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UN PELLEGRINO DEL XXI SECOLO …. … SULLA VIA FRANCIGENA NEL TERRITORIO DI FORNOVO.
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UN PELLEGRINO DEL XXI SECOLO … …SULLAVIAFRANCIGENANEL TERRITORIO DIFORNOVO • La classe 3A - ITS “Gadda” di Fornovo TaroCandi – Erzincan – Cavazzini – Gorreri – Morabito – Azzali – Di Martino – Loiacono – Turricchia – Alia – Franchi – Verderi – Abortivi – Leporati – Giovanelli – Concari – Ogliaro
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • La visita inizia all’esterno: l’ideale è avvicinarsi alla chiesa di Santa Maria Assunta dal Borgo Grande, seguendo l’antico andamento della strada Romea. • Ci si trova così di fronte alla facciata che raccoglie frammenti e sculture romaniche. L’attuale facciata venne aggiunta nel XVIII secolo per racchiudere il nartece,una sorta di porticato a due campatecon sei grandi volte, sostenute da pilastri e capitelli scolpiti con temi biblici, utilizzato per dare riparo ai pellegrini e ora visibile all’interno.
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • A lato del portale si nota, entro una nicchia, la scultura acefala che rappresenta un pellegrino, gravato dal peso di una gerla: considerando il passaggio di tanti fedeli nel periodo medioevale, la figura assume il valore di un’insegna per accogliere e segnalare in modo immediato ai viaggiatori che si trovavano sulla giusta strada. • Su lato destro della facciata si trova una lastra che porta scolpita una scena infernale. Al centro un avaro, su cui il demonio si accanisce, è schiacciato dal peso di tre bisacce e da un forziere. A sinistra un altro diavolo alato spinge i lussuriosi nelle fauci spalancate di un mostro.
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • A destra cinque dannati bruciano in una caldaia: l’insieme della immagini rappresenta l’eterna punizione dei sette vizi capitali. • Sul lato destro un’altra lastra mostra due figure avvinte, forse in lotta fra loro o forse in passo di danza. Altre due figure, di cui una angolare, sono in posizione di preghiera.
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • E’ probabile che le sculture, che sono state influenzate dall’opera di Benedetto Antelami, siano frammenti di un antico ambone, un pulpito che comprendeva la preziosa lastra di Santa Margherita, scultura oggi compresa nell’ altare maggiore. La lastra racconta del martirio di S. Margherita in otto episodi da leggere dall’alto al basso,da destra a sinistra.
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • La prima scena mostra Margherita che pascola pecore e capre, nella seconda viene arrestata da un soldato a cavallo e condotta alla presenza di un prefetto di Diocleziano. Nella terza scena Margherita alza la mano e proclama la sua innocenza e la sua fede. Inizia il supplizio con la Santa legata alla grata e flagellata. Le ultime scene mostrano l’anima di Margherita che trionfa sul demonio incatenato e flagellato e la Santa in preghiera davanti ad una piccola croce che sormonta un drago - diavolo spezzato. E’ la vittoria della fede.
PIEVE SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • Sul lato destra della chiesa si osserva una piccola porta sormontata da un archivolto scolpito con animali fantastici e reali che si rincorrono: si presume si tratti di una scena di caccia dominata da un’aquila. • Sul lato sinistro della chiesa si trova la torre campanaria, pressoché inalterata rispetto alle origini. • Entrando, ci si trova all’interno del portico originario che si appoggia su quella che doveva essere l’antica facciata.Qui sono inserite, a lato della navata, due sculture che rappresentano un vescovo o un abate, sormontato da un baldacchino e un re con un ampio mantello, simbolo del potere religioso e politico.
PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA FORNOVO TARO • L’antica forma della chiesa doveva essere più semplice dell’attuale edificio: una costruzione a tre navate che terminava con tre absidi di cui ora rimane solo quella centrale. • Recenti lavori hanno portato alla luce le fondazioni di una delle absidi minori dove ora è posizionato il fonte battesimale
Musica Sacra • Il Medioevo è un'epoca che copre quasi mille anni di storia: va infatti all'incirca dalla fine del V secolo d.C. alla fine del XV secolo D.C. Questo lungo periodo storico è ricchissimo di musica. Questa musica veniva spesso improvvisata o composta per delle occasioni particolari. Non aveva quindi bisogno di essere scritta e tramandata ai posteri, per questo ne sono rimasti pochi documenti. • Un'eccezione è però presentata dalla musica religiosa che si è conservata nel tempo poiché i riti e le cerimonie per cui era stata composta si ripetevano sempre immutati a distanza di tempo. Naturalmente anche la musica religiosa aveva uno scopo pratico: essa doveva arricchire la preghiera e accrescerne l'importanza all'interno della funzione religiosa. • La musica cantata era considerata sacra poiché era attraverso la voce che ci avvicinava a Dio. Al contrario quella strumentale era da festa ed era più vicina al popolo, quindi rimaneva un’arte terrena. • Questo divario che c’era fra le due musiche è sottolineato in un dipinto di Raffaello : “Santa Lucia”.
