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Le città italiane verso le smart cities. Area Ambiente, Cultura e Innovazione ANCI. Perché “ cities ”. E’ necessario partire dalle città perché: ospitano oltre il 50% della popolazione mondiale consumano il 75% dell’energia mondiale sono responsabili dell’80% delle emissioni di CO2
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Le città italiane verso le smartcities Area Ambiente, Cultura e Innovazione ANCI
Perché “cities” E’ necessario partire dalle città perché: • ospitano oltre il 50% della popolazione mondiale • consumano il 75% dell’energia mondiale • sono responsabili dell’80% delle emissioni di CO2 • producono il 75% dei rifiuti
Perché le “cities” hanno la necessità di diventare “smart” • sono responsabili delle politiche locali, quelle che incidono direttamente sui cittadini e lo sviluppo • sono chiamate a maggiori responsabilità con risorse sempre minori • hanno obblighi diretti sempre maggiori (direttive aria, acqua, rumore, sicurezza…) • hanno problemi simili ma necessitano di soluzioni locali commisurate alle diverse specificità • possono attuare più facilmente sperimentazioni avanzate di PPP
Smart city come tema di politica europea • Gennaio 2008: la Commissione Europea lancia il Patto dei Sindaci (CovenantofMayors) - città europee verso la sostenibilità energetica e ambientale entro il 2020 • 8 iniziative tra cui “Smart Cities Initiative” -> migliore efficienza energetica e diffusione di energie rinnovabili nelle grandi città, economia a basse emissioni di CO2 • Dotazione finanziaria 10-12 miliardi di euro (su 58/71) fino al 2020 • Forte correlazione tra produzione/gestione energetica, infrastrutture di rete evolute (NGN o smart grid), integrazione reti/servizi innovativi • Ruolo chiave dell’industria partner • Città italiane ad oggi coinvolte: Genova, Torino, Bari • Impegni: dai Piani energetici ai Piano d'azione energia sostenibile (PAES) • Ad oggi 1.700 Comuni italiani aderenti (di cui meno di 300 hanno adottato il PAES) • Nessuna dotazione finanziaria diretta – ma opportunità di utilizzo fondi BEI come Elena e UE come fondi strutturali FESR 2007 – 13 o strumenti finanziari nuovi per interventi specifici • Ottobre 2009: European Strategic Energy Technology Plan SET Plan - Towards a low-carbon future (Roadmap al 2020)
Smart city come tema di politica locale Dal 2011, il paradigma della smart city è entrato con forza nell’agenda di molti Comuni italiani grazie a: • iniziative UE sulla sostenibilità ambientale – in particolare le European Industrial Initiatives a valere sul SET-Plan - Strategic Energy Technologies for Long Term - e l’innovazione digitale – cfr. Tema 5: Open innovation per servizi internet nelle Smart Cities del CIP 2007-2013 priorità data, a livello governativo, allo sviluppo dell’Agenda Digitale Italiana, all’interno della quale le tematiche legate alla smart city assumono per la prima volta un rilievo nazionale • fase attuale di contrazione delle risorse a disposizione dell’agire pubblico locale, che fa emergere come strada quasi obbligata l’utilizzo “intelligente” e integrato delle tecnologie e un rapporto a maggiore valore aggiunto con il privato
L’importanza della pianificazione Dotarsi di una PIANIFICAZIONE STRATEGICA INTEGRATA Ridurre il debito pubblico Aumentare la crescita Assicurare la coesione sociale Assicurare la coesione territoriale = Convogliare sugli stessi obiettivi strategici i piani settoriali e le azioni A partire da L’approvazione del Piano d’Azione Energia Sostenibile Incidere sul risparmio energetico Favorire l’innovazione Assicurare la partecipazione democratica Perseguire lo sviluppo sostenibile
Patto dei Sindaci e Smart city redigere il: Adesione al Patto dei Sindaci 2 1 Piano Azione Energia Sostenibile individuare i consumi : Gas naturale: tot m3 Energia elettrica: tot MWh Prodotti petroliferi: tot litri utilizzare le tecniche SMART per attuare il PAES Indicatore complessivo C02 : tot t/a 5 3 fissare gli obiettivi: innovare le politiche: individuare le azioni: Settori di intervento del Piano e progetti attuativi monitorabili OBIETTIVI DEL PIANO: RIDUZIONE 20% CO2, RINNOVABILI AL 20%, RISPARMIO 20% 4 Fonte: Comune di Piacenza
Una prima analisi sull’esistente L’ANCI, nell’ambito dell’osservatorio nazionale Smart Cities, ha avviato un’indagine conoscitiva su alcune città italiane individuate quali portatrici di esperienze di interesse, per indagare: • approcci verso la smart city • aree di intervento (bisogni e relativi progetti) • strumentazione finanziaria • benefici attesi • vincoli • meccanismi di governance
Verso la smart city italiana: la fotografia ad oggi Un nucleo di grandi città che, in particolare grazie alla spinta dei bandi europei, hanno avviato percorsi strutturati verso la Smart City attraverso un approccio “olistico” di messa a sistema di progetti e interventi in ottica unitaria, nonché di meccanismi di governance multilivello fra attori pubblici, del mondo produttivo, del mondo bancario, della ricerca e della cultura Un numero significativo di Comuni, soprattutto medi, che negli anni hanno sperimentato e messo a regime interventi di grande qualità su settori specifici (mobilità sostenibile, e-government, efficientamento energetico, valorizzazione del patrimonio culturale, gestione integrata dei dati) e che ora iniziano a operare in direzione dell’integrazione con gli altri ambiti di intervento cittadino Contesti urbani e di area vasta che, spesso a causa di un divide territoriale, dimensionale e infrastrutturale, appaiono ancora in ritardo rispetto all’adozione di modelli di pianificazione e interventi basati sull’integrazione delle reti, dei servizi e degli attori territoriali
