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Significato e valore del mito. Mito: racconto che rivela e chiarisce l’origine del mondo, spiega il cosmo nella varietà delle sue manifestazioni e nello stesso tempo fonda i valori e i modelli di comportamento in cui una società si riconosce
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Significato e valore del mito • Mito: racconto che rivela e chiarisce l’origine del mondo, spiega il cosmo nella varietà delle sue manifestazioni e nello stesso tempo fonda i valori e i modelli di comportamento in cui una società si riconosce • Il mito utilizza il linguaggio dell’immaginazione, è determinato e particolare, utilizza racconti come esemplificazione di valori e significati generali più che astrarre e fissare quei valori • Il termine mito connesso al verbo myein: chiudere gli occhi e la bocca. Parola del mito udita con occhi e bocca chiusa, chi l’ascolta non la verifica, ma l’accetta
Miti omerici: VIII e VII sec a.C Visione gerarchica della divinità: signoria assoluta di Zeus in cui si personifica saggezza e giustizia Mondo dimora degli dei e il mondo è pervaso dagli dei Affermazione di una serie di valori guerrieri: timé (onore) coraggio, forza, magnanimità Senso però di ineluttabilità di un destino a cui gli dei stessi sono soggetti Unica forma di immortalità è nel ricordo della grandezza delle gesta dell’eroe Religioni Ctonie: legati ai cicli di rigenerazione. Culti misterici che pongono il problema della salvezza Teogonia di Esiodo VIII se, aC Genealogia degli dei: all’origine il caos. Originaria apertura e grembo primordiale da cui tutto deriva Dal disordine all’ordine. Parricidio di Crono ad opera di Zeus ingresso nel regno dell’ordine Idea di una progressiva decadenza del genere umano da un’età aurea ad un età del ferro dove regna la corruzione Opere e i Giorni: sguardo rivolto non solo agli eroi, ma anche al lavoro quotidiano. Valori dell’impegno e della rettitudine, del rispetto degli dei L’orizzonte mitico in Grecia
L’ordine dell’universo è istituito attraverso un atto di forza che non coincide con la sua genesi, ma con l’istituzione dell’autorità Universo visto come una gerarchia di potenze Universo dominato dalla potenza eccezionale di questo agente In questi miti non c’è la capacità di immaginare una legge autonoma e immanente di organizzazione dell’universo La visione mitica dell’origine Teogonie Miti della sovranità
Trasformazioni tecniche. Metallurgia del ferro, nuove tecniche nautiche, scrittura Trasformazioni fondamentali nel sistema delle polis Grecia VII-VI riapertura dei commerci con l’oriente Trasformazioni economiche. Commerci, moneta
Preminenza della parola: nei dibattiti pubblici: si afferma il discorso più convincente, non quello che si fonda sull’autorità della fonte (sacra e/o politica) Diffusione di una legislazione scritta: la dike divina si incarna nella legge: norma comune a tutti ma superiore Novità fondamentali Trasformazioni militari: falange oplitica di cittadini soldati. Valore della disciplina: sottomettersi alla philia e rinunciare all’eris Città: kosmos ordinato reso armonioso dalla corretta ripartizione secondo cui a ciascun è concesso secondo la propria virtù: trasformazioni nell’areté Comunità di simili intercambiabili: legge è l’equilibrio, norma l’uguaglianza Grecia VIII-VII secolo si sviluppa, proprio a partire dalla Ionia, il sistema delle Polis Polis: città come spazio umano e artificiale
Attività lavorative agricole: collaborazione uomo e uniformazione ai suoi ritmi Proiezione sulla natura di caratteristiche umane: antropomorfizzazione della natura La natura emerge come problema: meraviglia Il problema della natura Uomo nella dimensione mitica vive in una continuità e compenetrazione fra uomo e natura Città come spazio artificiale e umano crea una cesura fra l’uomo e la natura
Filosofia traspone in forme laicizzate e in un vocabolario astratto il sapere mitico Risposta allo stesso tipo di domande dei miti cosmogonici: come nasce il cosmo Corrispondenza Esiodo- Anassimandro all’inizio indistinzione poi generazione per contrari Non solo cambiamenti di vocabolario, ma diverso atteggiamento spirituale Proiettato sull’ordine della natura concezione dell’ordine e della legge della città Filosofia e mito Cornford Vernant
Talete Anassimandro • origine • unità del diverso • principio d’ordine Apeiron Acqua La filosofia ionica Il problema dell’arché Principio della Natura La visione dell’universo
“L’esperienza sociale della polis ha fornito al pensiero cosmologico il modello di una legge e di un ordine egualitari e razionali in sostituzione della dominazione onnipotente del monarca” Anassimandro e la Polis Cosmo situato in uno spazio matematizzato costituito da relazioni puramente geometriche Nessun elemento è privilegiato rispetto ad un altro: equilibrio e reciprocità: dalla monarchia alla isonomia Equilibrio non statico ma dinamico Nuovo spazio organizzato attorno ad un centro
Aristotele e la “meraviglia” Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. É evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa. Meraviglia in greco: Thauma. Angoscia davanti all’alterità ignota della natura