Musica Sacra • Questo dipinto rappresenta una serie di strumenti a terra che, come detto prima, simboleggiano il distacco da Dio e l’attaccamento ai beni materiali. Gli angeli sono una rappresentazione della vita divina alla quale si può arrivare attraverso la voce. • Il canto gregoriano è un genere musicale vocale, monodico e liturgico, proprio del rito romano della Chiesa cattolica. • Venne elaborato in Occidente a partire dall'VIII secolo dall'incontro del canto romano antico con il canto gallicano nel contesto della rinascita carolingia. È cantato ancora oggi, non solo in ambito liturgico, e viene riconosciuto dalla Chiesa cattolica come "canto proprio della liturgia romana". Raffaello, “Santa Lucia”
Musica Sacra • La musica medioevale è soprattutto vocale e gli strumenti vengono usati solo come accompagnamento alla voce. Gli strumenti utilizzati erano diversi: cordofoni, aerofoni e membranofoni. I più conosciuti e utilizzati erano il liuto, la ribeca, il salterio; la ghironda, i flauti, trombe naturali, la viella e vari tipi di strumenti a percussione, che avevano la funzione di segnare il ritmo delle danze. Le origini della musica strumentale sono oscure. Secondo alcuni studiosi, all'inizio gli strumenti entrarono a far parte di composizioni vocali sostituendosi a qualche voce. Solo in seguito si incomincia a scrivere brani appositamente per strumenti.
Musica Sacra • Fuori dalla Chiesa, nel Medioevo, esistevano due tipi di produzione di musica: sacra e profana. La Chiesa, nel momento in cui impose il proprio potere culturale, vietò o mise al bando tutte le forme di produzione artistica che prescindevano dalla Chiesa e, di conseguenza, tutta una vasta produzione, inizialmente in latino e poi anche in volgare, che si era prodotta nel Medioevo, spesso accompagnata dalla musica.
Musica Sacra • STUMENTI A CORDA
STUMENTI A FIATOE A PERCUSSIONE Musica Sacra
Le spezie Spices Épices Erano al tempo prodotti estremamente cari che venivano usati per mascherare i cattivi sapori delle carni .Esse rappresentavano la ricchezza, il potere , la nobiltà. Tra queste vi erano: pepe, cannella, galanga, chiodi di garofano, zafferano, coriandolo zenzero, cumino e noce moscata. I cereali CerealsCéréales Essenziali nell’alimentazione medievale erano il frumento, l’orzo, l’avena, il farro, la segale, il miglio e il riso. Il sale Salt Sel Prodotto e che è stato sempre estremamente importante e veniva usato per la conservazione delle carni, salumi, formaggi e verdure. Veniva usato per dare sapore ai cibi ed era di diversi tipi: bianco, grigio o scuro inoltre poteva essere grosso o fino.
I formage Cheese Fromage Chiamato in età medievale “Formaticum” poteva avere origini animali se il caglio era estratto dallo stomaco di animali ruminanti, oppure vegetale se proveniente da sostanze vegetali come il lattice dei fichi. Ricordiamo il Caciocavallo, il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Taleggio, il Gongorzola, il Castelmagno e il Quartirolo. I legumi Legumes Légumineuses Costituivano una vera e propria risorsa alimentare poiché, oltre a essere utilizzati da freschi, venivano seccati, per essere consumati in tutti i periodi dell’anno. Spesso venivano macinati per ricavare farine da utilizzare in zuppe e polente. Tra questi vi erano piselli, ceci, fave, ricerchie (piccole fave), lenticchie, lupini e fagioli. Le carni Beef Boeuf Alimento sempre presente sulle tavole medievali, il cui approvvigionamento derivava sia dall’allevamento che dalla caccia con trappole, archi, balestre e lance. C’erano ovini, suini mentre i bovini erano usati per i lavori nei campi ed venivano mangiati solo alla fine del loro ciclo di lavoro. Il vitello era una carne prelibata che si potevano permettere solo i ricchi. La selvaggina era molto ricercata, si mangiava: civette, cornacchie, pavoni, cormorani, cicogne, aironi e oche.
