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I comandanti avversari e. Battaglia di Artemisio. Benedetta Di Giulio Lucrezia Flori Amalia Marchini Margherita Nicolini Maria Sole Tagliatesta. Senofonte.
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I comandanti avversari e Battaglia di Artemisio Benedetta Di Giulio Lucrezia Flori Amalia Marchini Margherita Nicolini Maria Sole Tagliatesta
Senofonte Senofonte, accanito cacciatore, riteneva che la guerra non fosse altro che l’espansione delle tecniche tipiche della caccia agli animali comuni nelle società guerriere prima della nascita dello stato. Così l’ex mercenario ateniese, diventato un gentiluomo, nella campagna del Peloponneso incominciò a chiedersi se in un mondo più raffinato, il generale (strategos) dovesse: tenersi lontano dal pericolo. o porsi come esempio di coraggio al suo esercito (optò per questa)
Leonida,Re di Sparta Regno Discendenza Inizio spedizione
Leonida era figlio di Anassandride. Nacque probabilmente nei primi anni 540 dalla prima moglie del padre, dopo la nascita di un precedente figlio legittimo, Cleomene, da una seconda moglie. Erodoto dice che questo rapporto di bigamia di Anassandride era “cosa inusitata a Sparta” ma comunque ciò non impedì a Cleomene di salire al trono alla morte del padre. Egli in seguito ebbe due figli, generando prima Dorico, poi Leonida ed infine Cleombroto.
Regnò dal 489-480a.C. • Essendo il secondo figlio della prima moglie ed il terzo dei quattro, salì al trono in maniera inaspettata come re agìade dopo la morte del fratellastro Cleomene La versione ufficiale sostiene che Cleomene si sia suicidato in preda ad un attacco di follia causata dall’alcolismo, tagliandosi a pezzi da solo partendo dai piedi
Si mise in marcia verso nord insime a un manipolo scelto di 300 spartani, tutti “uomini che avevano figli maschi viventi”. Non gli si conoscono comandi precedenti a questo, che si sarebbe poi trasformato nelmomento cruciale della sua vita. • Durante i preparativi, un inviato persiano cercò di intimare ai greci di deporre le armi e di sottomettersi ai persiani. • Leonida riuscì a respingere gli attacchi dei persiani per due giorni ma non a evitare l’accerchiamento sul lato meridionale attraverso il sentiero Anopeo dunque lasciò libero il grosso del contingente e rimase con700 tespiesi,400 tebani e i suoi Trecento. Tutti gli spartani e tutti quelli di Tespi morirono + il re spartano “O viandante, annuncia ai lacedemoni che noi giaciamo qui, obbedienti alle loro leggi” –Simonide di Ceo che cadde sul campo, trivellato dalle lance persiane mentre coraggiosamente guidava un contrattacco che non avrebbe avuto fortuna. I suoi resti furono portati quarant’anni dopo a Sparta Il loro epitaffio in versi (forse il più famoso del genere), scolpito su una roccia là Dov’erano caduti.
I Re di Sparta • anomalo agglomerato di 4 villaggi riuniti (obai) [più tardi se ne aggiunse un quinto] • doppia monarchia • costituzione politica con struttura di tipo tribale
le 2 famiglie reali degli Agiadi e degli Europontidi discendevano da un comune antenato ERODOTO 2° IPOTESI I due re trassero la loro origine da un tempo lontano in cui esistevano due tribù, ciascuna con il proprio capo. si fusero e + capi condivisero il comando (uguali privilegi, poteri, doveri) la doppia monarchia spartana era una forma di leadership militare, definita da Aristotele «una specie di comando militare (strategia) irresponsabile e perpetua»
formata da: • un’assemblea di guerrieri (apella) • un consiglio degli anziani (gerousia)
formato da: • 2 re • 28 membri che venivano eletti a vita tra gli spartani che avevano compiuto 60 anni
tutti i guerrieri che avevano raggiunto i 30 anni eleggere membri della gherousia eleggere membri di un’altra istituzione politica, composta dagli efori avere l’ultima parola nella questione legislative e politiche formata da: aveva il compito di:
Serse, il gran re di Persia Notizie biografiche Giudizio su di lui e il suo governo Guerre contro la Grecia I primi anni del regno
Notizie biografiche Serse regnò dal 486 al 465 a.C. Fu scelto dal padre Dario come erede legittimo nonostante non fosse il primogenito. Il nome Serse deriva da Xshayarsha, nome che lui si attribuì al momento della sua ascesa al trono, formato da xshaya (re) e arshan (maschio). La scelta di questo nome evidenzia la volontà di essere un «re maschio», «eroe tra i re». Lui è discendente della dinastia achemenide ed è figlio di Dario I e la seconda moglie Atossa, figlia di Ciro il Grande. Durante il suo regno ebbe grandi successi militari in Asia e in Africa ma viene soprattutto ricordato per le sconfitte subite in Grecia. Morì nel 465 a.C ucciso insieme al suo figlio maggiore a seguito di un colpo di stato.
