1 / 17

«I partiti politici... Sono essenziali per la democrazia»

Gennaio 2003. «I partiti politici... Sono essenziali per la democrazia». Tutti lo dicono, e forse è vero, ma... loro, sono democratici al loro interno? e soprattutto: loro, sono interessati alla democrazia?.

wyatt
Download Presentation

«I partiti politici... Sono essenziali per la democrazia»

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Gennaio 2003 «I partiti politici...Sono essenziali per la democrazia» Tutti lo dicono, e forse è vero, ma... loro, sono democratici al loro interno? e soprattutto: loro, sono interessati alla democrazia?

  2. Come ogni organismo vivente anche i partiti politici hanno alcune esigenze fondamentali, che sono obbligati a rispettare per poter restare in vita debbono: Nutrirsi • con finanziamenti Respirare • avendo accesso ai media Riprodursi • mediante il potere di: «collocare in posti»

  3. Chi di loro si organizzerà meglio nel procurarsi: • Accesso ai media • Finanziamenti • Potere di “collocare in posti” Avrà maggiori possibilità di sopravvivere alla dura selezione naturale (che caratterizza lo spietato mondo della politica).

  4. Dove trovare mezzi per ottenere:* Accesso ai media* Finanziamenti* Potere di “collocare in posti” Principalmente dalla ricchezza sociale e dal potere pubblico che sono chiamati a gestire, ma anche da «poteri forti» (economici, finanziari o altro) interessati a prestare servigi ed offrire servizi ai partiti, in cambio di favori.

  5. Se un partito qualsiasi: A, viene e trovarsi al potere e gestisce la ricchezza sociale, gli enti pubblici, i canali di comunicazione, il potere delle banche e della finanza, i legami con i poteri economici (non politici, o non ancora tali) e persino influenza la giustizia, al fine di rafforzare il potere del partito stesso, allora un altro partito: B, dovrà fare altrettanto se non intende trovarsi in serie difficoltà nella competizione. (Vedi: «Contro i partiti». Saggi sul pensiero di Moisei Ostrogorski)

  6. Ogni forma di potere la si vorrà ricondotta al potere politico. In mancanza di regole precise, vincoli forti e freni etici si instaura una spirale perversa che induce i partiti politici a “lottizzare” qualsiasi aspetto della società… I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali... Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. (da un’intervista a Enrico Berlinguer del 28-7-1981) Si selezionerà una classe di politici di professione… specializzati nell’aumentare il potere del partito stesso e non nell’elaborare strategie politiche utili alla società. (da «La politica come professione» Ed. Comunità, Torino 2001 del sociologo Max Weber, ritratto a fianco nel 1894)

  7. I partiti politici nascono per dare risposta ad esigenze sociali che emergono dai problemi dalla società ma evolvono in entità diverse, con un unico altro fine: ingigantire per sopravvivere. (diventano: autoreferenziali)

  8. Come per altri casi, oltre a quello della politica, a situazioni di concorrenza pura subentra una situazione nella quale gli attori del gioco della concorrenza (pur mantenendo la competizione tra di loro) identificano alcuni elementi di interesse comune e cooperano nella difesa di tali interessi. Anche nel campo della politica alcuni interessi comuni ai politici di professione ed ai partiti politici si sono ormai chiaramente delineati: • Impedire la nascita di altri partiti (esempio: «bipartitismo») • Ridurre l’indipendenza di altri poteri (esempio: Magistratura) • Monopolizzare l’informazione (lottizzazione)

  9. Nello sforzo di: assicurarsi il potere, i politici di professione ed i loro partiti sono indotti ad alleanze con «poteri forti».Questi hanno interessi non sempre coincidenti con gli interessi della società. • Le guerre sono decise da oligarchie, e non mediante referendum democratici. • Non vengono annunciate in liste di «grandi opere» preparate a scopi elettorali.

  10. Occorre saper valutare ed apprezzare il fattoche tra i politici di professione spesso si trovano persone di grandissimo valore culturale ed etico. Vedasi il Mahatma Gandhi • Eppure, sono le esigenze oggettive che influenzano la dinamica dei partiti e ne determinano l’evoluzione. • Inoltre tali condizioni oggettive influenzano la qualità media generale e tendenziale dei politici di professione, anche al di là della volontà dei singoli individui.

  11. Che fare per:* Difendere la democrazia, * Impedire la (tendenziale) degenerazione oligarchica dei gestori del potere.* Preservare il benessere e la pace nel mondo. • Occorre imporre ai partiti politici condizioni «ambientali» che ne garantiscano uno sviluppo sano e democratico. • Soprattuto: mai dimenticare che i partiti che si alternano al potere non hanno (oggettivamente) necessità di PIÙ DEMOCRAZIA, ma di PIÙ POTERE, e: PIÙ SICURO.

  12. Occorre esigere: 1) regole democratiche di vita interna ai partiti e nei loro rapporti con la società ed i cittadini (Es. primarie aperte e per legge) 2) Referendum per tutte le leggi che modifichino il potere dei partiti politici e i loro rapporti con altri poteri (es: Magistratura), impedendo la (tendenziale) autoreferenzialità. (esempi: leggi elettorali, sull’impunità, ecc.) 3) Informazione libera ed indipendente, mediante: • Leggi contro il monopolio nel campo della informazione. • Elezione, da parte dei cittadini, dei direttori delle testate dei canali televisivi pubblici e della stampa finanziata dallo Stato (quindi con i soldi dei contribuenti) 4) Limitazione temporale per tutte le cariche che implichino il diretto esercizio del potere politico.