Le verdure Vegetables Legumés Coltivata nell’orto delle corti o delle mura cittadine era composta da cavoli(bianchi, a cappuccio, rossi), cipolle (bianche, rosse e verdi), porri, finocchio, ravanello, cardo, carote, zucche, spinaci, lattuga, scarola, invidia , crescione e aglio. Inoltre si potevano trovare alcune radici tra cui la rapa. La Frutta Fruit Fruits Tra cui le castagne, le mele tra cui la cotogna, le pere, i fichi (usati anche come medicinali e potevano essere freschi o secchi), le prugne (fresche o secche), albicocche. Poi vi era anche la frutta secca come le mandorle e le nocciole. I condimenti Condiments Condiments Per dare sapore e accompagnare alcuni cibi veniva utilizzano il lardo, lo strutto, il burro, l’aceto tra cui anche quello balsamico, l’agresto cioè un aceto delicato ricavato da uve acerbe e infine l’olio che però era troppo costoso.
RICETTE MEDIEVALI PRIMI PIATTI Ceci e castagne Chickpeas and chestnuts Pois chichesetchâtaignes Pietanza comune nel Medioevo e bilanciata per presenza di carboidrati e proteine. Al gusto è un sapore originale e delicato. Gli ingredienti sono:ceci, castagne, prezzemolo, sedano, carota, porro, pepe, rosmarino e sale ( a piacere pancetta, brodo, zafferano). Passato di rape Decisamente un prodotto povero, le rape, in questo piatto diventano pietanza nobile per l’aggiunta delle spezie, soprattutto per la presenza dello zafferano. Gli ingredienti che lo compongono sono le rape bianche, il brodo di carne, la pancetta, lo zafferano, pepe e sale. Farro con brodo de caponi Farro soup with caponi Soupe de farro avec Caponi Al tempo raramente si trovavano ricette con il farro nei ricettari trecenteschi e quattrocenteschi, non perché non fosse usato, ma perché era considerato alimento popolare. Questo piatto rappresenta una variante più ricca, preparata con brodo di cappone, rossi d’uovo, farro decorticato, zafferano, noce moscata pepe e sale.
Pasta medievale Medieval pasta Pâtes médiévale Chiamate anche laganae, ossia strisce di pasta che venivano solitamente arrostite o fritte: potrebbero essere considerate le antenate della nostra pastasciutta ma, proprio per il tipo di preparazione, la pietanza che ne risulta era molto diversa dalla pasta attuale perché secca. La pasta era un impasto di acqua e farina ammorbidito con del grasso, che all’epoca probabilmente veniva scelto in base ai tempi religiosi o alle disponibilità del territorio. Il condimento più diffuso , prima dell’arrivo del pomodoro, restò quello a base di burro, parmigiano e spezie tra cui potevano essersi anche zucchero e cannella e cotta nel brodo. De lasanis E’ la prima versione di lasagne, presente nei ricettari italiani. A differenza, però, dalla nostra pasta, questa preparazione, pur se già cotta in acqua, veniva preparata con la pasta del pane. Questa pietanze veniva mangiata con il “punctorio ligneo”, antenato della forchetta. Gli ingredienti erano, oltre alla pasta di pane e parmigiano anche spezie (pepe, noce moscata, zenzero, chiodi di garofano, cannella) e sale. De le lasagne E’ la versione di pasta che più si avvicina a quella attuale. La cottura nel brodo di gallina o cappone dà morbidezza e sapore a questo piatto condito col solo parmigiano.
SECONDIPIATTI Coradella d’agnello Coradella lamb Coradella agneau La coratella, cioè le interiora degli animali macellati, in particolare fegato e cuore. Questo piatto veniva preparato con rossi d’uovo, lardo, erbe aromatiche (rosmarino, salvia), spezie (pepe, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano) e sale. Erbolato Una delle ricette più comuni per le torte, realizzato con erbe diverse e preparato sia dolce che salato. E’ ancora presente nella nostra cucina come erbazzone reggiano. La cottura di queste torte avveniva sotto i testi ricoperti di cenere calda ottenendo così una cottura omogenea. Gli ingredienti sono la pasta, erbe (spinaci o bietole), fiori di zucca, erbe aromatiche (prezzemolo, maggiorana, finocchio, cerfoglio, menta o salvia), formaggio (pecorino fresco, o parmigiano, o caciotta, o tomino, o caciocavallo), uovo, spezie (zenzero, zafferano, noce moscata) e sale ( a piacere il lardo).
Lenticchie Lentils Lentilles Questa verdura presenta molte qualità salutistiche. Veniva al tempo cucinata insieme alla carne di maiale o salsiccia, aceto, origano, menta, cumino pepe e sale. Asparagi Asparagus Asperges Comunemente conosciuti nella zona mediterranea, sia come piante spontanee che coltivate. In Italia sono presenti nel ricettario toscano, in questa versione speziata allo zafferano. Oltre agli asparagi è presente la cipollina fresca, zafferano (a piacere anche pepe e noce moscata), olio e sale.
