560 likes | 766 Views
PSICOLOGIA DEL TURISMO lezione III. Prof.ssa Antonietta Albanese Università degli Studi di Milano Cattedra di Psicologia Sociale Segretaria scientifica A.R.I.P.T. (Associazione Ricerche Interdisciplinari Psicologia del Turismo)
E N D
PSICOLOGIA DEL TURISMOlezione III Prof.ssa Antonietta Albanese Università degli Studi di Milano Cattedra di Psicologia Sociale Segretaria scientifica A.R.I.P.T. (Associazione Ricerche Interdisciplinari Psicologia del Turismo) La formazione universitaria degli operatori turistici; verso nuove professioni manageriali
3.a. Cenni storici La formazione universitaria degli operatori turistici è stata oggetto di studio dell’Unità di ricerca dell’Università degli Studi di Milano negli anni 1994-96, nell’ambito di una ricerca nazionale del Ministerodell’Università e della ricerca scientifica e tecnologica (Murst 40%) sull’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche del turismo.
La ricerca evidenziò l’esistenza in Italia di Diplomi universitari in Economia e Gestione dei servizi turistici nell’ambito delle Facoltà di Economia. Una formazione economica, dunque, con la presenza solo in poche realtà nazionali di insegnamenti di: • sociologia del turismo • psicologia del turismo • geografia umana • antropologia culturale
I percorsi formativi universitari per operatori turistici in • Francia • Germania • Austria presentano sin dagli anni ’90 una formazioneinterdisciplinare presso le Facoltà di Geografia e di Pedagogia o anche in Facoltà per insegnanti di educazione fisica.
Le discipline umanistiche • pedagogia del turismo • sociologia del turismo • psicologia del turismo sono sempre presenti.
Gli stages rivestono una rilevante importanza soprattutto nelle Università francesi e tedesche. E’ prevista una formazione a distanza.
L’operatore turistico è un operatore culturale che favorisce lo sviluppo di un turismo inteso come cultura dell’incontro (A. Albanese, 1994,1997).
L’operatore turistico è un mediatore tra scienza e impresa, interprete delle domande, dei bisogni di turismo. Progettare adeguate offerte sulla base del bisogno, del “desiderio” di esperienza turistica significa, dunque, possedere competenze psicologicheeinterattive.
Un turismo di qualità è spesso correlato alla qualità delle relazioni di gruppo, interpersonali, organizzative (Brewster, 1996; D’Egidio, 1997). La commissione di studio istituita presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano negli anni 1996-97 ( G. Martinotti, A. Albanese, R. Arduini, G. Blangiardo, E. Dell’Agnese, S. Violante, N. Costa) ha elaborato una proposta di diploma universitario per operatori turistici che fornisse una formazione economico-giuridica, psicologica, sociologica, geografica, antropologica.
Un diploma di laurea, così articolato, prevedeva due specializzazioni • in beni culturali • in turismo e ambiente
La formazione professionale prevedeva convenzioni con Confindustria – Federturismo, Confcommercio, FIAVET (Federazione Italiana agenti di viaggio e turismo).
Una particolare attenzione è rivolta allo studio dei modelli disciplinari, culturali, nonché alle dinamiche relazionali. L’operatore turistico deve, infatti, essere in grado di mettere in discussione i propri riferimenti disciplinari e culturali nell’incontro con diverse culture e diverse dinamiche relazionali in cui si trova ad agire nella sua attività professionale (R. Massa, 1999).
L’individuazione, poi, di nuove professionalità nel turismo, individuate dalla DG XXIII della Commissione Europea, ha sollecitato adeguati percorsi formativi universitari per la preparazione di • addetti all’accoglienza ed assistenza locale dei clienti • esperti di comunicazione dell’immagine turistica • esperti in programmazione dello sviluppo turistico del territorio
3.b. La formazione universitaria Si precisa, allora, la necessità di corsi di Laurea in Scienze del Turismo con percorsi formativi multidisciplinari in cui la formazione psicologica e sociologica completino la già presente preparazione economico-giuridica.
Si studiano percorsi formativi post-laurea per la preparazione di managers del turismo, competenti in progettazione di un turismo culturale per la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali (1999-2005).
Il confronto europeo sollecita sin da allora l’adeguamento della formazione universitaria italiana in Scienze del turismo.
