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La promozione di sani stili di vita

ayanna
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La promozione di sani stili di vita

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    2. CORSO DI FORMAZIONE REGIONALE “OSPEDALI E ASL LIBERI DAL FUMO” MODULO “E” : FUMO, DONNA E GRAVIDANZACORSO DI FORMAZIONE REGIONALE “OSPEDALI E ASL LIBERI DAL FUMO” MODULO “E” : FUMO, DONNA E GRAVIDANZA

    3. Del resto, la pubblicitŕ del tabacco, nata assieme alla produzione su scala industriale delle sigarette, non si č mai fatta scrupolo di sfruttare ogni tipo di accostamento per incentivarne il consumo, prediligendo i momenti di volta in volta giudicati piů gradevoli e carichi di significato positivo della vita secondo il trend culturale dell’epoca considerata Un po’ di storia La prima guerra mondiale ha costituito un momento importante nella diffusione universale della sigaretta: infatti, chi era stato un buon fumatore durante la guerra lo divenne in seguito anche nella vita civile. Nel prosieguo del XX° secolo, fumare č diventato indice di emancipazione, di forza, di capacitŕ di distinzione sociale: in pratica, fumatore era sinonimo di “vincente”

    4. Si puň cosě parlare di ”Epidemia” del fumo, intendendo con questo termine un’ “epidemia” di sigarette Il suo inizio coincide con l’inizio della produzione su scala industriale di sigarette e ha avuto la massima diffusione tra il 1915 e il 1945 Dopo il 1945 la pubblicitŕ ha “normalizzato” (cioč ha fatto ritenere normale) il fumo di sigaretta Solo dagli anni ’80 iniziano nella societŕ una presa di coscienza e una reazione alla diffusione del tabagismo e dei danni da fumo, e dal 2000 č iniziata una lotta concreta per disincentivare l’uso di sigarette.

    5. Caratteristiche del fumo di tabacco E’ una miscela prodotta dalla combustione delle foglie della pianta del tabacco. E’ formata da: una componente gassosa ( monossido di carbonio, composti organici volatili, NO2 ) una fase solida, un aerosol di particelle di polveri in prevalenza sottili con diametro inferiore a 2,5 micron (contiene 4000 sostanze sia irritanti che cancerogene, ma soprattutto la nicotina )

    6. MONOSSIDO DI CARBONIO o CO E’ un gas inodore ed insapore che compete con l’ossigeno (ha un’affinitŕ di circa 200 volte superiore) nel fissare l’Emoglobina (Hb) all’Eme,costituendo la Carbossiemoglobina (COHb) . E’ rilevabile nell’aria espirata, con valori maggiori a quelli basali, fino a circa 9 ore dopo aver fumato l’ultima sigaretta. Ovviamente riduce l’ossigenazione dell’organismo ad ogni livello e infatti la sua intossicazione acuta č a rischio elevato di morte NICOTINA E’ un alcaloide

    7. Il fumo di sigaretta viene inoltre suddiviso in…. 1. fumo attivo (che si forma quando il fumatore aspira la boccata dalla sigaretta) Il fumo attivo oltre a essere un comportamento č anche una malattia, che č stata definita “contagiosa” per la capacitŕ di diffusione legata al messaggio intrinseco, che porta all’emulazione una grande percentuale di persone, giŕ dalla prima adolescenza, con gravi conseguenze sulla salute tali da produrre una riduzione dell’aspettativa di vita di 10 anni nei fumatori rispetto ai non fumatori.

    8. Il fumo passivo (meglio definito “involontario” per sottolinearne l’aspetto socio-culturale piů contraddittorio del problema) č una situazione di inquinamento ambientale subita (il non fumatore ha fatto una scelta precisa, quella di non fumare) creata da chi fuma all’interno di locali condivisi da altre persone: si calcola che i non fumatori esposti a fumo passivo in realtŕ siano costretti a “fumare” un equivalente 1-3 sigarette al giorno. E in…

