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Italia mia, benché ’l parlar sia indarno. Parma, Inverno 1344-45. Criticare particolarismi. Sostenutezza retorica. Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno VV. 1-30. Invito alla pace. Critica l’utilizzo di truppe mercenarie.
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Italia mia, benché ’l parlar sia indarno
Parma, Inverno 1344-45 Criticare particolarismi Sostenutezza retorica Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno VV. 1-30 Invito alla pace Critica l’utilizzo di truppe mercenarie
Italia mia, benché ’l parlar sia indarnoa le piaghe mortaliche nel bel corpo tuo sí spesse veggio,piacemialmen che ’ miei sospir’ sian qualispera ’l Teveroet l’Arno,e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio.Rettor del cielo, io cheggioche la pietà che Ti condusse in terraTi volga al Tuo dilecto almo paese.Vedi, Segnor cortese,di che lievi cagion’ che crudel guerra;e i cor’, che ’nduraet serraMarte superbo et fero,apri Tu, Padre, e ’ntenerisciet snoda;ivi fa che ’l Tuo vero,qual io mi sia, per la mia lingua s’oda. Voi cui Fortuna à posto in mano il frenode le belle contrade,di che nulla pietà par che vi stringa,che fan qui tante pellegrine spade?perché ’l verde terrenodel barbarico sangue si depinga?Vano error vi lusinga:poco vedete, et parvi veder molto,ché ’n cor venale amor cercate o fede.Qual piú gente possede,colui è piú da’ suoi nemici avolto.O diluvio raccoltodi che deserti straniper inondar i nostri dolci campi!Se da le proprie maniquesto n’avene, or chi fia che ne scampi?
‘l parlar sia indarno Piaghe mortali che vedo così numerose
Dio VS Marte Cortese Intenerisci e sciogli i cuori Pace Verità udita nei cuori Superbo e feroce Indurisce e chiude i cuori Guerra crudele Posto in mano il governo delle belle regioni
Vedete poco,e vi sembra di vedere molto, dato che cercate amore o fedeltà in cuori mercenari Chi possiede più truppe questi è più circondato da nemici Che ci fanno qui tante spade straniere?
Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno POESIA (vv.33-64) PARAFRASI Ben provide, Natura al nostro stato Quando de l’Alpi schermo Pose fra noi et la tedesca rabbia; Ma ‘l desir cieco, e ‘ncontra ‘l suo ben fermo, S’è poi tanto ingenato, Ch’al corpo sano à procurato scabbia. Or dentro ad una gabbia Fare selvaggie et mansüete gregge S’annidan sì, che sempre il miglior geme; Et è questo del seme, Per più dolor, del popol senza legge, Al qual, come si legge, Mario aperse sì ‘l fianco, Che memoria de l’opra ancho nn langue, Quando assetato et stanco Nn più breve del fiume acqua che sangue. La natura provvide adeguatamente alla nostra esistenza, quando mise la protezione delle Alpi fra noi e la ferocia tedesca; ma poi il desiderio cieco, e tenace contro il proprio interesse, si è a tal punto dato da fare, che ha procurato corruzione al corpo sano. L’avidità senza discernimento e testarda dei potenti ha distrutto le difese offerte dalla natura alla penisola, corrompendola. Ora belle selvagge e greggi mansueti abitano dentro a una gabbia, così che il migliore sempre è oppresso; e questo viene, per più dolore, dalla discendenza del popolo senza civiltà, al quale, come si legge, Mario inflisse una tale sconfitta che ancora non si spegne il ricordo dell’evento quando assetato e stanco non bevve dal fiume più acqua che sangue.
Cesare taccio che per ogni piaggia Fece l’erbe sanguigne Di lor vene, ove ‘l nostro ferro mise. Or par, non so per che stelle maligne, Che l’ cielo in odio n’aggia: Vostra mercé, cui tanto si commise. Vostre voglie divise Guastan del mondo la più bella parte. Qual colpa, qual giudicio o qual destino Fastidire il vicino Povero, et le fortune afflicte et sparte Perseguire, e ‘n disparte Cercar gente et gradire, Che sparga ‘l sangue et venda l’alma a prezzo? Io parlo per ver dire, Nono per odio d’altrui, né per disprezzo . Non parlo di Cesare che per ogni terra insanguinò l’erbe del loro sangue, ovunque portò la spada nostra. Ora pare che il cielo ci abbia in odio non so per che stelle malefiche: grazie a voi, ai quali è stato affidato un così alto compito. Le vostre avidità discordi guastano la più bella regione del mondo. Quale colpa, quale punizione o quale destino vi spinge a opprimere i vicini poveri, e perseguitare i beni impoveriti e dispersi, e a cercare e gradire gente straniera, che sparga il proprio sangue e venda l’anima per denaro? Io parlo per dire la verità, non per odio né per disprezzo di qualcuno.
Figure retoriche METAFORE: - Ch’al corpo sano à procurato scabbia (v.38) - Or dentro ad una gabbia fiere selvagge et mansüete gregge s’annidan sì, che sempre il miglior geme (vv.39-41) PROSOPOPEA: Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno…(vv.1 sgg.) PRETERIZIONE: Cesare taccio che per ogni piaggia…(vv.49 sgg.)