DOLCI Nucato Croccante, torrone a cui il profumo delle spezie dà un gusto particolare. Gli ingredienti erano miele, noci (o mandorle e nocciole) e spezie (zenzero e cannella). Crispelle Antenate delle crêpes francesi. Il loro nome deriva dal latino crispus (“arricciato”), ed è da sempre utilizzato per indicare delle frittatine che cuocendo si increspano. Venivano cucinate con uova, zafferano, lardo (o burro) e zucchero di canna (o miele). Bozzolati delle monache Uno dei tanti tipi di biscotti che nel Medioevo venivano serviti a fine pasto e, visto il nome, come nella più antica tradizione dei dolci medievali, evidentemente, venivano confezionati nei monasteri femminili. Erano preparati con uova, zucchero di canna o miele, farina e sale.
GASTRONOMIA OGGI GASTRONOMY TODAY GASTRONOMIE AUJOURD’HUI
ANTIPASTI - APETIZER - HORS D’ŒVRE PROSCIUTTO DI PARMA Parma ham Jambon de Parme CICCIOLATA Fried pressed pork scraps Cicciolata COPPA Cured pork Coppa Salume cotto a base di carne suina. Durante la preparazione si fanno bollire la testa e le zampe del maiale e da parte vengono cotte le cotenne del loro stesso strutto fino a raggiungere un colore dorato. A questo punto gli viene tolto lo strutto e vengono unite le cotenne alla testa e alle zampe e pressate. Il giorno seguente la cicciolata si può già consumare. Dal sapore dolce e raffinato, è una pietanza a basso contenuto calorico, ma dal gusto intenso. Viene chiamato prosciutto dolce in quanto viene aggiunta una bassa quantità di sale durante la lavorazione. Può essere abbinato a sapori diversi: con il melone come antipasto, con l'arrosto di maiale, la celebre rosa di Parma, ed è l'ingrediente principale dei classici tortellini. Salame fatto con carne di maiale stagionata. Si prepara attraverso la stagionatura della parte di carne prelevata chiamata “capocollo” e farcita con pepe, sale e noce moscata. La si insacca in un budello naturale, la si lega con uno spago di canapa e si lascia riposare negli essiccatoi per un periodo di almeno sei mesi.
ANTIPASTI - APETIZER - HORS D’ŒVRE CULATELLO Cured pork loin Culatello PARMIGIANO REGGIANO Parmesan Parmesan PANCETTA Natural bacon Pancetta Salume DOP dal sapore delicato, soffice e dolce, dal colore rubino, trasparente in ogni sua fetta, ha la corporea tenerezza di un prodotto di irripetibile regalità. Prodotto dalla coscia di suini adulti e lavorato durante il periodo invernale quando la Bassa è avvolta dalla nebbia. La stagionatura va dai 10 ai 14 mesi. Salume di suino preparato con la parte della pancia dell'animale che vengono squadrate e rifilate. Successivamente le pancette vengono cosparse di sale e sono poste a riposare per alcuni giorni. L'insaccato che se ne ricava è arrotolato. Inizia poi la stagionatura che può durare dai 50-60 fino ai 90-120 giorni. Noto formaggio a pasta dura prodotto con latte di vacca di Frisone anche se tradizionalmente veniva prodotto con Il latte della Reggiana Rossa. Esistono diverse tipi di stagionature da quella dei 24 mesi fino a 40 mesi. Il formaggio può essere mangiato a Scaglie o grattuggiato sui cibi.
ANTIPASTI - APETIZER - HORS D’ŒVRE GNOCCO FRITTO Fried dumpling Boulette frite SALAME DI FELINO Felino salame Saucisson de felino SPALLA COTTA Ham shoulder Paule Viene preparato un impasto di farina di frumento, sale, strutto e lievito. Dopo la lievitazione, la pasta viene ridotta in una sfoglia alta tra i 2 e i 6 millimetri e tagliata in rombi di circa 10 cm di lato. Poi vengono fritti secondo la tradizione in abbondante strutto di maiale bollente. Si produce per tradizione con pura carne di suino maiale. La macinazione produce un impasto a grana medio-grossa al quale viene aggiunto sale, pepe a grani interi. Dopo vengono aggiunti anche aglio e pepe pestati e sciolti in vino bianco secco. Per la confezione del salame di Felino si utilizza il cosiddetto budello gentile. Ricavata dalla spalla anteriore del suino che dopo essere stata disossata, viene fatta riposare cruda negli aromi per 15 giorni. In seguito viene legata a mano, quindi viene fatta stagionare per 25/30 giorni.L’ultima fase prevede la cottura per varie ore a 75°C in acqua, vino rosso Fortanina e verdure.