    9. FUMO ATTIVO E FUMO PASSIVO CHE COSA LI DISTINGUE E CHE COSA LI ACCOMUNA Va sottolineato che dal punto di vista fisico-chimico non ci sono particolari differenze tra fumo attivo e fumo passivo Si tratta di un prodotto di combustione le cui differenze fondamentali sono la temperatura di combustione (800°C per il fumo attivo, 600°C per il passivo), e la percentuale di ossigeno disponibile (maggiore per il fumo attivo) Sia il fumo attivo (dal 1986), che il fumo passivo (dal 2003) sono classificati “sostanze sicuramente cancerogene per l’uomo” dallo IARC

    10. L’ABITUDINE AL FUMO TRA LE DONNE : NOTE EPIDEMIOLOGICHEL’ABITUDINE AL FUMO TRA LE DONNE : NOTE EPIDEMIOLOGICHE

    11. LA SITUAZIONE NEL MONDO Si stima che siano 250 milioni le donne fumatrici nel mondo, di cui il 22% nei paesi sviluppati e il 9% in quelli in via di sviluppo. Inoltre molte donne nell’Asia del Nord masticano tabacco. Secondo il Direttore Generale del WHO, in una nota sulla prevalenza del tabagismo fra le donne datata 1997, si stimavano in 250 milioni le donne fumatrici nel mondo, di cui il 22% nei paesi sviluppati e il 9% in quelli in via di sviluppo. Inoltre si era appurato che molte donne nell’Asia del Nord masticano tabacco. Una infinitŕ di studi di settore e di analisi statistiche internazionali confermano poi che i decessi dovuti al fumo di tabacco sono 1,5 milioni all'anno per gli uomini e 500.000 per le donne. Secondo il Direttore Generale del WHO, in una nota sulla prevalenza del tabagismo fra le donne datata 1997, si stimavano in 250 milioni le donne fumatrici nel mondo, di cui il 22% nei paesi sviluppati e il 9% in quelli in via di sviluppo. Inoltre si era appurato che molte donne nell’Asia del Nord masticano tabacco. Una infinitŕ di studi di settore e di analisi statistiche internazionali confermano poi che i decessi dovuti al fumo di tabacco sono 1,5 milioni all'anno per gli uomini e 500.000 per le donne.

