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1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA

SEMINARIO D’ATENEO PER LA PREPARAZIONE DELLA TESI DI LAUREA – Prof. Carlo Fantappiè Mercoledì 26 ottobre 2011 (mattino). 1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA. Etimologia: THESIS (termine greco) = “POSIZIONE”  ARISTOTELE lo usa nel senso di “PROPOSIZIONE”, “ENUNCIATO ”

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1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA

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  1. SEMINARIO D’ATENEO PER LA PREPARAZIONE DELLA TESI DI LAUREA – Prof. Carlo FantappièMercoledì 26 ottobre 2011 (mattino)

  2. 1. ORIGINE STORICA DELLA TESI DI LAUREA • Etimologia: THESIS (termine greco) = “POSIZIONE”  • ARISTOTELE lo usa nel senso di “PROPOSIZIONE”, “ENUNCIATO” • OGGETTO DI DIMOSTRAZIONE E NON ASSIOMA • La struttura logico-discorsiva della tesi trae le sue origini dalla prassi delle UNIVERSITA’ MEDIEVALI, con particolare riferimento alla TEOLOGIA.  

  3. Il termine “thesis” passa a significare un enunciato o proposizione che ci si accinge a dimostrare. • Il corso degli studi terminava con la DIFESA di una o più TESI davanti al corpo docente. • Successivamente (sec. XIX) la “tesi” è diventata lo SVILUPPO LOGICO-ARGOMENTATIVO dell’enunciato, la giustificazione ordinata e minuziosa di un’asserzione o di una pluralità di asserzioni.

  4. 2. COSA COMPORTA UNA TESI • Un lavoro strettamente individuale • Un elaborato scritto originale • Su un argomento specifico • L’applicazione di un metodo

  5. 3. COSA È / COSA NON È … LA TESI La tesi quindi non è: • Un centone o una raccolta di fotocopie • Una scopiazzatura di testi altrui • Una ricerca enciclopedica • Una narrazione letteraria

  6. Invece richiede il rispetto di: • Una struttura formale comune 1) parte introduttiva 2) corpo della tesi 3) parte finale 4) eventuali appendici. • Un metodo uniforme e coerente adatto all’oggetto di studio (di questo parleremo più tardi) • Un genere letterario di tipo tecnico

  7. 4. IL GENERE LETTERARIO DELLA TESI DIFFERENTI TIPI DI SCRITTURA • PROGETTUALE : note scritte in funzione di un lavoro successivo (appunti, note, scaletta) • REFERENZIALE : di carattere espositivo (relazione, rendiconto) • INFORMATIVA: trasmette notizie e dati (curriculum vitae, lettera)

  8. PROFESSIONALE: fa necessariamente uso di moduli e di linguaggio professionale (perizia, verbale) • TECNICA: impiega linguaggi settoriali e specialistici, comuni ad una determinata disciplina ed è adottata da un determinato gruppo di studiosi • ARGOMENTATIVA: sottende un dis-scorrere, ossia un passare da un ragionamento all'altro, seguendo una metodologia scientifica appropriata che si esprime con un linguaggio tecnico

  9. La tesi di laurea deve impiegare un linguaggio non solo REFERENZIALE-ESPOSITIVO ma anche TECNICO-ARGOMENTATIVO. Ciò presuppone una serie di scelte: • Formulare previsioni sulle conoscenze comuni intorno all’argomento di tesi; • Scegliere un lessico specifico; • Scegliere un punto di vista oggettivo; • Scegliere un tono neutro.

  10. 5. TIPOLOGIA DI TESI

  11. In compenso i due tipi di dissertazione scritta devono avere in comune l'esperienza delle varie fasi di costruzione della tesi: • Raccolta delle fonti • Uso del linguaggio tecnico • Stesura chiara e corretta

  12. 6. IL SIGNIFICATO DELLA TESI • Conclude il ciclo degli studi universitari • Consiste in un elaborato scritto frutto di lavoro personale • È accompagnata da un esame-discussione pubblica • È una attestazione del sapere e delle capacità acquisite in vista dell’entrata nelle professioni

  13. 7. IL PERCHE’ DELLA TESI Il lavoro di tesi è un esercizio indispensabile perché: • Completa la formazione universitaria • Segna l’inizio di una attività creativa sul piano intellettuale • È un apprendistato dei metodi di ricerca, di argomentazione e di metodologia scientifica • Introduce talvolta al mondo della professione

  14. 8. REQUISITI SOGGETTIVI DELLA TESI • Essere fortemente motivati (DEVO RIUSCIRE!) • Avere il coraggio di sfidare sé stessi (DEVO TENTARE!) • Dedicarsi interamente alla tesi (anima e corpo) seguente queste disposizioni: • negative: rinunciare ad ogni distrazione, ad ogni dissipazione del nostro tempo e delle nostre energie; • positive: concentrare l’attenzione sull’oggetto della tesi; • Conclusione: non rinunciare a vivere, ma vivere ordinatamente ossia seguire un metodo di vita e di lavoro (DISCIPLINA!)

