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I PEPS (Profili e Piani di Salute): la programmazione partecipata sul territorio

I PEPS (Profili e Piani di Salute): la programmazione partecipata sul territorio. Dipartimento Politiche Sociali. Il concetto di SALUTE.

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I PEPS (Profili e Piani di Salute): la programmazione partecipata sul territorio

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Presentation Transcript


  1. I PEPS(Profili e Piani di Salute):la programmazione partecipata sul territorio Dipartimento Politiche Sociali

  2. Il concetto di SALUTE La salute è definita nella Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“. Viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questo principio assegna agli Stati e alle loro articolazioni compiti che vanno al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi devono farsi carico di individuare e cercare la modifica di quei fattori che influiscono negativamente sulla salute collettiva, promuovendo al contempo quelli favorevoli. Il carattere "utopistico" di tale definizione è molto chiaro e condivisibile in quanto descrive una situazione di completa soddisfazione e felicità che forse non può essere mai raggiunta, ciononostante costituisce un punto di riferimento verso il quale orientare i propri sforzi.

  3. Cosa sono i PePS… Il profilo e piano di salute, PEPS, è lo strumento con cui la comunità locale, a livello distrettuale, definisce il proprio profilo di salute, individua gli obiettivi di salute e produce linee di indirizzo volte ad orientare le politiche del territorio. Il PEPS, previsto all’articolo 14 della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 “Norme per la programmazione sociosanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale”: a) definisce gli obiettivi prioritari di salute e benessere; b) identifica tutti i soggetti coinvolti, i rispettivi ruoli e i contributi specifici; c) attiva gli strumenti di valutazione del raggiungimento degli obiettivi.

  4. Profilo di salute Il “Profilo di salute” di un distretto e della relativa popolazione rappresenta una descrizione qualitativa e quantitativa delle prospettive positive di salute, ma anche dei fattori negativi di criticità e/o di danno, finalizzata all’ informazione e comunica- zione partecipata in vista di una iniziale selezione di priorità.

  5. Piano di salute Il “Piano di salute” è l’elaborazione ponderata e mirata di una “terapia” partecipata di comunità, volta a produrre una selezione partecipata delle priorità, a valutare l’impatto degli interventi progettati per governare i danni conclamati, ridurre o rimuovere i determinanti negativi, promuovere e diffondere i determinanti positivi. Individuare quindi obiettivi concreti e sostenibili di sviluppo corroborato da valutazioni sociali, economiche, etiche ed ambientali, razionalmenteescientificamente fondate.

  6. Perché ci riguardano? Il quarto comma dell’articolo 14 della L.r. 18/ 2007 recita: “Il Comitato dei sindaci, sentiti i soggetti interessati e previa concertazione con i soggetti di cui all' articolo 10, comma 1, predispone il PEPS e lo approva a maggioranza.” Il primo comma dell’articolo 10, a sua volta: “La Regione prevede, nella fase di elaborazione degli atti di programmazione, la partecipazione degli utenti, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di tutela e di promozione sociale, della cooperazione sociale e degli altri soggetti del terzo settore al processo di programmazione socio-sanitaria in ambito regionale e locale…”

  7. Cosa sono i PePS… Con la definizione dei PePS, e successivamente con la realizzazione e l’aggiornamento degli stessi, si attua un percorso a forte connotazione federalista. La comunità locale del territorio coincidente con il Distretto sociosanitario, tramite i propri sindaci, il sindacato e tutte le articolazioni della società civile che saranno coinvolte, valuta le condizioni che ne permettono l’agio ed il benessere in termini di salute, sociali, economici ed ambientali. Identificare tali condizioni (determinanti positivi) consente di salvaguardarle e promuoverne il potenziamento e l’estensione.

  8. Cosa sono i PePS… Analogamente vanno identificate le condizioni che, nel territorio considerato, causano disagio in termini di salute e sociali. I costi di tale disagio sono individuali/familiari per chi ne sia afflitto, ma pure economici riferiti all’intera comunità. Esempio efficace sono gli incidenti stradali… Identificare tali condizioni (determinanti negativi) consente di definire le priorità di intervento, sulla base dell’incidenza e degli oneri finanziari collegati. Il processo può funzionare se si mantiene uno stretto rapporto tra obiettivi e mezzi, nonché se si evita l’incremento dell’offerta di servizi fine a se stessa.

