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Vecchi e nuovi modelli organizzativi dell’azione volontaria. Bologna, 10 novembre 2010. Lo scenario. Di cosa abbiamo disperatamente bisogno.
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Vecchi e nuovi modelli organizzativi dell’azione volontaria Bologna, 10 novembre 2010
“un dollaro investito in un’impresa con finalità sociali è assai più efficace di un dollaro dato in beneficenza. Il dollaro dato in beneficenza viene consumato una sola volta, mentre quello investito in un’attività d’impresa continua a ripetere senza fine, come ogni altro capitale di impresa, il proprio ciclo produttivo creando benefici per un numero sempre crescente di persone”
I modelli organizzativi del terzo settore sono adatti a affrontare l sfide dell’innovazione?
L’imperativo innovativo • “…dobbiamo assolutamente uscire dalla morsa delle gare di appalto che ci stanno strozzando. Abbiamo messo in piedi due gruppi di lavoro tra i soci lavoratori per pensare a nuove idee. Ci è venuta in mente quella di fornire servizi di derattizzazione che sembrava un settore dove non c’è molta concorrenza e stiamo pensando anche a altre idee.”
Cosa è l’agire volontario? È un’agire gratuito con finalità sociali
Dove si trova il volontariato? Secondo i dati del Censimento ISTAT del nonprofit del 1999, il numero totale dei volontari in Italia era pari a 3.221.185. Di questi, 63.226 (2.0%) operavano in fondazioni, 38.743 (1.2%) nei comitati, 19.119 (0.6%) in cooperative sociali e 61.009 in altre forme di non profit. La maggioranza pari a 3.039.088 (94,3%) volontari operava in associazioni. Il censimento delle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali effettuato da ISTAT nello stesso anno ci dice che i volontari presenti in esse erano 670.826, pari al 20.8% del numero dei volontari presenti nello stesso anno nel non-profit.
I trend di sviluppo recenti • Secondo l’ultima rilevazione della Fivol del 2006 su un campione di 12.686 organizzazioni risulta che: • i) rispetto al 1997 le organizzazioni composte esclusivamente da volontari erano diminuite del 18,5%,(attestandosi al 15,5% del totale) e quelle con anche personale retribuito erano aumentate di 13 punti percentuali (portandosi al 25,3% del totale). • Ii) La presenza di personale remunerato era così rilevante da far venir meno il requisito della prevalenza del lavoro volontario nell’8,5% delle organizzazioni considerate. • Iii) operatori in vario modo retribuiti: nel 2006 essi raggiungevano le 46.300 unità - di cui 16.600 circa con un rapporto di lavoro alle dipendenze.
Il volontariato e il terzo settore Associazioni volontarie Associazioni volontarie con retribuiti Associazioni volontarie che controllano enti commerciali Cooperative o IS con basi sociali multistakeholder Cooperative o IS che collaborano con associazioni volontarie Cooperative sociali
Le aree della crisi Associazioni volontarie Associazioni volontarie con retributi Associazioni volontarie che controllano enti commerciali Cooperative o IS con basi sociali multistakeholder Cooperative o IS che collaborano con associazioni volontarie Cooperative sociali
I motivi della crisi Frammentazione Difficoltà di finanziamento Difficoltà a gestire attività complesse Riduzione incentivi alla partecipazione Problemi di governance Identità instabili Dipendenza finanziamenti pubblico Riduzione finanziamenti pubblici FSN 2013 44 milioni Isomorfismo Appiattimento professionale Grandi provider Mercati saturi
Perché è così difficile fare innovazione?
Un terzo settore per comparti stagni o con maggiore capacità di problem solving ?