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INCONTRO DI FORMAZIONE PER CATECHISTI. LA SPIRITUALITA’ DEL CATECHISTA. SPIRITUALITA’ CRISTIANA.
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SPIRITUALITA’ CRISTIANA “Voi già lo sapete, non è principalmente la quantità del lavoro che fa crescere la comunità, ma la qualità: una chiesa non la si organizza, ma la si genera con fecondità dei carismi, quello della santità è il più fecondo. (Lettera per la riconsegna del ”Documento di base”, 1988 n.14)
SANTITA’ La santità è l’obiettivo più importante e urgente nella formazione di un catechista.
La santità è <<misura alta>> della vita cristiana ordinaria (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, n. 31)
«LA VOCAZIONE UNIVERSALE ALLA SANTITÀ NELLA CHIESA». Le affermazioni sulla chiamata universale alla santità sono contenute nel capitolo quinto della Costituzione dogmatica Lumen Gentium, articolate in quattro paragrafi: n.39 La santità nella Chiesa; n.40 Vocazione universale alla santità; n.41 Esercizio multiforme dell’unica santità; n.42 La via e i mezzi della santità.
L’‹‹essere››del catechista Il catechista è anzitutto un cristiano: il suo "essere" è plasmato dallo Spirito Santo, e la sua vita profonda è una vita "spirituale", una"spiritualità".Il catechista è un cristiano in qualche modo "speciale", deve dunque avere una sua propria "spiritualità"?
"Adempiere nella comunità un ministero che, per sua origine, è sempre un dono dello Spirito alla Chiesa, comporta l’esigenza di una forte spiritualità (cfr RdC, n. 189). Si tratta di una qualificazione della spiritualità di base che caratterizza la vita di ogni battezzato.Tutti i documenti ecclesiali sono attenti a delineare la fisionomia spirituale e apostolica del catechistica, suggerendo qualità ascetiche, virtù, atteggiamenti interiori, indispensabili per rendere credibile la suaopera“.Gatti G."Spiritualità del catechista" nel Dizionario di catechetica (Elle Di Ci, Leumann-To, p: 605)
LA “SPIRITUALITÀ DI BASE” COMUNE A TUTTI I BATTEZZATI
LA SPIRITUALITÀ CRISTIANA È COMUNIONE TRINITARIA OGNI CRISTIANO E’ TALE A MOTIVO DEL RAPPORTO ESSENZIALE CHE HA CON IL PADRE, IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO: RELAZIONE CHE SI ESPRIME NELLE VIRTÙ TEOLOGALI FEDE CARITA’ SPERANZA
Tuttavia su questa base comune possono innestarsi ed effettivamente si innestano diverse modalità di realizzazione. La proposta di vita, fatta da Gesù Cristo, è talmente ricca che nessuna persona e nessun gruppo sono in grado di esaurirla; Come è noto, comunemente si parla di spiritualità di ordini e congregazioni religiose, di movimenti ecclesiali del nostro tempo….; così pure di spiritualità sacerdotale, monastica, laicale, coniugale…. Tra le molteplici e varie spiritualità può e deve esserci anche una “spiritualità propria del catechista”.
La spiritualità propria del catechista"La spiritualità del catechista è da intendere come una dimensione permanente, che investe in modo organico, unitario e coerente la persona, presiede e anima i diversi momenti del suo agire, coinvolgendo le scelte pedagogiche e metodologiche, promuovendo una sintesi tra vita e la fede, il suo essere e il suo agire, così da rendere più trasparente e credibile la propria esperienza cristiana nella comunità".Gatti G."Spiritualità del catechista" nel Dizionario di catechetica (Elle Di Ci, Leumann-To, p: 606)
La necessita’ di una spiritualità propria per il catechista deriva dalla sua vocazione e missione.La sua spiritualità è strettamente legata alla sua condizione di “cristiano” e di “laico”, reso partecipe, in misura propria dell’ufficioprofetico, sacerdotale e regale di Cristo. L’indole propria del laico è quella “secolare”, con il “dovere specifico, ciascuno secondo la propria condizione, di animare e perfezionare l’ordine delle realtà temporali con lo spirito evangelico”.
Indicazioni del magistero ecclesialeRiferendoci alle indicazioni proposte dai documenti ecclesiali sulla catechesi, possiamo dire che i tratti che delineano “la fisionomia spirituale del catechista” sono in sostanza atteggiamenti e comportamenti legati alla sua missione.CEI, ll rinnovamento della catechesi, 1970, nn.185-188;CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio catechistico generale, 1971, n.114PAOLO VI, Evangeliinuntiandi, 1975, nn. 75-77, 80;GIOVANNI PAOLO II, Catechesi Tradendae, 1979, nn. 6, 9, 56, 62, 66, 72-73CEI, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, 1982, nn. 18, 29UCN, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, 1991, n. III,3CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi, 1997, nn. 231, 234, 235;UCN, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, 2006, nn. 23-24CEI, lettera dei vescovi per la riconsegna del documento base “Il rinnovamento della catechesi”, 1988 e 2010.