  15. Parte IV METODI DI RICERCA 1.COSA È UN METODO Etimologia: meta-odos = 2 significati complementari a seconda della traduzione di “meta” che significa sia “dopo”, sia “durante” abbinato a “odos” (= cammino) SUCCESSIONE = “ciò che viene dopo il cammino”, ossia il termine, lo scopo ricercato SIMULTANEITA’ = “Camminare con”, ossia il cammino con cui si giunge alla destinazione richiesta Il METODO è “un modo di procedere coerente che viene applicato per raggiungere un fine determinato”

  16. 2. CARATTERISTICHE DEL METODO • Non esiste un METODO UNICO ma DIVERSI METODI (su questo punto torniamo tra breve) • Una volta assunto un METODO, deve essere seguito in modo COERENTE e RIGOROSO • È lo SCOPO ossia la destinazione che determina il METODO e non viceversa (è un cammino che va fatto in vista della mèta) • Tra lo SCOPO e il METODO c’è una RELAZIONE CIRCOLARE nel senso che lo scopo all’inizio è solo progettato, dopo diventa reale e solo con la sua esecuzione porta alla destinazione desiderataIl METODO è lo STRUMENTO ossia quell’insieme di REGOLE e OPERAZIONI compiute in SUCCESSIONE con cui o mediante cui si realizza lo SCOPO Conclusione: SCOPI DIVERSI ESIGONO METODI DIVERSI Dunque: la NATURA, l’OGGETTO e in ultima analisi lo SCOPO della TESI determina il METODO da seguire.

  17. 3. LE COMPONENTI DI UN METODO Ogni METODO si compone di diverse • FASI o operazioni tra loro ordinate e coordinate • TECNICHE per conoscere, ossia “le specifiche procedure usate in una data scienza, o per un particolare genere di indagine entro quella scienza” (Kaplan). • REGOLE da seguire secondo un certo ordine o successione Le TECNICHE conoscitive sono di due tipi: tecniche di RACCOLTA DATI e tecniche di ANALISI- Il DATO (qualsiasi dato anche nella fisica) non è mai separabile dalla sua INTERPRETAZIONE

  18. 4. TIPOLOGIA DI METODI (alcuni esempi) 4.1. TESI di FILOLOGIA → metodo filologico: fare l’edizione critica di un testo medievale esige • il censimento dei manoscritti • la ricostruzione dello stemma dei codici • la comparazione delle varianti • l’applicazione delle regole filologiche, la scelta di una “lezione” che si presume autentica • la ricostruzione del testo originale • la costruzione dell’apparato critico (sempre seguendo certe regole)

  19. 4.2. TESI di STORIA → metodo storico: ricostruire un personaggio o una vicenda o discutere della verità o falsità di un evento del passato comporta • la ricerca delle fonti manoscritte e delle fonti a stampa negli archivi, nelle biblioteche o in Internet • la loro decifrazione mediante la paleografia e la diplomatica • la correlazione delle informazioni particolari al contesto storico (storicizzazione dei dati) • la loro interpretazione (la storia è il rapporto del PRESENTE col PASSATO) secondo schemi o categorie che riteniamo più consone (cronologico-causali-seriali-religiose-sociologiche-psicologiche, ecc.) • l’opera finale di sintesi • la dimostrazione di una tesi (es. la donazione di Costantino è un falso storico)

  20. 4.3. TESI di SOCIOLOGIA → metodo sociologico: • l’osservazione dei fatti sociali (statistiche, inchieste, interviste, dati seriali, ricerche sul campo, ecc.) • la loro classificazione e interpretazione • la costruzione di “tipi sociali” • la formulazione di ipotesi per la comprensione/spiegazione dei fatti osservati

  21. 4.4. TESI di DIRITTO → metodo giuridico Pluralità di metodologie, quella prevalente fino a qualche decennio era quella DOGMATICA Vari livelli della conoscenza giuridica: • ESEGESI ossia interpretazione dei testi di legge • isolamento degli ISTITUTI GIURIDICI • loro relazioni con i PRINCIPI e con gli altri ISTITUTI • costruzione del SISTEMA GIURIDICO Più semplicemente un’analisi giuridica risulta fondata sulla combinazione di una FONTE o insieme di fonti che hanno AUTORITA’ LEGISLATIVA e del RAGIONAMENTO di tipo sillogistico per verificare/dimostrare che un determinato caso o FATTISPECIE deve rientrare in una certa REGOLA legislativa e quindi essere risolto in un determinato modo e non in altro.