PRIMI PIATTI - FIRST COURSES - ENTRÉES ANOLINI GNOCCHI LASAGNE Tipologia di pasta all'uovo ripiena tradizionalmente servita come piatto di apertura dei pranzi di Natale e Capodanno, in brodo di carne. Caratteristici per il ripieno per il quale si utilizza il fondo di cottura del brasato di manzo. Si servono generalmente in brodo. La chiusura classica della pasta prevede due dischetti che racchiudono il ripieno di carne. Pezzi di impasto di patate,farina e sale, solitamente di forma tondeggiante, che vengono bolliti nel brodo o nell’acqua e quindi conditi con salse varie tra cui quella di pomodoro. Viene preparata una teglia più strati di lasagne lessate, alternandole a strati di condimenti vari; il tutto ripassato in forno per un'ultima cottura. La ricetta più diffusa prevede come condimento ragù, besciamella e Parmigiano-Reggiano. In tempi recenti è stata aggiunta la mozzarella e spesso, invece della normale pasta all'uovo, si usano lasagne preparate con l'aggiunta di spinaci. Piuttosto diffuse anche le versioni bianche, con condimenti a base di funghi.
PRIMI PIATTI - FIRST COURSES - ENTRÉES PISAREI E FAGIOLI Pisarei and beans Pisarei et les haricots RISOTTO ALLA PARMIGIANA TORTELLI Gli ingredienti sono: burro, cipolla, vino bianco, brodo, riso, sale, formaggio. Questa ricetta tanto semplice quanto buona, può essere, volendo, arricchita con tutti gli ingredienti che si desiderano. La cottura del risotto alla parmigiana, deve essere all’onda, cioè molto morbida, in modo da poter essere anche eventualmente amalgamato con altri ingredienti. Piatto molto semplice, ma davvero gustoso e delicato. Tipo di pasta (preparata con farina, sale, uova e acqua) ripiena di forma rettangolare o quadrata solitamente di 2 o 3 cm di lato e conditi con burro fuso, lardo e pomodoro, ragù bolognese. I tortelli tipici di Parma sono ripieni con ricotta e erbette (tortelli d'erbetta), con spinaci, con patate o con la zucca. Primo piatto di gnocchetti e fagioli lessati. Gli gnocchetti sono di farina e pangrattato, a volte con un uovo; i fagioli possono essere al sugo. buona e sana alimentazione, in quanto l'abbinamento tra cereali e legumi (farina-fagioli).
SECONDI PIATTIMAIN COURSES - PLATS DE RÉSISTANCE BOLLITO MISTO… Assorted boiled meats Viandes bouillies variées COTECHINO (1500) Sausage Saucisse VECCHIA DI CAVALLO… Horse meat hash “Vecchia di cavallo” Piatto appetitoso e molto popolare a Parma che ha origini antiche e diverse modalità di preparazione. E’ un trito di cavallo crudo con cipolle, pomodori, peperone, patate saltate in padella. La vecchia è un piatto molto sostanzioso che va servito caldo e accompagnato con un robusto vino rosso. Insaccato che deve essere cotto. Tradizionalmente è il piatto che si consuma il primo o l’ultimo giorno dell’anno con lenticchie e purè. Si prepara riempiendo il budello con cotenna, carne,impastati con sale e spezie. Richiede tempi lunghi di cottura, a fuoco basso. Si procede bucando la pelle del cotechino con uno stuzzicadenti per permettere la fuoriuscita del vapore. Lo si mette in una pentola di acqua e si fa bollire per altre quattro ore. Gli ingredienti sono il manzo, testina di vitello, sedano, carote, cipolle, acqua e sale grosso. Nella pentola dopo aver portato ad ebollizione l’acqua si aggiunge sale, manzo e versure. Si abbassa la fiamma e dopo venti minuti si aggiunge la testina e si fa cuocere per altri venticinque minuti. Il bollito può essere accompagnato da diverse salse.
SECONDI PIATTIMAIN COURSES - PLATS DE RÉSISTANCE TRIPPA Tripe alla parmigiana Tripes à la parmesane STINCO DI MAIALE AL FORNO Roasted shin-bone pork Jarret de pork au four STRACOTTO Pot- roastedwild boar Sanglier braisè Ricetta antica e povera che si fa con diversi tipi di stomaco bovino e può essere con o senza lamelle a seconda della parte di stomaco utilizzata. Viene cotta con una lunga cottura a fuoco lento per togliere i batteri ed è chiamata alla parmigiana perché viene servita con grana. È da mangiare con cucchiaio e contornata da brodo; possono essere aggiunte verdure come pomodori e cipolle per insaporirla. Possiede questo nome perché cuoce per diverse ore in un liquido che può essere vino o anche brodo, arricchito da verdure.La sua consistenza al termine della cottura sarà talmente tenera che viene definita “burro di carne”.Si prepara in anticipo e si riscalda al momento, è ideale quindi ad ogni stagione. Gli ingredienti sono: carne, carote, cipolle, vino rosso, brodo di dado, sale, pepe e olio. Un piatto molto gustoso che si adatta molto bene alla cena autunnale o invernale contornato da delle ottime patate al forno. Gli ingredienti sono:Rosmarino fresco in rametti, foglie di salvia, foglie di alloro, aglio, bacche di ginepro,olio extravergine di oliva, vino bianco, sale, pepe.
