450 likes | 537 Views
Les mineurs non-accompagnés: entre la Convention des droits de l’enfant et la politique d’asile. Présentation de Claudio Bolzman, Professeur à la HES-SO et à l’Université de Genève, Université de Calabre, le 9 mai 2011. Problematiche.
E N D
Les mineurs non-accompagnés: entre la Convention des droits de l’enfant et la politique d’asile Présentation de Claudio Bolzman, Professeur à la HES-SO et à l’Université de Genève, Université de Calabre, le 9 mai 2011
Problematiche • Premessa : lo status di RAMNA si trova a metà tra lo status di richiedente asilo e di minore. Una posizione contraddittoria quella del RAMNA che determina delle ambiguità nei processi di presa in carico dei minori stessi. • La problematica e gli interrogativi della ricerca • Qual è la costruzione sociale della categoria di RAMNA da parte della legislazione, delle istituzioni di accoglienza,dei media, delle professionalità del servizio sociale (immagini, categorie, rappresentazioni, saperi….)? • Quali sono le caratteristiche dei dispositivi di accoglienza e di presa in carico dei minori? Come vengono articolate le azioni in relazione al duplice status di « minori » e di « richiedenti asilo » ? • Quali sono le conseguenze sul vissuto dell’esperienza dell’esilio e le traiettorie sociali dei MNA ? • Come avvertono lo sguardo degli altri e quali sono le strategie identitarie che i minori sviluppano?
Definizione giuridica • Il RAMNA giunge in Svizzera senza l’accompagnamento dei genitori, ha meno di 18 anni e nel momento in cui deposita la sua domanda di asilo non è riconosciuto come maggiorenne nel suo paese di origine. • In Svizzera la problematica dei MNA ha riguardato soprattutto i richiedenti asilo. Si riscontrano poche presenze di minori identificati come soli dalle autorità preposte.
Le orgini del fenomeno • La problematica dei RAMNA in Svizzera risale agli anni ‘90 (Educateur Magazine, 4/1996). • Malgrado una prima direttiva (sommaire) dell’ODR del 1989, gli organismi coinvolti sottolineano alcune carenze nella presa in carico istituzionale e giuridica dei minori contribuendo così a fornire visibilità a questa categoria di richiedenti asilo destinata a divenire un « problème social » spécifico. • La denuncia nell’ottobre del 1991 al Consiglio Federale (Governo Svizzero) del rimpatrio di due minori alloggiati nel cantone di Vaud, dava origine, in merito al trattamento dei RAMNA, ad un conflitto di competenze tra le istituzioni a difesa del diritto di asilo e le autorità locali e nazionali. • In generale la questione ruota attorno a due diverse forme di tutela: quella della protezione del minore e il diritto di asilo (Convention des droits de l’enfant de 1989, signée par la Suisse en 1991 et entrée en vigueur en 1997).
I RAMNA nella Legge sul diritto d’asilo • I RAMNA sono considerati come richiedenti asilo e in quanto tali debbono seguire le procedure previste per gli altri richiedenti. • Tuttavia esiste qualche differenza tra le procedure: il percorso del minore si distinguerà da quello dell’adulto per il carattere prioritario che assume la sua richiesta presso il Centre d’enregistrement pour requérants d’asile (CERA); nell’adeguamento delle audizioni; nell’esame delle sue capacità di discernimento e di accertamento della sua reale età; nella nomina di un rappresentante legale; nella scelta della sua assegnazione ad un cantone e l’accertamento di ragioni specifiche che potrebbero rendere inapplicabile un suo eventuale rimpatrio. • E’ da notare tuttavia che la legge non stabilisce alcuna differenza riguardo l’assegnazione degli alloggi e le motivazioni dell’asilo.
Problemi 1 • Le condizioni del rimpatrio: • Alcune decisioni riguardo il rimpatrio dei minori richiedenti asilo sono effettuate senza tenere conto dei pericoli nei quali questi bambini abbandonati alla loro sorte potrebbero incorrere nei paesi di origine. • Successivamente ai ricorsi oggi i minori sono meglio tutelati dal rischio di esplusione: "l'exécution du renvoi peut ne pas être raisonnablement exigée si elle implique une mise en danger concrète, mais aussi pour d'autres raisons ». • Ma questo principio si applica unicamente ai RAMNA che « coopèrent avec les autorités ». Questo implica ad esempio che un minore che non collabora ai fini dell’accertamento della sua minore età può essere espulso.
