E N D
1. 1
2. 2
3. 3
4. 4 Parole chiave del PIL Intersettorialitŕ (corresponsabilitŕ di settori non sanitari
Multidisciplinarietŕ (coinvolgimento di operatori e professionisti di tutti i settori sanitari e socio sanitari, ricercatori, mondo scientifico
Definizione degli obiettivi di salute
Orientati a cambiamenti sostenibili
5. 5 PIL dell’ASL di VareseSommario Analisi di contesto
Coordinamento e gestione integrata tra progetti
Modalitŕ di coordinamento e gestione integrata dei progetti fra servizi, dipartimenti e soggetti esterni
Valutazione di prioritŕ
Progetti, Obiettivi, Metodologie utilizzate
Piano di valutazione
6. 6
7. 7
8. 8 ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE: MORTALITŔ NEL 2007. DISTRIBUZIONE PER SESSO E FASCIA D'ETŔ Si osserva che il numero dei casi totali cresce in funzione dell'etŕ: i maschi fanno registrare un picco tra i 75-84 anni e le
femmine al di sopra degli 84 anni; infatti, in quest’ultima fascia si verifica il 47,8% dei decessi per le
femmine e il 22,1% per i maschi. La mortalitŕ infantile č risultata pari a 3,1 per 1.000 nati vivi.Si osserva che il numero dei casi totali cresce in funzione dell'etŕ: i maschi fanno registrare un picco tra i 75-84 anni e le
femmine al di sopra degli 84 anni; infatti, in quest’ultima fascia si verifica il 47,8% dei decessi per le
femmine e il 22,1% per i maschi. La mortalitŕ infantile č risultata pari a 3,1 per 1.000 nati vivi.
9. 9 ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE: MORTALITŔ NEL 2007. DISTRIBUZIONE PROPORZIONALE PER PRINCIPALI GRUPPI DI CAUSE
10. 10 MORTALITŔ SPECIFICA PER CAUSA. ANNO 2007
11. 11 DISTRIBUZIONE DEI DECESSI PER FASCIA D'ETŔ PER LE PRINCIPALI CAUSE NEI MASCHI. ANNO 2007
12. 12 DISTRIBUZIONE DEI DECESSI PER FASCIA D'ETŔ PER LE PRINCIPALI CAUSE NELLE FEMMINE. ANNO 2007
13. 13 MORTALITŔ PER MALATTIE DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
14. 14 MORTALITŔ PER TUMORI
15. 15 MORTALITŔ PER INCIDENTI STRADALI (1)
16. 16 MORTALITŔ PER INCIDENTI STRADALI (2)
17. 17 MORTALITŔ INERENTE ALLA POPOLAZIONE STRANIERA Gli immigrati stranieri, extracomunitari e non, che risiedono nella nostra provincia sono risultati 50376 (dato ISTAT) di cui 25015 femmine e 25361 maschi, rappresentando il 5,8% della popolazione totale.
Nel 2007 si sono registrati 31 decessi complessivi, 20 nel sesso maschile e 11 nel sesso femminile. I decessi sono avvenuti tra i 2 e gli 87 anni d’etŕ. Per quanto riguarda la nazionalitŕ dei deceduti, i primi tre paesi di provenienza sono stati per importanza numerica: Marocco (7), Albania (4), Germania (3), Filippine, Egitto, El Salvador (2).
Rapportando i 31 decessi rilevati alla popolazione straniera residente, il tasso grezzo di mortalitŕ risulta 0,6 x 1000. Se si aggiustano i tassi di mortalitŕ in base alla popolazione standard europea, il tasso di mortalitŕ negli stranieri risulta di 1,1 x 1000 a fronte di un tasso di mortalitŕ negli italiani residenti in provincia di 5,1 x 1000.
Si rileva, inoltre, che nella popolazione straniera l’indice di invecchiamento risulta del 3% mentre nei residenti italiani del 21%.
Questo spiega in buona parte la ridotta mortalitŕ registrata negli stranieri.