Cresce il segmento del turismo “responsabile” strettamente correlato al turismo culturale ed al turismo ambientale. Negli anni ’90 il contesto sociale richiede capacità manageriali e imprenditoriali dell’operatore turistico in relazione alle esigenze di emergenti segmenti della domanda internazionale.
Sorgono tour operators specializzati in una nicchia di mercato (trekking, golf) o imprenditori agrituristici che coniugano medicina naturale e prodotti locali.
La “ricostruzione sociale” dei luoghi e delle memorie, l’attivazione di una ricostruzione delle origini dei luoghi, delle cose, della storia, si afferma ovunque e richiede una concezione “imprenditoriale” della gestione dei beni ambientali e culturali.
La nuova professionalità dell’operatore turistico, operatore culturale che media l’interazione dell’uomo all’ambiente, del gruppo all’ambiente, richiede nuove strategie formative.
3.c. Obiettivi e metodi OBIETTIVI FORMATIVI • COMPETENZA INTERDISCIPLINARE 2)COMPETENZA IN METODOLOGIA DELLA RICERCA 3)COMPETENZA IN PROGETTAZIONE DI ITINERARI TURISTICI CULTURALI 4) COMPETENZA INTERPERSONALE E INTERCULTURALE
Il turismo inteso come cultura dell’incontro, richiede il superamento del sapere nozionistico e monodisciplinare.
La progettazione di un itinerario turistico richiede conoscenze geografiche del territorio, conoscenza della cultura dell’ambiente e degli aspetti psicosociali della popolazione ospitante, in una costante interazione ed elaborazione interdisciplinare. L’analisi delle risorse umaneed economiche del territorio può essere effettuata attraverso una ricercainterdisciplinare sul campo, da effettuare in gruppo plurispecialistico.
Ogni attività formativa parte dalla ricerca e dalla ricerca - sperimentazione, come indicato nelle esemplificazioni della lezione 2 sull’esperienza turistica e come evidenziato dagli Autori ( Lewin, 1948; Calvi, 1981; Spaltro, 1990; Trentini, 1985; Albanese, 1989, 1991, 1999, 2001, 2007).
obiettivi formativi: metodologia • Competenza interdisciplinare - lezioni - lezioni tematiche - seminari specialistici - tavole rotonde
obiettivi formativi: metodologia • Competenza in metodologia della ricerca - esercitazioni individuali - ricerca in piccolo gruppo omogeneo per formazione di base - ricerca in piccolo gruppo eterogeneo per formazione di base - esercitazioni on line
obiettivi formativi: metodologia 3. Competenza in programmazione di itinerari turistici culturali - progettazione itinerari di turismo culturale per gruppi di turisti - analisi di itinerari turistici in altri paesi - analisi di documentazioni (filmati, mostre, brochures) - confronto di esperienze europee
obiettivi formativi: metodologia 4. Competenza didattica - Esercitazioni didattiche - Elaborazione di mostre permanenti di itinerari culturali - Elaborazione materiale informatico di turismo culturale - Stesura di guide turistiche (anche in altre lingue)
obiettivi formativi: metodologia Competenza interpersonale - dinamica di gruppo - dinamica della decisione - piccoli gruppi - comunicazione - role playing - psicodramma
obiettivi formativi: metodologia Competenza multiculturale - Focus group internazionali - Stages - Casi di studio internazionali - Confronto tra esperienze multiculturali
I sussidi didattici per la formazione universitaria degli operatori turistici comprendono libri, riviste, documentazioni, video – tape, dvd, laboratori multimediali
La modalità di verifica del percorso formativo prevede la discussione di un progetto elaborato nell’ambito del corso, ovvero la presentazione di una guida turistica, una “lezione” tematica - simulazione di una situazione di “accompagnamento” di un itinerario turistico per un gruppo.
3.d. Altre esperienze formative universitarie in Europa In Francia nell’Ottobre 1968 la legge di orientamento Faure permette all’Università di organizzare insegnamenti a finalità professionali e crea la Laurea in Turismo (Licence et Maîtrise de Tourisme).
“L’obiettivo è quello di formare operatori turistici ad alto livello culturale e professionale, capaci di creare prodotti turistici più elaborati e di gestire in modo più moderno agenzie e centri di turismo” (J. Guichard, 1997).