I primi anni del regno Appena salito al trono dovette reprimere, impiegando circa due anni, le rivolte scoppiate nella regione del delta del Nilo poco prima della morte del padre. Riportato l'ordine affidò la satrapia ad Achemene. In questi anni dovette occuparsi anche di una rivolta nel territorio di Babilonia. Già nei primi anni del suo regno desiderava muoversi alla conquista della Grecia sia per guadagnare il rispetto dei suoi sudditi sia per vendicare la sconfitta di suo padre Dario.
Spedizione in Grecia All’inizio del 480 a.C Serse si mosse alla conquista della Grecia; la spedizione era stata preparata con molta cura, le strade erano state migliorate, era stato scavato un canale alle spalle del monte Athos, sull’Ellesponto era stato creato un ponte di barche.I Greci si posizionarono al passo delle Termopili, passaggio obbligato verso la Grecia centrale. Nell'agosto del 480 a.C. avvenne l’omonima battaglia tra i due eserciti. Dopo giorni di combattimento il grosso dell'esercito greco si ritirò, lasciando sul posto i trecento spartani di Leonida con il compito di ritardare l'avanzata persiana e dare tempo agli alleati di ripiegare. Aggirato il passo con l'aiuto di un traditore, i Persiani riuscirono ad avere la meglio sul contingente spartano e dilagarono in Grecia. L'Attica e la Beozia furono devastate e Atene saccheggiata e incendiata. Pochi giorni dopo ci fu la presa della città. Un mese dopo, nel settembre, avvenne la decisiva battaglia di Salamina, vinta dai Greci grazie all'abilità strategica e tattica di Temistocle, che trascinò gli avversari in un angusto tratto di mare dove il vantaggio della schiacciante superiorità numerica della flotta persiana non ebbe modo di dispiegarsi. Un contingente persiano si fermò in Tessaglia, dove assieme ai Tebani nell'agosto del 479 a.C. ripartì l'offensiva persiana. Nella battaglia di Platea l'esercito persiano venne messo in fuga da quello guidato dallo spartano Pausania.
Giudizio su Serse e il suo regno Durante i suoi venti anni di regno Serse seguì una politica ben diversa da quella paterna, imponendo pesanti tributi e trattando l'Egitto come una turbolenta ed insicura provincia. Durante il suo regno vennero completati i più importanti edifici dei giardini pensili di Persepoli, la capitale spirituale e rituale, compresa anche le sale delle udienze, con gli imponenti rilievi in calcare che illustravano la struttura e la vastità dell’impero. L’immagine di Serse debole e donnaiolo deriva da certi passi chiaramente romanzati di Erodoto. Considerato dal punto di vista dell’impero, il suo regno si propone come un periodo di consolidamento, non come l’inizio della decadenza o come un tempo che già portasse in sé i primi segni di disgregazione. Tutti gli scrittori greci erano affascinati dalla ricchezza e dalla potenza dei monarchi persiani e perciò spesso indulgevano con molto piacere nel raccontare storie di intrighi di corte e di quella decadenza morale che deriva dal lasciarsi andare alla lussuria sfrenata. Il Gran Re era un guerriero scelto da altri guerrieri persiani all’interno della famiglia Achemenide: in teoria la successione era di padre in figlio. Vi era però un fattore di difficoltà: c’era sempre a disposizione un gran numero di figli, conseguenza dell’organizzazione dell’harem voluta da Serse. L’harem era una vastissima organizzazione su cui sovrintendevano gli eunuchi di corte e al suo interno ospitava mogli sia persiane sia straniere.