Si osserva, infine, che anche nelle fasce di popolazione non anziana i tassi di mortalitŕ specifici sono negli stranieri inferiori a quelli dei residenti italiani: č possibile quindi un effetto di selezione nella popolazione straniera simile a quello del cosiddetto “lavoratore sano” che si rileva in epidemiologia occupazionale.
18. 18 Prevenzione Dipendenze (1) Fatta eccezione per la cannabis, l’utilizzo di sostanze illegali e di alcol č un fenomeno concentrato in alcune aree.
pochi i comuni che fanno osservare valori di prevalenza di utilizzatori significativamente o tendenzialmente maggiori alla media della Provincia;
In particolare per gli utilizzatori di oppiacei si osserva un unico cluster di comuni per i quali i valori di prevalenza stimata risultano maggiori (in maniera significativa o tendenziale) del valore di riferimento. Tale area č collocata nella parte nord orientale del territorio tra Cunardo e Cadegliano-Viconago
Per quanto riguarda gli utilizzatori di stimolanti, 4 dei 5 comuni nei quali il fenomeno risulta piů consistente rispetto all’andamento medio della Provincia si raggruppano nell’area attorno a Cuasso al Monte, mentre l’altro comune, Veddasca, si colloca nell’estrema punta settentrionale.
19. 19 Rispetto agli utilizzatori di cannabis, nonostante si osservino alcuni comuni con valore di prevalenza maggiore del valore di riferimento (in maniera significativa o tendenziale) sparsi nella parte centro-settentrionale della Provincia, la maggior parte di questi comuni si concentra invece nel territorio che fa riferimento al SerT di Arcisate.
Per quanto riguarda l’utenza alcoldipendente si osserva invece una concentrazione maggiore di questi soggetti in alcuni comuni sparsi lungo la fascia nord occidentale e nord orientale del territorio mentre in tutta la parte centrale e meridionale della Provincia il fenomeno risulta invece meno consistente rispetto all’andamento medio.
Le mappe sembrano evidenziare un fenomeno maggiormente sviluppato nelle “zone di confine”, con particolare riferimento al confine Svizzero e alle sponde del Lago Maggiore. Prevenzione Dipendenze (2)
20. 20
21. 21 UN NUOVO CONCETTO DI SALUTE DALLA ….
dimensione della responsabilitŕ individuale AL …
Diritto – dovere dell’intera comunitŕ
22. 22 LA SALUTE COME FATTO GLOBALE DA …
Uno stato di assenza di patologie A …
Uno stato di
ben – essere che investe tutti gli aspetti della persona
23. 23
24. 24 LO STILE DI VITA TEORIA DELLA AZIONE RAGIONATA (Fishbein e Ajzen):
La scelta, da parte dell’ individuo, di adottare o non adottare un determinato comportamento č il frutto di un processo intenzionale al quale concorrono due elementi fondamentali …..
25. 25 LO STILE DI VITA ATTITUDINE PERSONALE
Disponibilitŕ interiore di una persona nei confronti di un preciso comportamento
Condizionamento delle conoscenze possedute e delle esperienze pregresse
Condizionamento dell’educazione ricevuta
Inclinazione individuale NORMA SOGGETTIVA
Percezione delle aspettative (familiari, compagni insegnanti …)
Le reazioni delle persone significative possono generare insicurezza e indurre una forma di rifiuto preventivo
26. 26
27. 27 EDUCARE ALLA SALUTE NON E’ programmare interventi episodici a carattere informativo che tendano a riprodurre la lezione frontale con “delega ad esperti”
impostare una progettazione che nasca da “emergenze educative”
Prevedere azioni che non coinvolgano lo studente come responsabile del proprio apprendimento
28. 28 NUOVI ORIENTAMENTI I percorsi dovrebbero essere condotti in classe dagli insegnanti e incorporati nel curricolo scolastico
I percorsi dovrebbero collocarsi in modo trasversale a piů discipline
I percorsi dovrebbero prevedere uno sviluppo “a spirale”
I percorsi dovrebbero prevedere il coinvolgimento di diverse classi
29. 29 NUOVE SINERGIE attivare sul territorio nuove partnership e potenziare il rapporto con le strutture socio-sanitarie a livello territoriale per un efficace “patto”
30. 30 NUOVE STRATEGIE Creazione di dinamiche di gruppo
Aggancio al contesto famigliare e dei pari
Modelli didattici attivi e partecipativi
Coinvolgimento attivo dei genitori
Azioni organizzative destinate a coinvolgere la scuola nel suo complesso
31. 31 UNA DIDATTICA INNOVATIVA Forte legame tra pensiero e azione (didattica laboratoriale)
Utilizzo di messaggi positivi con stile comunicativo semplice
Unitŕ di apprendimento
Definizione degli obiettivi secondo un modello ricorsivo
32. 32 SVILUPPARE LE CAPACITŔ PERSONALI La promozione della salute supporta lo sviluppo delle capacitŕ personali aumentando le possibilitŕ a disposizione delle persone di esercitare piů controllo sulla propria salute, il proprio ambiente, e fare scelte che conducano alla salute.