Problemi 2 • I motivi della richiesta d’asilo: • Le condizioni per l’ottenimento dello status di rifugiato sono identiche a quelle applicabili agli adulti. Così i richiedenti asilo devono rendere verosimili le condizioni di persecuzione vissute in uno Stato, o almeno dimostrare che lo Stato che disciplina la sua zona di origine non intende proteggerlo dalle minacce che lo riguardano. Questo implica in genere che il richiedente asilo faccia parte di un movimento politico e che abbia posto in essere un’azione che mette in pericolo la sua persona. • Evidentemente questo risulta estremamente raro per un minore riuscire ad avanzare queste motivazioni. Così in Svizzera la precentuale di RAMNA che ottiene lo status di rifugiati risulta meno dell’1%.
Problemi3 • L’età dei minori: • La verifica dell’età dei richiedenti asilo costituisce un altro punto critico delle procedure applicate ai minori. La minore età di un richiedente asilo ne garantisce una maggiore tutela dal punto di vista delle espulsioni, ma occorre anche considerare che la maggior parte dei richiedenti dichiara un’età inferiore a quella reale, o almeno di prolungare il loro periodo di soggiorno in Svizzera. • Pertanto, le autorità procedono regolarmente a svolgere gli accertamenti di tipo medico per determinare l'età biologica dei richiedenti asilo presunti minori. Secondo il Conseil fédéral, tali procedure di verifica hanno la finalità di "meglio tutelare il principio del superiore interesse dei fanciulli, e per assicurare ai richiedenti asilo “realmente” minori una supervisione adeguata ed evitare così gli abusi frequenti rilevati in tale ambito”. • Problema: il margine di errore degli esami ossei o della mascella è di 2 anni, ma i tests possono prevedere la non entrée en matière
Problemi4 • Il rappresentante legale: • Il Codice civile svizzero (CCS) indica nell’articolo 368 que "tout mineur qui n'est pas sous autorité parentale sera pourvu d'un tuteur". Quindi è considerato minore ogni persona di età inferiore ai 18 anni . In riferimento a questo principio la procedura di asilo non accetta eccezioni nei casi in cui la maggiore età viene stabilita diversamente nei paesi di orgine dei minori. • I cantoni devono nominare un rappresentante legale per i minori non accompagnanti richiedenti asilo, ma molti cantoni non nominano un rappresentante legale , questa procedura che non rispetta la legge blocca i passaggi successivi. • A volte la « personne de confiance » che viene nominata non conosce in maniera sufficiente la legge o i suoi interessi non coincidono con quelli del minore.
Problemi5 • La capacità di discernimento: • La definizione contenuta nel Codice civile si presta ad un’ampia interpretazione: "toute personne qui n’est pas dépourvue de la faculté d’agir raisonnablement à cause de son jeune âge, ou qui n’en est pas privée par suite de maladie mentale, de faiblesse d’esprit, d’ivresse ou d’autres causes semblables, est capable de discernement dans le sens de la présente loi« . • Ma le autorità la interpretano in maniera restrittiva: "aucune évaluation de ce qui est le mieux pour le bien de l'enfant n'est faite […]. L'office fédéral refuse jusqu'à présent d'entrer en matière sur ce débat. Les mineurs non-accompagnés qui se présentent dans les centres d'enregistrement sont automatiquement mis dans la procédure d'asile, aucune discussion n'est menée avec les autorités tutélaires pour déterminer ce qui convient à l'enfant. […] La capacité de discernement est présumée de manière systématique« .
Problemi6 • Détention ou emprisonnement • Nel momento dell’adozione della Convenzione sui diritti del fanciullo "riserva sull’art. 37, lettre c" che "la séparation des jeunes et des adultes privés de liberté n'est pas garantie sans exception ». • Questa riserva si applica soprattutto ai minori richiedenti asilo di età superiore ai 15 anni di età i quali possono essere detenuti per un periodo di tre mesi rinnovabile in vista della sua espulsione dalla Svizzera. La legittimità di una tale riserva può sembrare discutibile nella misura in cui l'articolo 37.b della CDE precisa che "l'arrestation, la détention ou l'emprisonnement d'un enfant doit être en conformité avec la loi, n'être qu'une mesure de dernier ressort, et être d'une durée aussi brève que possible" . • La legislazione Svizzera è quindi comparabile a quella di altri paesi europei, a parte le possibili variazioni nella durata della detenzione.
