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Società Italiana di Economia Demografia e Statistica (SIEDS) XLVII Riunione Scientifica – Milano, 27-29 maggio 2010 Un mondo in movimento: approccio multidisciplinare ai fenomeni migratori Università degli Studi di Milano – Bicocca.
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Società Italiana di Economia Demografia e Statistica (SIEDS) XLVII Riunione Scientifica – Milano, 27-29 maggio 2010 Un mondo in movimento: approccio multidisciplinare ai fenomeni migratori Università degli Studi di Milano – Bicocca Le migrazioni internazionali in Europa nel primo decennio del XXI secolo Strozza Salvatore Università di Napoli Federico II (strozza@unina.it)
Obiettivo Il primo decennio del XXI secolo è ormai alle spalle. Proporre una prima analisi (… e riflessione) sulle migrazioni internazionali che in tale periodo hanno interessato il vecchio continente, e in particolare i paesi “occidentali”, è sembrato pertanto un obiettivo auspicabile (come cornice ai contributi di questa riunione scientifica) e, in buona sostanza, realizzabile. Anche se è ancora troppo presto per fare il punto della situazione, alcune novità rispetto al passato più remoto, ma anche a quello recente (il primo decennio dopo il crollo del Muro di Berlino), sono talmente evidenti e manifeste da lasciare davvero pochi dubbi. Pertanto la finalità di questa relazione è tracciare un quadro di sfondo, sulla base dei dati disponibili, su quanto è successo nell’ultimo decennio e su come in tale periodo siano cambiati i flussi migratori internazionali e le popolazioni straniere e/o immigrate nei paesi della cosiddetta Europa “occidentale”.
Articolazione dell’intervento • Una premessa necessaria: la questione delle fonti, i problemi di comparabilità internazionale dei dati e i criteri di identificazione degli aggregati di interesse • Una lettura di “superficie”: i saldi migratori negli ultimi decenni e il loro contributo crescente all’evoluzione delle popolazioni europee • I flussi migratori per cittadinanza: il diverso ruolo dei nazionali e degli stranieri • Aree di origine e caratteristiche demografiche dell’immigrazione straniera nell’ultimo decennio (peso della componente femminile e di quella giovanile) • Popolazione immigrata/straniera: evoluzione recente, aree e principali paesi di cittadinanza (verso un quadro sempre più articolato?) • Quadro di sintesi e brevi considerazioni finali
1. Definizioni internazionali • L’armonizzazione delle definizioni delle migrazioni internazionali è una necessità ormai riconosciuta e diverse sono state le iniziative volte a favorire la comparabilità internazionale dei dati dei diversi paesi. • Nelle raccomandazioni delle Nazioni Unite (1998) è contenuta la definizione di migrante internazionale “any person who changes his or her place of usual residence”, con paese di residenza abituale definito come “the country in which a person lives, that is to say, the country in which he or she has a place to live where he or she normally spends the daily period of rest. Temporary travel abroad for purposes of recreation, holiday, visits to friends and relatives, business, medical treatment or religious pilgrimage does not change a person's country of usual residence”. Sono inoltre distinte due categorie di migranti: “short-term” (staying or intending to stay at least 12 months) e “long-term” (staying or intending to stay at least 12 months). • Il Regolamento N. 862/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Ue su Community statistics on migration and international protection ha adottato le definizioni delle Nazioni Unite su long-term migrant e su usual place of residence nella definizione di immigrazione ed emigrazione: • ‘immigration’ means the action by which a person establishes his or her usual residence in the territory of a Member State for a period that is, or is expected to be, of at least 12 months, having previously been usually resident in another Member State or a third country; • ‘emigration’ means the action by which a person, having previously been usually resident in the territory of a Member State, ceases to have his or her usual residence in that Member State for a period that is, or is expected to be, of at least 12 months.