  22. TESI di FACOLTA’ SCIENTIFICHE (Scienze della Terra, Farmacia, ecc,) → metodo scientifico o sperimentale Il metodo scientifica si fonda sulla triade • PROBLEMA DA RISOLVERE • TEORIA o IPOTESI quale tentativo di soluzione • CRITICHE o attuazione di una serie di CONTROLLI per scoprire eventuali ERRORI da correggere mediante altre teorie o ipotesi anch’esse da controllare Questo metodo si fonda sul principio della FALLIBILITA’ e FALSIFICABILITA’ delle conoscenze (Popper)

  23. Il metodo scientifico si articola sul rapporto molto stretto tra INDUZIONE e DEDUZIONE: Partire da un PRINCIPIO o Sistemi di assiomi Dedurre tutte le CONSEGUENZE Metterle a confronto con gli ESPERIMENTI Verificare la GIUSTIFICAZIONE del Principio

  24. Mercoledì 26 ottobre 2011 (pomeriggio) PARTE V LA REDAZIONE O STESURA DELLA TESI 1 AVVERTIMENTI NECESSARI • Prima di iniziare a SCRIVERE, dopo aver raccolto il MATERIALE e fatto le LETTURE NECESSARIE, occorre formulare un PROGETTO o PIANO che deve permettere di redigere l’INDICE della Tesi. • Si tratta indubbiamente del lavoro più complesso, perché richiede RIFLESSIONE, SPIRITO DI SINTESI e CAPACITA’ LOGICHE.

  25. 2. COME RIFLETTERE SUL PIANO DELLA TESI • Ecco un percorso mentale tipico fatto delle seguenti operazioni preliminari: • Cogitare (co-agitare): mettere in rapporto le diverse informazioni e i diversi elementi, confrontarli tra loro; • Pensare (ponderare): valutare il peso e il valore dei vari elementi a noi presenti; • Discorre (dis-correre): passare da un punto o elemento all'altro del materiale preparatorio per trovare un filo conduttore; • Riflettere (ri-flettere): portare l'attenzione sull’ordine interno al nostro discorso per attribuire una strutturazione logico-discorsiva migliore. Fatte queste operazioni, occorre procedere per gradi alla elaborazione di una riflessione logica sul progetto della tesi

  26. 3. COME PROCEDERE ALLA DEFINIZIONE DELL’IMPIANTO SISTEMATICO DELLA TESI  1) Raccogliere le IDEE-GUIDA emerse  2) Porle in correlazione secondo RAPPORTI LOGICI • causa/effetto • principale/secondario • generale/particolare • precedente/posteriore, ecc. 3) Definire la MAPPA GERARCHICA DEI CONCETTI che informeranno il nostro elaborato. Lo scopo è quello di

  27. 4. INDIVIDUARE IL FOCUS DELLA TESI Occorre tracciare lo schema mentale operativo che informerà tutte le fasi successive del nostro lavoro: • dare la tesi da sostenere • dare le varie tesi da contrapporre • specificare il punto di vista da utilizzare • dare indicazioni di massima sull'ordine della trattazione degli elementi • specificare le parti informative e le parti originali • ordinare ossìa collocare queste parti in modo da distribuire tutto il materiale in una concatenazione logica.

  28. 5. DISEGNARE LO SCHEMA ORGANICO Operativamentesi tratta di disegnare su un foglio di carta o sul PC progetti, bozze, simulazioni di uno SCHEMA ESSENZIALE contenente varie IPOTESI DI LAVORO assumendo • un punto di partenza • sviluppando le conseguenze • delineando le conclusioni. Provare a fare per scritto questi abbozzi più volte e verificare la loro maggiore o minore funzionalità in rapporto al/alla • livello di coerenza logica • linearità espositiva • grado di completezza.