La guerra ha inizio La battaglia di Capo Artemisio viene combattuta nell'agosto del 480 A.C. nella stretta zona di mare delimitata dalla Tessaglia e dall'isola di Eubea. Lo scontro non è altro che il fronte marino della battaglia delle Termopili e rappresenta il primo scontro navale, conseguenza della seconda invasione persiana iniziata poco prima con l'attraversamento dell'Ellesponto (lo stretto dei Dardanelli) su due ponti di barche. tra la lega delle città-stato della Grecia l'impero achemenide di Persia Guidato dal re di Sparta Leonida governato dal re dei re Serse I
Nell’autunno del 481a.C. Serse, che avrebbe guidato di persona l’invasione, portò il suo imponente esercito a Sardi per passarvi l’inverno, dedicandosi ai preparativi. Il re si mise in viaggio nella primavera del 480 a.C., attraversò l’Ellesponto ai primi di giugno, avanzando verso ovest attraverso la Tracia e la Macedonia e poi a sud, penetrando così nella Grecia centrale. Erodoto dice che il Gran Re prima di traghettare in Europa, “offrì in sacrificio 1000 buoi ad Atena, la dea di Troia”. Secondo la tradizione, anche i greci avevano invaso l’Asia quasi 1000 anni prima. I greci intendevano fermare Serse nella valle del fiume Peneio a Tempe, il passo più importante tra la Macedonia e la Tessaglia ma la posizione fu abbandonata prima ancora del passaggio dell’Ellesponto. Si decise di occupare il passo delle Termopili con una forza di circa 7 mila opliti al comando di Leonida. Contemporaneamente una flotta di 271 triremi e di 9 pentecontere facevano rotta verso Capo Artemisio, all’estremità più settentrionale dell’isola di Eubea, formalmente al comando dell’ammiraglio spartano Euribiade, figlio di Euriclide.
Erodoto sostiene che gli uomini raccolti in tutto l’impero ammontassero a 5.283.220 di cui 1.700.000 fanti, 300.000 traci e greci “che erano passati dalla parte dei medi” insieme con la cavalleria, oltre ai cammelli e ai carri da guerra, in numero di 80.000. Ogni trireme aveva a bordo 200 effettivi, di cui 170 rematori; ogni nave era fornita dagli stati sottomessi dai persiani, tra cui i fenici, gli egiziani, i cari, i ciprioti e i greci. I persiani che non erano navigatori, fornivano solo l’ammiraglio o fanti imbarcati. questi, senza dubbio, erano stipati a bordo per assicurare la fedeltà di tutto l’equipaggio della nave e per questa ragione senz’altro venivano portati in battaglia.
Antecedenti Nel 485 a.C. al persiano Dario I succedette Serse I. Il figlio decise di vendicare la sconfitta paterna subita contro i Greci a Maratona e organizzò subito una nuova spedizione. Serse affidò al generale Mardonio la costruzione di un ponte di barche sull'Ellesponto per traghettare l'esercito e l'apertura di un canale a nord del monte Athos per la flotta (Canale di Serse); curò inoltre l'organizzazione del vettovagliamento dell'esercito. Si trattava sicuramente di una spedizione più vasta ed organizzata della precedente organizzata dal padre. La flotta giunse ben presto presso il golfo Termaico, dove Serse I poté prendere atto delle alleanze su cui poteva fare affidamento in Grecia. Di fronte al pericolo i rappresentanti delle poleis greche si riunirono presso l'istmo di Corinto (481 a.C.) e decisero di costituire un'alleanza difensiva, conosciuta come lega panellenica.
