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PERCHÈ È IMPORTANTE COINVOLGERE LA SCUOLA?

PERCHÈ È IMPORTANTE COINVOLGERE LA SCUOLA?. Isabella Cropanese Fondazione “ Ca ’ Granda ” Ospedale Maggiore Policlinico (IRCCS). Fiaba Ittita. A sei persone che non avevano mai visto un elefante dissero che in una

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PERCHÈ È IMPORTANTE COINVOLGERE LA SCUOLA?

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Presentation Transcript


  1. PERCHÈ È IMPORTANTE COINVOLGERE LA SCUOLA? Isabella Cropanese Fondazione “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico (IRCCS)

  2. Fiaba Ittita A sei persone che non avevano mai visto un elefante dissero che in una stanza buia ce n'era uno e ciascuno di loro aveva diritto di entrare e di toccare quello strano animale per sapere come fosse fatto. I sei andarono uno alla volta per scoprire com'era fatto l'elefante. Il primo toccò la proboscide, il secondo una zanna, il terzo un orecchio, il Quarto una zampa, il quinto la pancia, il sesto la coda. E se ne tornarono tutti a casa convinti di sapere esattamente come era fatto un elefante.

  3. Cominciarono a descriversi vicendevolmente l'elefante. "Oh, è fantastico", disse il primo, "così lento e morbido, lungo e forte"'. "No!" disse quello che aveva toccato la zanna, "è corto, e molto duro". "Avete torto entrambi", disse il terzo, che aveva tastato l'orecchio, "l'elefante è piatto e sottile come una grande foglia". "Oh no", disse il quarto che aveva toccato la zampa, "è come un albero". E anche gli altri due intervennero: "E' come un muro", "è come una corda". Discussero e discussero, fino a litigare e a fare a botte. Finalmente qualcuno portò l'elefante fuori dalla stanza in piena luce e i sei si resero conto che avevano tutti un poco di ragione: tutte le parti che avevano descritto, messe insieme, formano l'elefante.

  4. la scuola: un elemento importante della rete

  5. Il bambino con Adhd visto dagli insegnanti • Molto attivo, interessato dalle cose nuove ma con difficoltà a stare tranquillo ed attento. Si alza di continuo; • Durante le spiegazioni si distrae e sembra non ascoltare; • Durante le discussioni collettive mostra interesse e interviene moltissimo, di solito senza alzare la mano o senza aspettare il permesso di parlare; • Intuitivo, comprende un argomento prima dei compagni, ma è anche troppo rapido nello svolgere i compiti, che sono incompleti e spesso scorretti;

  6. Il bambino con Adhd visto dagli insegnanti • Disordinato, perde il materiale, i suoi quaderni sono sporchi; • Spesso non fa i compiti a casa perché lascia il materiale necessario a scuola oppure perché non scrive sul diario tutte le consegne; • Se lo riprendo davanti alla classe si chiude e fa il “bullo” con risatine e commenti sarcastici ma è anche un bambino sensibile e dolce, bisognoso del contatto dell’ adulto; • Gioca con tutti ma spesso è isolato e rifiutato, aggredisce verbalmente e a volte fisicamente i compagni

  7. Il bambino con Adhd: il vissuto degli insegnanti , 7

  8. Che altre alternative ha la maestra Giovanna? Restare e NON ACCETTARE Il bambino, continuando a sentirsi impotente e arrabbiata verso di lui Restare, COMPRENDERE e attivarsi per gestire la situazione

  9. A. COMPRENDERE Difficoltà di autoregolazione PIANIFICAZIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI GESTIONE EMOTIVA MOTIVAZIONE COMPORTAMENTO MOTORIO ATTENZIONE

  10. Che succede quando arrivano a scuola???

  11. Abilità richieste a scuola ATTENZIONE COMPORTAMENTO MOTORIO PIANIFICAZIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI MOTIVAZIONE GESTIONE EMOTIVA

  12. Un bambino senza ADHD può… ATTENZIONE • Comprendere dal tono, dall’atteggiamento, dall’espressione quando occorre prestare attenzione • Calmarsi e mettersi tranquillo • Isolare la voce dell’insegnante da altri stimoli non pertinenti • Sostenere l’attenzione per tutta la durata della spiegazione

  13. Un bambino senza ADHD può… PROBLEM SOLVING • Mettere a punto una strategia per affrontare il compito e valutarne la fattibilità • Scomporre gli obiettivi finali in sotto-obiettivi più immediati ed accessibili • Adottare uno stile di pensiero consequenziale: se faccio questo, allora…

  14. B. CONSAPEVOLEZZA E MODIFICAZIONE DEI COSTRUTTI COGNITIVI 14 SFATIAMO ALCUNE LEGGENDE METROPOLITANE

  15. B. CONSAPEVOLEZZA E MODIFICAZIONE DEI COSTRUTTI COGNITIVI • Conoscere e accettare le difficoltàdel proprio alunno, • ma soprattutto riconoscerne le qualitàci consente di: • Apprezzare ciò che il bambino può fare • Aiutarlo a non scoraggiarsi di fronte alla difficoltà • Gestire meglio la rabbia che talvolta proviamo • nei suoi confronti

  16. C. COMUNICHIAMO IN MODO EFFICACE UNA COMUNICAZIONE EFFICACE L’ALTRO SI SENTE ACCETTATO, COMPRESO e RISPETTATO SI INSTAURA UNA BUONA RELAZIONE DIMINUISCONO I PROBLEMI DI DISCIPLINA AUMENTA IL TEMPO PER L’APPRENDIMENTO Una comunicazione INEFFICACE impedisce questo processo virtuoso 16