  29. 6. INDICE DELLA TESI Una volta chiarito nella nostra mente e con l’aiuto del relatore, il piano logico della tesi, sarà possibile predisporre la STRUTTURA FORMALE della tesi: • Frontespizio • Introduzione • Parte I (eventualmente) – Capitolo I: Titolo / Paragrafo 1, 2, 3, ecc. Capitolo II (come sopra) Capitolo III (come sopra)

  30. 7. REQUISITI PRELIMINARI ALLA STESURA • è necessario aver compreso che cosa si intende dire; • all’inizio di ogni capoverso, paragrafo o capitolo è necessario aver chiara la funzione che esso avrà nell’economia della tesi; • si eviti la frammentazione di un concetto in più parti della vostra tesi; • si eliminino le ripetizioni di pensiero, di concetti, di citazioni.

  31. 8. LA PRIMA OPERAZIONE DELLA STESURA: LA SCALETTA Sia che si tratti di un capitolo (multiplo di un paragrafo) o di un paragrafo (unità logica composta da più periodi tra loro separati da un accapo) è SEMPRE NECESSARIO predisporre una SCALETTA prima di procedere alla loro stesura. • Discutere alcuni MODELLI generali di scalette: dal generale al particolare, dal prima ai dopo; dall’argomento debole a quello forte, ecc. • Valutare le scalette come modelli di testo in rapporto al TIPO DI TESTO (espositivo, argomentativo, ecc.) oppure, più specificamente, e al tipo di tesi (letteraria, giuridica, scientifica, ecc.) • Elaborare e valutare diversi sviluppi o ORDINI LINEARI del capitolo o paragrafo tenendo conto di diversi parametri: efficacia persuasiva, adeguatezza al destinatario, chiarezza, cooperazione con il lettore ecc. Valutare i criteri per stabilire cosa va prima e cosa va dopo... • Stabilire il rapporto tra ORDINE ‘verticale' della scaletta (progressione logica, cronologica, argomentativa) e eventuali momenti ‘orizzontali ‘ (digressioni, esemplificazioni, ecc.).

  32. 9. LA COSTRUZIONE DEL PARAGRAFO Il paragrafo rappresenta l’unità letteraria intermedia tra i singoli enunciati ed i capitoli della tesi. Una delle difficoltà maggiori è rappresentata dal come ordinare i punti ed il piano di stesura. Proviamo a schematizzare i diversi ordini di esposizione e le possibili relazioni tra i punti trattati, e la conseguente varietà delle tipologie di paragrafo: Ordine verticale: 1, 2, 3, 4, ecc. Ordine orizzontale: 1 a, b, c…; 2 a, b, c, ecc.  I rapporti o tipi di relazione tra i vari punti dei due ordini possono essere: • GENERE / SPECIE (livello di inclusione)  • ANTECEDENTE / CONSEGUENTE (livello eziologico)  • CAUSA / EFFETTO (livello causale) • ARGOMENTO FORTE / ARGOMENTO DEBOLE (livello probatorio)  • ANALOGIA / DIFFERENZA (livello di similarità)

  33. La scelta dei criteri in base ai quali ordinare e sviluppare i diversi punti deriva dalla natura degli argomenti trattati.  Per comprendere meglio tale fase è opportuno ricorrer ad alcuni esempi: • Esempio 1: rassegna della bibliografia o letteratura in un settore → criterio cronologico • Esempio 2: ricostruzione storica di fatti o personaggi → criterio eziologico • Esempio 3: tesi in diritto penale → livello probatorio-argomentativo, tesi in diritto civile → livello argomentativo ed altri criteri.

  34. 10. COME SCRIVERE UN PARAGRAFO METODO • Frase iniziale di prolusione e di raccordo (tesi espositiva) • Impostazione della questione • Sviluppo o svolgimento coerente di essa • Frase conclusiva (tesi argomentativa)  REQUISITI • Progressione logica • Chiarezza ed evidenza • Completezza rispetto al singolo punto od asserzione che ci si propone di giustificare

  35. 11. DALLA SCALETTA AL TESTO: L’APPARATO TECNICO Completamento della scaletta: • aggiungere l'indicazione di dove debbano essere collocate le CITAZIONI (loro funzione: esempio, sostegno della tesi, presentazione del tema...); • prevedere per ì vari segmenti della scaletta - orientata sui contenuti - il TIPO DI PARAGRAFO opportuno (illustrazione di un processo, espansione di una definizione, sviluppo di un esempio, spiegazione...): • provvedere a immettere le NOTE (loro funzione di prova, riferimento bibliografico, sviluppo di un particolare, ecc.)

