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Il lavoro femminile al centro dei problemi dell’occupazione in Italia: le criticità, le proposte. A cura di Livia Ricciardi Cisl – Dipartimento Mercato del Lavoro. Seminario Fistel-Cisl Firenze- Centro Studi 15-17 settembre 2008. 1. L’occupazione torna a crescere a tassi elevati.
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Il lavoro femminile al centro dei problemi dell’occupazione in Italia: le criticità, le proposte A cura di Livia Ricciardi Cisl – Dipartimento Mercato del Lavoro Seminario Fistel-Cisl Firenze- Centro Studi 15-17 settembre 2008 1
L’occupazione torna a crescere a tassi elevati Fonte: Istat
Donne nel mercato del lavoro: una presenza in crescita ma . . . Fonte: Istat
Donne nel mercato del lavoro: lo svantaggio territoriale Fonte Istat
Tassi d’occupazione per i paesi dell’Unione Europea e target fissati dalla strategia di Lisbona
Tassi d’occupazione per i paesi dell’Unione Europea e target fissati dalla strategia di Lisbona
Occupazione femminile: nuove criticità mettono a rischio il già difficile recupero del primato negativo • L'Italia è tra i paesi europei a più basso tasso di occupazione: ciò dipende quasi esclusivamente dalla scarsa occupazione femminile, in particolare nel Mezzogiorno. • Ciò si verifica nonostante il fatto che nell’arco degli ultimi 15 anni l’occupazione femminile sia cresciuta molto più di quella maschile, fornendo un contributo complessivo pari a più dell’80% della rilevante espansione dell’occupazione. • Negli anni 2005 -2007 si registra una riduzione del tasso di attività che: • avviene dopo anni di crescita sostenuta ed ininterrotta della partecipazione femminile • avviene in anni di congiuntura favorevole • Si va esaurendo un ciclo? • Occorre capire quali siano le condizioni di contesto • che scoraggiano le donne, e se esse siano peggiorate.
L’occupazione femminile come motore della crescita Per ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si creano fino a 15 posti aggiuntivi nel settore dei servizi: assistenza all’infanzia, agli anziani, ai disabili. • N.B.: Il deficit occupazionale italiano riguarda proprio l’area dei servizi (M. Ferrera)
L’Italia, paese a bassa fecondità 1,32figli per donna nel 2005 Ma il numero desiderato di figli è 2,1 • Principali motivazioni per cui le coppie europee hanno meno figli di quelli desiderati: • Motivi di salute(problemi di fertilità dovuti anche al posticipo dell’uscita dalla casa dei genitori) • Difficoltà economiche(prevalgono nelle coppie dove la donna non lavora) • Difficoltà di combinare lavoro e famiglia(prevalgono nelle coppie dove la donna lavora) • (fonte: sondaggi Eurobarometro)
Occupazione femminile e ruolo nella famiglia in Italia Il 20,1% delle occupate abbandona il posto di lavoro dopo la prima maternità
Famiglie monoreddito e rischio di povertà • Il reddito di cui può disporre una famiglia in Italia dipende in massima parte dalla numerosità dei percettori di reddito all’interno della famiglia stessa (EU-SILC) • Il 18,5 per cento delle famiglie monoreddito dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese (Istat 2007) • Alta percentuale di famiglie con figli sotto la soglia di povertà (il 17% dei minori vive sotto la soglia di povertà: 6.4% al Nord, 10.9% al centro e 28.8% al Sud)
Il circolo vizioso italiano Basso tasso occup. femm. Alto tasso di povertà tra i minori Bassa fertilità
La conciliazione A quali condizioni l’occupazione femminile favorisce, o almeno non ostacola la propensione ad avere figli? La risposta è da cercare nella CONCILIAZIONE
Conciliazione: sistema a più variabili • Possono sostituire quella parte di attività di cura che viene meno quando le donne entrano nel mercato del lavoro: • il marito/compagno (condivisione delle cura nella coppia) • lo stato (servizi sociali) • il mercato (servizi privati) • la famiglia allargata (nonni) • le relazioni di prossimità (vicinato, banche del tempo, gruppi di genitori) • le aziende (responsabilità sociale dell’impresa) • b) Si può liberare e/o riorganizzare il tempo di lavoro tramite: • Politiche degli orari • Gestione maternità e congedi • Autonomia nel lavoro (contrattare nuovi sistemi di valutazione del lavoro non legati al controllo della presenza) A. Ponzellini
Part time e tempo determinato in Italia
Distorsioni del part-time in Italia • Il part time in Italia: • è poco diffuso • è mal distribuito (sono molte le donne che lavorano a tempo pieno che vorrebbero lavorare a tempo parziale e viceversa) • non svolge un ruolo significativo per la conciliazione • è concepito come metà orario
I congedi parentali sono utilizzati (poco) soprattutto dalle donne Il 60% delle donne nel Mezzogiorno, e il 32% nel Nord rientra al lavoro entro i 6 mesi di vita del bambino. Solo l’8% dei padri ha usufruito dei congedi parentali. Istat, 2005