Note sullo status giuridico • Sul piano dei dispositivi legislativi, la legge sui richiedenti asilo si rivela in primo luogo restrittiva. I minori esuli sono considerati dalle autorità in primo luogo come dei « richiedenti asilo », piuttosto che dei « fanciulli ». Inoltre le concessioni progressivamente accordate in relazione al loro condizione di minore, sono spesso ambigue e a vantaggio di un numero ridotto di casi. Da qui deriva la necessità di attribuire un maggiore significato all’accertamento dell’età al fine di allargare il numero di coloro che potrebbero beneficiare della protezione rivolta ai minori. • Inoltre non vengono contemplate per i minori delle motivazioni specifiche per ottenere il diritto di asilo.
I dispositivi di accoglienza • La Svizzera è uno Stato federale ed evidentemente i dispositivi di accoglienza variano da un cantone all’altro. • La relazione fornirà i principi base in relazione ai seguenti ambiti: • L’alloggio, l'accesso alla formazione, al lavoro, all’assistenza finanziaria e sanitaria.
L’alloggio • La grande maggioranza dei giovani sono inseriti in foyers per richiedenti asilo, spesso in ali separate. • I minori che hanno meno di 15 anni nelle famiglie. • Nei foyers, la percentuale degli educatori in rapporto ai minori è inferiore rispetto a quella dei foyers nei quali sono presenti altri giovani. (0.12% vs 0.40%).
Formazione • Fino ai 15 anni i RAMNA sono inseriti nel percorso della scuola obbligatoria (classes d’accueil, puis « ordinaires »). • Dopo i 15 anni, il loro accesso alla formazione è limitato. P. ex. Genève SCAI o corsi di francese, che non danno accesso ad una formazione riconosciuta => rischi elevati di abbandono della formazione
Lavoro1 • Dopo i primi tre mesi di soggiorno in Svizzera, durante il quale è vietato a qualsiasi richiedente asilo di lavorare,, il JESP può trovare impiego alle stesse condizioni dei giovani svizzeri nell'ambito della legge sul lavoro (divieto di accesso al mondo del lavoro prima dei15 anni, eccezioni e speciali misure di protezione per i lavoratori sotto i 20 anni.) • In quanto richiedenti asilo i minori sono sottoposti a due significative limitazioni : da una parte riguardo il loro salario (10% del loro salario lordo calcolato sulla base della legislazione sull’AVS verrà trattenuta automaticamente per rimborsare le loro spese di assistenza e di espulsione ; inoltre non potranno che accedere ad occupazioni che la popolazione locale e gli immigrati legalmente residenti non vorrebbero mai svolgere, quindi i lavori precari nel settore alberghiero e della ristorazione
Lavoro2 • Questi elementi non possono che dissuadere i minori dal restare inseriti in un sistema di presa in carico, sia ad accettare un lavoro precario i cui effetti si manifestano a più livelli : "ce sont, en résumé, les conséquences négatives du chômage de longue durée pour le demandeur d'asile, l'augmentation du travail au noir et la confirmation des préjugés xénophobes à l'égard des étrangers sans emploi et "parasitaires", ainsi que les frais d'assistance qui en découlent pour la Confédération" (Oerster, 1985, p.32). • Lo status giuridico del richiedente asilo può di per sé costituire un ostacolo all'accesso ad un occupazione ed interdire, a volte per anni, l'accesso al mercato del lavoro emerso.
Assistenza finanziaria1 • L'Ufficio federale dei rifugiati (ODR) trasferisce ai Cantoni un importo minimo a persona per l’assistenza dei richiedenti asilo. Su questa base, i minori non accompagnati ricevono per coprire le loro spese alimentari, l’abbigliamento e il tempo libero un importo mensile di 426 franchi in contanti se il minore ha almeno diciassette anni e 372 franchi se ha un’età compresa tra i sedici anni e i 18 [2]. E 'con questo stesso importo che i minori devono affrontare le spese che si presentano nella quotidianità: la lavanderia, ecc.] • 2 Si noti che i beneficiari dell’assistenza sociale ricevono un importo di 1.146 franchi al mese. L'importo minimo pagato dal AVS è di circa 1.055 franchi
Assistenza finanziaria 2 • I giovani inseriti in un percorso di scolarizzazione ricevono un importo supplementare di 200 franchi, compresa la possibilità di usufruire delle mense scolastiche per il pranzo. I minori hanno anche la possibilità di conseguire "extra-TUC“ per i “lavori socialmente utili - pulizia, manutenzione di edifici, ecc. – pulizie straordinarie del foyer. Una volta assegnati i loro compiti, i giovani che senza giustificato motivo, non eseguono il loro consueto TUC, vedono ritirarsi da parte degli educatori un importo di dieci franchi sul loro aiuto finanziario. L’extra-TUC, tuttavia dà diritto ad un aumento di 100 franchi al mese. Inoltre i giovani possono essere rimborsati per le spese relative alla loro scolarizzazione, e utilizzare (aux services d'œuvres d'entraide) i servizi delle organizzazioni di volontariato relativamente alle esigenze che sussistono nel momento del loro arrivo nel Cantone (utensili da cucina, vestiti) o, in alcuni casi vedersi finanziare corsi di lingua o di formazione presso istituti privati.