  17. D. FAVORIAMO L’ORGANIZZAZIONE E L’APPRENDIMENTO RICORDIAMOCI: CIO’ CHE FUNZIONA PER I BAMBINI CON ADHD, IN REALTA’ VA ALTRETTANTO BENE PER TUTTI COLORO CHE APPRENDONO. IN QUESTI CASI PERO’ BISOGNA AVERE L’ACCORTEZZA DI APPLICARE ALCUNI ACCORGIMENTI IN MODO PIU’ SISTEMATICO. 17

  18. Alcune indicazioni pratiche

  19. Dove mi siedo? • Avere il bambino nella propria visuale per • orientare l’attenzione con lo scambio di sguardo • favorire la partecipazione • raggiungerlo rapidamente per il controllo dell’attività

  20. Dove mi siedo? • va favorita la socializzazione, ma bisogna moderare la possibilità di contatto con troppi compagni • tanto più vivaci sono i compagni vicini, maggiori sono le occasioni di distrazione; compagni tranquilli fungono da modello positivo di comportamento ? ? ? ? ?

  21. Dove mi siedo? • Attenzione ai potenziali distrattori • finestre • porte • compagni vivaci • cartelloni • cestino • armadi/librerie • orologio • tavolo con materiali

  22. Regole e routine • Bambino con ADHD ha difficoltà: • ad autoregolare il proprio comportamento • a cogliere chiari indicatori di ciò che ci si aspetta da lui Più sono le routine in classe, più il bambino è in grado di prevedere tempi e richieste, cercando di adattare il proprio comportamento e soddisfare le richieste

  23. Regole e routine • Esempio di routine • routine di inizio lezione (ad es. controllo del materiale) • presentazione delle attività della giornata e i rispettivi tempi di lavoro • pause concordate, possibilmente sempre alla stessa ora • attività durante la ricreazione stabilite a priori • dettatura compiti ad orario stabilito che permetta di verificare che il bambino abbia preso nota di tutti i compiti e che abbia tutto il materiale occorrente • routine di saluto e uscita

  24. Regole e routine • Accorgimenti per istituire delle regole: • devono essere condivise dalla classe • devono essere positive e non divieti • devono descrivere le azioni in modo operativo • dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati • devono essere poche (8-10) ed espresse sinteticamente

  25. Regole e routine Esempio di cartellone delle regole PIU’ EFFICACE MENO EFFICACE 1. Quando vuoi parlare, ricordati di alzare la mano 1. Non si deve parlare senza alzare la mano per chiedere la parola. 2. Cammina lentamente 2. Non si corre nei corridoi durante la ricreazione 3. Preparati al suono della campana 3. Per uscire si deve essere in fila per due e aspettare che tutti siano pronti. 4. Usciamo tutti in fila per due 4. Bisogna avere cura delle piante della classe 5. Ricordati di bagnare le piante

  26. ALCUNE ACCORTEZZE PER FAVORIRE L’APPRENDIMENTO

  27. RICORDIAMOCI CONTINUI FALLIMENTI SCOLASTICI INCIDONO NEGATIVAMENTE SUL LIVELLO DIAUTOSTIMA E SULLA MOTIVAZIONEALL’APPRENDIMENTO. E’ IMPORTANTE DUNQUE DARE AL BAMBINO L’OPPORTUNITA’ DI RIPROVARE, CONSEGUIRE UN MINIMO DI SUCCESSO ED ESSERE GRATIFICATO

  28. Calibriamo il carico di lavoro • Facciamo una stima approssimativa della tenuta attentiva del bambino (es. 15 min.) • Valutiamo il tempo necessario per lo svolgimento del compito (es.40 min) • In questo caso è opportuno spezzettare il compito con brevi pause, permettendo al bambino di “ricaricarsi” attentivamente.

  29. Calibriamo il carico di lavoro • Alterniamo compiti attivi, che richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali l’ascolto di una spiegazione; • Laddove è possibile, svolgiamo le attività che richiedono maggiore sforzo attentivo nelle prime ore della mattinata e riserviamo al pomeriggio le attività che ne richiedono meno;

  30. Durante l’esecuzione del compito... • Passiamo spesso tra i banchi per controllare lo svolgimento del compito; • Segnaliamo SUBITO eventuali errori, possibilmente a bassa voce. Il bambino sarà certamente più disponibile a rivedere secondo le nostre indicazioni una piccola parte del lavoro svolto, mentre lo sarà meno se lo avvertiamo dell’errore solo al termine; • Forniamo informazioni operative per il corretto svolgimento: “Hai sbagliato il problema, controlla e rifai!” può non essere motivante.

  31. Quando Spieghiamo Favoriamo la partecipazione attiva dell’alunno: • Avvertiamo il bambino che sta per essere interpellato. Questo evita l’imbarazzo pubblico di essere colto impreparato alla domanda. • Chiediamogli di ripetere ciò che abbiamo spiegato, solo se siamo sicuri che abbia prestato attenzione (lo scopo non deve essere punitivo). • Presentiamo anche lo stesso argomento con modalità differenti che coinvolgano più sensi e che contemplino dei momenti in cui il bambino possa muoversi.

  32. TUTTO QUESTO RICHIEDE DISPONIBILITA’ AL CAMBIAMENTO, IMPEGNO, TEMPO, TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE ECC. ECC. • A CHE PRO??? • MAGGIORE BENESSEREDEL BAMBINO • MINORE STRESS DELL’ INSEGNANTE

  33. Grazie per l’attenzione Isabella Cropanese Fondazione “Ca’ Granda” Ospedale Maggiore Policlinico (IRCCS)

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