Approcci e iniziative orientate allo sviluppo della smart city Tratti comuni a tutte le esperienze più evolute: • Significativa apertura alla partecipazione dei cittadini • Buon livello di analisi territoriale e conseguente valorizzazione degli asset esistenti • Utilizzo di strumenti di programmazione codificati (anche a livello europeo): PAES, piano delle infrastrutture, ecc. • Rilancio degli strumenti di e-government Alcune differenze: • Partecipazione a network sovranazionali (Patto dei Sindaci) vs visione locale • Approccio olistico vsiperfocalizzazione tematica
Di cosa parliamo quando parliamo di smart city? Le città intervistate presentano un bouquet molto diversificato di soluzioni “etichettate” come smart, esaminando le quali si possono identificare gli ambiti di intervento maggiormente coperti: Smart people Smart mobility Smart energy Smart government Banda larga NGN Smart environment Smart living Partecipazione
Strumentazione finanziaria Relativamente alle fonti di finanziamento dei progetti emerge: • un prevalente ricorso a strumenti “classici” (risorse comunali, regionali, nazionali) di finanziamento per i progetti in corso o già realizzati • un’apertura verso forme di finanziamento “innovative” (PPP, project financing, ESCO per gli interventi del settore energia) per gli interventi programmati
Vincoli/criticità Estrema rigidità dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità interno, che di fatto riducono al minimo le possibilità di investimento diretto delle città per gli interventi di innovazione, e significativa diminuzione, attualmente e nei prossimi anni, delle risorse finanziarie a disposizione delle amministrazioni locali Scarsezza, almeno relativamente ai passati cicli di programmazione comunitaria, di programmi e risorse esplicitamente dedicate allo sviluppo integrato di soluzioni innovative in ambito urbano Forte tecnicalità e multisettorialità della normativa di riferimento, che rende difficile la ricostruzione di un quadro coerente con un’ottica di sviluppo urbano integrato Poca consuetudine ad adottare una visione di tipo olistico che, approcciando congiuntamente tutte le variabili (urbanistica, energetico – ambientale, economica, sociale, ecc.) renda possibile proporre soluzioni che trovino consenso e diffusione sul mercato Scarsa cultura della pianificazione strategica pluriennale e integrata, decisiva ai fini della messa in cantiere di interventi di Smart City
Vincoli/criticità Inefficacia, relativamente alla tipologia di interventi smart, delle modalità di procurement basate principalmente sul principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, a svantaggio degli elementi di valutazione tecnica e tecnologica nella fase di assegnazione e del sostegno ad aziende che si affacciano sui mercati con prodotti nuovi, frutto della ricerca più avanzata e promettente Ridotto utilizzo di modalità di finanziamento basate sui risparmi di spesa futuri (legati ad es. al minor peso delle bollette energetiche, alla riduzione di malattie, incidenti stradali, disastri ambientali) generati dagli interventi immediati Vincoli derivanti, nei casi di interventi basati sull’utilizzo integrato delle reti di pubblico servizio (rete pubblica illuminazione, rete elettrica, banda larga, reti idriche, TPL, ecc.), dai contratti di servizio in essere, sui quali è giuridicamente complesso introdurre modifiche Crisi di liquidità del sistema creditizio che pone, fra l’altro, interrogativi sull’efficacia dei Fondi di garanzia o dei mutui a tassi agevolati per il finanziamento dei progetti
Meccanismi di governance • Quasi ovunque si sono costituiti tavoli, ma con funzioni differenti: consultazione tecnica, discussione propositiva, analisi territoriale, reperimento fondi • In alcune città, sono state create Fondazioni di partecipazione o Associazioni che collaborano con il Comune per l’impostazione e la gestione dei piani locali • Apertura ai diversi attori economici locali (utilities, gestori di reti, aziende ICT, Università locali) attraverso specifici Protocolli d’intesa • Forte committenza e chiara definizione delle responsabilità tecniche all’interno delle organizzazioni comunali
I passi verso un master planper le smartcities italiane • Analisi dell’as is e dei bisogni, in termini di dotazione infrastrutturale materiale e immateriale, dati disponibili e relativi sistemi di integrazione, livello di offerta e utilizzo dei servizi • Definizione degli obiettivi strategici di sviluppo urbano: pochi e chiari, sui quali sia possibile generare consenso nella cittadinanza • Definizione degli indicatori di misurazione relativi agli obiettivi strategici • Individuazione delle aree di intervento, in termini progettuali, di dimensionamento, di localizzazione • Redazione e riorientamento degli strumenti di programmazione e pianificazione, finalizzandoli al raggiungimento degli obiettivi strategici • Ridefinizione di competenze e funzionamento delle strutture amministrative coinvolte, con relativi atti di indirizzo • Strutturazione di un modello di governanceall’interno del quale definire ruoli e azioni degli attori istituzionali, di mercato, della ricerca, della società civile, e relative regole di ingaggio • Definizione delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi e della relativa strumentazione finanziaria • Individuazione delle possibili forme di partenariato pubblico-privato, sia in termini di nuove attivazioni sia in termini di ridefinizione di accordi già in essere • Avvio di forme di partecipazione attiva della cittadinanza sugli interventi previsti
Grazie dell’attenzione! Osservatorio nazionale ANCI Smart Cities smartcities@anci.it