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Genova Cooperazione. La valutazione del rischio e del potenziale di CSR Il caso Easy Learning. Salone della Responsabilità Sociale – II edizione – 28-29/09/2006. Presentazione.
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Genova Cooperazione La valutazione del rischio e del potenziale di CSRIl caso Easy Learning Salone della Responsabilità Sociale – II edizione – 28-29/09/2006
Presentazione GECO - Genova Cooperazione è una associazione di professionisti operanti nel settore della formazione, della selezione del personale, della responsabilità sociale. GECO promuove i valori della CSR attraverso analisi ed interventi per accrescere il benessere organizzativo e valorizzare le risorse ambientali.
Il focus Per un’organizzazione che si avvicina al tema della CSR il primo problema è come iniziare a muoversi. Spesso non è facile mettere a fuoco il bersaglio.
Eterogeneità di strumenti La attuale ricchezza di strumenti a supporto della CSR rischia di generare confusione circa le priorità da seguire. Bilancio Sociale Marketing sociale Coinvolgimento stakeholders Certificazione SA 8000
Premessa Prima di identificare lo strumento più opportuno a tradurre il proprio impegno, occorre innanzitutto valutare i propri rischi/potenzialità nei rapporti con gli stakeholders. E’ necessario farsi molte domande prima di poter iniziare a dare delle risposte. ??????
La sequenza logica Un’organizzazione deve mettere a fuoco i seguenti aspetti, nell’ordine: • Valori • Obiettivi prioritari • Strumenti attuativi
Metodologia Abbiamo sviluppato una metodologia articolata come segue: • Identificazione stakeholder chiave • Identificazione rischi e potenzialità per ciascun stakeholder • Mappa delle priorità
Gli interventi • Una volta definite le priorità, sarà possibile identificare gli interventi più opportuni per migliorare, ad esempio: • Benessere interno • Dialogo con gli stakeholders • Trasparenza • Immagine sul mercato
Indagine Si fonda su un’analisi qualitativa (interviste al management, interviste al personale, focus group) e quantitativa (analisi documentale e statistica).
Indicatori Per ponderare i vari fattori facciamo uso di indicatori. La letteratura è ricca di indicatori: vedasi ad esempio quelli proposti dal Social Statement del Ministero del Welfare oppure quelli definiti dal GRI (Global Reporting Initiative).
Obiettivo L’obiettivo è ponderare ciascun fattore (rischio/potenzialità): probabilità che si verifichi, entità dell’impatto, efficacia delle contromisure/vincoli in essere.
Esempio Valore: conciliazione vita privata e lavorativa Stakeholder: dipendenti e relative famiglie Rischio/opportunità: difficoltà/facilità nella conciliazione e conseguente impatto sull’efficacia ed efficienza lavorativa. Indicatori: esistenza di orario flessibile; possibilità di telelavoro; percentuale di part-time concessi sul totale richiesti; esistenza di nido aziendale o simili agevolazioni. Ponderazione: numero e % di dipendenti con problemi di conciliazione ed impatto sulla vita privata.
Un caso aziendale The Easy Learning School Società di formazione fondata nel 2006. Specializzazione: insegnamento delle lingue e dell’informatica. Target preferenziale: extracomunitari. Sede: Genova, Fiumara (territorio ad alta percentuale di extracomunitari) Un’idea di business che esprime un valore: l’integrazione
La metodologia applicata Valore: integrazione Stakeholder: allievi e relative famiglie Rischio/opportunità: clientela non integrata, non affidabile, con ricadute su frequenza. Indicatori: effettivo inserimento nel contesto locale (appartenenza ad associazioni, parrocchie, palestre…). Coinvolgimento in episodi di violenza o malcostume. Ponderazione: numero e % di allievi con scarse o nulle opportunità di integrazione.
Lo strumento Effettuata la valutazione dei rischi/opportunità, Easy Learning – con il supporto di Geco – dà forma alla propria vocazione di responsabilità sociale: Accanto alle tradizionali materie di insegnamento (lingue, informatica) si propongono materie di insegnamento e/o momenti di incontro per riflettere sul tema della transculturalità e della integrazione.
La CSR per Easy Learning: “Non basta insegnare le lingue: bisogna anche insegnare anche a comunicare.”