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Interventi in materia di richiedenti asilo e rifugiati.
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Interventi in materia di richiedenti asilo e rifugiati La Convenzione di Ginevra relativa allo status di rifugiati, stipulata il 28 Luglio 1951, ratificata dall’Italia con legge n°722 del 24 Luglio 1954, definisce rifugiato colui che teme a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione,nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche e si trova fuori dal paese di cui è cittadino e non può o, a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale paese.
Quadro normativo In Italia si è ancora in attesa di una legge organica sul diritto d’asilo. La nostra Costituzione, all’art.10, prevede che “ lo straniero,al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica,secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Altre leggi che trattano la materia sono la legge n°39/90 Norme urgenti in materia di asilo politico (…) e il regolamento attuativo della legge n°189/2002 per le disposizioni in materia di asilo ( D.P.R. n°303/2004 ), il decreto legislativo n°140 del 2005 (recepimento della direttiva europea in materia di accoglienza ).
Secondo i dati forniti dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, le domande pervenute nel 2006 dalle Questure alle Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status dei rifugiati sono state 10.348. La persona che arriva in Italia deve presentare alla frontiera la richiesta di asilo motivata e, per quanto possibile, documentata; può farlo successivamente al suo ingresso se cambia la situazione nel suo paese. La richiesta viene esaminata dalle Commissioni territoriali in modo più veloce che nel passato.La Commissione intervista il richiedente con l’ausilio di un interprete della sua lingua, sui motivi della sua richiesta. In passato,nell’attesa la persona poteva avere dalla Prefettura un contributo di prima assistenza una-tantum per un periodo non superiore a 45 giorni ( circa 700 euro),se dichiarava di essere priva di mezzi di sussistenza e di ospitalità in Italia. Ultimamente non viene più erogato perché le persone vengono trattenute nei centri di identificazione, da dove escono di solito col permesso di soggiorno.
Prima del regolamento attuativo del 2004, le domande venivano esaminate da una sola commissione centrale, con sede a Roma. Ai richiedenti asilo,fino all’accoglimento della loro domanda, veniva rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo, che non consentiva loro di lavorare. La nuova procedura prevede ora che le domande vengano esaminate in tempi brevi dalle commissioni territoriali ( in Sicilia ve ne sono 2, a Trapani e a Siracusa ).Esse possono essere accolte, respinte o può esse espresso parere favorevole al rilascio di permesso per motivi umanitari. La persona, dopo un breve periodo passato presso i Centri d’identificazione ( se priva di documenti d’identità ) può quindi spesso essere abilitata a lavorare subito . Naturalmente vi sono difficoltà legate alla mancata conoscenza della lingua italiana e dell’organizzazione dei servizi sociali, sanitari, scolastici, alla mancanza di alloggio, lavoro, reti familiari e amicali ecc.
Che cosa è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ( SPRAR )? • E stato istituito dalla legge n°189/2002 e comprende la rete dei progetti territoriali di accoglienza, realizzati dai Comuni, rivolti a richiedenti asilo, rifugiati, persone con permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria. • I Comuni accedono a risorse finanziarie apposite, stanziate dal Ministero degli Interni, previa approvazione di progetti presentati annualmente. • Si tratta del Fondo Nazionale per le politiche e i servizi per l’asilo. • Lo SPRAR prevede il modello di accoglienza integrata, che mette in rete enti locali, soggetti del III settore (che spesso gestiscono i centri ), Prefetture, Servizio Centrale gestito dall’ANCI, altre istituzioni e soggetti.
Nel 2006 lo SPRAR ha attivato 102 progetti territoriali, in 95 diversi comuni italiani.Nel 2006 le persone monitorate dal Servizio Centrale sono state 7.030, di cui 5.347 inserite in uno dei centri. • Quale è la provenienza dei rifugiati inseriti nel Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati? • Essi provengono soprattutto dall’Eritrea (22,2), dall’Etiopia(9,4%), dalla Colombia (6,1%), dal Togo (5,4%),dalla Somalia ( 5%) e dalla Turchia ( 4,9%) dati dossier Caritas 2007. • Il 70,5 % è di sesso maschile. • La fascia d’età prevalente (70,3) è tra i 18 e i 40 anni. • Il 64%è arrivato via mare con uno sbarco, generalmente sulle coste siciliane.Il 24% è arrivato in aereo. • I singoli sono stati 3.320 ( 62,10%), i componenti di nuclei familiari sono stati 2.027 ( 37,9 ). • Delle 651 famiglie accolte, ben 257 erano monoparentali ( madri e figli, solo in 2 casi padri e figli).
Va evidenziato che è un grosso problema per queste donne sole con figli trovare un lavoro ed una sistemazione autonoma, già difficile per famiglie in cui vi sono entrambi i genitori. Esse si trovano a dover gestire da sole la responsabilità dei figli, la condizione di richiedente asilo o rifugiata, il nuovo contesto di vita, l’elaborazione del passato, spesso doloroso, i vissuti di perdita,le difficoltà legate alla progettazione per il futuro. Per ciò che concerne i titoli di studio, va evidenziato che molti rifugiati hanno titoli di studio medi o alti ( diplomi o lauree). Molti di essi, perciò, svolgevano nel loro paese professioni qualificate ( ufficiali dell’esercito, medici, giornalisti, ingegneri, insegnanti ecc.). A fronte di ciò, le offerte del mercato del lavoro non riconoscono spesso queste competenze, perché vengono richieste mansioni molto più modeste. Il riconoscimento dei titoli di studio è lungo e difficile.
I centri sono rivolti a categorie ordinarie o vulnerabili (vittime di tortura o violenza, sieropositivi, disabili anche temporanei,soggetti che richiedono assistenza domiciliare, sanitaria specializzata,anziani, minori non accompagnati ). L’accoglienza nei centri è per 6 mesi, prorogabili di altri 6. Offrono vitto, alloggio, pocket-money,quanto serve per vivere dignitosamente e aiuto per imparare l’italiano, orientarsi nel contesto sociale, accedere alla formazione ed al lavoro.Lavorano in rete con altre istituzioni ( AUSL e Aziende ospedaliere, scuole, centri territoriali permanenti ecc.) Il Comune di Palermo fa parte della rete nazionale del sistema di protezione ed ha un centro per categorie vulnerabili e uno per categorie ordinarie ( maschile ).Anche Caltanissetta ha 2 centri. Il Servizio Centrale è abbastanza ben organizzato, ma certamente il fabbisogno dei posti è superiore all’offerta. In alcuni casi i rifugiati si appoggiano alle loro reti di connazionali esuli in Italia.Non possono mantenere rapporti con la loro ambasciata perché hanno chiesto asilo.