480 likes | 730 Views
X Modulo: ritiro sociale e capacit di stare soli. Alcune definizioniBambino che sta da solo: bambino che, in un contesto sociale a lui familiare, si ritrae in disparte per giocare da solo, o per guardare gli altri, o per non fare nulla di particolare.Questa definizione si focalizza sulla condizi
E N D
1. X MODULORITIRO SOCIALE E CAPACITA’ DI STARE SOLI
2. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli Alcune definizioni
Bambino che sta da solo: bambino che, in un contesto sociale a lui familiare, si ritrae in disparte per giocare da solo, o per guardare gli altri, o per non fare nulla di particolare.
Questa definizione si focalizza sulla condizione di solitudine, senza specificare se si tratta di una condizione scelta, subita, temporanea o costante, occasionale o frequente, espressione di capacità o di difficoltà relazionali.
La solitudine è un concetto complesso e multi-dimensionale, poiché può comprendere tutte queste componenti.
3. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli Alcune definizioni
Ritiro sociale (social withdrawal): condizione di bassa frequenza di interazioni con gli altri.
Può essere associato a:
Isolamento sociale: condizione determinata dal rifiuto degli altri
Inibizione sociale
Preferenza per il gioco solitario
Capacità di stare soli (autonomia relazionale)
4. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli OBIETTIVI DEL MODULO
Distinguere le diverse condizioni di ritiro sociale per comprendere:
quali costituiscono un rischio o una potenzialità per lo sviluppo
quali esprimono un bisogno di separazione-individuazione e quali un mancato soddisfacimento del bisogno di relazioni.
5. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli ALCUNE DISTINZIONI CONCETTUALI E TERMINOLOGICHE
La solitudine può essere una condizione oggettiva:
comportamentale: stare da soli (to be alone, aloness) in una determinata circostanza
esistenziale: la solitudine associata ad una mancanza costante di relazioni con gli altri
6. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli ALCUNE DISTINZIONI CONCETTUALI E TERMINOLOGICHE
La solitudine può essere una condizione soggettiva:
sentimento o senso di solitudine (loneliness): è la percezione di isolamento, di distacco dagli altri, che il soggetto può avvertire indipendentemente dal suo stato effettivo.
7. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LO STUDIO DELLA SOLITUDINE IN PROSPETTIVA EVOLUTIVA
“Social withdrawal” e isolamento sociale (Rubin, 1982,..)
Sentimento di solitudine (Asher,Hymel, Renshaw, Cassidy, anni ‘80 in poi; Klein, 1959)
Capacità di stare soli (Winnicott, 1965; Berlin, 1990)
Bisogno di stare soli (Dolto, 1985; Buchholz, 1997)
Comportamento solitario e competenza sociale (Corsano, 1999; Corsano e Cigala, 2004,…)
8. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli STUDI SUL “SOCIAL WITHDRAWAL”
Waterloo Longitudinal Project (WLP):
Progetto di ricerca longitudinale sul ritiro sociale, coordinato da K. Rubin dagli anni ‘80 in poi, finalizzato alla concettualizzazione delle diverse forme di ritiro sociale, nonché all’individuazione e prevenzione di situazioni di disadattamento sociale.
9. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli STUDI SUL “SOCIAL WITHDRAWAL”
Waterloo Longitudinal Project (WLP):
Aspetto descrittivo: individuazione e descrizione dei diversi tipi di comportamento solitario associati a forme diverse di ritiro sociale
Aspetto preventivo: individuazione dei correlati del ritiro sociale
10. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli STUDI SUL “SOCIAL WITHDRAWAL”
Metodologia utilizzata dal WLP:
Aspetto descrittivo: ricerche osservative, osservazione diretta e indiretta del bambino, nomina dei pari.
Aspetto preventivo: ricerche correlazionali su vari aspetti, strumenti specifici.
11. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli Play Observation Scale (POS) (Rubin, Maioni e Hornung, 1976)
12. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli CATEGORIE DI “SOCIAL WITHDRAWAL”
Ritiro sociale passivo: attività solitaria di costruzione e di esplorazione di oggetti, quieta e sedentaria, gioco simbolico, basso approccio sociale/basso evitamento.
