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LA TAV IN VALPOLCEVERA IMMAGINI DI UNA DEVASTAZIONE ANNUNCIATA A cura di Altra Ferrovia – No Terzo Valico Movimento No Tav – Terzo Valico Per info: altraferrovia@libero.it http://notavgenova.altervista.org. Terzo o sesto valico?.
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LA TAV IN VALPOLCEVERA IMMAGINI DI UNA DEVASTAZIONE ANNUNCIATA A cura di Altra Ferrovia – No Terzo Valico Movimento No Tav – Terzo Valico Per info: altraferrovia@libero.it http://notavgenova.altervista.org
Terzo o sesto valico? Nessuno studio ha provato la necessità di una nuova linea fra Liguria e Valle Padana. Le linee attuali sono già cinque, utilizzate al 30% della loro reale capacità e la Voltri - Alessandria vede il passaggio di pochi treni merci giornalieri pur avendo una potenzialità di 504.000 teu all’anno (dichiarazione dell’ing. Mauro Moretti).
Quattro sono le fondamentali motivazioni per cui questa linea non può avere connotati di priorità. Primo: non esiste una crescita dei traffici merci del porto di Genova pari a giustificare l’urgenza di un “sesto” valico appenninico (in aggiunta agli altri cinque esistenti). Secondo: un disegno razionale dei traffici provenienti dalla tirrenica e dal mar Ligure non può concentrare tutto sulla linea Ge-Mi, vista l’esistenza di tre porti e di cinque valichi appenninici che si aprono a “ventaglio” su nove valichi alpini. Terzo: esistono ancora ottime possibilità per l’incremento della potenzialità di trasporto nel recupero ed ammodernamento strutturale e tecnologico delle linee esistenti. Quarto: il territorio, su cui si intende far passare la nuova linea sino a Tortona, è già oppresso da strutture viarie e di altro tipo (industriali, commerciali, ecc.); lo spazio per altre strutture è ormai ridotto a pochi corridoi ad elevatissima sensibilità ambientale. Le alternative
Si sostiene che 39 chilometri dei 54 della Genova - Tortona sono in galleria e quindi che male fa? In realtà fa malissimo. Il tunnel si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, con altrettanti cantieri, alcuni di 30.000 metri quadri, a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di deforestazioni, di sventramenti per creare nuove strade, di rumore, di polvere, di avanti e indietro di centinaia di camion di giorno e di notte per almeno nove anni. Molte case verranno abbattute e certamente i tunnel prosciugheranno falde come accaduto per le gallerie TAV nel Mugello. Assai peggio nelle parti ove il TAV corre in superficie, ossia nelle zone di Arquata, Serravalle, Novi e Tortona con una viabilità e un paesaggio stravolti. Basterebbe verificare quanto avvenuto sulla Torino - Milano per avere un’idea dell’impatto violentissimo di una tratta A.V. in superficie. Impatto ambientale
Pericolo amianto…. Già sappiamo della presenza di rocce amiantifere nel tratto Voltri - Val Lemme, in particolare quelle di pietra verde, ossia il materiale resistentissimo che gli antichi Liguri utilizzavano per costruirsi le asce in pietra. Nel corso di una conferenza dei servizi in merito ad impianti fra la Val Lemme e Ronco Scrivia, la Provincia di Alessandria ha effettuato dodici campionamenti. Nel novembre 2011 ne ha reso noti, ma sotto tono, i risultati: “Le analisi, con una sola eccezione, hanno evidenziato concentrazioni di amianto tra i 1430 e 250.000 mg/kg, non conformi ai limiti tabellari. Ulteriori analisi hanno appurato che in nove pozzi su dieci i valori di amianto sono superiori al limite massimo nell’ordine di decine o addirittura di centinaia di volte”. Di conseguenza ha deciso che nei due mesi successivi dovevano essere fatte ulteriori analisi che “potrebbero mettere in discussione le scelte progettuali”. Ovviamente ci si dimentica che da quelle parti dovrebbe passare anche una gigantesca galleria. I milioni di metri cubi di smarino contenente amianto costituirebbero un grave rischio per i lavoratori, per le popolazioni interessate dal passaggio di camion e dalle discariche. Già le Regioni hanno indicato dove dovrebbe finire questo materiale frantumato, sia in Liguria, che nei paesi dell’Appennino o nelle varie cave dell’Alessandrino. La Regione Liguria le ha già indicate: 1- Porto di Voltri 820 mila mc, 2 - Ribaltamento Fincantieri 500 mila mc, 3 - Calata Libia - Canepa (porto Sampierdarena) 450 mila mc, 4 - Riempimento terrapieno area Scarpino 800 mila mc, 5 - Cava Castellaro - Cravasco 2.222 mila mc, 6 - Cave Buzzi Unicem/Vecchie Fornaci (Sestri ponente) un milione di metri cubi. Inoltre chiede, per quanto riguarda l’avvio dei lavori, la priorità delle finestre di Polcevera e Vallemme, la galleria di Linea Campasso e la predisposizione degli imbocchi di galleria di valico (nord e sud) e dell'imbocco della finestra Cravasco.
