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Ambito personale. Prof.Eleonora Bilotta. Processi cognitivi ed emozioni.
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Ambito personale Prof.Eleonora Bilotta
Processi cognitivi ed emozioni • Secondo Blumenthal (1977) “le esperienze emotive costituiscono un aspetto essenziale dei processi cognitivi e devono essere prese in considerazione ogni qualvolta si voglia fornire una descrizione adeguata dei processi cognitivi”. • Blumenthal ha notato che un altro termine largamente usato per fare riferimento alle emozioni è affetto, un termine che ha assunto molteplici significati nel corso della storia della psicologia, ma che ora viene usato più o meno con lo stesso significato del termine emozione.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Freud – Secondo Freud (1900), l’organismo è come una specie di macchina che ha bisogno di essere mossa da qualche forza per produrre un’azione. La fonte fondamentale di stimolazione per l’organismo, per Freud, è l’energia sessuale, o libido. La preoccupazione primaria dell’organismo, o processo primario, è quella di scaricare la libido quando essa si accumula, in modo tale da essere in grado di ritornare, per quanto possibile, ad uno stato di quiete. Gli oggetti che facilitano questo processo, e che quindi gratificano un desiderio, vengono investiti dalla libido, o caricati. Noi siamo attratti dagli oggetti cpaci di gratificare i nostri desideri e li carichiamo. Non tutti i nostri desideri possono essere gratificati, per cui devono essere controcaricati, ovvero repressi. La ricerca di gratificazioni sostitutive a quelle che sono stae represse fa parte del processo secondario del pensiero. I processi secondari sono costituiti da processi cognitivi rivolti verso la realtà, infatti, corrispondono allo sviluppo di effettive procedure capaci di mettere in grado l’individuo di trovare degli oggetti reali per soddisfare i propri bisogni.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Berlyne – Berlyne (1965, 1971) ha studiato le relazioni tra i processi cognitivi e l’aurosal, ovvero il livello di attivazione dell’organismo. Un basso livello di aurosal corrisponde ad uno stato di rilassattezza. Un livello normale di aurosal corrisponde ai livelli di attivazione che sono caratteristici dello stato di veglia. Un alto livello di aurosal corrisponde ad ono stato di eccitazione. Secondo Berlyne, l’aurosal definisce una delle dimensioni dell’esperienza emotiva. Il livelli di aurosal è associato all’intensità con la quale un’emozione viene esperita, indipendentemente dal tipo di emozione. La capacità di uno stimolo di accrescere l’aurosal è chiamata potenziale di aurosal dello stimolo. Secondo Berlyne alcune proprietà degli stimoli agiscono come importanti determinanti per l’attività cognitiva. Tali proprietà vengono dette collattive, ovvero attinenti al confronto. Le proprietà collattive vengono definite dal confronto tra uno stimolo e altri stimoli, inoltre, possono essere messe in relazione con l’incertezza. In confronto con situazioni nuove e complesse porta ad un innalzamento dell’aurosal e conduce all’esperienza che Berlyne ha chiamato conflitto concettuale. Quando il livello di aurosal aumenta eccessivamente a causa del conflitto concettuale fanno ricorso all’esplorazione specifica per ridurre l’incertezza. Mentre l’esplorazione specifica riduce l’aurosal, l’esplorazione diversiva viene intrapresa allo scopo di aumentare l’aurosal.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • La teoria di Berlyne (1971) a proposito della relazione tra le emozioni e i processi cognitivi ripropone un’idea originariamente avanzata da Wundt nel diciannovesimo secolo. Questa idea può essere espressa per mezzo della curva di Wundt-Berlyne. Questa curva può essere usata per riassumere le relazioni che intercorrono tra aurosal e stato emotivo. Sull’asse verticale è rappresentato lo stato emotivo connesso ad una particolare situazione, o valore edonico della situazione. Tale valore dipende dal livelli di aurosal dell’individuo. Il valore positivo o negativo delle emozioni può essere rappresentato da una funzione che inizialmente aumenta e poi diminuisce con l’aumentare dell’aurosal.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Curva di Wundt-Berlyne.