  9. Cosa sono i PePS… • Il processo di costruzione dei PEPS, per la sua natura sperimentale, potrà esser oggetto di integrazioni e/o adattamenti, rispetto alle linee guida della DGR. n. 3-9978. • L’individuazione dei determinanti e la scelta delle priorità devono seguire due filoni di intervento: • quello a prevalente connotazione politica, di orientamento di tutte le politiche territoriali alla tutela e promozione della salute e del benessere (VIS); • quello, più specifico e delimitato, del governo e della configurazione dei servizi sociosanitari (VISS). • La costruzione del Piano di Salute, al termine del percorso, dovrà poi integrarli e sintetizzarli.

  10. Chi ha la titolaritàdei PePS… È il Sindaco che rappresenta l’autorità sanitaria locale ed è chiamato ad esercitare questa responsabilità in modo collegiale nella dimensione del Distretto, attraverso il Comitato dei Sindaci del Distretto (Comitati dei Presidenti di circoscrizione per le aree metropolitane). Il Comitato dei sindaci di distretto, come previsto all’articolo 8 della legge regionale 18/2007 è composto dai sindaci dei Comuni compresi nell’ambito territoriale del distretto e vi partecipano, con diritto di voto, i presidenti delle province (ovvero, per le aziende sanitarie torinesi, il sindaco della città di Torino nella sua qualità di presidente della conferenza dei presidenti di circoscrizione) ed il presidente dell’ente gestore dei servizi sociali.

  11. Chi ha la titolaritàdei PePS… • Il Distretto è la sede territoriale adeguata, tanto per il congruo bacino d’utenza, quanto per una appropriata valutazione di efficacia della rete socio-sanitaria. • Spetta alle amministrazioni locali del Distretto garantire che: • il PePS sia armonizzato con gli altri livelli di programmazione territoriale (Piano attuativo locale con le Aziende Sanitarie competenti, Piano di zona con gli Enti Gestori, Programma delle attività territoriali); • vengano messe in opera le azioni previste dal PePS; vengano facilitate e monitorate le azioni previste dal PePS per quanto di competenza degli altri soggetti che insistono sul Comune.

  12. Chi ha la titolaritàdei PePS… I Sindaci e le amministrazione comunali esercitano questo ruolo con la necessaria flessibilità, garanzia di appropriatezza ed efficacia favorendo le forme di partecipazione ritenute più appropriate e sostenibili da parte della comunità locale, in vista del comune e consensuale raggiungimento degli obiettivi di salute definiti dal PePS. Il Comitato dei Sindaci del Distretto adeguatamente supportato da operatori professionali, avvia la costituzione dei Laboratori territoriali (LLS) entro il 31 dicembre 2008.

  13. Laboratori territoriali (LLS) Il Comitato dei Sindaci del Distretto dirige, orienta e finalizza i lavori del LLS, primo ambito di elaborazione, curando e promuovendo: • iniziative informative/formative per sensibilizzare al nuovo compito e alla nuova opportunità sociale; • una minima formalizzazione del piano di lavoro per la definizione dei Profili di salute e di criteri di giudizio sull’evoluzione del processo; • un piano operativo concreto per l’utilizzo dei patrimoni informativi locali formali ed informali;

  14. Laboratori territoriali (LLS) • una minima formalizzazione argomentata di criteri di interpretazione dei dati informativi costruiti e validati per i profili di salute, con particolare attenzione e riferimento ai determinanti negativi e positivi di salute; • una minima formalizzazione argomentata di criteri ragionevoli, sensati e validati di ordinamento delle priorità; • l’esame critico dell’impatto diretto o indiretto sulla salute del complesso delle politiche territoriali (Valutazione d’Impatto sulla Salute / V. I. S. ); • l’elaborazione e la negoziazione di uno specifico Piano per la Salute sussidiariamente concordato e verificato con le altre istituzioni pubbliche e sociali • Il monitoraggio periodico degli indicatori di processo e di esito del Piano di salute