L’accesso alle prestazioni sanitarie • Per quanto riguarda l'accesso alle cure sanitarie, è importante ricordare che i richiedenti asilo in quanto tali, non possono curare ogni tipo di malattia. Infatti, la legge sulla sanità prevede all'articolo 32 che le prestazioni sanitarie devono essere “efficaces, appropriées et économiques ». Sulla base di questi principi si potrebbero quindi rifiutare ai richiedenti asilo: cure sanitarie a lungo termine in considerazione del fatto che potrebbero essere espulsi. • I MNA sono quindi soggetti al « gate keeping ». Delle infermiere che decidono se effettivamente hanno bisogno di consultare un medico.
La rappresentazione dei professionisti del servizio sociale presso i giovani • Abbiamo rivolto 23 interviste semi-strutturate ad operatori sociali - il più delle volte direttamente – e a RAMNA presenti a Ginevra e a Zurigo.
Definizioni • Dei giovani come gli altri, ma collocati in una condizione di estrema incertezza. • Essi rischiano di essere espulsi in qualsiasi momento • Dei giovani « polis », in relazioni ai giovani locali
Preneurs vs non-Preneurs • "Pour moi il y a deux sortes de mineurs. Il y a ceux qui peuvent être preneurs de ce qu'on propose, que ce soit au niveau de l'école, au niveau de la formation, ou même de petits travaux qu'on peut donner ici; et puis ceux qui n'en ont rien à faire, parce que c'est très, très clair. A mon avis, au départ ils ne sont pas forcément demandeurs, parce qu'ils ne savent pas où ils atterrissent. Donc ils ne savent pas ce que c'est qu'un assistant, ils ne savent pas ce qu'on peut leur donner, ils ne savent pas si on travaille avec la police ou pas, si on travaille avec Berne ou pas [...] Après, bon ben ça discute beaucoup dans les étages, après il y en a qui peuvent demander, nous, on propose aussi, et voilà".
I professionisti del servizio sociale nella relazione con i minori • La percezione del minore richiedente asilo si collega ad una percezione complessivamente positiva dei richiedenti asilo in generale. • I professionisti del servizio sociale raccontano di contatti particolarmente intensi e coinvolgenti con i giovani, esprimendo una qualche forma di attaccamento o di ammirazione, dovuta anche al riconoscimento del viaggio doloroso vissuto da questi adolescenti.
Un sentiment très positif • "Malgré les apparences, moi j'ai beaucoup d'estime pour ces jeunes. Même s’ils sont là pour des raisons économiques, c'est des parcours de vie qui ne sont vraiment pas évidents. Ils sont partis tôt de chez eux, ils se baladent de droite à gauche, d'un pays à l'autre, avec très peu d'espoir d'avenir. Moi je leur dis quand même chapeau, à ceux qui arrivent à aller à l'école - avec des difficultés, bien entendu ce n'est pas simple. Mais moi j'ai beaucoup d'admiration pour ces jeunes-là". • "Ca fait partie de la réalité de notre planète et de rapports très compliqués qu'entretiennent le Nord et le Sud, finalement. Mais entre-temps, ici, nous parlons des personnes. De ce petit jeune, là, qui a 14 ans, ou de cette jeunette, très sympathique, aux beaux yeux, qui a 15 ans, et qui est seule, déboussolée; c'est des personnes".