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Martindale - Martindale ha proposto una teoria riguardante il piacere che deriva dall’attività cognitiva. La teoria di Martindale non intende spiegare le emozioni che proviamo in corrispondenza delle grandi vicende della vita. L’originalità dell’approccio proposto da Martindale, invece, sta proprio nel fatto che esso riguarda in maniera specifica le piccole emozioni che sembrano essere strettamente collegate all’attività cognitiva. Nel suo modello, queste emozioni non vengono ritenute l’espressione di un sistema separato ma, piuttosto, come l’espressione del livello di attivazione delle unità cognitive.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Martindale - Martindale ha proposto una teoria riguardante il piacere che deriva dall’attività cognitiva. La teoria di Martindale non intende spiegare le emozioni che proviamo in corrispondenza delle grandi vicende della vita. L’originalità dell’approccio proposto da Martindale, invece, sta proprio nel fatto che esso riguarda in maniera specifica le piccole emozioni che sembrano essere strettamente collegate all’attività cognitiva. Nel suo modello, queste emozioni non vengono ritenute l’espressione di un sistema separato ma, piuttosto, come l’espressione del livello di attivazione delle unità cognitive.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • Zajonc - Moreland e Zajonc (1977, 1979) hanno condotto vari esperimenti sull’effetto della mera esposizione (mere exposure effect). Gli stessi stimoli venivano presentati a due soggetti che dovevano valutarli nei termini di dimensioni diverse. • Le analisi di Moreland e Zajonc sono importanti a causa del modello in esse implicito delle relazioni che intercorrono tra emozioni e processi cognitivi. La preferenza costituisce una misura della reazione affettiva nei confronti dello stimolo. La familiarità costituisce una misura della risposta cognitiva ad uno stimolo perché dipende dalla capacità di riconoscere uno stimolo come qualcosa che è già stato visto in precedenza.
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • I risultati dello studio di Moreland e Zajonc sono coerenti con il modello presentato nella seguente figura:
Teorie riguardanti la relazione tra processi cognitivi ed emozioni • In questo modello le emozioni e i processi cognitivi sono rappresentati come sistemi separati. La freccia tra processi cognitivi e el emozioni rappresenta le interazioni che sono possibili tra questi due sistemi. Gli stimoli, però, possono anche esercitare un effetto diretto sul sistema emotivo senza prima passare attraverso il sistema cognitivo (Zajonc, 1984). Le emozioni possono essere influenzate da un evento indipendentemente dall’attività cognitiva che è associata a quell’evento. Zajonc (1980) ha osservato che questo modo di concepire la relazione tra i processi cognitivi ed emozioni è simile al punto di vista freudiano. Una delle somiglianze concerne il fatto che i processi emotivi possono avere luogo inconsciamente, ovvero senza essere regolate dall’attività cognitiva.
Rappresentazione concettuale delle emozioni • Russell (1980) ha chiesto ai soggetti di classificare per mezzo di otto categorie le parole usate per descrivere le emozioni e di giudicare il grado di somiglianza tra le categorie. I risultati indicano che le parole usate per fare riferimento alle emozioni possono essere ordinate sulla circonferenza di un cerchio (detta circonflesso) come nella seguente figura:
Rappresentazione concettuale delle emozioni • Le parole in posizioni opposte del cerchio hanno significati opposti. Secondo Russell, le categorie usate per descrivere le emozioni posseggono una struttura soggiacente caratterizzata da due dimensioni principali: aurosal-sonno (dimensione verticale) e piacere-dispiacere (dimensione orizzontale). Il modello concettuale che gli individui utilizzano per rappresentare le emozioni ha una struttura di un circonflesso. Poiché esso rappresenta la teoria implicita delle emozioni posseduta dagli individui.
Rappresentazione concettuale delle emozioni • Storm e Storm (1987) hanno proposto un alternativo modello gerarchico per la rappresentazione concettuale delle emozioni. • La figura contiene due categorie sovraordinate positive, tre categorie sovraordinate negative e due categorie sovraordinate che esprimono stati emotivi facendo ricorso a concetti che hanno a che fare con l’aurosal.