  15. Laboratori territoriali (LLS) I Laboratori territoriali (LLS) dovranno disporre di riferimenti logistici, risorse organizzative, tecnico-professionali e finanziarie. Sono una forma organizzativa funzionale a connotazione aperta e flessibile, bilanciata tra istituzioni, società civile organizzata e soggetti professionali, al fine di evitare asimmetriche derive tecnocratiche. Saranno prioritariamente assistiti e supportati dal contributo tecnico dei soggetti professionali della pubblica amministrazione: le ASL, gli Enti gestori delle prestazioni sociali e, a seguire, con livelli variamente modulati di intensità, di specificità (e di autonomia) ARESS, ARPA, IRES, CSI, ASO, la rete dei Servizi di Epidemiologia, il Centro Regionale di Documentazione per la salute, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, i Presidi multizonali di profilassi e polizia veterinaria, le Università, …

  16. I facilitatori Per agevolare e concretizzare il complesso lavoro che deve essere svolto nell’ambito dei laboratori territoriali, verranno individuati dei professionisti delle ASL e degli Enti Gestori chiamati a svolgere il ruolo di facilitatori nella costruzione sociale dei PePS. Il programma di formazione dei facilitatori dovrà concludere la sua fase iniziale entro la primavera 2009 per trasformarsi in un programma strutturato di revisione delle principali criticità di funzionamento emergenti dal sistema di monitoraggio. Il Centro Regionale di Documentazione per la Salute e la Rete regionale di Epidemiologia sono chiamati, tra l’altro, ad assicurare momenti specifici e mirati di assistenza nel processo di formazione dei facilitatori stessi.

  17. Le fonti informative Diverse ed ampie sono le fonti di informazione dalle quali attingere per delineare il quadro più completo possibile dei determinanti di salute, positivi e negativi, sul territorio distrettuale. Le linee-guida, a puro titolo di esempio, ne citano alcuni: • Rete per la Salute (RS): Strumento informativo previsto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), realizzato in Piemonte dalla Regione, dal Cipes e dal CSI, reperibile sul sito internet http://www.ruparpiemonte.it/servizi_intranet/profili_salute/. Pur non ancora completo, ha lo scopo di rendere fruibili gli indicatori fondamentali. Comprende diversi sottosistemi volutamente non ristretti al dominio sanitario

  18. Le fonti informative • La “Rete delle Conoscenze”, servizio nato per valorizzare e sfruttare a pieno il patrimonio informativo regionale (dati, misure ed indicatori), al fine di rendere disponibili strumenti statistico-decisionali agli enti locali piemontesi, disponibile su internet al sito: http://www.regione.piemonte.it/innovazione/innovazione/ict-information-communication-technology/la-diffusione-del-patrimonio-informativo/la-rete-delle-conoscenze.html • Archivi centrali o locali, banche dati specifiche / dedicate e settoriali attivabili, integrabili e valorizzabili. • Atlanti, relazioni, indagini ad hoc e qualsiasi altro strumento descrittivo quantitativo e/o qualitativo utile alla descrizione antropologica, sociologica, sanitaria ed epidemiologica del sistema.

  19. Gli ambiti di intervento La Risoluzione “Salute in Tutte le Politiche”, approvata il 18-12-2007, durante la Sessione della Conferenza Europea delle delegazioni ministeriali dei Ministeri della salute dei 27 Stati Membri della U.E., impegna ad influenzare in modo efficace i fattori determinanti della salute, riaffermando il proprio impegno per le strategie dell’UE e per le politiche sul controllo del tabacco, sulla nutrizione e sull’attività fisica, sui danni legati all’alcool, sulla dipendenza da droga, sulla salute mentale, sulla salute sul lavoro e sicurezza, sulla salute e ambiente, sulla salute ed emigrazione, sull’invecchiamento, sulla prevenzione degli incidenti e degli infortuni e le tematiche relative alla salute sessuale. A questi si aggiungano, a titolo esemplificativo: dotazione genetica, età, genere, povertà, occupazione, esclusione sociale, ambiente sociale e culturale, educazione, famiglia, aria, acqua, alimenti, rifiuti, rumore, abitazione, clima, farmaci, trasporti,…

