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Tra pubblico e privato: Le basi del sistema misto

Tra pubblico e privato: Le basi del sistema misto. Il dibattito dopo la IIa guerra mondiale (1945-1950). Il futuro dell’industria pubblica: liquidare o conservare l’IRI. Il punto di vista dei liberali: la politica di Luigi Einaudi

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Tra pubblico e privato: Le basi del sistema misto

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Presentation Transcript


  1. Tra pubblico e privato: Le basi del sistema misto Il dibattito dopo la IIa guerra mondiale (1945-1950)

  2. Il futuro dell’industria pubblica: liquidare o conservare l’IRI • Il punto di vista dei liberali: la politica di Luigi Einaudi • La politica sociale della Democrazia Cristiana e l’economia mista: coniugare la funzione dell’intervento pubblico rispettando la libertà individuale (anche quella d’impresa, naturalmente …): Ezio Vanoni, Pasquale Saraceno e Sergio Paronetto • Risolvere il dualismo geografico…

  3. L’eredità della guerra • La ristrutturazione dell’industria meccanica • La creazione di Finmeccanica e del FIM • La funzione sociale dell’industria pubblica a Genova, Napoli e Trieste • Una scelta coerente in un’economia internazionale non del tutto liberalizzata e nell’età della “goldenage” (prezzi del petrolio e delle materie prime bassi, cooperazione internazionale)

  4. Il dualismo geografico • Le occupazioni di terra al Sud tra il 1949 e il 1950 • Il separatismo siciliano • L’insufficienza dei decreti Gullo • Disoccupazione al 50% degli addetti in alcune zone della Puglia e del 33/37% in Calabria e Basilicata • In condizioni di povertà metà dei coltivatori diretti del Sud (6% al Nord), 78% dei mezzadri e dei coloni (contro 7% del Nord e 14% Italia centrale) • Il 18 aprile 1948 le sinistre avevano aumentato i propri suffragi al Sud • Il “laurismo”

  5. La politica di intervento • 1949: il “terzo tempo sociale”, cresce l’influenza dei giovani economisti della DC (Fanfani, La Pira e Dossetti) • Un ampio dibattito nella DC tra moderati e cattolici sociali produce una serie di progetti organici tra cui: • 1949 Legge Tupini per il finanziamento delle oo.pp. nei comuni • 1949 “piano Fanfani” per le case ai lavoratori • La separazione fra industria pubblica e privata: 1950 ministero senza portafogli per il coordinamento dell’industria pubblica (1953 nuovo ministero delle Partecipazioni Statali)

  6. La politica di intervento • 1950 istituzione della Cassa per il Mezzogiorno • 1950 Riforma agraria • 1951-1953 “progetto La Malfa” per la riorganizzazione delle partecipazioni economiche pubbliche • 1953 creazione dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) • Il piano del lavoro della CGIL di Di Vittorio (Breglia, Steve, SylosLabini, Fuà)

  7. La riforma agraria • Tre spezzoni approvati tra maggio e dicembre 1950: • -legge per la Sila • -Legge “stralcio” in varie regioni • -Legge per la Sicilia • Esproprio e distribuzione di 760.000 ettari (60% al sud) a 113.000 assegnatari, capifamiglia contadini con pagamenti rateali in 30 anni

  8. La riforma agraria • I limiti: • -riduzione delle dimensioni per opposizioni interne alla DC • Dimensioni troppo modeste dei poderi (6-8 ettari) • Agricoltura di sussistenza • Assistenza tecnica e finanziaria limitata • Insufficienza della produttività • Anacronismo della riforma: internazionalizzazione degli scambi (la nascita del MEC e la concorrenza delle agricolture comunitarie) • La ripresa dell’emigrazione

  9. La Cassa per il Mezzogiorno • Idea di ente autonomo sul modello della Tennessee Valley Authority roosveltiana per accedere ai finanziamenti della banca mondiale e altre istituzioni internazionali • Teorie di GunnarMyrdal per sviluppare aree arretrate: allestire infrastrutture e opere pubbliche (strade, ferrovie, centrali elettriche e acquedotti) per incentivare la crescita economica mediante attività produttiva nel Sud (come Fortunato, Nitti, Beneduce, Menichella e Saraceno)

  10. La Cassa per il Mezzogiorno • Sarebbe stato necessario collegare crescita del capitale fisso sociale a un’azione che promuovesse investimenti industriali a “fecondità immediata” • Modifica solo qualche anno dopo: 1953 nuovi incentivi su impulso di Pasquale Saraceno, non solo investimenti in oo.pp. e agricoltura, ma anche industria • Eccessiva fiducia negli investimenti dell’industria privata (ma anche quella pubblica è prudente: l’IRI e il caso dell’autostrada Napoli - Reggio Calabria) • Gli investimenti pubblici in infrastrutture, piuttosto che un’industria autoctona, favorirono la crescita del mercato interno delle imprese del Nord. Entro il 1959 il sud assorbirà, grazie all’incremento della capacità di spesa, il 70% delle “esportazioni” nette del Nord Ovest

  11. La Cassa per il Mezzogiorno • Tuttavia gli investimenti pubblici accrebbero il livello del reddito e dei consumi • Si tentò di coniugare gli investimenti in infrastrutture con quelli volti a elevare il progresso civile e sociale (scuole, ospedali, servizi di interesse collettivo, istruzione professionale) • La cassa divenne presto un ente “politicizzato, strettamente dipendente, nelle scelte e nelle attività, dalle alterne direttive delle coalizioni governative • Il “peso” delle correnti nella DC (lo stabilimento Fiat di Cassino) • Nel Sud la politica sociale indebolisce la DC a favore dei partiti alla sua destra (PDUM e MSI)

  12. Un case study: le acciaierie di Cogne • La questione dei confini nel dopoguerra • Le regioni a statuto speciale • La costituzione e il ritardo dell’avvio del processo di costituzione delle regioni • La Cogne: nasce nelle condizioni eccezionali della Ia guerra mondiale • Dopo la crisi dell’ Ansaldo passa allo Stato • Negli anni Trenta la commissione per la ristrutturazione dell’industria siderurgica riteneva che lo stabilimento dovesse essere chiuso…

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