  13. Ricordiamo che: • «Dobbiamo attenerci, noi, ed esigere da altri, un’etica di vita ed un’azione politica che miri al: MASSIMO BENE COLLETTIVO.» Stuart Mill • «I partiti politici non sono, non possono e non devono essere l’unico strumento per l’attività politica. Essi stessi necessitano di essere sottoposti ad un continuo controllo, politico, da parte di organizzazioni indipendenti di cittadini che ne impediscano la tendenziale degenerazione oligarchica.» esempi: «Bürger Iniziative» (D); «Democrazia diretta» (CH) 3) «Il federalismo è soprattutto ordine e capacità di coordinamento, basati sulla consapevolezza della varietà che significa ricchezza di cultura e di civiltà, come pure autodecisione responsabile dell' individuo e diritto alla conservazione della propria identità per ogni popolo.» Erwin Sennhauser, giornalista svizzero

  14. In Italia sembra non esistere la sovranità popolare (art. 1, comma 2 della Costituzione); esiste solo la sovranità dei partiti. Eppure nella Costituzione il termine partito è citato una sola volta in un solo articolo, il 49, che citiamo integralmente:«Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.»si tratta di: 1 solo articolo su 1572 sole righe su 118520 sole parole su 10548143 soli caratteri su 70.678in fin dei conti: il 2 per 1.000 del tutto.In definitiva poche striminzite parole e solo per dire, quasi di malavoglia, che i cittadini hanno il diritto (possono, ma non è obbligatorio e forse neanche opportuno) di organizzarsi in partito.Questi partiti italiani, che non hanno né valore costituzionale e neppure giuridico, pretendono invece che gli elettori firmino, con il loro voto, una cambiale in bianco, e si arrogano il monopolio dell’attività politica. Di più: questi partiti pretendono d’insegnare ai cittadini l’esercizio della democrazia.

  15. «Tra le varie argomentazioni con cui abitualmente si tenta di ridicolizzare la democrazia diretta, • la più ricorrente è che il cittadino “medio” sarebbe impreparato ad affrontare le difficili e delicate questioni politiche nonché, per sopramercato, che esso sarebbe privo delle competenze “tecniche” necessarie a produrre decisioni razionali ed efficienti. Occorre uscire da un equivoco: la legittimità delle decisioni politiche assunte in un sistema democratico non si basa sul loro contenuto tecnico, bensì sul consenso. • Per sua natura la democrazia deve tendere al perseguimento del bene comune, e l’unico metodo compatibile con tale fine consiste nel dare a tutti la stessa possibilità di incidere sulle scelte. • È l’ idea di eguaglianza a permeare di sé il fenomeno democratico, intesa come “eguale considerazione che deve essere data al bene e agli interessi di ciascuna persona [Robert Dahl, “La democrazia e i suoi critici“, 1990].   • Ciò premesso, secondo alcuni agenti didizinformacja , i cittadini dovrebbero attendere ancora a esercitare la loro “sovranità” per lasciare spazio ai politicanti che continuano a dichiarare che i cittadini… “sono inadeguati e impreparati”. Sic! In estrema sintesi, noi non abbiamo bisogno di buoni politici, abbiamo bisogno di buoni cittadini.

  16. che i cittadini possono esercitarsi alla “Sovranità”, partendo dal proprio Comune, ed esercitando quegli “Istituti dipartecipazione” che sono previsti dalla Carta europea delle autonomie locali, dalla legge n. 142-1990, dalla Legge n. 265-1999, e dal D. l.vo 267-2000 «Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali».­ Così facendo essi cominceranno ad esercitare quella “Sovranità” che hanno – esempio tra i tanti - i cittadini svizzeri, o statunitensi, i quali utilizzano i referendum «d'iniziativa» e «di revisione» su materie nelle quali il Consiglio comunale (e Provinciale) ha competenza deliberativa e che riguardano gli interessi dell'intera comunità. ­ Per «iniziativa», s'intendono azioni tese ad imporre a Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, deliberazioni su argomenti che interessano l'intera comunità. Per «revisione», s'intendono quelle deliberazioni che, già assunte dalla Amministrazione comunale, si vogliono, eventualmente, prese con differenti norme. * Utilizzando inoltre le petizioni, le istanze, le proposte, il difensore civico e quant’altro, i cittadini sono in grado d’imporre la loro volontà ai pubblici amministratori. È bene sapere…

  17. Informazione promossa da: Accademia degli Uniti«Vicissim nectuntur» - A.D. 1551e.mail: accademiadegliuniti (at) goldnet.it in collaborazione conComité pour la démocratie-CH e.mail: leozaquini (at) bluewin.ch L‘Accademia ha come simbolo una catena d'oro, col motto latino Vicissim nectuntur (sono legati assieme). Nel suo statuto, sin dal 1551, ebbe come finalità la divulgazione della cultura e il bene della comunità, poiché si impegnava in difesa dei poveri, degli orfani, delle vedove, di ogni sorta di miserabili. Istituiva anche un comitato di avvocati per patrocinare gratuitamente i meno abbienti. Finalità dell’attuale sodalizio è quella di divulgare la storia e la cultura, nella convinzione che conoscendo le nostre origini avremo idee più chiare su dove andremo. L’Accademia (dal lontano 1551) organizza giornate di studio sulla politica, l'economia, l'arte, la cultura. Questa presentazione contiene informazioni riservate al destinatario. Se l'ha ricevuta per errore è tenuto ad avvisare il mittente e a cancellarla subito dopo. Grazie!

More Related