Ritiro sociale attivo: gioco funzionale e senso-motorio, chiassoso e turbolento, alto approccio sociale/basso evitamento.
Ritiro sociale reticente: comportamento da spettatore e inoccupato, basso approccio sociale/alto evitamento.
13. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli PERCHE’ LE INTERAZIONI COI PARI SONO POCO FREQUENTI?
(Coplan e Rubin, 2008)
Ritiro sociale passivo: non socievolezza/disinteresse sociale, centrazione sull’oggetto o sul compito piuttosto che sulle relazioni.
Ritiro sociale attivo: rifiuto da parte degli altri.
Ritiro sociale reticente: timidezza/inibizione/prudenza sociale
14. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli RITIRO SOCIALE E CORRELATI FAMILIARI
(Zappulla, 2008)
Credenze materne: il ritiro sociale è legato a tratti temperamentali; scarso rilievo attribuito all’acquisizione di competenze sociali (Rubin et al. 1995).
Reazioni emotive: confusione, frustrazione, imbarazzo, senso di colpa; livelli elevati di empatia (Burgess et al., 2001).
Strategie e comportamenti: modalità assertive, autoritarie, controllo del comportamento, atteggiamento intrusivo e iperprotettivo, che non favorisce l’autonomia e l’indipendenza. A breve termine allevia l’ansia del bambino, ma nel tempo stabilizza il problema.
15. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli “SOCIAL WITHDRAWAL” E RISCHIO PSICO-SOCIALE
Ritiro sociale attivo: fortemente a rischio (ansia, aggressività, rifiuto sociale, sentimento di solitudine)
Ritiro sociale reticente: a rischio (ansia, bassa stima di sé, impopolarità, sentimento di solitudine)
Ritiro sociale passivo: evolve verso il rischio
16. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli RIFLESSIONI SUL WLP
Punti di forza:
Solida base sperimentale
Ricchezza di dati
Prospettiva evolutiva
Punti deboli:
Prospettiva del disagio sociale (v. Lo Coco, Rubin, Zappulla, 2008)
17. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA CAPACITA’ DI STARE SOLI
Donald Winnicott ha scritto un saggio “Sulla capacità di stare soli” (1957, 1965):
Esperienza di solitudine come esperienza di separazione
Separazione e interiorizzazione dell’oggetto d’amore
“Stare soli” in presenza della madre
Capacità di stare soli come espressione di evoluzione sul piano affettivo, emotivo, cognitivo e sociale.
18. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli IL BISOGNO DI STARE SOLI
F. Dolto (1985) e E. Buchholz (1997) hanno sottolineato l’importanza del bisogno di stare soli.
La Dolto descrive molti comportamenti solitari di bambini alle “Maisons Vertes”, che possono essere spiegati come espressione di un bisogno di solitudine e separazione, una sorta di “ricerca di riposo compensativo” dai rapporti sociali (M. Khan: “stare a maggese”).
19. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli IL BISOGNO DI STARE SOLI (Buchholz, 1997)
Esther Schaler Buchholz e’ una psicoanalista e psicologa clinica americana, docente di psicologia applicata presso l’Universita’ di New York.
Ha raccolto prevalentemente dati di tipo clinico e osservativo in diverse fasi del ciclo evolutivo e li ha integrati con riflessioni teoriche tratte dalla psicoanalisi, dalla letteratura, dall’antropologia.
Ha individuato, in ogni fase dello sviluppo, la compresenza tra bisogni sociali (il bisogno di attaccamento e di avere legami con gli altri), da un lato, e bisogni individuali (il bisogno di solitudine) dall’altro.
