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Battaglia di Lepanto 7 ottobre 1571. Premessa.
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Premessa La battaglia di Lepanto, combattuta il 7 ottobre 1571 al largo delle coste greche, fu una delle maggiori battaglie navali del Rinascimento, nella quale circa duecento galee cristiane affrontarono circa duecentocinquanta unità turche e le sconfissero. Questa vittoria permise alle potenze occidentali di porre un deciso freno all'espansione ottomana.Dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453, infatti, i turchi avevano sviluppato una sorta di manovra a tenaglia, i cui due bracci erano rappresentati dai Balcani e dal Mediterraneo. Sul primo di questi fronti i soldati di Istanbul avevano riportato un'importante vittoria in Ungheria, spingendosi verso i territori austriaci. Carlo V era riuscito a salvare l’Austria ma i turchi rimanevano una grande minaccia per il suo impero. Sul mare i turchi, a partire dagli ultimi anni del Quattrocento, avevano sconfitto i cristiani in numerose battaglie navali. Questa sequenza di sconfitte cristiane quasi ininterrotte spiega perché tra gli occidentali serpeggiasse un profondo senso di pessimismo: i turchi sembravano imbattibili.La pressione turca sul Mediterraneo era sempre forte, e nel 1570 il sultano Selim II, dopo una pace di circa trent'anni, decise di attaccare l'isola di Cipro, una delle ultime grandi colonie veneziane.
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Conclusione Lepanto fu una delle più grandi battaglie di tutti i tempi e certamente la più importante combattuta con le galee. I turchi persero circa 200 navi ed ebbero almeno 30.000 morti in combattimento e 8.000 prigionieri. I cristiani persero in tutto circa 15.000 uomini, ma riuscirono a liberare almeno 10.000 schiavi che remavano sulle galee ottomane. Nonostante la vittoria i cristiani non attaccarono né le coste della Turchia né Costantinopoli. Il sultano commentò che gli era stata solo "bruciacchiata la barba" e l'anno successivo ricostruì una flotta di galee.Sembrava che si fosse persa una grande occasione, e molti storici, seguendo Voltaire, hanno concluso che Lepanto fu "molto rumore per nulla". Soltanto a partire dagli anni Cinquanta, seguendo le riflessioni dello storico francese Braudel, si è cominciato a rivalutare l'importanza di questa battaglia, soprattutto per le grandi conseguenze psicologiche. Lepanto non bloccò certo l'espansionismo turco, e i pirati della Mezzaluna continuarono per decenni a infierire sulle coste mediterranee. L'Impero ottomano era essenzialmente una potenza terrestre: una sola vittoria navale non poteva piegarlo. La Spagna inoltre, impegnata in Olanda e in Atlantico, non avrebbe mai potuto lanciarsi alla riconquista del Mediterraneo. Anche il suo intervento massiccio e decisivo nella campagna di Lepanto fu in realtà reso possibile da un attenuarsi dei suoi impegni sugli altri fronti. Ma dopo il 7 ottobre 1571 la marea montante turca, che sembrava inarrestabile dopo le battaglie precedenti, subì una battuta d'arresto. La pirateria proseguì per decenni, ma la possibilità di una invasione dal mare svanì per sempre. La cristianità riacquistò una decisiva fiducia in se stessa e proseguì la lotta contro i nemici orientali con la definitiva certezza di poterli battere, come effettivamente avvenne.