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La Schiavitù a Roma e le Rivolte Servili. Corsista: Sabrina Scalisi Tutor: prof.ssa G.Chisari. Le Tematiche il sistema schiavistico la condizione servile le rivolte servili le conseguenze. Economia e stratificazione sociale. aristocrazia. Piccoli proprietari terrieri.
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La Schiavitù a Roma e le Rivolte Servili Corsista: Sabrina Scalisi Tutor: prof.ssa G.Chisari
Le Tematiche • il sistema schiavistico • la condizione servile • le rivolte servili • le conseguenze
Economia e stratificazione sociale aristocrazia Piccoli proprietari terrieri Latifondisti Schiavi
Evoluzione del sistema schiavistico • II secolo a.C.gli schiavi erano inseriti nel sistema patriarcale, nel senso che il lavoro nei campi era svolto dallo stesso pater familias, aiutato sia dai figli che dagli schiavi. • I sec. a.C. al la fine delle guerre puniche, il numero della popolazione servile era talmente aumentato da alterare i rapporti tra schiavo e padrone. • Il mercato di schiavi diviene una delle attività commerciali più produttive del mediterraneo
Gli schiavi da vendere stavano su di un palco girevole; quelli venuti da poco d'oltre mare erano esposti con un piede imbiancato col gesso (gypsati). Dal collo di ognuno pendeva un cartello (titulus) con tutte le indicazioni utili al compratore: nazionalità, attitudini, qualità, difetti. Gli schiavi più fini si acquistavano nei SAEPTA, presso il Foro, dove erano le botteghe di lusso, ritrovo del mondo elegante. Le doti che facevano salire di più i prezzi degli schiavi erano l'intelligenza e la cultura. Venivano poi la bellezza, l'attitudine a determinati uffici, anche certe qualità strane e singolari, come l'essere o imbecille o nano o turpemente sfacciato.
Le Cause • Si diventava schiavi sostanzialmente per tre motivi: • sconfitta militare: i prigionieri di guerra, caduti in proprietà dello Stato, venivano venduti al miglior offerente; • indebitamento: chi non poteva pagare i propri debiti diventava proprietà del creditore, dopo il relativo periodo di prigionia, oppure veniva venduto sui mercati di Trastevere. • Pirateria: bambini e gente povera veniva rapita dai pirati del mar Mediterraneo
Chi erano gli schiavi? • Durante il periodo della conquista romana dei paesi del Mediterraneo (264-31 a.C.) furono condotti schiavi a Roma e in Italia: • 30.000 abitanti di Taranto nel 209 • un gran numero di Sardi nel 176 • 150.000 abitanti dell'Epiro nel 167 • 50.000 Cartaginesi nel 146 • 50.000 Corinzi nel 146 • intere popolazioni della Spagna tra il 150 e il 100 • 150.000 Cimbri e Teutoni verso il 102-101 • centinaia di migliaia di asiatici dalle guerre di Pompeo nel 66-62: Ponto, Siria, Palestina • un milione di Galli dalle guerre di Cesare nel 58-50
La Condizione Schiavile GAIO (uno dei massimi giuristi romani) in "INSTITUTIONUM COMMENTARII QUATTUOR", II,17, scrive: "Vi sono tre tipi di utensili: quelli che non si muovono e non parlano; quelli che si muovono e non parlano (animali), e quelli che si muovono e parlano (schiavi)".
Schiavo:Instrumentum Vocalis . Non avevano diritti .Non possedevano nulla . Maltrattati .Marchiati a fuoco
Le Mansioni • Schiavitù rurale: contadini, mandriani, braccianti; condizioni di vita infime. • Schiavitù urbana: svolgevano attività artigianali private e pubbliche; condizioni di vita migliori. • Schiavitù domestica: domestici, commercianti, pedagoghi, medici, bibliotecari; condizioni di vita ottime.
Le rivolte in Sicilia 136-132a.C. / 104-102 a.C
Le Cause Sviluppo latifondo Maltrattamenti Identità nazionale Miseria dei contadini I luoghi Enna terre di Damofilo Agrigento Cleone Triocala (Calatabiano)
Il regno ellenistico di EUNO Re Antioco Conia monete Espugna 5 città Schiavo sirio Mago e profeta Seguace della dea Atargatis
LE CONSEGUENZE • Effetti immediati • Diminuzione schiavi • Rivolta di Spartaco • Danni in Sicilia • Crisi militare romana • Provvedimenti romani in • Sicilia • Lex Rupilia • Lex Aquilia • Riforme dei Gracchi
Conclusione La schiavitù nel mondo antico non venne mai messa in discussione e rimase sempre incontestata….. Nietzsche scrisse: <<per Greci e Romani la schiavitù fu una disgrazia necessaria. Di cui ci si vergogna, come disgrazia e come necessità insieme>>.