360 likes | 596 Views
Comicità moderna: da “Zelig” a “I soliti idioti”. Analisi della figura del comico: intervista con gli autori. Tesi di laurea di Caterina Visconti. Tesi di laurea triennale in Comunicazione, Innovazione, Multimedialità Relatore: C hiar.mo P rof. Leonardo Terzo
E N D
Comicità moderna: da “Zelig” a “I soliti idioti” Analisi della figura del comico: intervista con gli autori.
Tesi di laurea di Caterina Visconti • Tesi di laurea triennale in Comunicazione, Innovazione, Multimedialità • Relatore: Chiar.moProf. Leonardo Terzo • Correlatore: Chiar.ma Prof.ssa. Federica Da Milano.
Aforismi sulla risata “Chi ha il coraggio di ridere è il padrone del mondo” Giacomo Leopardi Pensieri LXXVIII "L'umorismo è il più potente meccanismo di difesa. Permette un risparmio di energia psichica e consente a una semplice battuta di bloccare l’irrompere di emozioni spiacevoli.” Sigmund Freud
La mia tesi sulla comicità moderna italiana si sviluppa principalmente attraverso le testimonianze degli autori Gino & Michele (autori del programma televisivo “Zelig”e talent scout di molti comici) e di Biggio e Mandelli (autori e attori del film e della fortunata serie televisiva “I soliti idioti”).
Nel percorso espositivo parto da un’analisi sul perché si ride e quali sono i principi neurologici e psicologici che fanno scaturire la risata.
Perché ridiamo? La risata è una manifestazione che noi tutti giornalmente proviamo e che è in genere associata a comicità benessere, umorismo, allegria ma anche a tristezza e rabbia (oltre che a cause fisiche come al gas esilarante o al solletico). Solo l’uomo è capace di ridere,tragli altri animali solo alcune scimmie se provocate fisicamente (solletico) accennano un riso. Dunque probabilmente è frutto dell’evoluzione, di una intelligenza superiore, è un qualcosa che ci differisce dalle altre specie. Molti studiosi hanno analizzato il fenomeno della risata: hanno trovato che la risata è in realtà un fenomeno molto complesso che coinvolge numerose capacità percettive, creative, analitiche e linguistiche. A seconda del tipo di battuta per esempio, nel cervello si attivano aree e meccanismi differenti
Una delle scoperte più interessanti sta nel fatto che la risata è contagiosa: quando qualcuno ride o scoppia in un sussulto di gioia, nel cervello di chi ascolta si attivano le stesse aree che si accendono quando siamo noi stessi a ridere, il cervello istintivamente lo imita, mettendo in moto i muscoli facciali che permettono il sorriso. E’ uno dei meccanismi regolati dai “neuroni specchio” che rinforzano nell’uomo i vincoli sociali.
Perché una tesi sulla comicità Moderna italiana? • Motivi principalmente affettivi e legati alla mia infanzia e alla mia famiglia. • Prima “Zelig” e poi “I soliti idioti” nascono come una dirompente novità ed entrambi nel panorama milanese e poi espandono il loro successo, in altre forme di comunicazione.
