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Università degli Studi di Milano-Bicocca Corso di Politica Economica Macro Prof. Luca Stanca A.A. 2011/2012 Tesina di: Nadia Abdellatif (Matr. 052884). MERCATO DEL LAVORO E DISOCCUPAZIONE. INDICE. Pag. 3 Introduzione Pag. 4 I giovani e la disoccupazione
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Università degli Studi di Milano-Bicocca Corso di Politica Economica Macro Prof. Luca Stanca A.A. 2011/2012 Tesina di: Nadia Abdellatif (Matr. 052884) MERCATO DEL LAVORO E DISOCCUPAZIONE
INDICE Pag. 3 Introduzione Pag. 4 I giovani e la disoccupazione Pag. 7 Disoccupazione volontaria e involontaria Pag. 9 Un pò di storia... Pag. 14 Tipologie di disoccupazione Pag. 19 Cause della disoccupazione Pag. 24 Costi della disoccupazione Pag. 28 Spiegazione Keynesiana Pag. 30 Spiegazione Monetarista Pag. 32 Indicatori del mercato del lavoro Pag. 34 Disoccupazione nel mercato del lavoro italiano Pag. 40 Disoccupazione in Europa nel 2012 Pag. 43 Confronti dati del 2007 con quelli di oggi secondo "The economist" Pag. 45 Grandi aziende in crisi Pag. 47 Bibliografia
INTRODUZIONE La disoccupazione: Problema sentito dalla collettività in questi ultimi anni Interessa un po' tutti i paesi del mondo, in particolare l'Italia Provoca delle difficoltà per coloro che la subiscono; E’ causa di malessere sociale e di frustrazione psicologica E’ causa di povertà
I GIOVANI E LA DISOCCUPAZIONE Problema Tocca i giovani alla ricerca della prima occupazione Persone già avanti nell’età, scartati dal mercato per fallimento della ditta o per licenziamento Giovani studiano per circa vent'anni della loro vita per ottenere il cosiddetto "pezzo di carta" e poi difficilmente hanno la possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro
Annunci economici in cui si cerca lavoro si sprecano e il giovane passa il suo tempo ad inseguire giornali specializzati senza speranza di aggiudicarsi "un posto al sole". Le poche richieste di personale sono tutte indirizzate a coloro che hanno già esperienza nel campo e quindi le possibilità si riducono = 0 Tante persone dopo anni di duro lavoro si sono viste togliere anche quel poco che avevano. C'è chi aveva un lavoro e ora non lo ha più e chi, invece, non lo ha mai avuto; ma il problema è sempre lo stesso.
La crisi riguarda uomini e donne e colpisce duramente la fascia dei giovani sotto i 35 anni. In questi tempi di crisi, i giovani hanno meno soldi e quindi il sabato sera, la visione di uno show televisivo come diventa un’alternativa economica al pub o alla discoteca. Il mercato a tempo determinato sta diventando sempre più dinamico: è diretto ai giovani è in costante aumento l’occupazione a tempo determinato è aumentata a 13,4% dell’occupazione totale.
DISOCCUPAZIONE VOLONTARIA E INVOLONTARIA Distinzione ha origine nella Teoria Keynesiana Disoccupati sono disposti a lavorare, ma solo ad un salario > corrente, ossia al salario che le imprese sono disposte a pagare. Non può essere eliminata Per la Teoria Keynesiana non rappresenta un problema.
Condizione delle persone idonee e desiderose di lavorare, ma non trovano occupazione. • Può essere eliminata da un aumento della domanda aggregata.
UN PO' DI STORIA... • Disoccupazione è un problema dei nostri giorni e negli anni fra le due guerre lo era ancor di più. • Gente era in uno stato di miseria • Non avere un lavoro significava la fame • Condizione che si cercava di combattere rovistando tra i rifiuti.
Disoccupati durante crisi del 1929 • 14 milioni negli Stati Uniti • 6 milioni in Germania • 3 milioni in Gran Bretagna • 300 mila in Italia
La Grande Depressione Risoluzione problema New Deal del PresidenteStatunitense Franklin Roosevelt, il quale introdusse negli Stati Uniti: previdenza sociale sussidio disoccupazione programmi lavori pubblici per utilizzare la manodopera eccedente
Conseguenze Disoccupazione peggiorava la Depressione causando una caduta della domanda sussidio era un onere molto meno pesante per l’economia rispetto alla perdita dei lavoratori disoccupati.
