione del Carico Animale • Esiste una formula per calcolare il carico animale su un determinato terreno: CA = (DF x S) / (I x D) * CU CA: carico animale (n° capre/ha) DF: disponibilità del foraggio (kg SS/ha) S: superficie del pascolo (ha) I: ingestione del foraggio (kg SS/capra/d) D: durata del pascolamento (d) CU: coefficiente di utilizzazione
Coefficiente di Utilizzazione • Dipende da diversi fattori quali la pendenza del terreno, l’esposizione al sole, la composizione floristica, il valore nutritivo. • In estate la diminuzione degli zuccheri fermentescibili e l’aumento della lignina diminuiscono di molto il valore nutritivo dei pascoli. In inverno la bassa quota fibrosa può provocare turbe digestive. • Di norma, nella pecora si assume un valore medio di 0,65 mentre nella capra si tende a usare 0,55.
Capra come “Intermediate Feeder” • La capra è considerata una specie con comportamento alimentare intermedio (Intermediate Feeder) cioè a metà tra i grandi ruminanti pascolatori (Grass-roughage eaters) come i bovini, i bufali, ecc., e i ruminanti brucatori (Concentrate Selector) come in genere i selvatici. • Questo ha favorito la sua diffusione negli ambienti più diversi, dalle regioni desertiche ai ricchi pascoli di pianura.
BRUCATORI Alce Capriolo Cervo Giraffa INTERMEDI Capra Camoscio Daino Antilope Bisonte Classificazione Erbivori • PASCOLATORI • Pecora • Vacca • Muflone • Bufalo
Body Condition Score Capre Il punteggio oscilla tra 1.0 e 5.0, con valori intermedi di 0.5. Un punteggio pari a 1.0 denota una capra molto magra senza depositi adiposi, un punteggio di 5.0 caratterizza una capra obesa. I valori ideali per una capra in buona salute oscillano tra 2.5 e 4.0. Sono rari i casi di capre con punteggi superiori a 4.0 Per assegnare i punteggi si valutano tre diverse aree: la regione lombare, lo sterno e la gabbia toracica. Nella zona lombare si valuta lo spessore del muscolo e del grasso che coprono le vertebre, utilizzando pollice e indice. Nello sterno si considera lo spessore del cuscinetto adiposo che può essere sollevato con le dita. Nella gabbia toracica si valuta quanto è spesso il grasso di copertura.
Esempi Punteggi BCS in Capre Vertebre, punti 3 Vertebre, punti 2
Esempi Punteggi BCS in Capre Sterno, punti 2 Sterno, punti 4
Esempi Punteggi BCS in Capre Sterno, punti 3