Il diniego del diritto d’asilo • "Le jour où la lettre arrive et que c'est définitif, c'est extrêmement pénible; extrêmement pénible. Parce qu’on les connaît, en tant qu'éducateur on sait qu'on ne doit pas s'attacher aux jeunes, ou aux exclus, ou aux personnes âgées, aux handicapés... ça c'est la façade. Je pense qu'on réussit tous, du moins à avoir cette façade, et au fond de nous c'est extrêmement dur. [...] Par rapport à eux, des fois on est un peu gêné, en [se] disant [qu']on est vraiment des nantis, par rapport à cette population là". • "Pour moi c'est dur aussi de leur dire 'mais accroche-toi, on va essayer de faire recours'[...]. Parce qu'ils disent 'mais pourquoi? je fais des efforts, ça marche pas, je vais à l'école...' Mais effectivement, quoi, il faut voir ce qu'il a donné comme motifs d'asile... Et moi c'est une chose ou, malgré le temps, je continue à avoir de la peine - bon, pas pour tous, hein, franchement, mais je continue à avoir de la peine à gérer ces moments là avec eux parce que... [...] Oui, on est complètement impuissants par rapport à ça; en plus, bien, je veux dire, il y a notre propre éthique, nos propres idéaux, on est d'accord ou pas d'accord avec la politique d'asile, je veux dire - en tout cas moi ça me renvoie à beaucoup de chose à moi, quoi. Il faut travailler avec ça".
Condizioni e ambiente di lavoro • Nonostante la soddisfazione espressa dagli operatori del servizio sociale nella relazione con i giovani richiedenti asilo, e le motivazioni che ritrovano nel loro lavoro, dalle interviste emerge una rappresentazione negativa dell’ambiente di lavoro. • Nella quotidianità avvertono, in primo luogo, una grande sproporzione tra il tempo dedicato al lavoro amministrativo e il tempo effettivamente rivolto al contatto interpersonale con i giovani. • Di consenguenza un sentimento di impotenza assale gli operatori i quali si trovano nell’impossibilità di aiutare questi giovani. Gli ostacoli individuati a questo proposito possono riguardare la complessità della situazione personale dei minori, il funzionamento degli istituti, i vincoli finanziari e legali, o ancora le tendenze politiche.
Un exemple • "En tout cas c’est quelquefois désespérant parce que chaque fois on fait la même chose, on prépare une chambre, on essaie de faire joli, on accueille, on informe… Puis quand même, c’est de l’énergie, hein ; parce que quand ils ne parlent pas le français, bien tu les prends par la main pour tout expliquer, etc., l’intégration à l’école, et tout ça, administrativement c’est du boulot. […] Bon, on met tout en place, et puis tout d’un coup, bien une fois que tout est là, bien l’enfant s’en va, et puis il ne prend même pas les habits achetés. Alors c’est vrai que des fois, c’est vraiment très, très désespérant".
Le traiettorie migratorie e i racconti dei MNA • Abbiamo intervistato 14 MNA (9) e ex MNA (5 interviste rivolte a giovani donne, e 9 a ragazzi). 5 interviste sono state condotte a Ginevra, Zurigo e 3-6 interviste sono state condotte in forma scritta in Bosnia, da parte di giovani ritornati nei loro paesi di origine. La maggioranza dei giovani aveva tra i 16 ei 19 anni, e provenivano da vari paesi come Afghanistan, Albania, Angola, Etiopia, Iraq, Madagascar, Repubblica Democratica del Congo, Somalia .. • Le testimonianze più intense sono quelle fornite da ex-MNA, attualmente residenti in Svizzera in modo stabile. I MNA hanno parlato molto poco del loro passato, temendo di essere espulsi.
Le ragioni del loro arrivo in Svizzera • Scarse informazioni • Esiliati in fuga dalla violenza e dalle persecuzioni • Inviati con la missione di aiutare la loro famiglia • I sogni di un Eldorado migliore
Primo contatto con la Svizzera: le choc de la rencontre • Un « anziano » MNA descrive il primo contatto con la Svizzera come un misto di terrore e di ingenuità: "Quand vous arrivez et que vous ne parlez pas la langue, vous êtes perdu, mais perdu. La personne qui arrive en face de vous, même si c'est le dernier diable sur terre, vous croyez que c'est le bon dieu qui vous l'a envoyée, vous croyez tout. La méchanceté vous croyez, la gentillesse vous croyez, vous êtes naïf à cent pour cent [...] Aujourd'hui ça fait dix ans que je suis ici, je n'ai toujours pas compris la manière dont les Suisses vivent. Alors imaginez comme le premier jour vous arrivez, vous êtes terrorisé, je veux dire, on ne comprend rien du tout. Est-ce qu'il faut parler, comment il faut parler... vous êtes constamment en question en vous même. Comment je dois me comporter, comment je dois y aller, comment... Le premier jour, effectivement, c'est une catastrophe".