La rete dei servizi sociali è in crescita, ma scarsa • Dal 1998 al 2005 100 mila bambini in più al nido: • Siamo però ancora intorno al 10% (2,4% nelle Isole, 13,6% nel Nord-Est) • Sono cresciuti soprattutto i nidi privati • Solo nel 30% dei Comuni ci sono asili nido • (44% Nord-Est, 12% Sud)
Le reti informali: forte crisi strutturale Consideriamo due generazioni di donne, una nata nel 1940e una nel 1960 • può dividere il carico delle cure agli anziani e ai bambini con altre 9 persone – almeno un anziano per 12 anni nella rete di parentele la donna nata nel 1940 a 40 anni • può dividere il lavoro di cura con altri 5 adulti – almeno un anziano per 18 anni nella rete di parentele la donna nata nel 1960 a 40 anni La seconda ha più carichi ma meno tempo perché lavora L.L. Sabbadini (Istat)
Le reti informali: forte crisi strutturale Consideriamo ora le madri, nate nel 1913 e nel 1934 Diventano nonne a 53 anni ma a questa età: • i 3 figli avuti sono usciti dalla famiglia e le daranno 6 nipoti, non ha più genitori anziani, e non ha grandi carichi per i nipoti perché 2 figlie/nuore su 3 sono casalinghe la donna del 1913 • ha ancora un genitore anziano di cui occuparsi, ma le figlie e le nuore impegnate una su due col lavoro hanno maggior bisogno di aiuto la donna del 1934 La seconda ha più carichi anche se meno figli e nipoti
Permane l’asimmetria dei ruoli nella coppia In 14 anni si passa dall’ 84,6%al 77,7% di ore di lavoro familiare delle coppie assorbite dalle donnePIU’ PERCHE’ le donne riducono il tempo dedicato al lavoro familiare (- 33 minuti) CHE PERCHE’gli uomini sono più coinvolti come numero (dal 71,6% al 77,3%) e come minuti (+ 16 minuti)Anzi: le donne si avvantaggiano dell’assenza del marito: 1h30’ di lavoro familiare in meno per le madri sole rispetto alle madri in coppie Si segnala una generale tendenza all’aumento del tempo impegnato nel lavoro extradomestico (+ 20’ per le donne; + 33’ per gli uomini) e negli spostamenti (+ 29’ per le donne; + 19’ per gli uomini) sia per gli uomini sia per le donne.
L’asimmetria dei ruoli varia in base alla posizione nella professione e alle zone Minore asimmetria per gli strati sociali medio-alti dirigente, imprenditrice, libera professionista 69,5% impiegata direttiva, quadro 72,5% operaia 74,5% lavoratrice in proprio 77,7% Maggiore asimmetria nel Sud Nord Ovest 72,2% Nord Est 70,8% Centro 73,4% Sud 79,5% Isole 75,1%
Differenze territoriali nelle opportunità delle donne Le donne lavoratrici del Centro Nordmolto sovraccaricate ma relativamente più supportate. Le donne lavoratrici del Sudfortemente svantaggiate su tutti i piani. Nel Centro Nord + occupazione + part time + nidi e servizi sociali + condivisione nella coppia - meno figli • Nel Sud • - occupazione • - part-time • + lavoro a tempo • determinato • - servizi sociali • condivisione nella coppia • + figli
Emergenza conciliazione Emerge una grave criticità per le lavoratrici madri (vi è un problema di ingresso, ma anche di permanenza nel lavoro) L’ urgenza di politiche di conciliazione efficaci richiede il superamento della contrapposizione tra politiche che puntano meramente ad aumentare la quota di donne al lavoro, e politiche che valorizzano esclusivamente il loro ruolo familiare. Invece queste politiche devono realizzare una sinergia.
Le proposte della Cisl Rimettere al centro una politica degli orari e dei contratti part-time Rendere esigibile il congedo parentale Realizzare un piano per incentivare la domanda di servizi da parte delle famiglie Migliorare la presenza di donne nella formazione, migliorare l’orientamento scolastico e lavorativo, introdurre la variabile di genere nei servizi per l’impiego Introdurre la variabile di genere negli appalti pubblici Introdurre politiche strutturali di sostegno alla famiglia Rafforzare la presenza di servizi all’infanzia sul territorio Alcune delle proposte sono state prese in considerazione con il Protocollo del 23/7/2007
Rimettere al centro una politica degli orari e dei contratti part-time sgravio contributivo ai “part-time lunghi” (25 - 30 ore settimanali) ricondurre le clausole elastiche e flessibili di cui al d. lgs. 276/03, alla sola contrattazione collettiva
Rendere esigibile il congedo parentale introdurre la possibilità di fruire del congedo parentale in forma di riduzione di orario, allungandone proporzionalmente la durata aumentare la percentuale di reddito coperto e realizzare la piena copertura contributiva realizzare campagne informative per favorire l’ utilizzo del congedo parentale (soprattutto da parte dei padri)
Realizzare un piano per incentivare la domanda di servizi da parte delle famiglie Ridurre costi e procedure per i servizi alle famiglie tramite: • pagamento con voucher dei servizi per le famiglie • agenzia nazionale o simile che faccia da intermediario per il reperimento degli stessi • costi detraibili dalle tasse.