  36. 12. CONSIGLI PER LA SCRITTURA METODO • Si impara a scrivere assimilando la scrittura degli specialisti • Si impara a scrivere con più e più prove e tentativi • Correggere le diverse stesure dopo un congruo intervallo di tempo CARATTERISTICHE • Corretta → tecnicamente, secondo il lessico proprio di ogni disciplina • Chiara → confusione di parole = confusione di idee • Efficace → cattura l’interesse del lettore con formule chiare • Graduata → in base al risalto da dare alle idee ed ai punti centrali • Essenziale → togliere le ridondanze e le cose superflue

  37. 13. REVISIONE DEL TESTO È una fase non meno importante della stesura, perché spesso il buon esito di un lavoro dipende proprio dall’accurata revisione che se ne fa. La revisione della tesi riguarda: • I vari livelli formali dell’organizzazione del testo (struttura, divisione, articolazione interna) • I contenuti del testo, dall’ordine espositivo fino alla costruzione delle frasi e alla scelta dei capoversi (molto importante) La revisione quindi si propone di: • Verificare l’adeguamento della propria scrittura ai criteri formali e linguistici della tesi • Migliorare la configurazione complessiva della tesi cercando di dire meglio le cose che vogliamo affermare e dare loro il giusto risalto

  38. Per fare questo occorre lavorare sui paragrafi e capoversi per smontarli e rimontarli in un ordine più appropriato o semplicemente per migliorare l’appropriatezza linguistica e l’efficacia comunicativa. È bene predisporre una lista di elementi da controllare relativa ai vari livelli di percorso di scrittura. In ogni caso va detto cheper ottenere una buona tesi si rendono necessarie due o tre stesure successive di tutta o di buona parte di essa.

  39. 14. L’APPARATO TECNICO NOTE BIBLIOGRAFICHE • Ogni singola asserzione significativa che non sia di dominio comune deve essere GIUSTIFICATA in NOTA o con un rimando alla fonte da cui è stata attinta o con un confronto critico tra le divergenti opinioni da cui scaturisce. • La giustificazione deve fornire la possibilità di verificare quanto scritto (v. logica scientifica di Popper, che lega indissociabilmente SCIENTIFICITA’ E FALSICABILITA’). • Nel caso in cui non sia possibile giustificare pienamente una determinata asserzione si abbia l’onestà ed il rigore di presentarla come IPOTESI O OPINIONE PROBABILE, adducendo tuttavia anche in questo caso il motivo (perché la ritengo probabile?). • L’apparato probatorio o giustificatorio del testo, ossia le NOTE, si cominciano ad abbozzare CONTEMPORANEAMENTE al TESTO (aprire subito nota, indicando due/tre parole di riferimento, specialmente il riferimento alla pagina).

  40. CRITERI PER LE NOTE Ogni nota deve essere: • Numerata progressivamente in numeri arabici in apice all’interno di ciascun CAPITOLO • Deve essere PROPORZIONATA quindi non troppo lunga rispetto al testo • In caso consista in riferimenti bibliografici, la citazione di questi deve essere UNIFORME per tutta la tesi

  41. APPENDICI Oltre al testo e alle note, è possibile e talvolta necessario aggiungere in appendice ai capitoli, una APPENDICE per motivi diversi, quali: • Tabelle di dati • Diagrammi e Statistiche • Cartine e illustrazioni o figure • Organigrammi e prospetti • Riproduzione integrale o parziale di documenti citati nel testo, ecc. Ognuna di queste serie di dati o di attiva • ordinata e numerata progressivamente • intitolata brevemente e correttamente Nell’Indice della tesi vanno riportati in elenco con relativa pagina i titoli dell’Appendice.

  42. Giovedì 27 ottobre 2011 LAUREANDI AREA GEPS ESERCITAZIONI PER LA CITAZIONI NELLE NOTE Diamo alcune indicazioni per il RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO avvertendo però che esistono DIFFERENTI METODI UGUALMENTE VALIDI I due più importanti sono: • Sistema semplificato: Autore – Data • Sistema completo: Autore, Volume, Luogo di stampa (Editore), Data

  43. 14.1. SISTEMA SEMPLIFICATO (AUTORE - DATA ) è particolarmente adatto nel caso • di frequenti riferimenti bibliografici • quando questi riferimenti sono alle medesime opere. Esso comporta la stesura in fondo alla tesi di una BIBLIOGRAFIA organica rigorosamente organizzata per AUTORE e, nel caso di più opere dello stesso autore, per DATA di pubblicazione. In questo modo per identificare un’opera basterà rinviare semplicemente all’Autore, all’Anno o Data e poi alle pagine