Il vissuto della procedura di richiesta d’asilo • Incompréhension et sentiment d’injustice: • Je garde encore la date, et puis c'est la plus mauvaise date depuis que je suis ici en Suisse. Une audition de plus de cinq heures de temps. […] Ils posent des questions… Ce sont des questions, ils les posent, et puis on répond, et puis tout ce que vous répondez… moi-même quand j'ai lu le texte, là où j'ai bégayé, la dame a écrit - je trouve ça un peu drôle, quoi - 'il a bourdonné'!". • Une jeune suppose même des procédés totalement arbitraires : "Ils ne suivent pas la loi. Ils devraient suivre les lois, mais ils ne le font pas. Ce n’est que la chance, pas la loi. Ma décision, par exemple, il y a une autre fille de [nom du pays] avec exactement le même problème, mais elle a eu F, et moi j’ai eu N. Elle m’a dit, ils font des piles avec les dossiers, et peut-être il y a beaucoup de dossiers qui commencent par la même lettre que moi, et ils prennent la pile et font négatif pour tout le monde, sans même regarder le problème. Et une fois que tu as négatif, c’est fini, même si tu fais recours, ils donnent la même décision qu’avant, sans regarder, ça va toujours être négatif".
Le vécu du dispositif • I giovani intervistati si sentono complessivamente soddisfatti della loro vita nel foyer di accoglienza nonostante alcuni aspetti legati alla coabitazione vengono vissuti male. • Un giovane si lamenta della condivisione delle strutture sanitarie, citando il problema della pulizia, "les Africains ils sont nuls". Un altro MNA che frequenta la scuola si lamenta dei rumori occasionali causati dagli altri compagni del foyer. • Una giovane richiedente asilo, che ha da poco compiuto 18 anni, parla del suo difficile passaggio verso la maggiore età: trasferita in un altro foyer, ella si sente abbandonata alla sua sorte dalla supervisione educativa che l’aveva accompagnata fino ad allora.
Il problema della promiscuità • La promiscuité est présente dans les discours de tous les jeunes interviewés. • "Tu t’imagines un peu, comment tu te lèves… quand tu te lèves le matin, tout le monde veut faire la douche, seulement une toilette, tout le monde doit attendre (tape sur sa montre avec les doigts), tout le monde doit faire comme ça (tape avec la main sur la table). Mais tout le monde entre en même temps, à 8 heures et demie. Donc toutes les personnes là doivent faire la douche le matin. Il faut que tu attendes, il faut que tu te réveilles tôt pour faire la douche. C’est beaucoup de stress". • Partager une chambre, mais surtout des installations sanitaires souvent considérées comme insalubres pose des problèmes à tous et toutes, et peux même renforcer certains préjugés entre MNA de différentes origines.
Le perquisizioni della polizia • Nei casi sotto riportati le perquisizioni nelle case riportano degli elementi particolarmente sgradevoli. • Un giovane ricorda l’irruzione della polizia avvenuto di mattina presto, mentre si stava preparando per andare a scuola. I poliziotti sono arrivati « con dei grossi cani », hanno fatto uscire tutti dalle stanze e « hanno rotto tutto senza trovare niente ». I giovani avevano soprattutto paura di arrivare in ritardo a scuola. • "Apparemment ils fouillent comme ça, ils ont des clés des appartements, ils n’ont aucune… Il n’y a pas de respect. Il y a… je veux dire c’est un numéro. Tel monsieur un numéro, telle madame un numéro, on vous appelle et on vous convoque quand on veut.
Le relazioni con i giovani svizzeri • Pour tous les MNA interrogés, établir des contacts avec des jeunes d’origine suisse est difficile. • "Oui, ils sont différents, surtout en ce qui concerne l’expérience. J’ai beaucoup vécu, et je crois que je suis plus avancé. Eux aussi font des expériences, mais c’est différent. Beaucoup de choses qu’ils vivent maintenant, moi je les ai déjà vécues dans mon enfance. En fait, j’ai vécu mon enfance comme un adulte. C’est pour ça que je ne suis pas comme les autres. Et souvent, je me sens un peu seul. Souvent, je ne me sens pas à l’aise avec les "amis" (Kollegen). Souvent, c’est aussi dommage, que je ne vois pas les choses comme eux. Les voitures, les habits, par exemple, ne m’intéressent pas du tout". • "Pour moi, ce qui était dur, c'est que quand j'arrivais, par rapport à mon vécu... j'étais plus jeune, j'avais dix-sept ans, mais j'avais trente ans d'expérience dans la tête, et les gens que je voyais, les gens ils parlaient 'qu'est-ce que tu as fait hier soir?...' Et comme moi je n'avais rien fait hier soir, je n'avais aucun intérêt à le raconter. Donc j'avais un blocage; les gens de mon âge, je n'avais aucune communication. Les adultes, ils étaient trop vieux, donc on n'avait forcément pas beaucoup de choses à dire. [...] Je me trouvais toute seule".
