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Istituzioni di Filosofia (X) “La «persona» e il riferimento identificante” di Paul Ricoeur. Giacomo Romano a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II Introduzione alla Filosofia Teoretica. Paul Ricoeur. 1913-2005
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Istituzioni di Filosofia (X) “La «persona» e il riferimento identificante” di Paul Ricoeur Giacomo Romano a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II Introduzione alla Filosofia Teoretica
Paul Ricoeur • 1913-2005 • Una produzione filosofica ampia ed eterogenea: una dozzina di volumi e più di 500 saggi • Il suo programma: delineare una Antropologia Filosofica* attraverso un’ermeneutica eclettica che possa spiegare le diversità dell’esperienza umana, sulla base di una ontologiadicotomica fondamentale tra persone e cose che tuttavia non comporta alcun dualismo cartesiano nella questione dell’identità della persona
Ricoeur prima dell’Ermeneutica La dualità della natura dell’esistenza umana (“Il Volontario e l’Involontario”, 1950) è un tema costante della sua ricerca Non si tratta di una frattura, ma di una diade i cui termini sono complementari, anche se sono termini conflittuali (“Finitudine e Colpa” 1960) che compongono una dialettica
Esperienza umana e storia • La storia testimonia la dualità dell’esperienza umana • La contestualità dei processi storici rivela la dicotomia della loro dipendenza, dalla dimensione naturale e dalla dimensione culturale: sono liberi dal determinismo naturalistico, ma vincolati a schemi culturali
Vissuto e memoria del vissuto • La dualità dei valori (bene e male) che pervadono l’esperienza umana non può essere rivelata da una semplice analisi del flusso della coscienza (cogito) • La comprensione di questa dualità può avvenire solamente attraverso l’interpretazione della memoria depositata nelle vestigia della tradizione (soprattutto letteraria); da qui l’ispirazione ermeneutica
Il medium assoluto e necessario • La consapevolezza dell’analisi ermeneutica rafforza la convinzione che la comprensione dei fenomeni e la auto-comprensione non può avvenire senza forme di mediazione (culturale) • La forma più importante di mediazione è la comunicazione attraverso il linguaggio, costituito da un elemento oggettivo (la struttura) ed uno soggettivo (coscienza)
Linguaggio e azione • Il linguaggio è mediazione comunicativa per eccellenza, ma non se ne può dare una caratterizzazione che lo distingua dalla simultanea opera di mediazione con cui l’uomo ha a che fare con il mondo: l’azione; del resto, anche il linguaggio è azione • Il linguaggio dunque deve essere considerato un sottoinsieme dell’azione
Azione e narrazione • Ma se il linguaggio è incluso nell’azione, l’azione stessa non può essere considerata senza il linguaggio, l’unico strumento che consente di descriverla • Questo spiega come mai la caratterizzazione della vita umana assume nella sua versione più piena una forma narrativa, come del resto è abitualmente descritta
I temi della filosofia di Ricoeur • La forma narrativa modula l’antropologia filosofica di Ricoeur in vari temi: • Discorso e azione • Soggetti e agenti • Tempo • Narrazione • Memoria e storia • Etica e Politica
Il soggetto agente Soggetti e Agenti Il soggetto (Sé) per Ricoeur è una realtà che né può essere concepito a prescindere dalla corporeità né dalla sua contingenza storico/culturale. Quella proposta da Ricoeur è una forma di idem-ipse-identità personale e narrativa TESTIMONIATA Al Sé soggiacciono due tipi diversi di causalità
Soggetto e tempo Tempo • L’azione contemplata da Ricoeur è storica • Il tempo in cui si svolge è storico, una dimensione personale e soggettiva unita alla dimensione cosmica e oggettiva • La caratterizzazione storica dell’azione determina l’identità narrativa
Il sé narrativo Narrazione • La narrazione è narrazione della storia, sintesi di tempo cosmico e personale • La prospettiva narrativa che racconta la storia si sviluppa esclusivamente in quanto è una narrazione di fatti umani, intersoggettivi, e del loro complesso intreccio • La narrazione è in un rapporto osmotico con l’identità
Storia e memoria • La storia come sintesi della dimensione soggettiva ed oggettiva lascia le sue tracce nella memoria, ma questa è una forma inaffidabile di testimonianza • La Storia non è né semplice insieme oggettivo di fatti, né flusso universale e onnicomprensivo, ma può essere fonte di conoscenza oggettiva (in 3 fasi: ricerca, esegesi, ri-scrittura)