20. X Modulo: ritiro sociale capacità di stare soli BISOGNI SOCIALI: RIVOLTI VERSO L’ESTERNO, VERSO GLI ALTRI
(Sullivan, 1953; Bowlby, 1973; Weiss, 1973)
Bisogno di attaccamento/sicurezza
Bisogno di relazioni sociali
Bisogno di appartenenza
Bisogno di confrontarsi/identificarsi
Bisogno di avere un partner
21. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli BISOGNI INDIVIDUALI: RIVOLTI VERSO L’INTERNO, VERSO SE’
(Maslow, 1968; Klein, 1959; Mahler, Pine e Bergman, 1975; Dolto, 1985; Buchholz, 1997)
Bisogno di separazione, di individuazione/differenziazione
Bisogno di solitudine
Bisogno di tempo per sé
Bisogno di autostima
Bisogno di autorealizzazione
22. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli IL BISOGNO DI “ALONETIME” (Buchholz, 1997)
Ester Buchholz ritiene necessario rifocalizzare l’attenzione sul bisogno di solitudine, che definisce come una sorta di “bisogno di stare con se stessi” (alonetime).
Tale bisogno e’ innato e in ogni fase evolutiva, insieme al bisogno di attaccamento, favorisce la crescita psicologica, cioè il raggiungimento dell’autonomia e la costruzione dell’identità.
In linea con la letteratura sull’identità, riprende la lezione di Winnicott (1965): l’autonomia si costruisce all’interno di relazioni con gli altri, ma la possibilità di tali relazioni è garantita dalla presenza di un sé autonomo.
23. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli IL BISOGNO DI “ALONETIME” (Buchholz, 1997)
Si può parlare di “bisogno fisiologico innato” per varie ragioni:
Esistenza, sul piano fisiologico, dei ritmi circadiani, che alternano sonno/ veglia.
In ambito neurofisiologico Buchholz (1997) e Reitano (2000) riportano dati relativi alla necessità , per alcune funzioni cerebrali, di momenti transitori di isolamento, che avrebbero la funzione di garantire una sorta di riposo dal bombardamento continuo di stimoli.
Necessità di un lungo periodo di gestazione (9 mesi), in cui il feto, in condizioni di quasi assoluto isolamento, acquisisce competenze di base di tipo autoregolativo (respirare, succhiare,…).
24. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli IL BISOGNO DI “ALONETIME” (Buchholz, 1997)
Si può parlare di “bisogno evolutivo” per varie ragioni:
Presenza, già dall’età neonatale, durante le interazioni con l’adulto, di momenti di “disimpegno” cercati dal piccolo.
Presenza, a partire dall’età prescolare, di momenti desiderati di “ritiro sociale” (Winnicott, 1971; Dolto, 1985; Corsano, 1999; Corsano e Cigala, 2004).
Presenza, nell’adolescenza, di momenti solitari ricercati dal soggetto (diari, differenziazioni esasperate, isolamento forzato).
Presenza, nell’età adulta, di patologie e disturbi del comportamento connessi alla difficoltà nel realizzare il bisogno di separazione.
25. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COME RIFOCALIZZARE L’ATTENZIONE SUL BISOGNO DI “ALONETIME”?
Studiando, in fasi diverse dello sviluppo, la presenza, accanto a dimensioni o indici comportamentali che esprimono il bisogno di relazioni sociali, di altre che esprimono il bisogno e la capacità di stare soli.
26. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COME RIFOCALIZZARE L’ATTENZIONE SUL BISOGNO DI “ALONETIME”?
Le ricerche di Corsano e collaboratori hanno indagato lo stare soli non in contrapposizione ma in compresenza con lo stare con gli altri.
27. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli I FASE DELLE RICERCHE
Tema indagato:
Le rappresentazioni sociali che gli adulti possiedono dell’esperienza di solitudine del bambino
Soggetti:
Insegnanti di scuola dell’infanzia
Genitori
Metodologia:
Interviste
Questionari
Colloquio in profondità
28. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli II FASE DELLE RICERCHE
IL COMPORTAMENTO SOLITARIO DEI BAMBINI
Dalla letteratura e dai resoconti degli adulti è emerso che in vari casi i bambini, sia a casa sia a scuola, manifestano comportamenti solitari che non necessariamente appaiono espressione di difficoltà e che non sono in alternativa a quelli sociali.
E’ stata quindi condotta un’ampia ricerca che ha prima descritto i comportamenti solitari e sociali rilevati e poi li ha correlati con la competenza emotiva e sociale.
29. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Metodologia
Partecipanti: 140 bambini (82 maschi e 58 femmine) di 4-5 anni di età.
Strumento: Play Observation Scale
Procedura: ogni bambino è stato osservato nei momenti di gioco libero in classe, per 1 minuto al giorno per 30 giorni consecutivi, da due osservatori (K di Cohen= 0,86). Si è calcolata la frequenza di ogni comportamento della griglia.
30. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Metodologia
Analisi dei dati:
Descrittiva (medie e dev. Standard di tutte le categorie della griglia)
Distribuzione dei soggetti in categorie rispetto ai percentili
Distribuzione dei soggetti in categorie rispetto ai cluster
Analisi della varianza allo scopo di caratterizzare i cluster rispetto al gioco.
31. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Medie
Comportamento inoccupato (17,79)
Comportamento da spettatore (17,02)
Gioco solitario funzionale senso-motorio (7,64)
Gioco solitario costruttivo (21,42)
Gioco solitario simbolico (8,49)
Gioco solitario con regole (0,48)
Gioco parallelo funzionale senso-motorio (0,76)
Gioco parallelo costruttivo (9,5)
Gioco parallelo simbolico (1,84)
Gioco parallelo con regole (0,14)
Gioco sociale funzionale senso-motorio (5,17)
Gioco sociale costruttivo (22,58)
Gioco sociale simbolico (43,22)
Gioco sociale con regole (4,29)
Parlare (8,15)
Litigare (0,89)
Parlare con la maestra1,41)
Comportamento prosociale (0,25)
32. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Distribuzione dei soggetti rispetto ai percentili
Punti percentili delle 3 macrocategorie:
Distribuzione di alcuni soggetti in categorie:
33. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Distribuzione dei soggetti rispetto ai Clusters
L’analisi gerarchica dei Clusters ha aggregato tra loro i comportamenti solitari, “spettatore” e “inoccupato”, producendo 3 Clusters:
I comportamenti evidenziati in grassetto differenziano in modo significativo i rispettivi Clusters.
34. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Distribuzione dei soggetti rispetto ai Clusters
Un’ulteriore analisi (Quick analisi dei Clusters) ha permesso di distribuire tutti i soggetti nei Cluster:
In questo modo è stato possibile vedere in che modo il comportamento solitario caratterizza tutti i soggetti, anche quelli più sociali.
35. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
Distribuzione dei soggetti rispetto ai Clusters
“TIMIDI” : il cluster 1 comprende 42 bambini il cui comportamento è prevalentemente “inoccupato” e “da spettatore”.
“M : il cluster 2 comprende 86 bambini che pur mostrando sia comportamenti solitari sia sociali, non si caratterizzano per nessuno di questi.
: il cluster 3 comprende 12 bambini che si caratterizzano per il gioco solitario costruttivo.
36. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
L’analisi della varianza (i clusters come variabili indipendenti e le categorie della POS come variabili dipendenti) ha evidenziato che, nei bambini misti, sono più frequenti:
Gioco sociale funzionale sensomotorio
Gioco sociale simbolico
Comportamento di litigio
37. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli LA FASE DESCRITTIVA-OSSERVATIVA
In sintesi…
Tra i bambini di età prescolare prevalgono giochi sociali, soprattutto di tipo simbolico e costruttivo;
Il comportamento solitario, seppure meno presente, caratterizza abbondantemente tutti i bambini, accanto e non in contrapposizione a quello sociale;
Il comportamento solitario più frequente è quello costruttivo e simbolico (più maturo);
38. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli Dopo avere individuato i tre clusters, ci si è proposti di valutare come i bambini si differenziavano rispetto ad altre variabili, in particolare:
Competenza sociale
(2) Competenza emotiva
In sintesi,si sono considerati i clusters come variabili indipendenti e le due competenze come variabili dipendenti.
39. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA SOCIALE
Ipotesi: verificare se i bambini “solitari costruttivi” sono competenti quanto i “misti” e se si differenziano dai “timidi”
Strumento: Questionario per la valutazione della competenza sociale (D’Odorico et al., 2001)
Analisi dei dati: Anova (clusters come variabili indipendenti e punteggio di competenza e singoli items come variabili dipendenti)
40. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA SOCIALE
RISULTATI
Calcolando l’Indice Globale di Competenza sociale, i “misti” ottengono un punteggio più elevato degli altri”, ma la differenza non è significativa rispetto ai “solitari costruttivi”. E’ significativa rispetto, invece, ai “timidi”.