Les barrières du dispositif et linguistiques • Occorre sottolineare che i luoghi che frequentano i MNA e i giovani « di qui » non sono gli stessi il più delle volte. Questi ostacoli impediscono i contatti 'naturels' con gli Svizzeri. • "Non, ce n’est pas difficile…, mais… oui… il faut que ça vienne naturellement, non. Mais ça ne peut pas être naturel, parce qu'on n’a rien en commun. Parce que si on parle, si on a les mêmes problèmes, ou si on se trouve toujours aux mêmes endroits, là c’est naturel. Mais sinon, comme on n’a pas vraiment, comme on n’a pas fait la même école ensemble,… je ne sais pas…". • Le barriere linguistiche e finanziarie vengono spesso menzionate dai giovani • "J’aimerais avoir des amis suisses, parce que j’aimerais aussi mieux connaître leur vie, le système. Mais ce n’est pas possible […]. Ma vie, actuellement, c’est la maison, l’école, la maison. Je ne peux pas faire du shopping avec des autres, parce que je n’ai pas d’argent, je ne peux même pas prendre un café avec eux. Comment je peux avoir des amis ?".
Le relazioni con la comunità d’origine • Per la maggior parte dei giovani, la comunità di origine assume una grande importanza. E’ più facile stringere amicizie e, soffrendo dell’assenza dei propri cari, ritrovare una parvenza di famiglia. Ma il contatto con la comunità può anche dare dare origine a comportamenti devianti. • E’ il caso di un giovane che ha trascorso un periodo in prigione. "Je me suis sorti de cette merde", dit-il en parlant de la consommation et de la vente de drogue; il ne veut plus y être mêlé et ne veut plus avoir de contact avec les jeunes originaires du même pays que lui, qui pourraient l'y ramener. • Un « anziano » MNA evoca le divisioni presenti nella popolazione del paese di origine e ricostruite in Svizzera all'interno della comunità: • "La communauté de [pays d'origine]? Pour moi, c'était tout clair et net qu'il fallait éviter. J'ai évité parce que... il y a deux choses. Premièrement, je suis là pour problèmes familiaux, problèmes ethniques, problèmes... S'il n'y avait pas ça, les [personnes originaire de ce pays] ne seraient pas là. Et ce problème, on l'a ramené ici, on l'a pas laissé en [pays d'origine]. Et puis je ne voulais pas forcément réveiller des blessures que je voulais effacer. [...] Il y a des avantages et des inconvénients. Il y a des avantages parce que en tant que [personne originaire de ce pays], comme je n'ai personne ici, si j'ai besoin de quoi que ce soit, [...] toute la communauté va venir. Alors pour ça, c'est l'avantage".
Razzismo / Discriminazione • Il tema del razzismo o di discriminazione è stato menzionato spontaneamente da quasi tutti gli intervistati. La discriminazione è stata osservata a due livelli: il primo, piuttosto strutturale, si trova al livello di presa in carico. • Une jeune fille s’interroge par exemple au sujet de l’état de l’habitation. "Je ne suis pas à l’aise, parce que…déjà, la fenêtre s’est cassée, tout est cassé dans la maison, je ne sais pas….si c’est parce qu’on est 'Asyl', si c’est pour ça qu’on donne les appartements comme ça. Même l’ampoule s’est cassée, nous on veut faire les devoirs, on est obligé de faire comme ça". • Il problema della formazione e dell'occupazione è stata menzionata da diversi intervistati. Una disparità di trattamento è evidente, i giovani non capiscono perché non possono lavorare,fare un percorso di apprendistato o di formazione, come altri adolescenti. • I problemi con le autorità, compresa la polizia, sono stati evidenziati anche in diverse occasioni. Questo presuppone motivazioni razziste emerse in occasione di alcuni controlli sulla loro identità.