    12. Una delle fonti di dati sul tabagismo piů complete ed universali č CINDI (Countrywide Integrated Noncommunicable Diseases Intervention). Si tratta di un programma dell’ O.M.S. di intervento diffuso e integrato contro le malattie non trasmissibili: č stato avviato nel 1982 con lo scopo generale di migliorare la salute della comunitŕ e la qualitŕ di vita mediante la riduzione di morti premature ed evitabili, malattie e disabilitŕ. CINDI rientra tra gli sforzi condotti dall’Ufficio Europeo dell’O.M.S. di Copenhagen nell’ottica del raggiungimento della “Salute per tutti nel XXI secolo”. Il programma intende fornire ai paesi membri del CINDI una metodologia di approccio per la prevenzione e il controllo dei fattori di rischio (fumo, ipertensione, iperlipidemia e dislipidemia e consumo eccessivo di alcol) che sono comuni a una serie di malattie croniche non trasmissibili, e ad individuare i determinanti socio-ambientali dei fattori di rischio: é incentrato sulla valutazione e mira a stabilire meccanismi di collaborazione integrata fra gli Stati membri. In proposito CINDI ha sviluppato linee guida e protocolli specifici. Dai dati del progetto CINDI acquisiti in relazione al monitoraggio del tabagismo nei paesi partecipanti emerge che nel periodo dal 1981 al 1985 la prevalenza di donne fumatrici variava dal 3 al 37%. Il tasso era piů elevato nei paesi dell’Europa Occidentale e del Sud ed in Canada, e inferiore nell’Europa Centrale e dell’Est. Piů in dettaglio, in Canada fumava il 33% delle donne, nell’Irlanda del Nord il 37%, in Ungheria il 30%. In Russia il tasso di fumatrici non superava il 10% e in Lituania, Giorgia e Ucraina il 3%. Tra il 1990 e il 1995 il tasso di fumatrici piů elevato era in Polonia, dove circa il 40% delle donne fumava. Nel periodo 1999-2001, 20 anni dopo, la prevalenza delle donne fumatrici varia tra il 10 e il 31%. Il livello piů alto č diminuito ma č importante sottolineare come č incrementato di 3 volte il livello inferiore e che in molti dei Paesi dove 20 anni prima si trovavano i tassi piů elevati si riscontra una notevole riduzione. Nell’Irlanda del Nord il tasso di fumatrici č del 31%, in Canada č sceso al 24%. In alcuni dei Paesi con basso livello di prevalenza, il tasso non si č modificato (ad esempio in Bielorussia č rimasto al 5,5%), mentre in altri č drammaticamente aumentato: in Russia č cresciuto di 2-7 volte ed č ora del 21-23%, in Georgia č passato dal 4 al 16% ed in Ucraina fino al 21%. In Polonia, negli ultimi anni, il tasso č sceso vertiginosamente al 23%. In Italia, negli anni 1996-2000, il tasso di donne fumatrici, risulta stabile, intorno al 20%.Una delle fonti di dati sul tabagismo piů complete ed universali č CINDI (Countrywide Integrated Noncommunicable Diseases Intervention). Si tratta di un programma dell’ O.M.S. di intervento diffuso e integrato contro le malattie non trasmissibili: č stato avviato nel 1982 con lo scopo generale di migliorare la salute della comunitŕ e la qualitŕ di vita mediante la riduzione di morti premature ed evitabili, malattie e disabilitŕ. CINDI rientra tra gli sforzi condotti dall’Ufficio Europeo dell’O.M.S. di Copenhagen nell’ottica del raggiungimento della “Salute per tutti nel XXI secolo”. Il programma intende fornire ai paesi membri del CINDI una metodologia di approccio per la prevenzione e il controllo dei fattori di rischio (fumo, ipertensione, iperlipidemia e dislipidemia e consumo eccessivo di alcol) che sono comuni a una serie di malattie croniche non trasmissibili, e ad individuare i determinanti socio-ambientali dei fattori di rischio: é incentrato sulla valutazione e mira a stabilire meccanismi di collaborazione integrata fra gli Stati membri. In proposito CINDI ha sviluppato linee guida e protocolli specifici. Dai dati del progetto CINDI acquisiti in relazione al monitoraggio del tabagismo nei paesi partecipanti emerge che nel periodo dal 1981 al 1985 la prevalenza di donne fumatrici variava dal 3 al 37%. Il tasso era piů elevato nei paesi dell’Europa Occidentale e del Sud ed in Canada, e inferiore nell’Europa Centrale e dell’Est. Piů in dettaglio, in Canada fumava il 33% delle donne, nell’Irlanda del Nord il 37%, in Ungheria il 30%. In Russia il tasso di fumatrici non superava il 10% e in Lituania, Giorgia e Ucraina il 3%. Tra il 1990 e il 1995 il tasso di fumatrici piů elevato era in Polonia, dove circa il 40% delle donne fumava. Nel periodo 1999-2001, 20 anni dopo, la prevalenza delle donne fumatrici varia tra il 10 e il 31%. Il livello piů alto č diminuito ma č importante sottolineare come č incrementato di 3 volte il livello inferiore e che in molti dei Paesi dove 20 anni prima si trovavano i tassi piů elevati si riscontra una notevole riduzione. Nell’Irlanda del Nord il tasso di fumatrici č del 31%, in Canada č sceso al 24%. In alcuni dei Paesi con basso livello di prevalenza, il tasso non si č modificato (ad esempio in Bielorussia č rimasto al 5,5%), mentre in altri č drammaticamente aumentato: in Russia č cresciuto di 2-7 volte ed č ora del 21-23%, in Georgia č passato dal 4 al 16% ed in Ucraina fino al 21%. In Polonia, negli ultimi anni, il tasso č sceso vertiginosamente al 23%. In Italia, negli anni 1996-2000, il tasso di donne fumatrici, risulta stabile, intorno al 20%.