E’ essenziale rendere le persone capaci di apprendere lungo tutta la loro vita, di interagire positivamente con la cronicitŕ ed i pericoli. Questo deve essere facilitato nella scuola, nel lavoro, nella comunitŕ.
33. 33 COORDINAMENTO E GESTIONE INTEGRATA TRA PROGETTI MODALITA’ DI APPROCCIO Tale classificazione propone una distinzione fra:
approcci universali (ovvero quegli interventi considerati “desiderabili” per l’intera popolazione);
approcci selettivi, rivolti a sottogruppi di popolazione il cui rischio di sviluppare un qualsiasi disturbo risulta significativamente maggiore rispetto alla media,
approcci mirati, applicabili cioč ad individui identificati come portatrici di chiari segni o sintomi prodromici, tali da doverli considerare vulnerabili e ad alto rischio.
34. 34 VALUTAZIONE DI PRIORITŔ Esistenza di interventi evidence based sul fattore di rischio
La valutazione di efficacia per un modello integrato di educazione alla salute
35. 35 PROGETTI, OBIETTIVI E METODOLOGIE UTILIZZATE Promozione sani stili di vita nella scuola
Promozione sani stili di vita over 50 a.
Con-t@tto Spazio Adolescenti
Avviamento alla pratica motoria di soggetti portatori di disabilitŕ
Attivitŕ motoria nei luoghi di lavoro (ASL)
Prevenzione obesitŕ infantile durante il percorso nascita con i Consultori Familiari
Prevenzione obesitŕ infantile nella prima infanzia ( Counseling Motorio – Nutrizionale)
36. 36 PROGETTI, OBIETTIVI E METODOLOGIE UTILIZZATE Informagiovani, in collaborazione con Provincia di Varese, settore politiche sociali Informa Giovani Magazine
Bacheche Informagiovani
Prevenzione Infortuni domestici
Alcol e Guida – “Sulle Strade della Prevenzione”
Promozione salute per ultra 65enni frequentanti Centri per Anziani
Prevenzione rischi sanitari da inquinamento atmosferico
PASSI
Implementazione di una rete per la gestione integrata degli interventi di promozione della salute sul territorio
38. 38 OBIETTIVI SPECIFICI Incidere sugli stili di vita degli studenti della scuola primaria e secondaria di I° grado (attivitŕ fisica, corretta alimentazione e prevenzione del tabagismo)
Proporre azioni e modelli di intervento da sperimentare nelle scuole
Coinvolgere scuole, docenti, genitori, Enti Locali, Associazioni, in scelte finalizzate alla riduzione dei comportamenti a rischio e alla definizione di percorsi esperenziali adeguati per la popolazione scolastica
39. 39 Per realizzare questo impegno la Scuola che aderisce: B) favorisce la formazione dei propri docenti sui temi del progetto
C) coinvolge i propri studenti in esperienze finalizzate all’acquisizione di stili di vita salutari
D) coinvolge i genitori nelle iniziative e nel monitoraggio dei risultati
E) favorisce la realizzazione e l’efficacia del progetto (collabora a monitoraggio e verifica,definisce un apposito gruppo di lavoro interno)
40. 40
41. 41 Progetto n. 3 Con-t@tto Spazio Adolescenti (1) Gli obiettivi sono:
conoscere gli stili di comportamento e di consumo degli adolescenti e dei giovani;
offrire ascolto, aiuto, accompagnamento e tutoraggio, prendendo in carico le situazioni di difficoltŕ manifestate dagli adolescenti e dai giovani;
creare un luogo di riferimento per le figure adulte significative nel processo evolutivo;
offrire occasioni di confronto e crescita mediante gruppi informativi e di supporto per adolescenti e genitori;
predisporre momenti di prevenzione sia nei contesti educativi che in contesti piů informali (anche rivolti a gruppi di genitori).
