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Scuola Primaria Torretta a.s. 2013/2014. La classe seconda A. presenta. L’impazienza di mamma anatra. Era una giornata di una calda estate. Mamma anatra covava e covava le sue uova che dovevano schiudersi.
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Scuola Primaria Torrettaa.s. 2013/2014 La classe seconda A presenta
L’impazienza di mamma anatra Era una giornata di una calda estate. Mamma anatra covava e covava le sue uova che dovevano schiudersi. Il nido si trovava vicino a un muro di un vecchio castello, vicino c’ era un grande pollaio e un campo di grano. Mamma anatra era impaziente perché le uova non si schiudevano.
La schiusa delle uova Un bel giorno mamma anatra si accorse che sette uova si erano schiuse. Mamma anatra era molto felice ma … un uovo non si era aperto, era rimasto nel nido tutto solo e infreddolito, era grande e grigio.
LA SPERANZA DI MAMMA ANATRA A mamma anatra andò a fare visita una vecchia comare anatra. La vecchia anatra le disse di lasciar perdere l’ uovo e di badare ai nuovi nati. Mamma anatra le rispose che desiderava covarlo ancora un po’.
La nascita del brutto anatroccolo Finalmente un bel giorno l’uovo si ruppe e uscì un pulcino, era grande e ricoperto di peluria grigia. Mamma anatra, osservandolo, pensò che non assomigliava per niente ai suoi fratelli.
La prova Mamma anatra decise di mettere alla prova il brutto anatroccolo così il giorno dopo portò i suoi piccoli allo stagno. Se l’ ultimo nato fosse stato in grado di nuotare, sicuramente non sarebbe stato un tacchino. Arrivati allo stagno ... “splasc “ gli anatroccoli si tuffarono e, un po’ impauriti, iniziarono a nuotare. Mamma anatra vide che il brutto anatroccolo riusciva a nuotare meglio dei suoi fratelli e, quindi, fece un sospiro di sollievo scoprendo che non era un tacchino. I tacchini non nuotano !!!
Alla scoperta del mondo Mamma anatra decise di mostrare al mondo i suoi piccoli anatroccoli e li portò nel pollaio. Lì incontrò una vecchia anatra spagnola che le disse: “Ma che bei piccoli anatroccoli, a parte quello grosso laggiù!” Gli animali del pollaio iniziarono a beccare e perfino il tacchino lo prese a zampate e poi ci si misero anche i fratelli. Mamma anatra disse al suo figliolo:”Come vorrei che tu te ne andassi lontano!” Il brutto anatroccolo decise allora di allontanarsi per sempre dal pollaio.
Nuovi incontri Il brutto anatroccolo arrivò sulla riva di una fitta palude e si rifugiò tra le canne. Il giorno dopo, essendo affamato, uscì dal suo nascondiglio e incontrò alcune anatre. Dopo qualche giorno, arrivarono alla palude due paperi: erano due giovani maschi sbruffoni e proposero al brutto anatroccolo di andare con loro a fare nuove conoscenze.
La morte dei paperi All’ improvviso si sentirono degli spari “PIM PUM PAM!”. I due paperi furono colpiti dai cacciatori e morirono. Il povero anatroccolo, spaventatissimo, nascose la testa sotto l’ala e cercò di farsi piccolo piccolo.
La fortuna del brutto anatroccolo Al brutto anatroccolo si avvicinò un grosso cane. Il cane inferocito gli ringhiò, gli mostrò la coda e, snobbandolo, se ne andò. Il brutto anatroccolo stette fermo e, piano piano, tirò fuori la testa.
Nuove delusioni Il povero anatroccolo arrivò ad una capanna. La casa era abitata da una vecchia, da un gatto e da una gallina. Il gatto era un bestione dal pelo rosso. La gallina era grassa, bianca, dalle zampe corte e robuste. L’anatroccolo pensò di aver trovato una famiglia invece il gatto e la gallina, nei suoi confronti, si comportarono come dei prepotenti.
L’avvistamento dei cigni L’anatroccolo decise, così, di lasciare quella vita noiosa e partì per un’avventura pericolosa, ma ricca di emozioni. Intanto arrivò l’autunno: le foglie caddero, l’aria si fece più fredda, arrivarono le piogge. L’anatroccolo cercò un posto riparato. Una sera, tra i riflessi dorati del sole, vide uno stormo di uccelli bianchi che si alzò stagliandosi nel cielo. L’anatroccolo non aveva mai visto degli uccelli così belli. I cigni erano bianchi dal collo lungo. Il brutto anatroccolo sentì un’improvvisa stretta al cuore: desiderava tanto poter volare con loro.
La salvezza Un giorno arrivò un inverno molto freddo e nevicò. Una notte, al povero sventurato anatroccolo, successe che al suo risveglio si ritrovò con le zampe intrappolate dentro il ghiaccio. Il mattino dopo un contadino lo trovò tutto infreddolito e impaurito. Il contadino spaccò il ghiaccio, lo avvolse nella sua sciarpa e lo portò dalla moglie.
La fuga I figli del contadino, appena videro l’anatroccolo, urlarono di piacere e lo riempirono di carezze. L’anatroccolo ebbe tanta paura per tutto quel chiasso. La mamma urlò, i due bambini cercarono di prenderlo. L’anatroccolo, impaurito, scappò dalla casa.
Un terribile inverno Il brutto anatroccolo si rifugiò vicino a una fitta palude. Pensò che in quel posto c’era almeno la pace e la tranquillità. Ebbe la fortuna di non imbattersi in una volpe o in un lupo. E così, con tanti sforzi, riuscì a superare l’inverno.
Il volo Finalmente arrivò la primavera. L’anatroccolo, per la prima volta, aprì le ali, dapprima timidamente, poi le agitò sempre più sicuro finchè all’improvviso spiccò il volo. Volò e volò e si sentì felice; si ritrovò sopra un giardino e, nel cuore del giardino, c’era un laghetto. Vide dei magnifici uccelli bianchi, gli stessi che aveva visto volare l’autunno passato.
Il desiderio diventa realtà L’anatroccolo, emozionatissimo, decise di avvicinarsi ai cigni e parlare con loro. Pensava che quasi sicuramente l’avrebbero ucciso, ma decise che era meglio farsi uccidere da loro che essere deriso e cacciato dagli altri animali. Così scese in picchiata atterrando sulle acque del laghetto. Quando i due cigni lo videro gli andarono incontro. In quel momento l’anatroccolo pensò di morire, abbassò il capo e…
…specchiandosi nell’acqua vide la sua immagine riflessa: il brutto e goffo anatroccolo si era trasformato in un magnifico cigno.
Le stagioni di vita del brutto anatroccolo
Gli ambienti dove si svolge la storia