    13. PROGETTO CINDI - VARIAZIONI GEOGRAFICHE DEL TASSO DI PREVALENZA DELLE DONNE FUMATRICI DEI PAESI ANALIZZATI TRA IL 1995 E IL 2005 Dai dati di CINDI risulta poi che ci sono state varie tendenze nell’abitudine al fumo tra le donne negli ultimi 20 anni: in qualche Paese sta costantemente riducendosi, in altre č ancora in fase crescente. La piů grande diminuzione si č riscontrata in Polonia, da 40 a 23%, in Canada da 31 a 24%, nell’ Irlanda del Nord da 37 a 31%. Negli altri paesi la prevalenza č aumentata: in Russia da 3 a 23%, in Georgia dal 4 al 21%, in Ucraina dal 4 al 16%. In complesso sembrano maggiori gli aumenti che le riduzioni di prevalenza.Dai dati di CINDI risulta poi che ci sono state varie tendenze nell’abitudine al fumo tra le donne negli ultimi 20 anni: in qualche Paese sta costantemente riducendosi, in altre č ancora in fase crescente. La piů grande diminuzione si č riscontrata in Polonia, da 40 a 23%, in Canada da 31 a 24%, nell’ Irlanda del Nord da 37 a 31%. Negli altri paesi la prevalenza č aumentata: in Russia da 3 a 23%, in Georgia dal 4 al 21%, in Ucraina dal 4 al 16%. In complesso sembrano maggiori gli aumenti che le riduzioni di prevalenza.

    14. L’analisi CINDI sui rapporti tra l’abitudine al fumo e la scolarizzazione dimostra che vi sono variazioni significative tra un Paese e l’altro. In alcuni Paesi le donne con un piů basso livello di scolarizzazione fumano di piů rispetto alle altre donne (ad esempio in Ungheria il tasso, considerata questa variabile, varia dal 33% al 20%, in Polonia dal 30 al 17%). In altri Paesi, al contrario, fumano di meno le donne con bassi livelli di scolarizzazione (ad esempio in Romania in queste donne la prevalenza č del 10%, rispetto al 28% delle donne con alti livelli di scolarizzazione e anche in Italia il fenomeno ha una simile tendenza). L’analisi CINDI sui rapporti tra l’abitudine al fumo e la scolarizzazione dimostra che vi sono variazioni significative tra un Paese e l’altro. In alcuni Paesi le donne con un piů basso livello di scolarizzazione fumano di piů rispetto alle altre donne (ad esempio in Ungheria il tasso, considerata questa variabile, varia dal 33% al 20%, in Polonia dal 30 al 17%). In altri Paesi, al contrario, fumano di meno le donne con bassi livelli di scolarizzazione (ad esempio in Romania in queste donne la prevalenza č del 10%, rispetto al 28% delle donne con alti livelli di scolarizzazione e anche in Italia il fenomeno ha una simile tendenza).

    15. Fumo e donna Uno studio molto interessante sulla prevalenza delle donne fumatrici č stato eseguito da Shafey e collaboratori e pubblicato su Cancer nel 2004 e porta la Spagna come esempio di rapido incremento della prevalenza : mentre nel 1970, quando in Gran Bretagna fumava il 40% delle donne, in Spagna la prevalenza era del 5% (contro il 50% degli uomini), a partire dagli anni ’70 si č verificato un rapidissimo aumento del tabagismo nel sesso femminile, che ormai pareggia i valori del sesso maschileUno studio molto interessante sulla prevalenza delle donne fumatrici č stato eseguito da Shafey e collaboratori e pubblicato su Cancer nel 2004 e porta la Spagna come esempio di rapido incremento della prevalenza : mentre nel 1970, quando in Gran Bretagna fumava il 40% delle donne, in Spagna la prevalenza era del 5% (contro il 50% degli uomini), a partire dagli anni ’70 si č verificato un rapidissimo aumento del tabagismo nel sesso femminile, che ormai pareggia i valori del sesso maschile

    17. PREVALENZA DELLE DONNE FUMATRICI. LA SITUAZIONE IN ITALIA In Italia, per quanto riguarda i dati di prevalenza di fumatori e fumatrici, i dati ISTAT del 2003 ci dicono che l'abitudine al fumo ha interessato il 23,9% delle persone di 14 anni e piů e appare fortemente differenziata per sesso, con una prevalenza tra gli uomini pari al 31% contro il 17,4% per le donne.In Italia, per quanto riguarda i dati di prevalenza di fumatori e fumatrici, i dati ISTAT del 2003 ci dicono che l'abitudine al fumo ha interessato il 23,9% delle persone di 14 anni e piů e appare fortemente differenziata per sesso, con una prevalenza tra gli uomini pari al 31% contro il 17,4% per le donne.

