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Lo stile missionario del Carmelo. Noi carmelitane siamo privilegiate per aver ricevuto una ricca spiritualità e carisma. I nostri santi, contribuirono all’arricchimento del nostro carisma. .
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Noi carmelitane siamo privilegiate per aver ricevuto una ricca spiritualità e carisma. I nostri santi, contribuirono all’arricchimento del nostro carisma. • Oggi, tocca a noi, fare lo stesso che già stiamo provando a fare per mezzo delle nostre missioni nel mondo. • Tra le figure che ci spirano, dopo Cristo, sono le figure bibliche: il profeta Elia e Maria, la madre di Gesù. • La parola di Dio è centrale nel nostro stile di vita, in questa incontriamo la nostra fonte d’ispirazione per la missione.
Non possiamo concentrarci solo sul “da fare”. L’orazione, fraternità e servizio in mezzo al popolo sono i tre elementi vitali del carisma carmelitano che non possiamo separare: sono uniti dalla contemplazione. • Un’artista olandese ha fatto una bellissima rappresentazione della regola. Al centro della regola ha un circolo d’oro, il cui centro è vuoto. Questo centro vuoto significa la necessità umana di Dio: Ha uno spazio vuoto nella nostra vita missionaria, il quale potrà essere riempito solo da Dio, perché è infinito.
Di solito, cerchiamo tante forme per arrivare a questo vuoto le quali non ci lasciano mai soddisfatte. La nostra missione ci rende anche capaci di parlare di questa profonda necessità umana. Dalla nostra esperienza possiamo aiutare gli altri a scoprire che solo Dio può soddisfare il cuore umano, solo Dio basta. • “come possiamo rispondere, noi carmelitane, alle grandi richieste dei nostri giorni? • Per seguire questo cammino, la nostra missione ci spinge alla purezza del cuore, dobbiamo svuotarci per dare spazio a Dio – Vacare Deo. .
1. Chiamate ad essere donne consacrate . . (Autor desconhecido) SReiff/02
Secondo la nostra Ratio Istitutionis, • “soggetto e centro della formazione alla vita religiosa è la persona umana, in tutte le sue dimensioni. • Come donne consacrate, siamo consapevoli della chiamata del tutto speciale ad essere, attraverso la nostra donazione, un segno della tenerezza di Dio verso l’intero genere umano. • La nostra dignità di donne si realizza proprio nell’accogliere e donare amore e vita.
2. Chiamate ad essere Carmelitane . (Autor desconhecido) SReiff/02
Il Padre ci ha chiamate a realizzare la nostra consacrazione nel Carmelo missionario fondato da madre M. Crocifissa Curcio insieme a padre Lorenzo e da loro affidato a s. Teresa di Bambino Gesù. • “La nostra patrona e protettrice è stata sempre la piccola Santina Suor Teresa di G. B., l’abbiamo pregata sempre con crescente fiducia per far trionfare questa casa assieme a Lei nei giorni della sua beatificazione” . • «Se mi sento spinto a questa istituzione lo è perché S. Teresa e la piccola Teresa hanno avuto un immenso desiderio di servire Iddio nelle missioni».
3. Chiamate ad essere a servizio e in missione . . (Autor desconhecido) SReiff/02
La nostra vita ha anche un’irrinunciabiledimensione missionaria: “Mie buone suore dobbiamo rientrare sempre più in noi stesse e domandarci: “ma sono veramente una suora dedicata completamente alla vita missionaria? Oppure passo il mio tempo in gingilletti da niente, in vane conversazioni, senza occuparmi affatto della vita missionaria che è tanto necessaria pur restando nelle nostre contrade? Senza questo spirito cadiamo in una materialità senza limiti e ci prepariamo per entrare nell’eternità con un piccolissimo cestino di poche preghiere, fatte con sonnolenza e superficialità. Non lasciamoci trascinare da affetti troppo terreni. Che la nostra anima, pur amando la gioventù, sia libera da lacci appiccicaticci che sono una rovina per le anime consacrate tutte e completamente al Signore”.
