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IL CORPO E LA CURA. Marianna Gensabella Furnari Università di Messina 15-12-04. Corpo e persona. La persona è il suo corpo: un’identità ambigua La persona ha il suo corpo: un avere paradossale. Corpo e identità.
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ILCORPO E LA CURA Marianna Gensabella Furnari Università di Messina 15-12-04
Corpo e persona • La persona è il suo corpo: un’identità ambigua • La persona ha il suo corpo: un avere paradossale
Corpo e identità • Dal corpo in frammenti all’immagine allo specchio:un percorso alla ricerca di sé • Il corpo come “carta di identità”: di fronte a me stesso, di fronte agli altri • Quale corpo vedo allo specchio? Quale corpo gli altri vedono? • Attraversare lo specchio: dal corpo che vedo al corpo che sono
Il corpo che sento • Dal corpo oggetto al corpo soggetto • Sentire il corpo /sentirsi corpo • Il pudore: non puoi vedermi solo come corpo • Il bisogno: sento il mio corpo come mancanza di • Il dolore: sono e non sono, ho e non ho il mio corpo
La persona è il suo corpo e qualcosa di altro • La persona come coscienza di essere un corpo?: l’avanti a sé che fa la differenza • E’ possibile distinguere la persona dal suo corpo? • I rischi del dualismo • E’ possibile identificare la persona col suo corpo? • I rischi del riduzionismo
Il corpo come prigione: PLATONE <<… il corpo ci procura innumerevoli preoccupazioni per la necessità del nutrimento; e poi le malattie quando ci piombano addosso, ci impediscono la ricerca dell’essere … risulta veramente chiaro che, se mai vogliamo vedere qualcosa nella sua purezza, dobbiamo staccarci dal corpo e guardare con la sola anima le cose in se medesime >> (Fedone)
Il corpo come res extensa: CARTESIO “… sebbene, forse, io abbia un corpo, al quale sono assai strettamente congiunto, tuttavia poiché ho da un lato una chiara e distinta idea di me stesso, in quanto sono solamente una cosa pensante ed inestesa, e da un altro lato ho un’idea distinta dal corpo, in quanto esso è solamente una cosa estesa e non pensante, è certo che quest’io, cioè la mia anima, per la quale sono ciò che sono, è interamente e veramente distinta dal mio corpo, e può essere o esistere senza di lui.” (Meditazioni)
Il corpo è il mio stesso io: FEUERBACH La vecchia filosofia aveva come proprio punto di partenza la massima seguente: io sono un essere astratto, un essere esclusivamente pensante, e il corpo non appartiene al mio essere. La nuova, invece, incomincia con quest’altra massima: io sono un essere reale, sensibile, e il corpo appartiene al mio essere, proprio nel senso che il corpo nella sua totalità è il mio stesso io, il mio stesso essere. (Principi della filosofia dell’avvenire)
Corpo oggetto e corpo vissuto: HUSSERL Io trovo che il mio corpo proprio sul piano della superficie – nella pura esperienza – ha un modo di essere esperito a doppio strato che nessun altro oggetto spaziale possiede ... La sua superficie è continuamente <<senziente>>, e io sono fungente in esso non solo nelle mie attività percipienti, ma anche in quelle originariamente pratiche. (Fenomenologiadell’intersoggettività)
Il Corpo vissuto: MERLEAU-PONTY Il corpo non è un oggetto. Per lo stesso motivo, la coscienza che io ne ho non è un pensiero, vale a dire che non posso scomporlo e ricomporlo per formarne una idea chiara. La sua unità è sempre implicita e confusa. Esso è sempre altro da ciò che è, sempre sessualità nello stesso tempo che libertà. (Fenomenologia della percezione)
Il Corpo per sé e il corpo per altri: SARTRE Io esisto il mio corpo: questa è la sua prima dimensione d’essere. Il mio corpo è utilizzato e conosciuto da altri: questa è la seconda dimensione. Ma in quanto io sono per gli altri, altri mi si manifesta come il soggetto per il quale io sono oggetto … Esisto per me come conosciuto da altri a titolo di corpo. Questa è la terza dimensione ontologica del mio corpo. (L’Essere e il nulla)
La corporeità soggettiva: MARCEL Di questo corpo io non posso dire né che sono io, né che non lo sono, né che esso è per me (oggetto). L’opposizione soggetto-oggetto viene ad essere trascesa…Non è possibile dissociare: Esistenza; La coscienza di sé come esistente; La coscienza di sé come unita a un corpo incarnato ( Giornale metafisico )
Il corpo: un avere paradossale • La più privata delle mie proprietà: il corpo come confine tra me e gli altri • Una proprietà che mi possiede: il corpo come tramite dei miei rapporti con le cose e con gli altri • Una proprietà che costantemente mi sfugge: il corpo come senso di perdita