    18. PREVALENZA DEI FUMATORI IN ITALIA Secondo una recente indagine Istat (Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, gennaio 2006), i fumatori in Italia ammontano a circa 11 milioni 221 mila. Sono il 28,5% dei maschi e il 16,6% delle femmine; la percentuale piů alta dei fumatori si localizza nell’Italia Centrale (24,3%), la piů bassa al Sud (20,9%). I fumatori abituali (coloro che fumano tutti i giorni) sono l’89,7% del totale dei fumatori e consumano mediamente 14,8 sigarette al giorno. La quota dei “forti fumatori” (20 e piů sigarette al giorno) č pari al 37,1% dei fumatori abituali.

    20. Distribuzione dell’abitudine al fumo tra i 200 soggetti intervistati. ASL della Provincia di Varese nel maggio 2005 (Studio PASSI)

    21. Il fenomeno “Tabagismo” in Provincia di Varese Si sono osservati nella ASL di Varese tassi piů alti di fumatori tra le classi d’etŕ piů giovani, tra gli uomini e nelle persone con basso livello di istruzione

    22. IL FUMO DI TABACCO Pubblicitŕ e fumo di tabacco

    23. E’ risaputo che la pubblicitŕ deve: Prescindere dalla bontŕ o meno del prodotto da promuovere Scegliere una popolazione target Associare idee “belle” al prodotto Convincere il target a utilizzare il prodotto, indipendentemente dalla sua utilitŕ.

    24. Strategia globale della pubblicitŕ del fumo di tabacco Far fumare il maggior numero di maschi adulti Saturato questo mercato, passare alle donne (sigarette “light”, femminili) Saturata anche questa fetta di popolazione, passare ai giovani (sigaretta “trasgressiva”) E, intanto, si “coltivano” i maschi adulti dei paesi in via di sviluppo, da dove riprenderŕ il ciclo

    25. I DANNI DA FUMO ATTIVO E PASSIVO NELLA DONNA I DANNI DA FUMO ATTIVO E PASSIVO NELLA DONNA

    27. Relazione lineare tra dose / danno. Sia per il fumo attivo che per il fumo passivo non esiste una soglia, cioč un livello di esposizione al disotto del quale il fumo č innocuo. La relazione tra esposizione al fumo e danno alla salute č lineare. Vale il concetto di dose-risposta: maggiore č l’entitŕ dell’esposizione, maggiore č il rischio di malattia.

    28. Come si calcola l’esposizione Per il fumo attivo i criteri sono il numero di sigarette fumate al giorno, l’etŕ di inizio, la durata in anni dell’abitudine e l’esposizione cumulativa calcolata come pack-years. Per il fumo passivo si prendono in considerazione il numero di sigarette fumate dal partner in casa o dai colleghi durante le pause al di fuori dei locali di lavoro, le ore giornaliere e la durata in anni dell’esposizione.

    29. I DANNI DA FUMO ATTIVO NELLE DONNE Il fumo č la principale causa conosciuta di morte prevedibile e di malattia anche tra le donne I decessi dovuti al fumo sono 1,5 milioni all'anno per gli uomini e 500.000 per le donne Nel 2000, negli USA, sono morte piů donne di cancro polmonare che di tumore alla mammella, con un aumento del 600% del tasso di mortalitŕ dal 1950 Analizzando i dati sul fumo attivo nel sesso femminile si puň constatare che: - il fumo č la principale causa conosciuta di morte prevedibile e di malattia tra le donne; - nel 2000, negli USA, sono morte piů donne di cancro polmonare che di tumore alla mammella, con un aumento del 600% del tasso di mortalitŕ dal 1950 Analizzando i dati sul fumo attivo nel sesso femminile si puň constatare che: - il fumo č la principale causa conosciuta di morte prevedibile e di malattia tra le donne; - nel 2000, negli USA, sono morte piů donne di cancro polmonare che di tumore alla mammella, con un aumento del 600% del tasso di mortalitŕ dal 1950