La nostra vocazione specifica nel Carmelo ci indica con chiarezza con quale stile metterci a servizio dei fratelli: • Stile caratterizzato dall’ardore per l’annunzio del vangelo dell’amore e della pace, dall’impegno per la giustizia, dalla tenacia e dalla disponibilità anche al martirio. • “Lavora con coraggio di vera missionaria Carmelitana, difficoltà ne incontriamo tutti, ma ciò ci deve rendere più forti e coraggiose per corrispondere all’ardua impresa dalla Provvidenza affidataci”.
Con Maria e come lei, vogliamo offrire una presenza attenta e sollecita nelle Chiese locali in cui viviamo: • “Da tutte voi si richiede la santità: siate sante, imitate Maria. Tutte, ma s • Possono dire di voi che le proprie superiore sono un modello di preghiera, un esempio di meditazione, un esempio di carità, un modello di mitezza e di bontà? (…) E anche voi, suore che state in contatto con la gioventù: si volgono verso di voi con la massima fiducia, col cuore in mano, vedendo nella suora più che una madre terrena. • Ed ecco che invece di una madre trovano talora una donna nervosa, arcigna, egoista, che non si preoccupa affatto del loro bene spirituale ed anche materiale. Guardate al grande esempio di Maria santissima, il grande specchio di santità. • (…)Volgiamo lo sguardo interiore dell’anima a questa nostra celeste Madre (…), che oltre all’abitino santo, singolare suo privilegio, ce ne dia un altro più singolare, quello di poter essere anche noi piccoli, umili specchi di santità”.
4. Chiamate in missione Alla contemplazione . . (Autor desconhecido) SReiff/02
Chiamate alla vita missionaria, sperimentiamo che anch’essa è espressione della dimensione contemplativa della nostra esistenza: • “Quel che chiediamo a Dio è di lavorare per la sua gloria, è di amarlo e di farlo amare”! Solo lasciandoci colpire e plasmare assiduamente dalla Parola divina, diventiamo veri profeti del Dio di Gesù Cristo. • Solo se consentiremo allo Spirito d’amore di liberarci da noi stesse e di plasmare il nostro cuore, divenendo “restauratrici dell’umanità” con la preghiera e con l’azione. Su questo consiglia M. Crocifissa:
“L’amore che ogni giorno attingete nella sorgente Eucaristica comunicatelo a tutto il mondo con i grandi e immensi desideri di voler salvare tutte le anime, • con le parole e soprattutto col buon esempio impadronitevi dei cuori innocenti, delle giovinette per darli a Colui che ci ha creato per amarlo sopratutti. • Rivolgete parole soavi, ispirate da Colui che è Amore immenso, e perciò lo spirito di unione intima con Gesù Eucaristia vi deve sempre guidare in tutte le vostre azioni” .
Dal servizio apostolico, poi, riceveremo anche stimoli e aiuti, spesso inattesi, per il nostro cammino spirituale e, grazie ad essi, essere ogni giorno nuovamente inviate in missione. • P Lorenzo prosegue su questa scia ed avverte a sr Scolastica: • “Sii una vera apostola e non ti meravigliare se hai delle difficoltà. Salva, salva le anime: infondi nel cuore di tutte le giovinette, una grande fede nella bontà divina…sii missionaria, pronta a tutte le difficoltà”.
Lo stile contemplativo deve permeare e caratterizzare ogni azione e pensiero, tutto il nostro apostolato e l’intera vita fraterna delle nostre comunità, • la stessa madre M. Crocifissa ce lo dice: • “Le occupazioni degli uffici che l’ obbedienza ci ha affidato non ci devono distrarre dallo spirito del Carmelo, che è spirito di preghiera, di unione intima col Cuore eucaristico. … Dobbiamo vivere così intime con la Vittima eucaristica da formare l’abitudine alla deliziosa unione con Dio. … Aspiriamo a questo grado d’amore perché è questo lo spirito della nostra santa Istituzione, è questa la santità dei santi del nostro Ordine e delle grandi e piccole Terese”.