I greci temevano che i persiani potessero aggirare la loro posizione alle Termopili. La loro postazione di base al largo del capo d‘Artemisio era a circa 40 miglia dalle Termopili e per raggiungerla bisognava remare per 8 ore. Questo significava che c’era un divario di tempo di 48 ore tra la flotta e Leonida, in altre parole non esistevano comunicazione dirette tra i due comandi greci. La zona non offriva le possibilità logistiche necessarie per supportare sia la flotta che l’esercito. I Greci avrebbero potuto posizionare la flotta in più di una località adatta allo scopo, più vicina alle Termopili, ma sembra che la vicinanza non fosse l’unica necessità e non lo era neanche il potenziale luogo dello scontro. I Greci scelsero l’Artemisio perché mettendosi alla fonda al largo dell’estremità settentrionale dell’Eubea, la flotta greca impediva ai persiani di circumnavigare l’isola da nord e quindi di navigare lungo il litorale occidentale nel braccio di mare interno tra l’isola e la terraferma. Inoltre il litorale occidentale è molto esposto al vento, tanto che le 400 triremi persiane affondarono a causa di una violenta tempesta da nord-est.
Un’altra possibilità è che i Greci temevano che se non avessero mantenuto il controllo del mare al largo dell’Eubea, l’isola sarebbe potuta cadere nelle mani dei Persiani, che avrebbero poi potuto sbarcare truppe sul capo settentrionale dell’isola, marciare verso sud per poi raggiungere l’Attica attraversando lo stretto braccio di mare.
Il primo giorno La flotta persiana, ridotta di numero a causa delle tempeste, era ormeggiata a riva di fronte all’ Artemisio. Quando si resero conto che i greci erano vicini, i persiani inviarono una flotta di 200 tiremi a sud, allo scopo di circumnavigare l’isola e così tagliare al nemico la via di fuga attraverso il canale interno. I greci volendo provare i metodi di combattimento dei persiani si mossero tardi quel primo giorno, affinchè l’azione non durasse troppo a lungo. I persiani reagirono armando velocemente le loro navi, sicuri di ottenere una vittoria facile e circondarono così la flotta, remando attraverso e fuori. persiani I greci risposero cambiando la formazione in cui avrebbero potuto facilmente essere aggirati in acque aperte, formarono un circolo stretto riuscendo a catturare 30 navi. Così costrinsero il nemico a combattere con i rostri, prua contro prua. Questa tattica navale si chiama diekplous. In questa rischiosa manovra alcune triremi penetravano in un varco dello schieramento nemico, per poi girarsi e speronare la poppa o il fianco delle navi avversarie.
Il secondo giorno La notte seguente, una tempesta estiva, accompagnata dalla pioggia, scaraventò le 200 navi persiane contro gli scogli della costa orientale. Il mattino seguente la flotta greca fu informata della distruzione del contingente persiano e subito arrivarono 53 triremi di rinforzo. Ancora una volta i greci si mossero tardi attaccando alcune navi cilicie e, avendole affondate, tornarono in dietro all’Artemisio.
Il terzo giorno Il terzo giorno i frustrati ammiragli persiani, temendo l’ira di Serse passarono al contrattacco formando un semicerchio: dapprima i greci non si mossero ma quando il nemico si avvicinò alla spiaggia dell’Artemisio, attaccarono e presero l’iniziativa dello scontro. Quel giorno si distinsero i fanti di marina egiziani Erodoto li descrive così: ”portavano sul capo elmi e maglie di ferro ed erano armati di scudi concavi dagli ampi orli, lance adatte a combattimenti sul mare e pesanti asce. A fine giornata erano riusciti ad abbordare e catturare 5 triremi greche complete di equipaggio. Quella sera stessa i greci furono informati della sorte di Leonida alle Termopili e presero la decisione di ritirarsi verso sud, abbandonando l’Eubea.
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=n1tW0hYNCVE