    30. Come si muore per colpa delle sigarette Uno studio di Ezzati e collaboratori, pubblicato su Lancet nel 2000, sulla stima delle morti attribuibili al fumo di tabacco, ci dice che nelle donne le cause di morte riferite all’apparato respiratorio (Ca polmonare e BPCO), pur essendo percentualmente la metŕ rispetto al sesso maschile, sono preponderanti tra le cause attribuibili al fumo di tabacco, mentre per altre patologie il rischio attribuibile č per ora molto piů sfumatoUno studio di Ezzati e collaboratori, pubblicato su Lancet nel 2000, sulla stima delle morti attribuibili al fumo di tabacco, ci dice che nelle donne le cause di morte riferite all’apparato respiratorio (Ca polmonare e BPCO), pur essendo percentualmente la metŕ rispetto al sesso maschile, sono preponderanti tra le cause attribuibili al fumo di tabacco, mentre per altre patologie il rischio attribuibile č per ora molto piů sfumato

    32. Altri effetti del fumo attivo nelle donne Effetti del fumo sulla riproduzione e il ciclo mestruale Effetti del fumo in gravidanza Effetti del fumo sull’allattamento Effetti del fumo sulla malattia polmonare cronica ostruttiva Effetti del fumo sulla densitŕ ossea Effetti del fumo sull’insorgenza del diabete in gravidanza ecc. ecc. ecc. I danni da fumo attivo sono conseguenti principalmente a: -Effetti del fumo sulla riproduzione e il ciclo mestruale -Effetti del fumo in gravidanza -Effetti del fumo sull’allattamento -Effetti del fumo sulla malattia polmonare cronica ostruttiva -Effetti del fumo sulla densitŕ ossea - Effetti del fumo sull’insorgenza del diabete in gravidanza I danni da fumo attivo sono conseguenti principalmente a: -Effetti del fumo sulla riproduzione e il ciclo mestruale -Effetti del fumo in gravidanza -Effetti del fumo sull’allattamento -Effetti del fumo sulla malattia polmonare cronica ostruttiva -Effetti del fumo sulla densitŕ ossea - Effetti del fumo sull’insorgenza del diabete in gravidanza

    33. DANNI DA FUMO ATTIVO NELLE DONNE RAPPORTI TRA FUMO E FERTILITŔ E RISCHI POTENZIALI IN GRAVIDANZA La nicotina altera la motilitŕ tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi. La nicotina diminuisce la produzione di progesterone alterando il ciclo e modificando l’endometrio, ostacolando quindi l’annidamento e la maturazione dell’ovocito fecondato. La coppia che fuma ha il 40% in meno di probabilitŕ riproduttive Il rischio di gravidanze extrauterine aumenta del 20-30%. Il fumo sarebbe coinvolto nel 40% dei distacchi di placenta. Un incremento statisticamente significativo di inserzione previa della placenta si osserva nelle gestanti fumatrici. Sempre parlando di danni da fumo attivo nelle donne, analizzando i rapporti tra fumo di tabacco e fertilitŕ si constata che la nicotina altera la motilitŕ tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi e diminuisce la produzione di progesterone, alterando il ciclo mestruale e modificando l’ endometrio, ostacolando cosě l’annidamento e la maturazione dell’ovocito fecondato. In pratica, la coppia che fuma ha il 40% in meno di probabilitŕ riproduttive Sempre parlando di danni da fumo attivo nelle donne, analizzando i rapporti tra fumo di tabacco e fertilitŕ si constata che la nicotina altera la motilitŕ tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi e diminuisce la produzione di progesterone, alterando il ciclo mestruale e modificando l’ endometrio, ostacolando cosě l’annidamento e la maturazione dell’ovocito fecondato. In pratica, la coppia che fuma ha il 40% in meno di probabilitŕ riproduttive

    37. la riduzione della performance sportiva dovuta al monossido di carbonio (CO); l’irritazione congiuntivale; la tosse indotta dalle sostanze irritanti; le alterazioni a livello circolatorio e coagulativo (danno endoteliale a livello coronarico e attivazione del sistema coagulativo). gli effetti del fumo attivo sui farmaci, come l’attenuazione dell’effetto degli steroidi inalatori e sistemici utilizzati nell’asma e il rischio di embolia polmonare in caso di associazione fumo-pillola. ALTRI EFFETTI

    38. IL FUMO DI TABACCO DIPENDENZA E PREVENZIONE

    39. Si inizia a fumare solitamente nell’adolescenza, ed esistono degli elementi comuni che possono spiegare perché l’adolescente inizia a fumare trovando nel fumo una soddisfazione personale Comunque non si puň dire che vi sia un vero motivo che prevalga sugli altri per cui i giovani iniziano a fumare; si inizia: per imitazione per provare (per curiositŕ) per identificarsi con l’adulto per l’immagine di sé per pressioni sociali per essere accettati dal gruppo di amici per ribellione all’autoritŕ dei genitori perché si pensa di poter smettere in qualunque momento