Depressione ispirò a John Maynard Keynes il suo importante saggio, “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” (1936) dimostrò che un’economia depressa sarebbe rimasta tale fino a che la spesa statale non l’avesse rivitalizzata, anche a costo di provocare grandi deficit di bilancio.
TIPOLOGIE DI DISOCCUPAZIONE Stagionale Frizionale Tecnologica Strutturale
Frizionale I lavoratori in cerca di impiego non lo trovano immediatamente Durante la ricerca vengono considerati disoccupati Dipende da Frequenzacon la quale i lavoratori cambiano lavoro Tempo impiegato pertrovarne uno nuovo Soluzione: può essere ridotto da un più efficace servizio di collocamento
Stagionale Industrie hanno un calo di produzione in un certo periodo dell’anno Es: settore edilizio durante l’inverno a fine dell’anno scolastico, quando gli studenti cercano lavoro
Tecnologica Deriva dall'introduzione di impianti e di macchinari che tendono a far risparmiare lavoro per ogni unità di prodotto Soluzione: introduzione di un minore numero di macchinari e di impianti
Strutturale • Non c’è corrispondenza fra il tipo di lavoratori disoccupati e i posti di lavoro disponibili • Disoccupati non possiedono la professionalità richiesta • Non possono trasferirsi nei luoghi dove manca la manodopera Soluzione: interventi rivolti a cambiare la struttura dell’offerta e/o della domanda di lavoro. Es: corsi di riqualificazione professionale, incentivi alla mobilità, incentivi alle imprese di trasferirsi ove c’è disponibilità di manodopera
CAUSE DELLA DISOCCUPAZIONE Disoccupazione congiunturale Disoccupazione strutturale Cause normative
Disoccupazione strutturale Imprese che operano all’estero Un intero settore produttivo deve sopportare costi di produzione troppo elevati, tali da porlo fuori mercato perché non più concorrenziale Settore dell’acciaio e del petrolio Produzione di certi prodotti, i cui impianti si stanno spostando da paesi avanzati verso paesi in via di sviluppo
Settore del commercio Piccoli esercizi commerciali vengono sostituiti dalla grande distribuzione Es: supermercati e ipermercati
Disoccupazione congiunturale < domanda si verifica nella fase depressiva del ciclo Rimedio: Riduzione produzione e occupazione, onde evitare l’uscita dal mercato
Cause normative • Rigidità di salari: • non si adeguano alle condizioni del mercato; • rendono difficile l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. b) Oneri contributivi e fiscali a carico delle aziende: • riducono i margini di profitto.
COSTI DELLA DISOCCUPAZIONE ECONOMICI SOCIALI POLITICI
COSTI ECONOMICI Perdita di prodotto per l’intera economia produce una quantità < di beni e servizi rispetto a quelli potenziali produttivi Famiglie disoccupati riduzione livello di vita avendo meno salario a disposizione
Stato paga indennità di disoccupazione e riceve minor gettito fiscale deriva dal minor reddito prodotto da imprese e lavoratori dipendenti La disoccupazione causa anche costi indiretti • perdita permanente di abilità professionale • capacità lavorativa da chi è disoccupato da lungo tempo
COSTI SOCIALI Disoccupazione danneggia salute fisica e mentale Aumenta Morbilità N° suicidi Mortalità Criminalità Lavoro e reddito, è condizione irrinunciabile per una democrazia sostanziale. COSTI POLITICI
SPIEGAZIONE KEYNESIANA Domanda di lavoro dipende dalle previsioni effettuate dalle imprese sull’efficienza marginale del capitale, il cui valore dipende dalle prospettive di vendita sul mercato. Previsioni positive: imprese assorbono lavoro; Previsioni negative: imprese non utilizzeranno le capacità produttive disponibili e ci sarà disoccupazione.
Disoccupazione è involontaria Disoccupati sono disposti a lavorare, ma manca il lavoro Come combattere la disoccupazione? Occorre stimolare la domanda aggregata attraverso politiche espansive: -favorire gli investimenti attraverso agevolazioni fiscali e creditizie; -creare occupazione attraverso la spesa pubblica.
SPIEGAZIONE MONETARISTA Mercato del lavoro è = a tutti gli altri mercati: incontro della domanda e offerta di lavoro determina il prezzo di equilibrio, cioè il salario, che uguaglia la domanda e offerta di lavoro. Disoccupazione può esistere solo se per azione delle forze sindacali, i salari sono > al livello di equilibrio che si formerebbe in un mercato concorrenziale.