DESSERT – DESSERT - DESSERT CHIACCHIERE SPONGATA TORTELLI DOLCI Tipico dolce italiano, chiamato anche con molti altri nomi regionali. Sono tipici dolci di carnevale. Hanno la forma di una striscia, talvolta manipolata a formare un nodo. Sono fatte con un impasto di farina che viene fritto o cotto al forno e successivamente spolverato di zucchero a velo. Possono anche essere coperte da miele, cioccolato e/o zucchero a velo, innaffiate con alchermes o servite con il sanguinaccio dolce o con mascarpone montato e zuccherato. È una torta con una base di pasta simile alla pasta brisée riempita con marmellata di mele e pere, frutta candita, pinoli e mandorle, e ricoperta da un secondo strato di sfoglia. Questo viene bucherellato fittamente per facilitare la cottura, in forno, ed infine modellato con uno stampo di legno. Lapasta è fatta con farina di tipo 00, zucchero, burro, uova, scorza grattugiata di limone, sale, lievito vanigliato e zucchero a velo. Mentre per il ripieno sono necessarie prugne secche snocciolate cotte con zucchero e spumante dolce, amaretti, mele, pere, pinoli e cacao. Anche questo è un dolce tipico di Carnevale molto delizioso!
DOVE PUOI ASSAPORARE I NOSTRI PIATTI TIPICI • AGRITURISMO “ZANETTI MARIA” Indirizzo: Località Coste 47, Fornovo di Taro (Cafragna) 43045 Servizi: Ristorante, 5 camere, 10 posti letto Tel:05252924 • AGRITURISMO “LA CASA DELLE VIOLE” Indirizzo: Località Giarrette di Sivizzano 53, Fornovo di Taro 43045 Servizi: Ristorante, Nessuna camera, 12 Posti letto, 15 Appartamenti Tel: 0525502835 • AGRITURISMO “LE COSTE” Indirizzo: Località Le Coste 13, Fornovo di Taro (Cafragna) Servizi: Ristorante, 4 camere, 8 Posti letto Tel: 05252924 • AGRITURISMO “MONTE PRINZERA” Indirizzo: Località Piazza di Mezzo 19, Fornovo di Taro (Sivizzano) Servizi: Ristorante, 2 camere, 6 posti letto Tel: 052556504
MONTE PRINZERA FLORA E VEGETAZIONE DEL MONTE PRINZERA Per flora si intende studiare le tipologie con cui le specie stesse si raggruppano in combinazioni definite, in rapporto agli ambienti ove si sono adattate significa occuparsi della vegetazione. Fra le specie caratteristiche: 1) ALGHE. La specie più riconosciuta dei licheni è Umbilicaria Freyi Codogno, specie europea occidentale che si trova sul Monte Prinzera in Calabria e in Sardegna. 2) FUNGHI. Sono presenti le Briofite (muschi e piante affini), autentiche “spugne” biologiche capaci di assorbire fino a 4 volte il proprio peso secco. • 3) Specie rinvenute di recente e la cui presenza è accertata: • - Biscutella coronopifolia (Cruciferae), rarissima in Italia e per il Monte Prinzera. Molto simile alla meno rara Biscutella laevigata, presente sul Monte Prinzera. • Campanula rotundifolia (Campanulaceae). Sul Monte Prinzera è abbastanza frequente sulle rupi e sui prati sassosi.
MONTE PRINZERA - Narcissus radiiflours Salisb, Narciso foglie strette molto simile al Narciso selvatico presente sul Prinzera. - Tulipa Australis, Tulipano montano molto raro nel Parmense, il Monte Prinzera è una della stazioni di minor altitudine conosciuta per l’Emilia, specie protetta.
MONTE PRINZERA GEOLOGIA 1) Il Monte Prinzera si trova nelle colline della Val Taro ed è l’unico affioramento ofiolitico protetto nella nostra regione. 2) OFIOLITI o pietre verdi comprendono formazioni di rocce “magmatiche”, si trovano in vari luoghi appenninici e alpini, formano blocchi montuosi scuri e isolati. Si tratta di rocce molto basiche, povere di fosforo, calcio, sodio e potassio, permeabili all’acqua per fessurazione con ricchezza di ferro e magnesio. 3) Il SERPENTINO è il minerale più importante nelle serpentiniti presente in diverse varietà; una di queste il crisotilo, sotto forma di fibre flessibili allungate è noto come amianto.