Emozioni e memoria • Secondo la teoria proposta da Bower, le emozioni corrispondono ad unità, o nodi, di una rete. Anche se le unità che rappresentano le emozioni possono essere interpretate come degli stati di tipo innato, nel corso del tempo queste unità sviluppano delle connessioni con altre unità che, all’interno della rete, rappresentano eventi di tipo non emotivo. • Quando viene attivato, un nodo che rappresenta uno stato emotivo è in grado di attivare altre unità della rete in misura maggiore di un nodo che rappresenta uno stato non emotivo. L’attivazione prodotta dalle unità che rappresentano le emozioni viene distribuita in tutta la rete e può costituire uno degli aspetti dell’esperienza che vengono immagazzinate in memoria.
Asch e l’unità psicologica dell’individuo • Asch ha enfatizzato il fatto che noi tendiamo a percepire gli altri individui come delle unità psicologiche. Questo significa che noi tendiamo ad avere un’impressione unitaria degli altri. • Asch e Zukier hanno studiato il processo per mezzo del quale noi pensiamo agli altri facendo uso di attributi dotati di gradi diversi di appropriatezza (il grado in cui gli attributi sembrano concordanti o in armonia). • Secondo Asch e Zukier noi tendiamo a pensare agli altri in modo coerente. Le relazioni tra attributi vengono comprese a partire da questa assunzione di base. Se gli individui vengono considerati come unità psicologiche, allora le interazioni tra gli attributi devono riflettere quesat organizzazione soggiacente.
Approcci prototipici ai processi cognitivi in ambito interpersonale • In uno dei loro esperimenti, Cantor e Mischel (1977) hanno esaminato la struttura dei concetti di introversione e di estroversione. • Nella prima parte dell’esperimento, veniva presentata ai soggetti una lista di 200 aggettivi. Il compito dei soggetti era quello di valutare il grado di associazione tra ciascun aggettivo e i concetti di introversione e di estroversione. Usando gli stessi aggettivi, venivano in seguito costruite quattro descrizioni di caratteri introversi ed estroversi. I soggetti erano più sicuri delle loro risposte se l’item che veniva giudicato era stato effettivamente pensato in precedenza. • L’interpretazione che è stata data ai dati ottenuti è che i concetti che si riferiscono alla personalità degli individui posseggono una struttura prototipica. La loro organizzazione è simile a quella dei concetti che fanno riferimento a proprietà non-personali.
Ricordo di persone • Da alcuni studi condotti da Hastie è emerso che il ricordo delle caratteristiche personali viene influenzato dall’impressione generale posseduta dal soggetto. • Il modello a rete proposto da Hastie e Srull assume che il confronto di item da parte dei soggetti porti alla formazione di connessioni associative. Se a un soggetto viene presentato un aggettivo incoerente con le aspettative possedute dal soggetto nei confronti della persona descritta, allora il soggetto tende a confrontare questo aggettivo con un numero maggiore di altri aggettivi. • La probabilità di rievocare un aggettivo incoerente è più grande della probabilità di rievocare un aggettivo coerente dato che gli aggettivi incoerenti sono dotati di un numero maggiore di connessioni associative che li collegano agli altri membri dell’insieme.
Concetti personali: il circonflesso interpersonale • Il circonflesso interpersonale è il risultato dell’analisi di un ampio numero di item (Wiggins 1979). La fonte dalla quale sono stati derivati questi item è il linguaggio comune. Il circonflesso interpersonale è il prodotto di un’analisi del linguaggio comune e, la sua articolazione può essere considerata come l’esplicazione di ciò che è contenuto in maniera tacita nel linguaggio comune. • Wiggins ha ottenuto informazioni a proposito della posizione di 817 parole all’interno dl circonflesso interpersonale. Ai soggetti veniva richiesto di valutare di valutare il grado di somiglianza tra ciascuna parola e le parole prototipiche di quella categoria. • Wiggins ha notato che i membri prototipici di una categoria posseggono un’alta correlazione positiva con i membri della categoria di appartenenza, un’alta correlazione negativa con i membri prototipici della categoria opposta e una correlazione tendente a zero con i membri delle categorie situate ortogonalmente ad essi all’interno della rappresentazione del circonflesso.