Madre M. Crocifissa e padre Lorenzo, ci esortano ancora: “Puoi pregare sempre, sempre: la preghiera è amore e, se ami, preghi. Offri quello che fai, mortifica la tua volontà, la tua natura”. “Preghiera molta, profonda, intima dell’anima. Senza preghiera inaridisce lo spirito. Preghiera continua interiore con cui uno si getta nelle mani di Dio, pronto a fare sempre la sua santissima volontà. Poi attività feconda, naturalmente nella santa obbedienza”. Per alimentare questo stile, Padre Lorenzo ci insegna: con la pratica assidua dello studio della sacra scrittura, alla luce del vissuto dei santi carmelitani, specialmente s. Giovanni della Croce, maria Maddalena de’ pazzi, s. Teresa di Lisieux. “Tramonta il ’55, (…) e noi che progetti abbiamo? Aperture di altre case, di restauri a destra e a sinistra, di compere, di acquisti … Fine della vita carmelitana è la vita dello spirito, della preghiera, della contemplazione. Non vi turbi questa parola, credendo che la contemplazione siano le estasi, le visioni, le stimmate.
No, vi è una contemplazione a cui tutti possiamo e dobbiamo arrivare per corrispondere allo scopo per cui Iddio ci ha chiamato alla vita religiosa: la nostra vita dev’essere un legame continuo con Dio, legame dello spirito, legame dell’intelligenza e della volontà. • Ditemi, buone suore, qual è il vostro pensiero dominante? Gli affari di casa, di costruzione, di studio, di lavoro? Sono forse queste le cose che contiene il vostro cervello? Oppure la mattina appena alzate, sentite la necessità di occuparvi di Lui che è in noi, che scruta ogni pensiero? (…) Il pensiero di Dio! • Questo dovrebbe essere il pensiero dominante, supremo, su cui si deve appoggiare ogni altro pensiero. (…) La preghiera superficiale, la meditazione fatta con tutta l’anima, questa sì che conduce a Dio! Un pensiero che ci colpisce, mette radice nel nostro cuore per tutta la giornata: l’anima parla con Dio, consulta Dio, supplica Dio, vive di Lui e tutte le attività esteriori vengono canalizzate alla fornace • d’amore che è Dio. (…) Direte: “ci è impossibile, • siamo troppo occupate”. Preoccupiamoci, o buone suore, • di questo Amore che dobbiamo acquistare a tutti i costi, • se non vogliamo arrivare a mani vuote all’eternità”.
La tradizione dell’intero Carmelo e della nostra Congregazione ha valorizzato il silenzio. Esso è per noi non solo il mezzo particolarmente adatto a: • creare l’ambiente interiore ed esterno che favorisce l’incontro con Dio, ma è orientato anche a • favorire la serenità dell’intera persona, • la sobrietà nell’uso delle cose e • nella gestione dei rapporti con le sorelle. Pe Lorenzo insiste su questa pratica con sr Scolastica: • “Continua l’importante missione che hai cominciato e prosegui in umiltà e fervore. Su, su, prega giorno e notte, nel silenzio del tuo cuore – prega che il Signore ci conceda anche in Graciosa molte e buone vocazioni. Qui le suore ( in Italia) hanno molto da fare ed in alcuni luoghi è come nelle missioni.
In ogni tuo lavoro abbi il pensiero in Dio affinché il tuo lavoro sia grato al Signore. Coraggio dunque e…al lavoro nella vigna del Signore. • Attenta al demonio, che ti suggerisce a lasciare il campo del tuo lavoro…avanti, sempre avanti col crocifisso in mano (o meglio nel cuore): sete di anime…ricordate a tutte le vostre bambine i nove venerdì del mese e i cinque sabati alla Madonna…e poi vocazioni su vocazioni di tutti i paesi che sono andati ad abitare nel Brasile…anche vocazioni di piccole e buone tedesche. All’opera, all’opera in nomine domine”!