1. Fonti e dati disponibili sui flussi Data sources of official statistics on international migrations flows Tali rilevazioni hanno spesso una popola-zione obiettivo diffe-rente che può, ad esempio, comprende-re o meno i rifugiati, i richiedenti asilo e gli irregolari. La situazione più ge-nerale e che le perso-ne che si spostano in modo temporaneo sono conteggiate co-me migranti, ma la durata minima di permanenza richiesta per esser conteggiate varia tra i paesi e per gruppi di nazionalità. Fonte: estratto da PROMINSTAT [Kupiszewska et al., 2010]
La popolazione di interesse:quale e come identificarla? Classification of the population groups considering country of birth, immigration, citizenship and naturalization Fonte: PROMINSTAT [Poulain, 2009]
1. Stranieri e nati all’estero: quale popolazione? Number of foreign citizens and immigrants (born abroad), around 2008 Nei Paesi Bassi e in Svezia gli immigrati sono più del doppio degli stranieri visto che in 2/3 dei casi hanno la cittadinanza del paese, risultato di una più lunga storia di immigrazione e una legislazione sulla cittadinanza tra le più liberali del continente (la quota di stranieri nati nel paese è tutto sommato bassa). In Spagna (come in Irlanda) gli stranieri risultano non di molto inferiori rispetto agli immigrati che in una quota bassissima hanno la cittadinanza spagnola, effetto di un’immigrazione recente e intensa, nonché di una legislazione sulla cittadinanza meno favorevole.
1. Ancora sui criteri di identificazioneun esempio: il caso francese Foreigners and immigrants in France. Absolute values in Millions Al 2008 ci sono in Francia 5 milioni di immigrati e 6,5 milioni di discendenti di immigrati, cioè persone che hanno almeno un genitore immigrato (3 milioni sono quelli con entrambi i genitori immigrati). Pertanto gli stranieri sono meno del 6%, gli immigrati sono oltre l’8% e gli immigrati con i loro discendenti diretti sono oltre il 18% della popolazione residente in Francia [Borrel, Lhommeau, 2010]. La scelta del criterio di identificazione della popolazione di interesse condizionerà in modo significativo il quadro che sarà possibile delineare!
2. Saldi migratori: una progressione eccezionale Sulla base dei dati dei singoli paesi europei contenuti nel database dell’Eurostat, rivisti seguendo gli stessi criteri utilizzati da Sobotka [2009], sono stati stimati i saldi migratori a residuo, che per l’ultimo periodo (2000-2009) saranno soggetti a variazioni anche sensibili a seguito dei risultati dei prossimi censimenti. Net migration in the EU-15, 1960-2009. Note: (a) Estimates subject to revisions after the results of 2010 census round. Data for 2009 are projected values by Eurostat. Source: elaborations from data of Eurostat, 2010. “The EU has not only reached, but even surpassed the migratration gains of the United States in 2001-2008” [Sobotka, 2009: 224].
2. Saldi migratori: cambiano ruoli e protagonisti Net migration in the EU-15divided by regions, 1960-2009. Area di emigrazione, l’Europa meridionale dopo un ventennio (1970-89) di saldi pressoché nulli è diventata prima area di immigrazione e più di recente il principale polo di attrazione dell’Ue, con un tasso d’immigrazione netta sensibilmente più elevato di quello registrato negli anni ’60 dai “tradizionali” paesi di accoglimento.
2. Saldi naturali e migratori: scambio di ruoli Average annual natural increase, net migration and total population increase (per 1,000 inhabitants) in EU-15, divided by regions. Period 1960-2009
2. Saldi migratori: vista su un perimetro più ampio Net migration in European areas and selected countries, 1980-2009
2. Saldi naturali e migratori: vecchi e nuovi Ue a. Period 1990-1999 b. Period 2000-2009
3. Flussi migratori di nazionali e stranieriPeriodo 2000-2008 [1] Annual average (000)of immigration, emigration and net migration • Cresce l’immigra-zione nel periodo • È dovuta solo alla componente stranie-ra • Il saldo migratorio positivo e in crescita dipende solo dagli stranieri • I nazionali fanno registrare, in molti casi, saldi migratori negativi
3. Flussi migratori di nazionali e stranieriPeriodo 2000-2008 [2] Annual average (000)of immigration, emigration and net migration • Fanno in parte eccezione la Germa-nia e la Spagna • Ma quello che poteva sembrare un caso italiano: coesis-tenza di emigrazione netta di italiani e immigrazione netta di stranieri • E’ un aspetto che accomuna diversi pa-esi europei
3. Flussi migratori di nazionali e stranieriTassi migratori netti medi annui 1990-2008 [1] • Non si tratta di una novità: in Danimarca, Norvegia, Svezia, RU e Belgio negli ultimi 50 anni il saldo migratorio dei nazionali è stato pressoché sempre negativo. Non solo negli ultimi vent’anni! • Ma l’emigrazione netta di connazionali si è di recente intensificata. • Come è cresciuto, per alcuni paesi in modo rilevante, l’impatto sulla popolazione della immigra-zione netta di stranieri.