    40. Si continua poi a fumare perché il fumo provoca dipendenza fisica e psicologica e astinenza all’atto della privazione per essere stimolati: il fumo viene usato come mezzo per "caricarsi" per rilassarsi: il fumo viene usato come mezzo per "scaricarsi" per gestualitŕ: la sigaretta per "tenere occupate le mani“ perché piace, e smettere sembra privarsi di un "piacere" irrinunciabile si sottovalutano i danni alla salute provocati dal fumo

    41. Conclusioni Il fumo finisce per svolgere negli adolescenti significative funzioni psicologiche e sociali i cui benefici immediati sono da loro vissuti come di gran lunga piů importanti dei rischi a lungo termine per la salute Quando gli effetti da loro vissuti come positivi sono a lungo termine, gli adolescenti sono scarsamente in grado di far proprie conoscenze negative, poiché durante la giovinezza e l’adolescenza la percezione psicologica del tempo č maggiormente limitata al presente che al futuro.

    43. Interventi sul paziente fumatore

    44. STRATEGIE EFFICACI PER GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE Le ricerche scientifiche intendono la prevenzione del tabagismo come un insieme di misure, da attuarsi sia come azione autonoma sia come intervento organico trasversale e tese ai seguenti obiettivi: aiutare comunque i fumatori a smettere prevenire l’iniziazione al fumo dei giovani proteggere i non fumatori dall’esposizione al fumo di tabacco organizzare uno stile di vita sano e senza fumo

    45. PREVENZIONE DEL TABAGISMO in genere il concetto di prevenzione cosě come comunemente č inteso, esprime l’esigenza di intervenire prima che un fenomeno negativo si manifesta.

    47. Fumo e ambiente di lavoro

    48. Ruolo del medico competente Rilevazione iniziale e poi annuale della prevalenza di fumatori in azienda Minimal advice e counselling : Ask, Advise, Assess, Assist, Arrange ( le famose cinque “A” ) a tutti i lavoratori nel corso delle visite mediche Somministrazione del test di Fagerstroem di valutazione della dipendenza dal fumo di tabacco e del test di Mondor di valutazione della motivazione a smettere e registrazione della disponibilitŕ a partecipare ai corsi di disassuefazione Funzione di riferimento per i lavoratori intenzionati a smettere e per coloro a rischio di ricaduta (consigli comportamentali, dietetici ed eventualmente farmacologici in accordo con i medici di fiducia)

    49. TUTELA DELLA SALUTE DEI LAVORATORI Il datore di lavoro, visti il D.Lgs. 19.9.1994, n. 626 e il D.Lgs. 2.2.2002, n° 25, eseguite le valutazioni da esse previste, puň disporre: DIVIETO DI FUMO GENERALIZZATO DIVIETO DI FUMO NEI LUOGHI DI LAVORO IN CUI SONO PRESENTI PIU’ DIPENDENTI DIVIETO DI FUMO NEI LUOGHI DI LAVORO IN CUI E’ PRESENTE UN SOLO DIPENDENTE, MA CHE POSSONO ESSERE FREQUENTATI DA ALTRI LAVORATORI O SONO DI PASSAGGIO PERMESSO DI FUMARE IN LUOGHI DI LAVORO FREQUENTATI ESCLUSIVAMENTE DAL LAVORATORE FUMATORE Il datore di lavoro, visto l’art. 51 - L. 16.1.2003, n° 3, dovrŕ disporre il divieto generalizzato di fumare nei luoghi di lavoro chiusi e potrŕ predisporre un’area riservata ai fumatori con le caratteristiche di cui al Decreto P.C.M. 23.12.2003

    50. FUMO E SCUOLA Pianificare interventi educativi in tutti i cicli scolastici e inserirli nel POF come attivitŕ interdisciplinare Sensibilizzare il personale docente e non docente Coinvolgere le famiglie e la comunitŕ locale Sviluppare una strategia preventiva mirata all’ambiente Sostenere i tentativi di disassuefazione