Esperta della vita con Dio e con i fratelli, madre M. Crocifissa scrive: • “Ho letto le poche righe che parlano dell’entrata della nostra Santina al Carmelo: la sua forza era nel silenzio. … Il silenzio è la sorgente dello spirito carmelitano che è unione con Dio”. • Ben consapevoli della sapienza di queste esortazioni, noi sappiamo che, nella vita quotidiana • come nei momenti di ritiro e di esercizi spirituali, “la ricerca dell’intimità con Dio comporta la necessità veramente vitale del silenzio di tutto l’essere”.
Sin dagli inizi della nostra Congregazione, la gioia ha caratterizzato il nostro stile di vita comunitaria, divenendo un aspetto importante della “fisionomia particolare del nostro carisma”. Frequentemente madre M. Crocifissa e padre Lorenzo ci hanno esortate a mantenere viva la gioia e a manifestarla nel sereno fluire dei nostri giorni. “Ogni giorno, perciò, aumenti in voi il desiderio di amare e far amare Gesù sempre più, sempre più! …Pregate con Gesù e insieme a Gesù lavorate: godrete così l’intima unione quale preannuncio di quella gioia che avremo nella nostra futura abitazione nel cielo!”
Così, nel modo di • vivere insieme da sorelle, • rapportarci all’esterno della comunità, • nel vestire, • nel tenere le nostre case • svolgere il nostro apostolato • conserviamo uno stile di semplicità, modestia e delicata franchezza che testimonia la nostra totale adesione ai valori della vita consacrata nel Carmelo.
Nella Piccola via dell’abbandono in Dio
Questo nostro stile di raccoglimento e gioiosa semplicità è frutto del percorrere quotidianamente la “piccola via” della santità scoperta da s. Teresa di Lisieux, sempre raccomandata da madre M. Crocifissa e padre Lorenzo: • “Non potendo imitare i Santi, le anime grandi e belle, nelle grandi imprese, imitiamo la nostra piccola e grande Santa, il modello di santità che la Provvidenza ci ha dato; imitiamola nella continua abnegazione, nella quale con tanta industria si esercitava anche nelle inezie, che ci fanno grandi dinanzi a Dio”.
Ecco comes. Teresa di Gesù bambinola descrive : • “Capisco così bene che non c’è che l’amore che possa renderci graditi al buon Dio, che questo amore è l’unico bene che bramo. Gesù si compiace di mostrarmi l’unico cammino che porta a questa fornace divina. Questo cammino è l’abbandono del bambino che si addormenta senza timore fra le braccia di suo padre. ‘Se qualcuno è molto piccolo venga a me”, ha detto lo Spirito santo per bocca di Salomone ”. • P Lorenzo:“Ho da dirvi qualcosa che può esservi utilissima se la metterete in pratica: le Suore Carmelitane anche di vita attiva, devono plasmarsi dello Spirito Carmelitano che è proprio lo spirito di unione con Dio mediante un continuo rinnovare in noi la presenza di Dio. Ben raro, a causa del gran lavoro che hanno nelle parrocchie, i sacerdoti possono interessarsi delle spirituali finezze della vita interiore Carmelitana. E allora le nostre suore si regoleranno col ricordare S.Teresina, imitandola nella sua intima vita di Amore, amore di volontà e d'intelletto”.
Non a caso, i fondatori non si stancano di richiamare l’attenzione delle sue figlie a vivere la santità delle piccole cose: • “Datevi ad amare sinceramente, continuamente nel vostro cuore lo Sposo divino: per lui ogni preghiera, per lui ogni sacrificio, ogni dolore, ogni pena, ogni difficoltà della vita religiosa, non è questa la dottrina della ‘Piccola Via’ insegnataci dalla nostra santa Teresina? E l’amore al prossimo? (…) • La carità verso il prossimo ci costringe a dimenticare noi stessi e a non vedere se non il bene materiale e spirituale altrui: conseguenza di ciò – e sia questo scolpito nel vostro cuore – esercitarvi a vedere nei vostri uffici, il bene del prossimo, dimenticando totalmente voi stesse(…) • lasciano di fare il bene agli altri, soddisfacendo solamente alle proprie voglie? Vita religiosa? No, no, è vita egoisticamente parassitaria”.