MONTE PRINZERA • La varietà di ambienti e le particolarità geomorfologiche e vegetazionali della Riserva determinano un’elevata diversità delle comunità ornitiche. • Sui versanti con rupi e rocce affioranti si possono osservare rapaci come la Poiana e più raramente il Biancone. • L’ambiente delle rupi, è utilizzato per la nidificazione del Gheppio e da passeriformi come Codirosso Spazzacamino, Culbianco. • Nelle praterie si osservano due specie somiglianti alla comune Allodola: il Calandro, la Tottavilla. • Oltre alle specie sopra menzionata un altro buon volatore volteggia tra le rocce: la farfalla Tecla della betulla.
VALLEZZA L'area di Vallezza, vicino Neviano dei Rossi, fra la Val Baganza e lo Sporzana, costituisce la parte superiore del bacino di Rio Gambiolo, affluente del torrente Sporzana che finisce nel Taro poco a Sud di Fornovo. Questo piccolo bacino presenta versanti mediamente acclivi con ampie zone boschive presso i torrenti e sulle pendici più ripide, mentre in quelle di minor pendenza sono diffusi i seminativi; ampie zone sono tuttavia sottoposte a frane e dissesti in genere.
VALLEZZA • A Vallezza si giunge per una strada che esce dalla Statale della Cisa a 2 km a sud del centro di Fornovo e si dirige verso Calestano in direzione Sud-Est attraverso l'abitato di Respiccio; lasciando quest'ultimo a destra si devia a sinistra per Neviano dé Rossi e subito dopo per Vallezza lungo il Rio Gambiolo dove si giunge dopo 4 km in lieve salita. Il nucleo abitato di Vallezza si trova su un poggio alla quota di 375m in posizione semicentrale, mentre proprio al centro dell'area si trovano gli insediamenti industriali della S.P.I. che consentirono lo sfruttamento dei pozzi di petrolio disseminati in tutta la conca. Il petrolio di Vallezza è il primo estratto in Italia. Un'intera comunità ha lavorato su queste colline concentrando per decenni esperienze, tecnologie ed impegno. Vallezza è oggi come un grande museo collocato nell'ambiente naturale dell'estrazione insieme a tutte le sue strutture.
VALLEZZA VALLEZZA Storia della miniera La miniera di Vallezza, meglio conosciuta nel circondario di Fornovo come "Miniera di Neviano", ha sfruttato fino al 1971 il gas metano e fino al 1994 solo il petrolio. Il petrolio o olio di sasso veniva raccolto fin da tempo antico dagli abitanti di Nevianodè Rossi in manifestazioni superficiali per essere usato come medicinale, per illuminazione e per lubrificare i carriaggi. Il primo pozzo fu scavato nel 1864 tra Respiccio e Neviano Rossi dai proprietari del terreno. Dava 25 kg. di grezzo al giorno. Buona parte della storia di questa località è legata a Luigi Scotti che costituì la S.P.I. nel 1905 e scavò oltre 100 pozzi. Ottenne un credito con uno stratagemma: inventò un grosso ritrovamento di petrolio alla cui inaugurazione intervenne anche la Regina Madre Margherita di Savoia (1920) e versò fusti di grezzo in un pozzo vuoto che poi vennero 'pompati' davanti alle autorità. Per un periodo si cedette il tutto ad una compagnia americana ma nel '23 la S.P.I. estrasse 7 milioni di litri e in seguito si costituì la raffineria a Fornovo Taro. Storia della miniera La miniera di Vallezza, meglio conosciuta nel circondario di Fornovo come "Miniera di Neviano", ha sfruttato fino al 1971 il gas metano e fino al 1994 solo il petrolio. Il petrolio o olio di sasso veniva raccolto fin da tempo antico dagli abitanti di Neviano dè Rossi in manifestazioni superficiali per essere usato come medicinale, per illuminazione e per lubrificare i carriaggi. Il primo pozzo fu scavato nel 1864 tra Respiccio e Neviano Rossi dai proprietari del terreno. Dava 25 kg. di grezzo al giorno. Buona parte della storia di questa località è legata a Luigi Scotti che costituì la S.P.I. nel 1905 e scavò oltre 100 pozzi. Ottenne un credito con uno stratagemma: inventò un grosso ritrovamento di petrolio alla cui inaugurazione intervenne anche la Regina Madre Margherita di Savoia (1920) e versò fusti di grezzo in un pozzo vuoto che poi vennero 'pompati' davanti alle autorità. Per un periodo si cedette il tutto ad una compagnia americana ma nel '23 la S.P.I. estrasse 7 milioni di litri e in seguito si costituì la raffineria a Fornovo Taro.