Rimedio per ristabilire la piena occupazione Liberalizzare il mercato del lavoro. In questo caso si ha disoccupazione volontaria, perché i lavoratori rifiuterebbero salari troppo bassi, e preferirebbero percepire il sussidio di disoccupazione E’ dannoso versare indennità consistenti e prolungate ai disoccupati, perché ciò non favorisce il loro reinserimento nel mondo del lavoro.
INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO TASSO OCCUPAZIONE = N° disoccupati ____________________________________ Totale forza di lavoro (popolazione attiva) TASSO DISOCCUPAZIONE = N° occupati ________________ Popolazione totale
TASSO ATTIVITA’ = Forze di lavoro ________________ Popolazione totale
DISOCCUPAZIONE NEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO Secondo dati Istat Tasso disoccupazione in Italia è il più alto da Gennaio 2004: 8,6% 2005: 8,6% 2006: 7,7% 2007: 7% 2008: 6,2% 2009: 6,8% 2010: 7,8% Marzo 2011 : 8,4% Gennaio 2012: 9,2% Febbraio 2012: 9,6% Marzo 2012: 9,8%
Il tasso di disoccupazione durante periodi di recessione durante quelli di espansione Viene utilizzato come misura del benessere dei lavoratori indicatore della utilizzazione delle risorse umane
Tot inattivi -20 milioni e 778 mila- = Disponibili a lavorare ma non cercano lavoro – 2 milioni e 897 mila- + Cercano lavoro ma non disponibili –121 mila- + Altri inattivi –17 milioni e 760 mila- Tot disoccupati -2 milioni e 108 mila-
Tot occupati -22 milioni e 914 mila- = Sottocupati Part-Time -451 mila- + Altri occupati -22 milioni e 463 mila- Tot popolazione tra 15-74 anni -45 milioni e 800 mila-
DISOCCUPAZIONE IN EUROPA NEL 2012 La disoccupazione in Europa ha raggiunto il massimo storico negli ultimi 15 anni. AREA EURO 10,9% GERMANIA 5,6% FRANCIA 9,9% ITALIA 9,8% SPAGNA 24,2% OLANDA 5,5% GRECIA 19,4% PORTOGALLO 14,4% GRAN BRETAGNA 8,3% USA 8,2% GIAPPONE 4,5%
Tasso disoccupazione più basso:Giappone Tasso disoccupazione record: Spagna - Non hanno lavoro più di 5 milioni di persone - Indice più alto tra tutti i paesi dell’Ue, anche se i paesi vicini non sono molto indietro. Cause crisi economica politica economica mal studiata dell’Europa
Ne risentono in modo particolare Grecia, Italia, Portogallo e Spagna La disperazione spinge la gente a tenere comizi nelle strade. Oggigiorno nei paesi europei si contano circa 20 milioni disoccupati.
CONFRONTO DATI DEL 2007 CON QUELLI DI OGGI SECONDO The Economist nel mese di maggio, ha pubblicato un grafico che mostra la variazione della disoccupazione tra il 2007 (in blu-azzurro) e oggi (in marrone-rosa) in quindici paesi europei più gli Stati Uniti: se le cifre italiane sembrano preoccupanti, rimaniamo al di sotto della media europea, e lontani da paesi come la Spagna, dove la disoccupazione è oltre il 24 per cento, o la Grecia, dove la percentuale è triplicata in cinque anni.
GRANDI AZIENDE IN CRISI La crisi ha portato - alla chiusura di numerose aziende, anche tra le più grandi, - licenziamenti - cassa integrazione. Quelle che non hanno chiuso hanno dovuto tuttavia ridurre il personale. Ha dichiarato 40 esuberi ha disdetto accordi sindacali: indennità di disagio, pausa, mensa
Ha disposto 120 licenziamenti tra Milano, Bologna, Firenze Dipendenti in cassa d’integrazione dal 2009 Per far fronte ad un periodo davvero difficile sta optando per una riduzione dei costi i primi ad essere toccati da questo ridimensionamento sono le grandi star, come Barbara D’Urso, che ha accettato di tagliare parte del suo compenso
BIBLIOGRAFIA • F. Poma Economia Politica (Principato 1998) • Dornbush Fisher Startz Macroeconomia (McGraw Will 1999) • Siti internet • Giornali: Corriere della Sera, Il sole 24 ore, Economist