    53. Club dei vincenti Un piano speciale contro il fumo Destinatari Bambini della scuola Primaria. Se il programma viene svolto in un biennio I° anno: classe quarta e II° anno: classe quinta. Se il programma viene svolto in un anno: classe quinta. Docenti delle classi coinvolte nel programma Genitori dei bambini coinvolti nel programma

    54. Club dei vincenti Un piano speciale contro il fumo Obiettivo generale Prevenire l’abitudine al fumo e promuovere una cultura libera dal tabacco. Obiettivi specifici Favorire lo sviluppo di conoscenze e comportamenti per uno stile di vita sano e libero dal fumo.   Ridurre il numero di bambini che provano a fumare.  Incentivare l’intenzione di rimanere “smoke-free” anche in futuro.

    55. Club dei vincenti Un piano speciale contro il fumo Obiettivi per i destinatari finali Bambini: sviluppare nel 60% dei bambini coinvolti nel programma le competenze socio-comportamentali, quali importanti fattori di protezione, necessarie a prevenire le abitudini del fumo di tabacco Docenti: formare i docenti delle classi coinvolte nel programma e sensibilizzarli verso il problema del tabagismo Genitori: a) sensibilizzare i genitori verso il problema del tabagismo e verso l’orientamento dei loro figli a stili di vita sani, b) stimolare la consapevolezza delle famiglie circa l’importanza del loro ruolo educativo, c) coinvolgere i genitori attraverso incontri e iniziative cosě da renderli partecipi del percorso educativo proposto e svolto in classe.

    57. Io non fumo. E tu? E’ un programma che coinvolge gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado in un percorso la cui finalitŕ č quella di insegnare loro a resistere alle pressioni sociali e ad assumere competenze sociali che permettano loro di comportarsi da non fumatore anche in un contesto non positivo in relazione all'idea di non fumare. Il processo educativo verte su un processo di riflessione che offra validi motivi per scegliere razionalmente ed emotivamente uno stile di vita “vincente” che preveda anche l’astensione dal fumo di tabacco

    58. Io non fumo. E tu? Obiettivi specifici Riguardano la modificazione delle opinioni e degli atteggiamenti dei ragazzi in direzione di: una diminuita accettabilitŕ sociale dell’abitudine al fumo a questa etŕ; una accresciuta percezione di pericolositŕ del fumo per la propria salute; una diminuita disponibilitŕ ad accettare offerte di iniziazione al fumo da parte dei coetanei; una accresciuta disponibilitŕ a ripensare alla propria futura identitŕ personale come “non fumatore”; l’orientamento delle scelte verso modelli di vita sani.

    59. Io non fumo. E tu? Si vuol mirare a presentare il “non essere fumatori” come un attributo desiderabile, brillante, invidiabile, da persona matura, mettendone in evidenza i numerosi aspetti positivi: mantenimento della forma fisica maggiore rendimento sportivo fattori estetici e sociali (bellezza, aspetto sano) gradevolezza nelle relazioni con gli altri, libertŕ (in opposizione alla dipendenza del fumatore) rispetto per gli altri (membri della famiglia, bambini, compagni di viaggio) fattori ecologici (aria aperta, ambiente pulito, inquinamento) fattori economici (risparmio del proprio denaro).

    60.

    63. L’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003 “Tutela della salute dei non fumatori”, promosso dal Ministro Girolamo Sirchia, ed il successivo Regolamento attuativo, vietano di fumare in tutti i luoghi chiusi, ivě inclusi i luoghi di lavoro; tra il diritto alla tutela della salute, costituzionalmente protetto dall’articolo 32 della Costituzione, e la libertŕ dei comportamenti, la nuova legge attribuisce inequivocabilmente la preminenza al primo. Il diritto di respirare aria salubre viene prima del diritto di fumare. L’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003 “Tutela della salute dei non fumatori”, promosso dal Ministro Girolamo Sirchia, ed il successivo Regolamento attuativo, vietano di fumare in tutti i luoghi chiusi, ivě inclusi i luoghi di lavoro; tra il diritto alla tutela della salute, costituzionalmente protetto dall’articolo 32 della Costituzione, e la libertŕ dei comportamenti, la nuova legge attribuisce inequivocabilmente la preminenza al primo. Il diritto di respirare aria salubre viene prima del diritto di fumare.

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