Ci sono maestre in questo s. Teresina e madre M. Crocifissa: • “Vogliatevi bene, compatitevi, compatitevi a vicenda come vere sorelle. Questa carità è l’anticamera del cielo. Questa è la felicità della vita religiosa. Amatevi, amatevi sempre”. • Anche P Lorenzo raccomanda la testimonianza nella carità: • “Vi vedo tutte affaccendate: molte bambine e bambini: una bella scuola, suore ardenti di carità, pronte a qualsiasi sacrificio per rinforzare il vostro spirito missionario.
Vi raccomando grandeimmensa carità fraterna, siate gentili l’una con l’altra aiutatevi con veri sentimenti fraterni e guadagnate le anime.Una speciale raccomandazione: lavorare per laconversione specialmente dellegiapponesi, giacché non possiamo andare al Giappone, il Signore ci ha dato questa bella, santa, grandiosa missione”.“Siate buone sorelle, amatevi di vero amore celeste, divino, aiutatevi l’una con l’altra, siate vere Missionarie e accogliete più che potete giovinette – specialmente adatte per gli studi, che possano attirare altre sorelline, altre vocazioni”.
Padre Lorenzo fa scorgere che la fraternità avviene attraverso la condivisione della vita: “Siate unite fraternamente nella fede e nella carità: si avvicinano i giorni delle grandi tribolazioni e delle prove. Siamo in mano di Dio, che è il nostro Padre che veglia su di noi. Spogliamoci di ogni cosa che ci ricorda il mondo. Spogliamoci di noi stessi, delle nostre superbiette, dei nostri capricci, delle nostre fantasie, di tutto ciò che ci può separare dell’unico nostro adorabile essere, che è Gesù”.
Alla sfida dell’evangelizzazione in Italia e a quella dell’elaborazione del piano missionario di Congregazione dobbiamo dare una risposta • Lo confermano le responsabili missionarie degli ultimi due sessenni • Agosto 1997:“ Abbiamo uno stile di improvvisazione nelle opere.Facciamo fatica a creare un servizio di animazione missionaria perché c’è una mancata abitudine a lavorare attenendosi ad un piano stabilito ed anche dai motivi interni di divisione della congregazione in circoscrizioni.”
Agosto 2003:“Le scelte missionarie risentono di fragili fondamenti di vita apostolica, generiche e di corto respiro, mirati più all’organizzazione, al dare risposte a problemi urgenti, senza mai discernere sui modi di trasmissione del carisma e sull’incarnazione nei paesi in cui siamo” Dalla parola del Papa e dei vescovi, urgono delle grande sfide: la povertà crescente, il debito internazionale, la nuova evangelizzazione, il problema dei rifugiati e dei profughi, le guerre, le minacce che pesano sulla famiglia, la valorizzazione della donna e dei laici, ecc.
Che risposta può dare il nostro carisma e stile di evangelizzazione?
Punti rimasti in sospeso:è determinante l’approfondimento da parte della Congregazione della sua natura missionaria e è determinante che ogni sorella ed ogni comunità si educhino costantemente all’accoglienza interiore e concreta degli “altri” e maturando il desiderio della condivisione e della solidarietà;
Dare alla formazione iniziale e continua una connotazione missionaria, • radicata nella ricca spiritualità del carmelo e dei fondatori curando la tensione pastorale in tal senso. • Fare passi concreti per il passaggio da una pastorale di conservazione ad una missionaria, • Ridimensionamento delle nostre opere ridando priorità al bisogno di evangelizzazione.