Introdurre la variabile di genere nei servizi per l’impiego e nella formazione Il sistema dei servizi per l’impiego deve attuare processi di personalizzazione degli interventi in un’ottica di genere, rendendo esigibili i veri e propri diritti che sono stati introdotti nella recente riforma, tra i quali la proposta di adesione ad iniziative di inserimento o formazione da effettuare nei confronti delle donne che rientrano nel mercato dopo la maternità.
Introdurre la variabile di genere negli appalti pubblici Negli appalti pubblici vanno previste procedure che favoriscano, a parità di altre condizioni, le aziende che occupano maggiori percentuali di donne.
Introdurre politiche strutturali di sostegno alla famiglia Le politiche di sostegno alla famiglia devono essere strutturali, non potendo consistere né in sporadiche misure una tantum isolate da un contesto più complessivo, né in forme di aiuto meramente economico. aumentare gli assegni familiari e/ o le detrazioni fiscali per carichi familiari introdurre congedi specifici per la cura di anziani aumentare i finanziamenti del Fondo di solidarietà per i non autosufficienti
Rafforzare la presenza di servizi all’infanzia sul territorio va previsto un piano di finanziamento partecipato dai diversi livelli di governo per il rafforzamento del sistema pubblico dell'offerta di nidi vanno previsti meccanismi di sostegno finanziario ai costi di gestione dei servizi privati che potranno così più efficacemente integrarsi al sistema pubblico di offerta.
Le donne nella legge 247/07 di attuazione del Protocollo welfare: il part-time • Part time lunghi (legge delega) • Sono previsti incentivi per la stipula di contratti a tempo parziale con orario giornaliero elevato ed agevolazioni per le trasformazioni, anche temporanee e reversibili, di rapporti a tempo pieno in rapporti a tempo parziale avvenute su richiesta di lavoratrici o lavoratori per compiti di cura. • Clausole elastiche e flessibili • L'esercizio da parte del datore di lavoro del potere di variare in aumento la durata della prestazione lavorativa (clausole elastiche), nonché di modificarne la collocazione temporale (clausole flessibili) viene ricondotto alla sola contrattazione collettiva. Il preavviso viene aumentato da due a cinque giorni. • Diritti di precedenza per il ritorno a tempo pieno • Si stabilisce il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo pieno per i lavoratori che abbiano precedentemente trasformato il rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale. • Priorità nella trasformazione in part-time per problemi sanitari e di assistenza • nel caso di patologie oncologiche che riguardino il coniuge, i figli o i genitori; • nel caso in cui il lavoratore assista una persona convivente con invalidità pari al 100 per cento, con connotazione di gravità ai sensi della legge 104/92; • nel caso di figlio convivente di età non superiore a 13 anni o portatore di handicap ai sensi della legge n. 104/92.
Le donne nella legge 247/07 di attuazione del Protocollo welfare: la delega sull’occupazione femminile Il Governo adotterà, entro 12 mesi, uno o più d.lgs. nel rispetto dei principi e criteri direttivi: a) Previsione di incentivi ad orari flessibili legati alle necessità della conciliazione nonchè a favorire l’aumento dell’occupazione femminile; b) revisione della normativa in materia di congedi parentali, con particolare riferimento all’estensione della durata e all’incremento della relativa indennità; c) rafforzamento degli istituti previsti dall’articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, con particolare riferimento al lavoro a tempo parziale e al telelavoro; d) rafforzamento dell’azione dei diversi livelli di governo con riferimento ai servizi per l’infanzia e agli anziani non autosufficienti; e) orientamento dell’intervento legato alla programmazione dei Fondi comunitari, in via prioritaria per l’occupazione femminile; f) rafforzamento delle garanzie per l’applicazione effettiva della parità di trattamento; g) realizzazione di sistemi di raccolta ed elaborazione di dati in grado di far emergere e rendere misurabili le discriminazioni di genere anche di tipo retributivo; h) potenziamento delle azioni per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile; i) previsione di interventi che agevolino l’accesso e il rientro nel mercato del lavoro delle donne, anche attraverso formazione professionale mirata con certificazione; l) definizione degli adempimenti dei datori di lavoro in materia di attenzione al genere.
Spunti per la contrattazione Orari flessibili, banca delle ore Quota di part-time, allungamento orario part-time, regolamentazione clausole flessibili ed elastiche Flessibilità in entrata e in uscita Maggiore copertura congedi parentali a carico delle aziende Favorire utilizzo congedi da parte degli uomini Nido aziendale Partecipazione donne alla formazione Reinserimento dopo rientro maternità ………………………….. ……………………………
Spunti per la concertazione territoriale Intervenire sui tempi delle città e gli orari degli esercizi commerciali Migliorare i trasporti Migliorare i servizi all’infanzia Migliorare i servizi per l’impiego Migliorare le politiche di orientamento scolastico e lavorativo Aumentare la presenza di donne nella formazione Orientare le scelte per gli appalti Realizzare campagne a favore dei congedi parentali Fiscalità locale a favore della famiglia …………………… ……………………