Venticinque anni di risate! Testimonianze di Gino & Michele e Giancarlo Bozzo Gino & Michele e Giancalo Bozzo hanno festeggiato i venticinque anni di Zelig pubblicando un libro, dove viene raccontato passo per passo la storia di Zelig e di tutti coloro che ci lavorano o ci hanno lavorato: dal piccolo locale in Viale Monza 144 a Milano fino ad arrivare al teatro degli Arcimboldi. […] “per festeggiare Zelig si pensava a un libro da guardare, soprattutto. Non un album dei ricordi, che riporta alle “buone cose di pessimo gusto” un po’ troppo crepuscolari. Una cosa, un libro, invece, da sfogliare per farsi venire voglia ancora più del solito.”[…] […] “Vite di decine e decine (centinaia ?) di comici e dei loro percorsi artistici che s’incrociano con quelli umani. Alcune accennate, altre intuite o intuibili. Abbiamo detto fino allo sfinimento che queste cose non si inventano a tavolino. E poi, guardiamoci in faccia noi tre: non saremmo stati credibili, soprattutto a trent’anni, con questi portamenti.”[…] […] Niente calcoli. Nessun mega progetto e solo molta gioia. Questa è stata la prima ricetta di Zelig. Vale ancora, giuringuiretta. Quindi non ci resta che commuoverci-cioè muoverci insieme-ma non per il passato, per il futuro. Zelig, quello vero, è davanti a noi, non dietro. E forse ci saranno finalmente anche le pin-up profumate. Per i nostri nipoti…[…]
THE CORE • Nucleo centrale della tesi sono le interviste. La prima, una serie di domande a Michele Mozzati e Gino Vignali, alias Gino & Michele, verte sia sul programma “Zelig”, sia sul lavoro di autore di comicità, ma anche sul rapporto tra autore e attore e su quali sono i requisiti fondamentali per far ridere. • Di seguito riporto alcune delle domande che ho posto loro
L’INTERVISTA A GINO & MICHELE • 1) Gli autori e i giovani: chi sono, dove operano e cosa dicono? • 2) Come si formano i comici: Zelig, un importante laboratorio sperimentale. • 3) Dal locale di Viale Monza al piccolo schermo: quali differenze e quali possibilità? Dal tendone di Zelig Circus al teatro Arcimboldi? • 4) Intorno alla figura del comico chi c’è e chi ci lavora? • 5) Le “spalle” dei comici: cosa è cambiato dalla “spalla” Peppino De Filippo ad oggi? Chi sono? • 6) La donna e la comicità: quali ruoli e come si possono inserire all’interno del programma comico? Come si differenziano dagli uomini?
LA SPALLA • “Nel linguaggio teatrale è detto così quell’attore che aiuta il comico, porgendogli l’occasione per fare la battuta. E’ un punto di riferimento molto importante, una buona spalla può determinare il successo di un comico mediocre”. (Enzo Carro -Voglio fare il comico- Florence Art Edizioni pagina 41).
ALCUNE RISPOSTE • Parlare di spalla dei comici è difficilissimo. Certamente Bisio è numero uno negli ultimi decenni di questa “specialità. • La spalla Bisio è stato per tanti anni il capocomico più generoso della storia della televisione. Si è spesso messo nella posizione del comico più inesperto e debuttante. E questa non è una dote secondaria. Inoltre ha sempre avuto la sensibilità e il rispetto per essere un ottimo compagno di viaggio sulla scena, di tutti i comici. Ha fatto la fortuna televisiva di molti di loro.
6. “Quasi sempre i meccanismi comici delle donne non sono quelli degli uomini, sia per chi sta sulla scena sia per chi sta in platea. È anche vero che un buon programma televisivo e un buon spettacolo teatrale di comici deve prevedere una presenza comica femminile importante, in percentuale. Il problema è che spesso le donne comiche sono rare…” E’ più difficile per una donna far ridere? Forse perché un uomo può dire una parolaccia e non si pensa subito che sia volgare. Se invece la dice una donna, è volgare. Certo Luciana Littizzetto ha un po’ smentito questa affermazione ma resta l’unica nel panorama femminile che usa un linguaggio così di provocazione.
4. Un comico ha bisogno di un autore “segretario” cioè un autore che gli stia accanto in tutto. […] inoltre un buon agente si occupa non solo di venire alle serate, di fare i contratti per i propri comici, ma anche di equilibrarne la quotidianità permettendo loro di essere dei professionisti credibili anche quando la loro vita li porterebbe magari a essere un po’ meno equilibrati!...
Cenni sul programma televisivo “I soliti idioti” è una sitcom italiana che oggi viene trasmessa da MTV. La prima volta andò in onda il 12 febbraio 2009 su Comedy Central, la serie riceve il premio Best MTV Show ai TRL Awards nel 2011 e 2012. Biggioe Mandelli rappresentano in modo satirico e molto grottesco la vita quotidiana di un italiano medio rappresentando l’Italia, il Belpaese sfruttando gli stereotipi i difetti luoghi comuni e specialmente utilizzando un linguaggio molto forte spudorato triviale, spesso volgare. Proprio per la scabrosità dei temi e per il linguaggio a volte molto scurrile la trasmissione è stata oggetto di varie critiche e polemiche, gli autori vengono accusati di comicità facile costretti cioè ad utilizzare linguaggio volgare per sopperire alla mancanza di veri spunti di comicità e quindi suscitare risate di più facile consumo, stesse critiche sono state rivolte ai film che la coppia ha realizzato.