“Nell’assolvimento del loro compito, i catechisti fanno molto più che insegnare una dottrina. Sono testimoni e partecipi di un mistero, che essi stessi vivono e che comunicano agli altri con amore.Questo mistero li trascende infinitamente: e tuttavia esso si compie anche attraverso la loro azione, che lo attesta lo spiega, lo fa rivivere. Nell’adempiere la sua missione, chi fa catechesi nutre profonda umiltà e ferma fiducia.Testimoni di Cristo Salvatore, ogni catechista deve sentirsi e apparire, lui pure, un salvato: uno che avuto non da sé, ma da Dio, la grazia della fede, e si impegna ad accoglierla e a comprenderla, in un atteggiamento di umile semplicità e di sempre nuova ricerca. Educatore dei fratelli nella fede, egli e’ debitore verso tutti del Vangelo che annuncia; dalla fede e dalla testimonianza di tutti, egli si lascia a sua volta educare.Il catechista e’ consacrato e inviato da Cristo e può fare affidamento su questa grazia: deve anzi sollecitarne l’abbondanza, per divenire, nello Spirito, strumento adatto della benevolenza del Padre. Egli e’ consapevole portavoce della Chiesa, dalla cui esperienza di fede gli viene sicurezza”. ( Il rinnovamento della catechesi, n. 185 ).
“Come ogni dono divino, anche l’essere catechista è una realtà che non solo va accettata ma continuamente richiesta. Chi si sente chiamato a questo servizio deve continuamente sollecitare, nella preghiera, l’abbondanza della grazia, "per divenire, nello Spirito, strumento adatto alla benevolenza del Padre" (RdC 185). L’essere destinatario di un dono di Dio, e l’essere divenuto dono di Dio agli altri, deve far sorgere nel catechista l’esigenza di una forte crescita di vita spirituale”.(CEI, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana,1982, n.12)
LA FORMAZIONE DEI CATECHISTI NELLA COMUNITÀ CRISTIANA, 2006n. 23 Il catechista è continuamente chiamato a mettersi in discussione dentro una specifica spiritualità che lo sollecita a superare la rigidità e la fissità dei percorsi di annuncio del vangelo; a uscire da consuetudini stereotipate; a gestire eventuali situazioni conflittuali e svantaggiose, per discernere il meglio qui e ora. In questo senso, è importante che:1. intraprenda un cammino di discernimento personale come esperienza forte di fede per la liberazione, la salvezza e l’umanizzazione;2. accetti di essere messo in discussione dagli altri e da Dio attraverso gli altri per esplorare sempre in modo nuovo la ricchezza del patrimonio cristiano;3. si senta parte dell’intera comunità e quindi si lasci provocare dalle esigenze della comunità per metterla in grado di esercitare il suo ruolo di educatrice della fede;4. superi gli interessi personali con la purificazione del cuore e maturi un clima di preghiera per accompagnare il suo agire e per saper educare e guidare alla preghiera.
24. Nella crescita spirituale del catechista è fondamentale tenere costantemente presente la cura della persona del catechista e l’abilitazione al suo ministero. Soggetto della formazione è quindi l’adulto in quanto sollecitato nel suo ruolo di catechista.Andando incontro alle esigenze del suo ruolo, lo si aiuta a fare chiarezza sul proprio mondo interiore e sul proprio cammino di fede.
Il rapporto personale con Cristo “Voi, dunque,siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48) Cosa deve fare il catechista per percorrere questo cammino?
Essere ascoltatore attivo della Parola di DioLa Parola di Dio deve essere accolta in modo "religioso" dal catechista: egli deve lasciarsi plasmare fino a diventare lui stesso Parola di Dio. Porsi in ascolto attivo della Parola comporta che l’ascolto sia costante, che la Parola sia meditata, che verso di essa ci siponga in atteggiamento di umiltà e disponibilità.
Essere perseverante nella preghiera personale e comunitaria.Il catechista deve avere uno "spirito di preghiera": solo così potrà parlare di un Dio che ha "conosciuto" e riuscire quindi a trasmettere un’esperienza di fede.
La preghiera è un’esperienza spirituale, avviene cioè per opera dello Spirito Santo:"E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Gal 4 ,6-7).
E’ soprattutto nella preghiera (nel segreto della coscienza e del cuore) che noi ascoltiamo lo Spirito Santo, il nostro maestro che ci fa comprendere quelle cose che da soli non saremmo in grado di penetrare. La preghiera, soprattutto per il catechista, deve essere personale
Preghiera personale "Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà“ (Mt 6,6)
la dimensione della preghiera è anche comunitaria……deve cioè integrarsi con tutte le altre espressioni della vita ecclesiale e con le altre forme di preghiera dell’assemblea e del gruppo.
Vivere una forte esperienza liturgico-sacramentale. Il ministero del catechista non è un’attività a se stante ma è profondamente radicato nella vita sacramentale..
Tale spiritualità si alimenta attraverso la meditazione personale e comunitaria della parola di Dio, un’intensa vita liturgico - sacramentaleche accosti spesso il catechista ai sacramenti dell’eucaristia e della penitenza, una continua riflessione sulla propria esperienza di vita cristiana che si avvalga del ricorso alla direzione spirituale.(CEI, Formazione dei catechisti nella comunità cristiana, n.18).
Quella del catechista deve essere un’esistenza eucaristica:"Al vertice di questa azione educativa, sta la preoccupazione di disporre i fedeli a fare del mistero eucaristico la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana. Tutto il bene spirituale della Chiesa è racchiuso nell’Eucarestia, dove Cristo, nostra Pasqua, è presente e dà vita agli uomini, invitandoli a introducendoli a offrire se stessi con Lui e in sua memoria, per la salvezza del mondo" (RdC 46). L’Eucaristia infatti è la più alta e piena realizzazione della salvezza, fonte e culmine dell’esistenza cristiana, nutrimento fondamentale della crescita nella fede:"La celebrazione dell’Eucarestia è il momento fondamentale per la crescita di tutta la comunità e di ogni suo membro nella fede di Cristo" (RdC 73).