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (103) • “Identificare qualcosa significa poter far conoscere ad altri, all’interno di una gamma di cose particolari dello stesso tipo, quella di cui abbiamo intenzione di parlare.” • Con questo criterio si può identificare una persona distinguendola dai corpi fisici • Con il linguaggio abitualmente individualizziamo le persone, secondo modalità inverse rispetto alla classificazione
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (104/105) • Per quanto l’individualizzazione avvenga in base a concetti, usa direttamente degli operatori lessicali: • Descrizioni definite; • Nomi propri; • Indicatori • Solo gli indicatori sembrano conservare una funzione referenziale direttamente associata alla persona*
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (106/107) • Nell’ambito della semplice identificazione la persona compare alla stregua di un particolare di base* • In quanto tale, la persona risulta come una entità (analoga ad altre) non contraddistinta dalle sue capacità autoreferenziali (autodesignazione) • La sua identità si presenta in termini di medesimezza (oggettivamente spazio-temporale) e non di ipseità (psicologica)**
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (108) • L’identità della persona (secondo Strawson) è vincolata direttamente alla unicità della sintesi rappresentata dall’entità di cui si possono predicare proprietà sia fisiche che mentali • L’identità della persona dunque non può dipendere esclusivamente dal mentale o dal fisico
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (109) • E’ possibile riferirsi ad una persona non solo come l’incarnazione di una dimensione soggettiva (perché nel suo corpo riconosciamo anche la sua dimensione oggettiva) • Ad una persona si riconosce il (legittimo) possesso del proprio corpo • Si dimentica però la prospettiva del sé, in questo modo, che non può prescindere dalla questione della autodesignazione*
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (110/13) • Il concetto di “persona” è primitivo: • Perché è irriducibile soggetto logico di predicati che noi le attribuiamo • Perché è possibile caratterizzarlo con predicati sia fisici che mentali • Perché i predicati mentali con cui si caratterizza possiedono il medesimo senso a prescindere dal destinatario (I° o III°) della loro attribuzione
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (114a) • L’attribuzione di predicati (mentali) ad un soggetto (Io) non è una priorità esclusiva della e alla prima persona: “Non posso significativamente parlare dei miei pensieri, se non posso, nello stesso tempo, attribuirli potenzialmente ad un altro da me” • L’attribuzione di predicati mentali infatti deve seguire dei criteri oggettivi
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (114b) • Vale la pena interrogarsi sulla natura comune delle ascrizioni di predicati mentali a soggetti alla prima e alla (seconda e) terza persona • Se tuttavia lo stato logico della attribuzione di un medesimo predicato psicologico a persone differenti è lo stesso, diversi sono i criteri di questa attribuzione
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (114c) • “attribuito a se stesso, uno stato di coscienza è sentito, attribuito all’altro, è osservato” • Se uno stato di coscienza è sentito deve essere ascrivibile a se stessi; ma per poterne stabilire l’attribuzione occorre determinare la possibilità che il soggetto della (auto)attribuzione sia capace di auodesignarsi
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (114d) • il fatto stesso che sia possibile ascrivere ad altri predicati mentali determina gli altri come in grado di autodesignarsi • Il problema consiste nella definizione della capacità di autodesignazione degli altri sulla base della sola evidenza osservativa
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (115a) • “… bisogna simultaneamente acquisire l’idea di riflessività e quella di alterità, allo scopo di passare da una correlazione debole e troppo facilmente assunta tra qualcuno e qualcun altro, alla correlazione forte tra a sé, nel senso di mio, e all’altro, nel senso di tuo.”
La «persona» e il riferimento identificante Approccio semantico (115b) • “Il compito sarà … quello di preservare il vincolo iniziale di pensare lo psichico come assegnabile a ciascuno, dunque di rispettare anche la forza logica del ciascuno, anche quando si farà appello all’opposizione tra «io» e «tu» per accordare tutta la sua forza all’opposizione tra sé e altro da sé.”
Conclusione • Ricoeur affronta la questione della identità della persona mediante la riflessione sull’opposizione tra dimensione soggettiva e oggettiva usando un lessico ermeneutico-fenomenologico ### Riferimenti Bibliografici Brezzi, F. 2006: Introduzione a Ricoeur, Laterza, Roma-Bari