VALLEZZA Negli anni la S.P.I. ha perforato a Vallezza 177 pozzi per complessivi 106.668 metri fino al 1994 quando tutti i pozzi sono stati chiusi minerariamente in quanto non più economici, soltanto due pozzi sono stati lasciati a scopo dimostrativo. La miniera di Vallezza è stata una miniera molto interessante dal punto di vista geologico-minerario e, nonostante la sua produzione sia stata piuttosto limitata, vanta un record: quello di lunga vita dal 1905 al 1994.
FARMACIE Oltre all‘Ausl vi sono tre farmacie: • Farmacia Bertelè 0525.2360Via Nazionale 157 • Farmacia del Taro snc 0525.2446Via Nazionale 82 • Farmacia Ziliotti Piero 0525.2446Via Nazionale 6
ASSISTENZA Ausl: • L'ausl di Fornovo Taro si trova in Via Verdi 22 adiacente all'assistenza pubblica Fornovese.Telefono centralino: 0525.9701 Croce Verde Fornovese • L'assistenza pubblica fornovese ha sede in Fornovo di Taro, via Nazionale n. 45,
STORIA • Gli inizi della Assistenza Pubblica sono strettamente legati alla locale sezione AVIS: il 7 Gennaio 1966 l’A.P. nasce come servizio sussidiario in seno a questa associazione ed è denominato "PRONTO SOCCORSO AVIS". Si dividono le spese, la sede, i meriti ed i demeriti; nascono i primi problemi, i primi dissidi e si arriva presto alla separazione. Il momento è difficile, le forze sono poche ed i debiti molti, ma ormai l'Assistenza Pubblica è nata. La fondazione viene quindi legalmente compiuta e registrata con atto del Procuratore il 5 Gennaio 1967.
STORIA • L‘Avis di Fornovo è stata fondata nel 1966,oggi l'associazione ha una media stabile di donatori che si aggira intorno ai 400.
Malattie Nel Medioevo • Nel Medioevo le malattie più comuni erano le malattie infettive portate dai soldati o da condizione igieniche scarse e povertà. Tra queste le principali sono: • LA PESTELa peste è una malattia infettiva di origine batterica causata dal batterio Yersinia pestis. Esistono due forme principali di peste:peste bubbonica e polmonare. • IL VAIOLOIl vaiolo è una malattia infettiva contagiosa. Grazie all'uso delle vaccinazioni è l'unica malattia infettiva umana che sia stata dichiarata sradicata. Era causata dal virus del vaiolo, un virus appartenente alla famiglia dei Poxviridae. Il virus era patogeno solo per l'uomo, la trasmissione della malattia si verifica per veicolo aereo.
Malattie Nel Medioevo • IL COLERAIl colera è una malattia infettiva del tratto intestinale, caratterizzata dalla presenza di diarrea profusa, spesso complicata con acidosi, ipokaliemia e vomito, causata da un batterio Gram-negativo a forma di virgola: il Vibrio Cholerae. • IL TIFOIl tifo o febbre tifoide è una malattia infettiva sistemica, febbrile, a trasmissione oro-fecale provocata da un batterio del genere Salmonella, detto anche bacillo di Eberth o di Gaffky.
DORMIRE NELL'ANNO MILLE • Durante il Medioevo la struttura adibita ad ospizio per pellegrini e viandanti era lo Xenodochio, una chiesa gestita dai monaci che offrivano alloggio e cibo gratuito. Sulla via Francigena, intorno al 1250, il più frequentato era quello di Respiccio costruito in stile romanico, chiuso nel 1500 e riaperto vent'anni dopo per l'aumento del pellegrinaggio.
Dormire nel XXI sec. Hotel Cavalieri Si trova a Fornovo sulla strada Prinzeran° 8 a 2 kilometri dall'uscita dell'autostrada A 15 Parma La Spezia, a 20 km da Parma città. Tel. 0525.3100 Servizi : • 20 camere con bagno • Piscina • Bar • Gelateria • 2 ristoranti -specialità parmigiana -pesce e pizza
Dormire nel XXI sec. Albergo La Roccia Si trova a Varano de' Melegariin via Martiri della Libertà n°2 all'imbocco della vallata del ceno ed è vicino all'uscita autostradale "Fornovo" della A15. Tel. 0525.53728 Servizi : • 32 camere con tv satellitare, frigobar e bagno • Palestra • Giardino estivo ed invernale • Alloggio per animali • Ristorante + bar -cucina locale • Colazione a buffet