Quindi, i bambini “solitari costruttivi” sono competenti socialmente quanto i bambini “misti”.
41. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA SOCIALE
RISULTATI RISPETTO AGLI ITEMS:
I S.C., più degli altri, “preferiscono giocare da soli”
I Timidi sono meno “cercati dagli altri” e devono più “essere sollecitati”
I S.C. “chiedono” più “attenzione all’insegnante”
I Misti “aggrediscono gli altri” più di frequente
I S.C. meno degli altri “sono affettuosi con i compagni” e “cercano di consolare”
I S.C., come i Misti, “chiacchierano durante il pasto”
I S.C., come i Misti, “sono ben accolti”, ma “pochi notano la loro assenza”
I S.C., più di tutti, “sono imitati dai compagni”.
42. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA SOCIALE
In sintesi:
I bambini “solitari costruttivi” non si differenziano per la competenza sociale da quelli “misti”, ed evidenziano anche qualche peculiarità che li contraddistingue.
I bambini “timidi” sono meno competenti sia rispetto ai “misti” sia ai “solitari costruttivi”.
43. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
Ipotesi:
Le diverse modalità di stare soli (clusters) sono associate a diversi livelli di competenza emotiva
Tra i diversi tipi di attività solitarie, quelle associate ad attività costruttiva presentano competenze emotive specifiche
44. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
Misure di competenza emotiva
Riconoscimento delle espressioni emotive (Etichettamento ed Indicazione delle espressioni emotive)
Comprensione delle situazioni emotive (vignette raffiguranti eventi emotivi)
Linguaggio emotivo (storia letta e commentata insieme ai bambini)
45. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
Analisi dei dati
Una prima analisi è stata finalizzata a rilevare eventuali differenze tra i clusters nel possesso delle abilità emotive indagate:
Variabile indipendente: il fattore Cluster a 3 livelli (“timidi”, “misti”, “solitari costruttivi”)
Variabili dipendenti: gli indici di Competenza Emotiva ricavati attraverso i compiti sperimentali.
46. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
RISULTATI
Considerando gli indici globali di competenza emotiva, non sono emerse differenze significative, cioè i bambini “timidi”, “misti” e “solitari costruttivi” sembrano possedere le stesse capacità.
Considerando, invece, indici più specifici, emergono differenze:
I bambini S.C. utilizzano più parole emotive degli altri
I bambini S.C. utilizzano più parole associate alla rabbia
I bambini S.C. si riferiscono, nel racconto di storie, di più a strategie di coping più evolute (centrate sull’emozione).
47. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
Una seconda analisi ha considerato le seguenti variabili:
Variabile indipendente: il fattore Livello di Competenza Emotiva (Alta, Media e Bassa, in funzione della distribuzione dei percentili)
Variabili dipendenti: tutte le categorie comportamentali della POS
In sostanza, i bambini sono stati suddivisi in tre categorie a seconda della loro competenza emotiva e poi si è verificato se si differenziavano anche per le categorie della POS.
48. X Modulo: ritiro sociale e capacità di stare soli COMPORTAMENTO SOLITARIO E COMPETENZA EMOTIVA
In conclusione, il comportamento solitario non è necessariamente associato a incompetenza emotiva, occorre distinguere modalità diverse di “stare soli:
Il comportamento solitario associato a inibizione e timidezza e quello caratterizzato da gioco funzionale sensomotorio , entrambi considerati in letteratura “a rischio”, sono effettivamente associati a bassi livelli di competenza emotiva;
I bambini solitari costruttivi, invece, non solo non si differenziano globalmente dai bambini misti, ma sembrano essere anche caratterizzati da alcune competenze specifiche:
Produzione di un linguaggio emotivo più ricco, soprattutto rispetto alla rabbia
Maggiore riferimento a strategie di coping più evolute.