Il corpo tra essere e avere • Io sono il mio corpo e qualcosa di altro • Io ho il mio corpo, ma non lo possiedo mai • Io sono (identità) il corpo che ho, a cui mi rapporto (differenza) come ad un avere • Io ho ( possesso) il corpo che sono, che avverto come una continua mancanza d’essere • Il corpo come passaggio dall’essere al non-essere, dall’avere al non- avere
Il Mito di Cura “Cura”, mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango. Ne raccolse un pò e cominciò a forgiarlo. Mentre è intenta a pensare a quel che ha fatto, interviene Giove. La <<Cura>> lo prega di infondere parola e spirito a quel che ella aveva forgiato. Giove acconsente, ma pretende di imporre al manufatto il nome. La <<Cura>> si oppone. A sedare la disputa interviene, quale arbitro, Saturno, che così giudica:<< Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo riceverai il corpo. Ma poiché la “Cura” ha forgiato per prima questo essere,fin che esso vive lo possieda la “cura”. (Higynus, Liber Fabularum)
Il corpo e il mito di Cura • Il mito e l’ambiguità del nostro essere corpo e non solo corpo (l’humus da cui siamo forgiati e il soffio di Zeus) • Corporeità e d essere nel tempo (il dio Saturno come il giudice supremo): l’uomo come il vivente/mortale • Corporeità e mancanza (la Cura possiede l’uomo): la sollecitudine di fronte al bisogno proprio e a quello degli altri, l’angoscia di fronte al niente che si cela dietro il bisogno.
Aver cura e prendersi cura: HEIDEGGER Solo perché l’essere-nel-mondo è essenzialmente Cura, fu possibile, … caratterizzare come prendersicura l’esser-presso l’utilizzabile e come avercura l’incontro col con-Esserci degli altri nel mondo. L’essere-presso… è prendersi cura perché, in quanto modo dell’in-essere, è determinato dalla struttura fondamentale di questo, cioè dalla Cura. (Essere e Tempo)
La bioetica e il rispetto della persona • La bioetica come “lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito delle sceinze della vita e della salute, alla luce dei principi e dei valori morali” (W. T. Reich) • Non tutto ciò che la tecnica ci consente di fare si può fare dal punto di vista etico • La differenza tra una scienza e una tecnica per l’uomo e una scienza ed una tecnica sull’uomo: il rispetto della persona
Rispetto della persona e rispetto del corpo • “agisci in modo da considerare l’umanità nella tua persona e d in quella degli altri sempre anche come fine e mai solo come mezzo” (Kant) • Dove inizia, dove finisce il rispetto della persona? • E’ possibile separare il rispetto della persona dal rispetto del suo corpo? • La persona può disporre del suo corpo?
La persona e i suoi nuovi interrogativi • Che cosa significa essere persona? • Chi è persona? • Persona ed essere umano: identità e differenza • La scienza, la tecnica e i confini della vita umana • L’embrione è persona? • Il malato in stato vegetativo è persona?
Corpo e persona:croce-via della bioetica • La persona come essere razionale, autocosciente, dotato di senso morale, che ha un corpo e ne dispone liberamente (la bioetica laica di H.T. Engelhardt) • La persona come unità inscindibile col suo corpo (la bioetica personalista di E. Sgreccia)
L’inizio della vita umana • La tecnica e l’inizio della vita umana: verso un nuovo modo di generare • Chi/che cosa è l’embrione che è nelle nostre mani? • Una potenzialità di vita che appartiene a chi lo ha prodotto? • Il primo inizio di un corpo persona? • Dall’inseparabilità tra corpo e persona all’impossibilità di stabilire un inizio della persona diverso dall’inizio del corpo
I diritti del concepito e la legge sulla procreazione assistita • La legge 40 e i suoi no: alla fecondazione eterologa e all’uso dell’embrione (sovrapproduzione,crioconservazione, sperimentazione, selezione eugenetica) • La legge 40 e il suo sì al rispetto della vita umana dell’embrione • I diritti dell’embrione e i diritti dei potenziali genitori: un difficile bilanciamento
La cura della persona e la cura del corpo • La bioetica e l’umanizzazione della medicina • Dalla cure della malattia alla care del malato • Dall’aver cura del corpo oggetto al prendersi cura del corpo soggetto • Le difficili conseguenze di un passaggio semplice: il rapporto medico-paziente tra paternalismo, contrattualismo e alleanza
Alla fine della vita umana: i trapianti di organi • Quando e come la persona può disporre del suo corpo? • E’ possibile vendere i propri organi? • E’ possibile donarli? • La morte cerebrale come morte del corpo persona
Diritto all’autonomia e diritto alla vita: la domanda di eutanasia • Il diritto di morire come ultimo diritto della persona? • La persona può disporre della sua morte? • Senso e limiti del testamento biologico • Il no all’eutanasia e il sì al prendersi cura del corpo/persona del malato terminale