3. Flussi migratori di nazionali e stranieriTassi migratori netti medi annui 1990-2008 [2] • Nei Paesi Bassi nel tempo si sono alter-nati segni positivi e negativi nel saldo dei nazionali • In Germania da più di un trentennio non si registravano saldi negativi di nazionali • L’impatto della immigrazione netta di stranieri risulta in Svizzera e in Spagna, ma anche in Italia, davvero eccezionale
4. L’immigrazione straniera: dimensione assoluta e relativa delle aree di cittadinanza [1]
4. L’immigrazione straniera: dimensione assoluta e relativa delle aree di cittadinanza [2] Nei rapporti della Commissione europea, negli anni immediatamente successivi all’allargamento dell’Unione, risulta che dopo il 2004 l’incremento dell’immigrazione dai nuovi paesi dell’Ue è stato piuttosto limitato e circoscritto ad Austria, Irlanda e Regno Unito. Forte è stato l’incremen-to del numero di stranieri in Irlanda, soprattutto maschi giovani provenienti dalla Polonia.
4. L’immigrazione straniera: dimensione assoluta e relativa delle aree di cittadinanza [3] Ampia è in entrambi i casi l’immigrazione extra europea dai paesi meno sviluppati (anche se con una differente struttura delle provenienze) ed evidente è un certo l’incremento assoluto e relativo dell’immigrazione di neocomunitari. Evidente per l’Italia è la forte immigrazione, soprattutto di Romeni, nel 2007.
4. Immigrazione straniera: genere ed età Demographic characteristics of 2008 foreign immigration
4. L’immigrazione straniera:l’importanza della componente femminile [1] In generale, le donne sono prevalenti tra i Latinoamericani e gli uomini tra gli Africani!
4. L’immigrazione straniera:l’importanza della componente femminile [2] Più nette che negli altri paesi sono le differenze nella struttura di genere, in particolare in Italia, dove si os-serva anche l’effet-to della regolariz-zazione 2002.
4. L’immigrazione straniera:la struttura per età e il peso dei giovanissimi Negli ultimi 10 anni i minori di 15 anni arrivati in Spagna e in Italia sono stati rispettivamente quasi 800 mila e oltre 400 mila, numeri ragguardevoli che vanno a sommarsi a quelli sui nati da genitori stranieri per andare a comporre il collettivo, in forte crescita, dei figli degli immigrati (le cosiddette seconde generazioni).
5. La popolazione immigrata Foreign-born population in some European countries, around 2001 and 2009 Circa 4 milioni in più di immigrati da uno dei 27 paesi dell’UE e circa 7,5 milioni in più di persone nate al di fuori dell’attuale UE.
5. La popolazione straniera Foreign population in some European countries, around 1991, 2001 and 2009
5. La componente irregolare Evoluzione popolazione straniera IRREGOLARE Stime per i paesi dell’UE-15, situazione al 2008. Fonte: CLANDESTINO [Kovacheva & Vogel, 2009]
5. Rifugiati e asylum seekers Rifugiati nei paesi dell’UE-15, fine 1999 e 2008. Evoluzione del numero di rifugiati nell’UE-27, dati al 31 dicembre degli anni 1990-2008 Nell’UE-15 i riconoscimenti dello status di rifugiato sono stati nel periodo 2000-08 meno di 500 mila, pari a circa il 14% dei richiedenti. Gli asylum seekers sono stati tra un massimo di 450 mila alla fine del 2003 e un minimo di 200 mila alla fine del 2007.
5. Residenti stranieri: il puzzle delle origini [1] Percentuale per area di cittadinanza degli stranieri residenti al 2009 comunitari extra europei
5. Residenti stranieri: il puzzle delle origini [2] Evoluzione dei cittadini degli altri paesi dell’Ue nel periodo 2001-2009. Valori in migliaia
5. Residenti stranieri:il puzzle delle origini [3] Evoluzione del peso dei cittadini degli altri paesi dell’Ue Diminuisce la quota di stranieri cittadini di uno dei “vecchi” paesi dell’Ue (Ue-15), mentre cresce il peso degli stranieri neo-comu-nitari. Tale evoluzione risulta ovviamente più marcata nell’Europa settentrionale e in quella meridionale.
5. Residenti stranieri:il puzzle delle origini [4] Prime cinque nazionalità nei Paesi del Nord Europa Se si esclude l’Irlanda, si osserva una forte eterogeneità per cittadinanza! Resta importante la vicinanza geografica e l’appartenenza passata e/o presente ad un mercato/area comune.