  20. Le politiche interessate Tutte le politiche del territorio possono concorrere alla promozione della salute ed in questo senso nessun ambito delle politiche locali dovrebbe essere escluso dalla revisione circa il loro impatto attuale o potenziale sulla salute. Al di là delle denominazioni utilizzate nelle singole amministrazioni in base alla distribuzione delle deleghe, gli ambiti e i settori di politiche che andrebbero presi in considerazione sono i seguenti: • Politiche sociali e di welfare - Infanzia e sviluppo - Istruzione - Famiglia - Lavoro - Povertà e assistenza - Immigrazione - Sanità – Cultura - Politiche economiche - Sviluppo - Economia – Finanza - Pensioni – Agricoltura - Commercio – Turismo - Politiche del territorio – Ambiente - Trasporti - Clima - Energia – Rifiuti – Urbanistica – Casa – Sicurezza - Politiche dei diritti - Genere – Sindacalizzazione - Invecchiamento - Partecipazione - Volontariato e sussidiarietà

  21. La predisposizione del PePS deve essere articolata nelle seguenti fasi metodologiche: • avvio della costituzione del LLS entro il 31 dicembre 2008; • delineazione di una prima traccia di documento di Profilo di Salute e successiva approvazione da parte del Comitato di Distretto, con una prima scelta di priorità, entro il 30 settembre 2009; • presentazione pubblica alla comunità distrettuale del documento di Piano di Salute, con l’argomentazione delle scelte di priorità, entro il 31 ottobre 2009; • formulazione e formalizzazione della scelta delle soluzioni prioritarie progettate, programmate e definitivamente condivise, entro il 31 dicembre 2009; • disponibilità definitiva di un documento di registrazione / comunicazione degli impegni assunti dalle amministrazioni comunali del Distretto, dalle agenzie locali e dagli altri attori partecipanti al LLS, in primis l’ASL, l’ASO e Enti gestori / CSA, entro il 30 giugno 2010.

  22. La predisposizione del PePS Ai fini della piena integrazione tra gli strumenti di programmazione locale, è necessario operare dando unicità e unitarietà al processo programmatorio locale, realizzando attraverso il PePS il quadro di riferimento da cui possono efficacemente discendere due strumenti di programmazione operativa di distretto, costituiti dal Programma di attività distrettuale e dal Piano di zona. Il primo, articolazione del Piano attuativo locale, fa conseguire all’analisi dei determinanti prioritari definiti nei PePS gli interventi distrettuali di natura sanitaria necessari per affrontarli; il Piano di zona costituisce lo strumento che fissa le strategie di risposta dei servizi sociali e sanitari, e la sede per la definizione degli interventi congiunti e delle azioni comuni di integrazione – anche produttiva – socio-sanitaria, da indicare nell’accordo di programma relativo.

  23. Glossario • I PEPS ed i relativi provvedimenti utilizzano sigle ed acronimi che, per comodità, qui brevemente si riportano: • PEPS: Profili e Piani di Salute. Le relative linee guida sono state licenziate con DGR. n. 3-9978 del 5 novembre 2008 • GIA: Gruppo composto da diversi Assessorati regionali per coordinare e valutare specifiche politiche settoriali • HPH: Promozione ospedaliera della salute (Health Promoting Hospital) • LEA: Livelli Essenziali di Assistenza • LLS: Laboratori territoriali, prima sede in cui si affrontano le materie relative ai PEPS • OMS: Organizzazione Mondiale della Salute

  24. Glossario • PAL: Piani Attuativi Locali, strumento con il quale le ASL programmano le attività da svolgere recependo quanto previsto dai PEPS di distretto e dai piani di zona • PPA: Piani di Prevenzione Attiva • PSSR: Piano SocioSanitario Regionale vigente (2007/2010) • RS: Rete per la Salute. Strumento informativo previsto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), realizzato in Piemonte dalla Regione, dal Cipes e dal CSI, reperibile sul sito internet http://www.ruparpiemonte.it/servizi_intranet/profili_salute/ • VIS: Valutazione dell’Impatto sulla Salute • VISS: Valutazione dell’Impatto sul Sistema Sanitario (rispetto al VIS è volto alle procedure più che agli obiettivi)

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