Cantieri e campi … I cantieri previsti per la costruzione della linea ferroviaria A.V. si dividono nelle seguenti categorie:1. cantieri operativi (sigla “CO”), con compiti organizzativi e produttivi;2. campi base (sigla “CB”), con compiti direzionali, abitativi;3. cantieri di servizio (sigla “CS”), a servizio dei cantieri operativi;4. cantieri armamento (sigla “CA”);5. cantieri operativi viabilità (sigla “COV”), con compiti produttivi;6. cantieri tecnologici principali (sigla “CTP”), con compiti logistici;7. cantieri tecnologici di appoggio (sigla “AT”), con compiti logistici di supporto;8. cantieri di linea storica (sigla “ST”), con compiti logistici di supporto. I cantieri operativi contengono gli impianti ed i depositi di materiali necessari per assicurare lo svolgimento delle attività di costruzione delle opere. Tali cantieri sono ubicati a seconda dei casi in corrispondenza dell’imbocco delle gallerie di linea o delle finestre e in vicinanza delle opere d’arte di maggiore impegno da realizzare (gallerie artificiali, etc.). I campi base contengono i baraccamenti per l’alloggiamento degli operai, le mense e gli uffici e tutti i servizi logistici necessari per il funzionamento del cantiere. Essi sono normalmente ubicati in posizione baricentrica essendo a servizio di più cantieri operativi. I cantieri di servizio contengono aree di deposito e/o impianti necessari alla produzione, che per mancanza di spazi non possono essere installati all’interno dei relativi cantieri operativi. I cantieri di armamento contengono aree di deposito a servizio dei materiali impiegati per l’armamento ferroviario; per il dettaglio si rimanda al progetto specifico dell’Armamento ferroviario. I cantieri operativi viabilità contengono le installazioni necessarie per l’esecuzione dei lavori relativi alla viabilità stessa. I cantieri di cui ai punti 6,7 e 8 sono destinati a fornire supporto logistico per la realizzazione degli impianti tecnologici
Campo base TrastaNell’area del parco ferroviario Teglia con acceso via Polonio.Superficie occupata: 14.372 mq Posti letto: 320 Vcampo base Bolzanetoadiacenza torrente burla e al cimitero comunale Biacca. A serizio della finestra Polcevera al km 5,302Superficie occupata: 19.360 mqGrosso scasso del terreno, in parte già realizzato (abusivamente?), pendii a forte inclinazione Campo base CravascoSponda destra Torrente Verde in località Montagnola.Superficie occupata: 18.620 mq Situazione altimetrica complessa, necessità terrazzamento.Posti letto: 320 persone Cantieri Operativi Fegino (da via Fermi)In prossimità dell’imbocco della galleria Campasso.Superficie occupata: 25.600 mq circaCreazione di strada per accedere a zona molto acclivia (impianti di betonaggio. Officine Cantiere operativo Finestra PolceveraIn prossimità della finestra Polcevera, alle spalle dell’edificio “mercato dei fiori”.da via Mainoso presenza abitazioniSuperficie: 16.300 mqLavori di sterro e riporto completati da muri di sostegno in c.a. Cantiere servizio FEGINO (da via Pian dei Corvi)Nuova strada di cantiere che si collega con la viabilità del comune di Genova in piazza De Calboli Paolucci (centrale latte) e via San Donà del Piave.Superficie: 4.787 circaStrutture funzionali al cantiere operativo Fegino Cantiere di servizio Cravascolungo strada provinciale s.p.6. al servizio della finestra di Cravasco.Ubicato in una ex cava da riaprire per i lavori del terzo valico.Superficie: 12.000 mq circa Cantieri in Valpolcevera
Nella discarica dovranno essere accumulati 2 milioni e 300 mila metri cubi di materiale. Infatti, il progetto prevede la tombinatura, per alcune centinaia di metri, con pietre e legname, di due rivi che scendono dai monti ( rio Campi e rio Guana) e il terrazzamento delle due sponde, con il solo ausilio di pali nel terreno (terre armate ), per consentire di scaricarvi la maggior parte del materiale estratto dalle gallerie. Con ciò verrebbero coperti con materiale improduttivo diversi ettari di bosco ceduo e di pineta. I campi (di proprietà di una famiglia di agricoltori e allevatori) che dovranno essere coperti da uno strato di cemento e asfalto per la costruzione del campo base che ospiterà 300 operai. Ovviamente verranno realizzate tutte le infrastrutture necessarie con la costruzione di strade di accesso al campo, acquedotto, rete fognaria ecc.. Ad ultimazione lavori, la zona non potrà più essere riportata allo stato originale. C’erano una volta Cravasco e la Val Verde…
Occorre riconoscere che dopo venti anni di lotta (1991-2011) siamo stremati: decine di assemblee da Brignole a Locate Triulzi, articoli, manifestazioni fra le quali quella del 2006 (marcia di 3.000 persone da Serravalle ad Arquata), centinaia di documenti prodotti, due ricorsi al TAR del Lazio, 8.000 firme raccolte nei primi mesi del 1992, ben tre progetti contrastati e annullati a livello romano, una iniziale forte resistenza da parte dei comuni lombardi e piemontesi quasi tutti contrari all’opera. Ma a sostenere il Terzo Valico ci sono forze consistenti. Per i Liguri questa “grande opera” è un’occasione di rilancio del porto, dei cantieri, degli affari; per i sindacati idem sostituendo alla parola affari “il lavoro”; per il governo e gli imprenditori è la crescita tramite le colate di calcestruzzo; per i politici liguri e piemontesi un’occasione promozionale che nasconderebbe connivenze e incapacità amministrative; per gli affaristi, i corrotti e le banche è manna; per chi non approfondisce è un’occasione di progresso e di spostamento delle merci dalla gomma al treno; per chi non gliene frega nulla del territorio in cui vive e delle comunità che dovrebbe tutelare può esserci qualche briciola di tornaconto personale. Che cosa è stato fatto…
Val Susa, 25 Febbraio 2012: 70mila persone, giunte da tutta Italia, sfilano contro la TAV
“ questa non è una questione partitica, né solamente ambientale, è diventata una questione etica e morale, ma noi all’inizio non lo sapevamo” (O.Margaira, “Adesso o mai più”)
“Quel che importa è imparare a sperare” (M. Bloch)