Collocazione CXXVIII del Canzoniere Datazione 1344-45 a Parma Schema metrico Canzone di 6 stanze di 16 versi secondo lo chema metrico: AbC, BaC; cDEeDdfGfG (anche per congedo)
Temi Tema politico e tema religioso Degenerazione della vita politica degli stati italiani/degenerazione dei costumi eclesiastici Utilizzo da parte dei signori di truppe mercenarie straniere
Collegamenti con altre opere “ Ahi lasso, or è stagion de doler tanto” Guittone d’Arezzo Collegamento con Dante Alighieri
La più grandecanzonepolitica di Petrarca La più grande canzone politica del Trecento Particolarismo Meccanismo delle alleanze Situazione di Parma, venduta da Azzo da Correggio a Obizzo d‘Este Bologna, Verona e Forlì Scopo = richiamo alla civiltànazionaleitaliana
Név'accorgeteanchor per tanteprove del bavaricoinganno ch'alzandoil dito collamortescherza? Peggio è lostrazio, al mioparer, che 'l danno; ma 'l vostrosanguepiove piúlargamente, ch'altr'iravisferza. Da la matina a terza di voipensate, et vederetecome tiencaroaltruichetiensécosívile. Latinsangue gentile, sgombra da te queste dannosesome; non faridolounnome vano senza soggetto: ché 'l furor de lassú, genteritrosa, vincerned'intellecto, peccato è nostro, et non naturalcosa. E non vi accorgete ancora con tante dimostrazioni dell'inganno dei soldati germanici che alzando il dito si beffano della morte? A parermio è peggioloschernocheildanno; mailsanguedeivostrivieneversatocon più larghezza dato cheviincitaunodiobenmaggiore. Pensate a voistessidall'alba alle nove e vedretequantoconsiederadegniglialtrichiconsiderasècosìvile. Nobile sangue latino libarati di questi pesi dannosi; non trasformare in un mito una fama illusoria senza fondamento: dal momento che è colpa nostra e non cosa naturale che la violenza del nord popolazione arretrata ci vinca in intelligenza. Analisi della poesia Schema metrico: ABCBAC CDE EDDFGFG Nella strofa è presenteunparadossoossia la concezionedell'epoca die popolinordici La strofa è ricca di metafore ( es ma 'l vostrosanguepiove)
VV 81 a Vv 96 Non è questa la terracheiotoccai per prima? Non è questoilmionido in cuifuinutritocosìdolcemente? Non è questa la patrianellaqualeio ho fiducia, madrebenevola e pietosa, checoprel'uno e l'altromiogenitore? In nome di Dio, queste cosetaloravimuovano la mente e guardateconpietà le lagrime del popoloaddolorato, chesperaserenità solo da voidopoDio; e solamentechevoimostriatequalchesegno di pietà e ilvaloreprenderà le armicontro la brutalità e ilcombattimentosarà breve : perchèl'anticovalore non è ancora mortoneicuoriitaliani. Non è questo 'l terrench'i' toccaipria? Non è questoilmionido ovenudritofuisídolcemente? Non è questa la patria in ch'io mi fido, madrebenigna et pia, checoprel'un et l'altromioparente? Perdio, questo la mente talorvimova, et conpietàguardate le lagrime del popol doloroso, chesol da voiriposo dopoDiospera; et pur chevoimostriate segnoalcun di pietate, vertú contra furore prenderàl'arme, et fia 'l combattercorto: chél'antiquovalore ne gliitalicicor' non è anchormorto. Analisi Schema metrico: ABCBAC CDE EDDFGFG Questastrofaesordiscecontredomanderetoriche In questastrofavisonomoltilatinismi. La strofa si apre conunaanafora non perfetta ( Non)
Stile della poesia • Sostenutezzaretorica • Uso della metrica • Richiami alla romanità e al latino << Latinolingue gentile, sgombra da te queste dannosesome>> Richiamo alla civiltà e lingualatina Stile quasi religioso
Signor’, mirate come ’l tempo vola,etsí come la vitafugge, et la morte n’è sovra le spalle.Voi siete or qui; pensate a la partita:ché l’alma ignuda et solaconven ch’arrive a quel dubbioso calle.Al passar questa vallepiacciavi porre giú l’odio et lo sdegno,vènti contrari a la vita serena;et quel che ’n altrui penatempo si spende, in qualche actopiú degnoo di mano o d’ingegno,in qualche bella lode,in qualche honesto studio si converta:cosí qua giú si gode,et la strada del ciel si trova aperta Canzone, io t’ammoniscoche tua ragion cortesemente dica,perché fra gente altera ir ti convene,et le voglie son pienegià de l’usanza pessima et antica,del ver sempre nemica.Proverai tua venturafra’ magnanimi pochi a chi ’l ben piace.Di’ lor: - Chi m’assicura?I’ vo gridando: Pace, pace, pace. -
CONTENUTO Dopo la morte, l’anima si presenta nell’aldilà senza protezione (il corpo) per il giudizio finale. Credere più nella fede religiosa cristiana. Usare le forze per compiere imprese importanti e non per combattere. Messaggio di pace valido solo per chi non è corrotto e che ama contemplare la verità.
ANALISI DEL TESTO • Strofe da 16 versi. • Congedo (10 versi). • Schema rimico: AbC, BaC; cDEeDdfGfG. • Latinismi: • Et • Necesse est (vv.101) • Metafore: • Mirate come l’tempo vola (vv. 97) • Convien ch’arrive a quel dubbioso calle. Al passar questa valle (vv. 102-103). • Perifrasi: • Già dell’usanza pessima et ntica, del ver sempre nemica (vv.117-118).
INTERPRETAZIONE DEL TESTO • Idea politica di Petrarca • Universalismo politico • Tradizione dell’impero romano • Rifiuto logica particolarismo municipalista • Anima e corpo • L’anima vive per sempre • Trasmigrazione delle anime • Corruzione • Se sei corrotto, non puoi contemplare la verità. Si tratta quindi di una salvezza dal giudizio universale. • Contemplazione del mondo antico in piccole strofe.