5. Residenti stranieri:il puzzle delle origini [5] Prime cinque nazionalità nei Paesi dell’Europa occidentale Rispetto ai paesi dell’Europa settentrionale risulta quasi sempre minore l’eterogeneità per cittadinanza, che è comunque più forte che in passato! Nel 1975, gli italiani erano più della metà degli stranieri in Svizzera, italiani e francesi superavano il 50% in Belgio, turchi, ex iugoslavi e italiani erano il 58% in Germania, portoghesi, algerini e spagnoli il 57% in Francia.
5. Residenti stranieri:il puzzle delle origini [6] Prime cinque nazionalità nei Paesi dell’Europa meridionale
6. Quadro di sintesi:possibile schematizzazione Indicators, Factor Loadings and Dendrogram using Ward Method Descrizione dei gruppi Bassa proporzione di stranieri, il più basso tasso migratorio netto, la più elevata proporzione di rifugiati e i tassi più alti di acquisizione della cittadinanza (forte eterogeneità per area di origine) Crescita contenuta della pop. nata all'estero, minore proporzione di stranieri dei LDCs e la più bassa quota di irregolari Elevata proporzione di stranieri, bassa quota di stranieri dell'Europa orientale, bassa proporzione di rifugiati e bassi tassi di acquisizione della cittadinanza Bassissimo tasso di naturalizzazione e bassa quota di rifugiati, quota irregolari superiore alla media e proporzione di stranieri al di sotto della media
6. Considerazioni finali [1] • Com’è noto, la crescita demografica registrata in Europa nell’ultimo decennio è dovuta prevalentemente all’immigrazione netta. Con un impatto demografico che è risultato particolarmente forte in paesi come la Spagna e l’Italia che, in base alle previsioni di popolazione della fine degli anni ’90, avrebbero dovuto attendersi, al contrario di quanto si è verificato, una riduzione del numero di residenti. • Il continente europeo, o meglio l’Ue, è diventato il principale polo di attrazione mondiale, con un’immigrazione netta che nel decennio ha superato quella del Nord America. • Una parte importante dei flussi migratori diretti verso la “vecchia” Ue ha avuto origine nei nuovi paesi che nel 2004 e nel 2007 sono entrati a far parte dell’Unione, a segnalare l’emergere di spostamenti est-ovest, o meglio est-nord ed est-sud, ancora poco rilevanti (tranne qualche eccezione) negli anni ’90 e ormai da considerare interni al territorio dell’Ue. • Se negli anni ’90 un peso rilevante avevano avuto i movimenti determinati dalle vicende belliche che hanno insanguinato le regione balcanica e dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e dalla transizione all’economia di mercato dei paesi satellite (si pensi tra l’altro al numero elevato di arrivi in Germania di persone di origine tedesca), nel decennio appena trascorso l’intensificazione dei flussi est-ovest e sud-nord è ampiamente riconducibile a motivazioni economiche.
6. Considerazioni finali [2] • Sono alcuni paesi dell’Europa meridionale e di quella settentrionale ad aver sperimentato i flussi più consistenti, tanto da aver superato per numero (e in alcuni casi pure per incidenza) di stranieri alcuni dei più antichi paesi europei di immigrazione. Differente sarebbe ovviamente il quadro riferito alla popolazione di origine straniera o con background migratorio. • Nei paesi dell’Europa meridionale, in particolare in Spagna e Italia, l’ampio volume di immigrati è andato ad alimentare una popolazione straniera residente/regolare che si è accresciuta notevolmente, anche per effetto dei ricongiungimenti familiari e delle nascite da genitori stranieri, avvenute successivamente alle periodiche regolarizzazioni che sono state lo strumento principale con il quale sono stati gestiti, a posteriori, i flussi migratori. • Appare difficile continuare su questa strada in presenza di un’immigrazione strutturale e stanziale, che necessita di una gestione quantomeno più realistica dei flussi migratori e richiede l’adozione di politiche effettive di integrazione, nonché un’attenzione crescente verso le seconde generazioni. • Nonostante la crisi economica degli ultimi due anni, sembra difficile pensare ad un ritorno indietro, la popolazione europea, per varie ragioni tra le quali rilevante è il fattore demografico, sarà sempre più eterogenea per aree di origine, etnie, religioni, ecc. e credi che sia a partire da questi elementi che bisognerebbe (ri)pensare alle società europee dei prossimi anni.