  44. Esempi: A piè di pagina nelle note: Prodi 1982, p. 2. Prodi 1992, p. 24. Nella Bibliografia (in fondo alla tesi): Prodi, P., Il sovrano pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna, Bologna, Il Mulino, 1982 Prodi, P., Il sacramento del potere. Il giuramento politio nella storia costituzionale dell’Occidente, Bologna, Il Mulino, 1992 Nel caso di più volumi o articoli dello stesso autore nello stesso anno, occorre fare ricorso alle LETTERE ALFABETICHE: per es. Prodi 1990a, p. 23. Prodi 1990b, pp. 122-123.

  45. 14.2. SISTEMA COMPLETO È quello ordinariamente seguito ed è articolato in più modi: • citazione completa • seconda citazione • citazione a catena Prima citazione completa

  46. 1. Volumi o opuscoli Elementi 1) Nome (iniziale puntata) 2) Cognome dell’autore 3) Titolo e sottotilo dell’opera (in carattere corsivo cioè corsivo) [4) Eventuale curatore] [5) Eventuale indicazione della traduzione italiana: es. trad. it.,] [6) Eventuale collana di cui il volume fa parte] 7) Luogo e data di edizione [8) Eventuale numero di edizione dell’opera in esponente: es. 19942] [5) Numero di pagina o di pagine dell’opera a cui ci si intende riferire: p. / pp.] NB: L’editore si può mettere o tralasciare dopo l’indicazione del luogo di edizione: es. Bologna, Il Mulino, 1994. In ogni caso, l’importante è seguire un metodo coerente. P.A. d’Avack, Vaticano e Santa Sede, a cura di C. Cardia, Bologna 1994, pp. 150-163.

  47. 2. Più autori a. Quando sono due o tre, si dividono i cognomi con trattino – R. David – C. Jauffret-Spinosi, I grandi sistemi giuridici contemporanei, trad. it. sulla 10a ed, a cura di R. Sacco, Padova 19944, pp. 12-15. b. Quando sono più di tre oppure non è indicato l’autore o gli autori (volume miscellaneo) un tempo si premetteva la sigla AA.VV. Autori Vari, oggi è invalso l’uso di omettere tale sigla e di dare solo il titolo dell’opera seguito eventualmente dal curatore Errore e simulazione nel matrimonio canonico, a cura di U. Navarrete, Roma 1999..

  48. 1.3. Articoli e saggi contenuti in un’opera ad una o più mani Si indicano tutti gli elementi della citazione completa sia dell’articolo in questione sia del volume ove esso è contenuto secondo le modalità di cui sopra (1.1 e 1.2); tra i due titoli si interpone: in G.S. Pene Vidari, Osservazioni su Costituzione e riforme costituzionali nella storia italiana, in Studi in memoria di Italo Mancini, a cura di G. Pansini, Napoli 1999, pp. 467-483. G. Alpa, Storia, fonti, interpretazione, in Id., Trattato di diritto civile, I, Milano 2000.

  49. 1.4. Articoli contenuti in riviste, annuari, atti accademici Si indicano tutti gli elementi del n.1, seguiti da in , e dall’indicazione della rivista, annuario, ecc. Per le riviste occorre dare: 1) il titolo completo tra virgolette “ ” 2) l’eventuale numero della annata in numeri romani (v. nota 1 qui sotto) oppure il numero arabo del volume (v. nota 2) o del fascicolo oppure della parte (v. nota 3) 3) l’anno solare in cui è pubblicato il fascicolo 4) l’indicazione degli estremi delle pagine o colonne in cui è contenuto l’articolo o la voce

  50. 1 A. Stankiewicz, De iurisprudentia rotali recentiore circa simulationem totalem et partialem (cc. 1101 § 2 CIC; 824 § 2 CCEO), in “Monitor Ecclesiasticus”, CXXII, 1997, p. 219. 2 C. Marzuoli, Su alcuni aspetti della dottrina del diritto amministrativo tra fascismo e repubblica: appunti per dei giudizi da rivedere, in “Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno”, n. 28, 1999, pp. 787-816. 3 G. Gorla, La struttura della decisione giudiziale in diritto italiano e nella Common Law, in “Giurisprudenza italiana”, 1965, I, col. 1239.

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