L’importance des rencontres positives • "Il y a un patron que j'ai beaucoup aimé. Parce que c'est lui qui m'a aidée. Si je suis arrivée, c'est grâce à lui. Parce qu'il a fermé les yeux – j'avais un permis F, ou N, je ne sais pas". Elle disposait d'une liste des places d'apprentissage, fournie par l'Office d'orientation professionnelle. "Pour arriver à mes fins, au patron, [les réceptionnistes] disaient: 'c'est pour quelle raison?' alors je faisais comme ça: 'écoutez, c'est personnel'. La personne, elle est coincée, elle ne peut plus rien dire. Alors à ce moment je prends mes rendez-vous. Je suis allée à tous mes rendez-vous, tous les patrons je les ai vus. Et certains m'on dit clairement: 'on n'a jamais engagé quelqu'un de couleur'. [...] A l'époque il n'y avait pas trente-six mille trucs. La banque, il fallait oublier. Faire l'apprentissage de la banque, il fallait oublier. [...] Tout ce qui était administratif, c'était aussi oublié. [...] La seule chose, c'était vendeur. Donc moi je ne voulais pas, vendre des légumes, je ne pouvais pas. La première chose que j'ai dite: 'ce sera la bijouterie, ou rien'. Et je ne m'attaquais qu'à la rue du Rhône, hein. [...] Que la haute joallerie. Et tant pis si j'arrive. Tant mieux pour moi. Et si on me refuse, tant pis aussi. Donc je voulais prouver... au lieu de tabler sur le petit, j'allais aux grands. Juste pour me prouver à moi". Elle obtint un apprentissage à son quarante et unième entretien. "Un jour, je suis tombée sur ce patron. C'était un patron qui était français, et il travaillait à l'aéroport. [...] J'ai eu le rendez-vous par l'histoire de 'c'est personnel', et lui il ne comprenait pas... Avec lui j'ai expliqué le cas, je n'ai rien caché, j'ai dit 'si je pars d'ici, je ne chercherai plus rien'. [Il a fallu cela] pour qu'il y ait un être humain, quelque part, qu'il y ait une écoute
L’avvenire • Proiettarsi verso il futuro non è un esercizio facile per il MNA. Il carattere provvisorio del loro soggiorno e la difficoltà, per alcuni, di frequentare una scuola 'regolare', rende difficile formulare degli obiettivi o definire delle aspettative in merito ad un futuro percorso scolastico, lavorativo e personale. • "Le fait que j’aie le permis F, ça m’occupe beaucoup. Je dois aller au gymnase, mais peut-être, tout à coup je dois partir. Je suis incertain, et souvent je ne peux pas me concentrer sur les choses, je n’arrive pas à prendre des décisions".
La questione del ritorno • I giovani percepiscono l’espulsione come un rischio reale a breve o medio termine. E tutti temono un ritorno nel paese di origine prima o dopo. • Un giovane, di quasi diciotto anni, che frequentava un corso di studi post scuola dell’obbligo, spiega l’impossibilità di proseguire la propria formazione nel paese di origine: troppo anziano, non sarebbe stato accettato nelle scuole secondarie. • La quasi totalità degli intervistati non riesce ad immaginare la propria vita nell’eventualità del ritorno. • "J’y pense tout le temps. Mais c’est tout noir, je ne peux même pas imaginer ce qui va arriver". • I giovani hanno paura del ritorno e non dispongono delle prospettive reali di vita nel paese di origine. • "Si je retourne, je serai peut-être clochard".
Osservazioni finali • Poiché le modalità di controllo sui minori non permettono di realizzare progetti a lungo termine, queste provocano delle mancanze nella definizione di una futura integrazione sociale dei RAMNA sia in Svizzera, sia nel loro paese d'origine e sia ancora in un paese terzo. • Alla stessa maniera sia l'impegno dei giovani, che quello degli operatori sociali possono andare in corto circuito in qualsiasi momento a seconda delle decisioni amministrative adottate dalle autorità locali e nazionali al raggiungimento della maggiore età da parte del minore. Uno dei maggiori problemi riguardo questo punto è relativo all’assenza di coordinamento tra le autorità competenti a deliberare in materia di asilo e gli operatori sociali che seguono i giovani. Solitamente predominano i criteri giuridici senza considerare gli aspetti sociali ed educativi di presa in carico dei minori. • I RAMNA vorrebbero gradualmente costruire un futuro di adulti, ma il peso dell’etichetta di “richiedenti asilo” rende difficile questo lavoro di costruzione. • Le loro esperienze potrebbero essere sintetizzate dall’affermazione: ‘Noi siamo come gli altri giovani, ma non possiamo essere come gli altri giovani'.