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Poesia italiana del ‘900. Benedetto Croce: Poesia e non poesia. L’inizio del secolo è segnato dalle teorie di Croce: è poesia l’espressione pura dello spirito, non è poesia il verso che nasce da una decisione intellettuale, per insegnare, raccontare o dimostrare. La svolta nella poesia italiana.
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Benedetto Croce:Poesia e non poesia • L’inizio del secolo è segnato dalle teorie di Croce: è poesia l’espressione pura dello spirito, non è poesia il verso che nasce da una decisione intellettuale, per insegnare, raccontare o dimostrare.
La svolta nella poesia italiana • La poesia italiana è un genere tutto interno alla tradizione letteraria, dato che fino al dopoguerra non esiste una vera unità linguistica della penisola. La lingua dei poeti è tratta dai testi poetici precedenti, fino agli anni ‘50. Alcuni poeti che annunciano la svolta sono, Sandro Penna, ed il primo Sanguineti.
1963 • L’anno in cui nasce ufficialmente l’avanguardia italiana, con il gruppo ’63: • La poesia occupa finalmente lo spazio ormai senza barriere del parlato: • Esponenti di rilievo: • Sanguineti: Ho fatto passi indietro da gigante, in questi mesi: il mio cervello • Trema come marmellata marcia, moglie mia, figli miei: […] • Porta
1978 • Dopo anni di discussioni ideologiche sulla poesia e la società, esce un’antologia come risposta al gruppo ‘63: • La parola innamorata. • Esponenti di spicco di questa nuova fase poetica: • Cucchi • De angelis • Raboni • Valduga
MILO DE ANGELIS • Non è più dato. Il pianto che si trasformava • in un ridere impazzito, le notti passate • correndo in Via Crescenzago, inseguendo il neon • di un’edicola. Non è più dato. Non è più nostro • il batticuore di aspettare mezzanotte, aspettarla • finché mezzanotte entra nel suo vero tumulto, • nella frenesia di tutte le ore, di tutte le ore. • Non è più dato. Uno solo è il tempo, una sola • la morte, poche le ossessioni, poche • le notti d’amore, pochi i baci, poche le strade • che portano fuori di noi, poche le poesie.
Milo de angelis Milano era asfalto, asfalto liquefatto.Nel deserto di un giardino avvenne la carezza, la penombra addolcita che invase le foglie,ora senza giudizio, spazio assoluto di una lacrima.Un istante in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi, si fece luminoso, si posò respirando sul petto, sulla grande presenza sconosciuta. Morire fu quello sbriciolarsi delle linee,noi lì e il gesto ovunque, noi dispersi nelle supreme tensioni dell’estate, noi tra le ossa e l’essenza della terra.
PATRIZIA VALDUGA • Baciami; dammi cento baci, e mille: • cento per ogni bacio che si estingue, • e mille da succhiare le tonsille, • da avere in bocca un'anima e due lingue. • <<So solo quello che mi basta a stento • per non sprecare i battiti del cuore, • perché sapere, sappilo, è un tormento: • è sempre chi piú sa che ha piú dolore.>>
Roberta Dapunt • Credo nelle anime sante • nella loro indipendenza conquistata sui sensi di una preghiera. • Credo nel lamento di un uomo in agonia, • inaccessibile silenzio degli ultimi istanti di una vita. • Credo nel lavaggio del suo corpo fermo • nel suo vestito a festa e nell'incrocio delle mani, • testimoni di un battesimo confidato. • Credo nella gloria dei vinti. • Credo nelle loro carni piegate sotto le macerie, • i loro respiri cessati.
Roberta Dapunt • Credo nelle loro bambine vendute ai nostri piaceri, • nella loro tristezza che sorride vittima di un rossetto ingrato. • Credo negli angeli senza ali, • in quelli che a piedi nudi camminano dentro una fede. • Credo nel mondo, • quello fuori dalla vetrina in ginocchio a guardare dentro. • Credo nel colore delle pelli che indossa, • negli occhi neri dei figli che perde affamati. • Credo nella verità delle madri e del loro amore • Credo nella miseria e nell'umiltà di questi versi. • Credo nella bellezza • e qui conviene fermarmi.