L’INTERVISTA A BIGGIO E MANDELLI • 1) Com’è nata l’idea de “I soliti idioti”? • 2) Come nascono i vostri tormentoni più famosi? • 3) Perché, secondo voi, alcuni dei vostri personaggi, soprattutto “gli immoralisti” e gli “omosessuali” hanno fatto scandalo? • 4) Gianluca e Ruggero: due personalità completamente differenti. Cosa rappresentano? • 5) Patrick e Alexio: i ragazzi di periferia e il loro linguaggio poco forbito. Com’è nata l’idea? Come li avete studiati? • 6) Pensate che il popolo italiano sia ignorante? L’ignoranza proposta dai vostri modelli è davvero così anche nel popolo italiano? • 7) Dal silenzio alla parolaccia: sono così importanti le parolacce nei vostri sketch?
Politicalycorrect e Politicalyscorrect: gli “immoralisti” e gli “omosessuali” sono personaggi politicamente scorretti. Gli immoralisti Gli omosessuali
Il “Tormentone” • Il tormentone è “qualche cosa che viene ripetuto di continuo creando così un effetto comico”. (Enzo Carro Voglio fare il comico-Florence Art edizioni). Cattura quindi lo spettatore perché è abbastanza automatico che il pubblico inizi a ripeterlo coralmente. • “I soliti idioti” fanno grande uso di tormentoni verbali in quasi tutti i loro sketch ma sono anche abili nell’usare tormentoni gestuali specialmente sguardi o movimenti del volto certo molto aiutati dal trucco. • Molti dei tormentoni, dice Fabrizio Biggio, “nascono per caso…il fatto di ripetere sino all’inverosimile le cose, fa parte del nostro modo di fare comicità”. • Ripetere all’infinito ha un senso: dare fastidio. […] «molte volte i tormentoni nascono spontaneamente sul set quando gli attori sono truccati e vestiti. Biggio sostiene che: “…se vedi che una cosa funziona poi la usi».
Alcune risposte • 6 “… In questo momento ti fanno credere che la ribalta è alla portata di tutti”. Col fatto che tutti possono farsi notare tramite internet, per esempio caricando foto su facebook, scrivendo status etc… il tuo ego si alimenta in un modo incredibile. Qualunque momento è buono per andare a controllare se qualcuno ha commentato il tuo status, se ha messo “mi piace” a un link o a un commento, qualcuno che ti chiede l’amicizia. Grazie ai social network e internet tutti possono avere la celebrità.
7. L’obiettivo dei due comici, con la parolaccia, è raccontare qualcosa di vero: il bambino che a 13 anni dice “vado a prostitute” non è più credibile; invece il bambino che a 13 anni dice: “vado a puttane” è molto più vero. Non si può non dire la parolaccia. Non si può far dire a Ruggero: “sei uno scemino o uno stupidino” bisogna fargli dire : “sei uno stronzo!”.
I Film • Biggioe Mandelli hanno sperimentato tutte le diverse forme di comunicazione oltre la televisione e il libro sono approdati anche al cinema. • Nel primo film “I SOLITI IDIOTI” sono presentati la maggioranza dei personaggi delle serie tv anche se i veri protagonisti sono padre e figlio, ovvero Gianluca e Ruggero De Ceglie. Ruggero cerca in tutti i modi di impedire le nozze del figlio Gianluca. • Il secondo film dal titolo “I due soliti idioti” è ovviamente il sequel del primo. L’idea originale è quella del film nel film: ci sono Patrick e Alexio che insieme alla loro compagnia di amici guardano e commentano il film.
IL MIO SITO WEB • www.catezlaty.altervista.com • E’ l’indirizzo del sito che ho costruito su “I soliti idioti”. • Contiene le immagini linkate degli sketch più significativi. • E’ un invito a visitarlo!
CONCLUSIONI • Ho iniziato questo lavoro con grande entusiasmo, ho seguito da sempre sia la trasmissione Zelig che I Soliti Idioti ho anche presenziato più volte a Ridinblu un’altra palestra dove i comici si allenano veramente cioè provano le loro battute e il loro linguaggio corporeo. • Sono stata fortunata nel poter effettuare le interviste agli autori, andare sul set del film. • Ho conosciuto le tecniche della comicità, i tempi della battuta e le figure necessarie affinché la comicità abbia il suo effetto. • In questo percorso abbastanza breve, ma assai divertente, ho imparato che dietro a qualsiasi cosa ci sta un grande lavoro di ricerca e di studio e che il lavoro e il linguaggio del comico, spesso magari poco considerati, sono in realtà molto più convincenti e ficcante di quanto si possa credere.