42. 42 Progetto n. 3 Con-t@tto Spazio Adolescenti (2) Con-t@tto Spazio Adolescenti, č uno spazio gratuito e anonimo, un numero verde per informazioni e consulenze, un sito internet da visitare e creare (che informa e produce comunicazione), una rete che mette in contatto.
Con-t@tto Spazio Adolescenti č anche un programma di prevenzione dei comportamenti a rischio e dell’uso di sostanze stupefacenti fra gli adolescenti e i giovani.
Con-t@tto Spazio Adolescenti opera in équipe multidisciplinare composta da professionisti formati sulle problematiche degli adolescenti e dei giovani, tra cui Medici, Psicologi, Educatori Professionali, Assistenti Sociali. Lo strumento di lavoro multi professionale permette di osservare e intervenire lungo tutto l’arco degli interventi (preventivo, terapeutico, riabilitativo), con l’obiettivo di rinforzare le competenze, ma anche valorizzare e garantire il feedback delle esperienze per meglio coordinare e orientare.
L’attivitŕ prevalente č quella di prevenzione mirata a gruppi di genitori con figli “a rischio” e di prevenzione mirata con attivitŕ rivolte al singolo ragazzo.
43. 43 Progetto n. 4 Avviamento alla pratica motoria di soggetti portatori di disabilitŕ Il metodo si basa sulla formazione degli operatori (personale docente e non, che assiste i disabili piů gravi) e degli utenti stessi (disabili) attraverso interventi pratici e teorici che consentano di acquisire le capacitŕ necessarie per poter praticare in maniera continuativa ed adeguata una o piů attivitŕ motorie abbinando l’adozione di una corretta alimentazione e l’astensione da abitudini dannose (fumo e alcool).
44. 44 Progetto 12 Studio PASSI E’ un’indagine, esclusivamente telefonica, che rileva dati comportamentali non altrimenti disponibili, con i seguenti obiettivi:
rendere disponibili informazioni dettagliate a livello dell’ ASL per modulare a livello locale la programmazione degli interventi di prevenzione in sanitŕ pubblica
ottenere un quadro informativo di contesto rappresentativo della popolazione dell’ASL, tale da consentire la predisposizione di efficaci azioni correttive nei programmi di salute giŕ intrapresi.
45. 45
46. 46 Progetto 15: Implementazione di una rete per la gestione integrata degli interventi di promozione della salute sul territorio Le politiche, i programmi e gli interventi di promozione di sani stili di vita devono essere una parte integrante delle politiche pubbliche . Essi devono essere:
In considerazione di queste premesse č necessaria la creazione di una rete, con un coordinamento strategico sanitario, che consenta di delineare le politiche di intervento ottimali su tutto il territorio aziendale.
Per favorire tale attivitŕ č stato recentemente istituito un Tavolo Tecnico per la promozione di sani stili di vita che vede coinvolti tutti i Dipartimenti dell’ASL, l’Ufficio Scolastico Provinciale, la Provincia di Varese, Associazioni di Volontariato (Lega Tumori, ecc)
47. 47 Grazie per l’attenzione!