Nel 1993 si crea in Francia un anno post – laurea (DESS) intitolato “Sviluppo e promozione delle attrezzature turistiche”. “Dobbiamo dimostrare che più formazione e più cultura non è antieconomico, anzi può aprire nuovi mercati e conquistare nuovo pubblico” (G. Guychard, Congresso di Psicologia del Turismo, Trento, 1994).
Vorrei sottolineare, per quanto concerne la valutazione dell’attività formativa, che in Francia i laureandi devono effettuare due stages: uno di sensibilizzazione e l’altro di formazione. Il secondo stage può essere sostituito con la stesura di “memoire d’initiation à la recherche”, a testimoniare la stretta relazione tra ricerca e formazione.
In Germania la durata di un corso di laurea è normalmente di 8-9 semestri (4 – 4 anni e mezzo). Il titolo di doktor è equivalente al Dottorato di ricerca italiano.
Ogni caso di studio è diviso in due parti: Grundstudium e Hauptstudium (4 + 4 semestri) Nella prima parte gli studenti ricevono una formazione generale nella materia prescelta, mentre nello “Hauptstudium” possono continuare lo studio in modo generaleapprofondendo o possono specializzarsi in un tema particolare.
La formazione in turismo prevede, ad esempio, un approfondimento in Geografia applicata / Geografia del turismo; la specializzazione – poi – potrà essere in Turismo.
Interessante è la metodologia formativa utilizzata in Germania: • Lezioni accademiche (con esercitazioni) • Seminari (con frequenza obbligatoria). La partecipazione al Seminario è attiva e si conclude con una relazione o lavoro di ricerca. Anche in questo caso si evidenzia la stretta relazione tra formazione e ricerca. • Tirocini professionali presso enti per il turismo, agenzie di viaggio, aziende di soggiorno e cura… Il tirocinio (almeno 3 mesi) è molto importante per il conseguimento della laurea.
Sono previsti anche: • tirocini in Università per l’applicazione di metodi di ricerca a temi specifici concernenti la professione di operatore turistico; • escursioni in Germania (Grundstudium) di una settimana - escursioni di tre settimane all’estero.
La formazione universitaria in Germania comprende, accanto alle discipline economiche , materie quali la geografia del turismo, storia dell’arte, sociologia, etnologia, etc.
A Malta la formazione universitaria degli operatori turistici intende rispondere all’esperienza di un turismo “adulto”, più interessato ai valori culturali.
Gli studi sullo sviluppo del turismo futuro strettamente connesso alla salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, impone una formazione multidisciplinare che dia ampio spazio al tirocinio.
Si evidenzia l’utilità di tirocini all’estero e la stretta collaborazione tra Università e Fondazione per gli Studi internazionali, che si occupa di temi ambientali, socio-economici e politici.
L’Istituto per l’ambiente Internazionale conduce a Malta programmi di ricerca teorica e pratica. Interessanti sono i progetti internazionali: Med - campus che vede la collaborazione tra l’Università di Malta, il Ministero del turismo, Swansea Institute, Cipro, Egitto, Università Tunisi II.
3.e. Formazione universitaria e post – laurea in Italia In Italia il lento sviluppo di Facoltà di Scienze del turismo ha promosso le competenze multidisciplinari evidenziate come indispensabili, anche se discipline quali la psicologia del turismo e la sociologia del turismonon sono sempre presenti nel percorso formativo.
Si registra negli anni 2000 in Italia la presenza di Corsi di Master di II livello per la formazione post – laurea degli operatori turistici. A titolo esemplificativo citerò il Master in Politica ed Economia dell’Ambientedell’Università di Milano, in cui la multidisciplinarietà è alla base, essendo il corso istituito dalla Facoltà di Scienze Politiche, per sua natura multidisciplinare.
Il Master, attivo dal 2000 (dal 2001 con FSE fino al 2006) privilegia la stretta relazione ricerca -formazione- progettualità e mette in atto metodologie formative innovative per la formazione manageriale nel turismo
Il Master in Politica ed Economia dell’Ambiente prevede due filiere formative: Ambiente e Turismo, Ambiente e Sicurezza. La collaborazione scientifica con Confindustria, Centro universitario europeo per i beni culturali di Ravello, Enti, Istituzioni, ARIPT, T.C.I., promuove la formazione “ life long learning” dei diplomati del Master ed un’aggiornata “messa in campo” di nuove figure manageriali per un turismo ecocompatibile.