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Di Samu, Julian e Signo. Dopo la raccolta. Dopo la raccolta. Il chiodo.
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Di Samu, Julian e Signo Dopo la raccolta
Il chiodo Per facilitare l’apertura della testa della pannocchia, molte donne adoperavano un chiodo oppure una stecca di legno non più lunga della mano di chi l’adoperava. Alle ragazze i fabbri facevano il chiodo con incisioni perché ognuna aveva l’ambizione di avere il chiodo più bello e non era raro che per il chiodo nascessero gelosie e rancori.
L’essicazione: i luoghi Il grano essiccato sull’aia, era portato nei granai, venduto o conservato, secondo la convenienza; nella seconda evenienza era necessario controllare la temperatura che si produceva all’interno del mucchio del grano, infatti il grano bolliva. Per evitare il surriscaldamento, si “piantava” nel grano una fascina di legna che funzionava da camino.
L’ essicazione: i metodi Molti piccoli conduttori riponevano le pannocchie in granaio, o in qualche camera, e le facevano sgranare a mano dalle donne, secondo il bisogno. In questo modo, evitavano le esposizioni sull’aia, spesso inutile perchè la stagione inoltrata non sempre garantiva una buona essicazione; nelle zone di montagna, invece, appendevano le pannocchie dentro o fuori l’abitazione rovesciando il cartoccio senza staccarla.
I tutoli Per separare il grano dal tutolo bastavano i membri di casa, compresi i ragazzi, che avevano il compito di riporre in un angolo i tutoli, preziosi per fare le braci e per riscaldare i letti durante l’inverno.
Le canne Gli uomini tagliavano la canna ormai secca con un colpo preciso, lasciando sul solco lo stocco, fatto in gran parte dalla mazzoca, le radici. Raccolta in mazzi, i fasci legati con una stropa, la canna veniva trasportata in corte e messa in canare, biche a forma di capanna. I grossi proprietari della bassa veronese acquistavano la canna da Vale, ritenuta un buon alimento per i bovini, in particolare quando l’annata del fieno non era andata bene. La canna diventava prima cibo per i bovini, poi strame: veniva fuori un buon letame.
Bibliografia • Dino Coltro “La terra e l’uomo – Cultura materiale del mondo agricolo veneto” Cierre edizioni