240 likes | 737 Views
Arte e Scienza. Progetto a cura della 4°Cs Liceo Scientifico Tecnologico P.E. Imbriani Avellino Anno Scolastico 20089 Debora Esposito Pierluigi Lanzotti Domenico Lombardi Marika Tassa Coordinatori Professoressa Rosa Di Zeo Professoressa Ida Grella.
E N D
Arte e Scienza • Progetto a cura della 4°Cs • Liceo Scientifico Tecnologico P.E. Imbriani • Avellino • Anno Scolastico 2008\09 • Debora Esposito • Pierluigi Lanzotti • Domenico Lombardi • Marika Tassa • Coordinatori • Professoressa Rosa Di Zeo • Professoressa Ida Grella
Struttura progetto • Unitarietà tra arte e scienza, tra cuore e ragione • Galilei come esempio di scrittore e divulgatore scientifico • Forma e contenuti: i nostri lavori • La luna da Dante a Spaziani
I nostri lavori le poesie • Ellisse errante • Quasi mesostico • Si muove Percorso storico letterario
Ellisse Errante Ellisse errante intorno al Sole, Bellissimo corpo come la Terra. Sporgenze, cavità, anfratti Superficie piacevole all’occhio. Mirabile Luna scabra e ineguale. Lombardi Domenico 4°Cs Liceo Scientifico Tecnologico P.E. Imbriani Avellino
Quasi mesostico cAndido aStro ricoperTo da una supeRficie ruvIda Esposito Debora Tassa Marika 4°Cs Liceo Scientifico Tecnologico P.E. Imbriani Avellino
Si muove Senza alcuna speranza e vane Illusioni erri nella cupa via, Mille le accuse di eresia Umile l’onor di un solo cane Osservar volle quelle stelle Vaneggianti nel cielo Eppur si muove, magistralmente. Lanzotti Pierluigi 4°Cs Liceo Scientifico Tecnologico P.E.Imbriani Avellino
Galilei come esempio di scrittore scientifico e divulgatore Questo lavoro, che ha come tema principale l’unitarietà tra arte e scienza, vede come fulcro Galileo Galilei, lo scienziato che più di ogni altro ha contribuito alla riformulazione dei metodi di ricerca della scienza moderna . Le sue innovazioni non interessano soltanto l'ambito tecnico-scientifico, ma hanno importanti risvolti in campo filosofico e letterario. La scienza rappresenta per Galileo motivo di meraviglia e di entusiasmo in quanto offre continuamente nuove scoperte e quindi nuove conoscenze scientifiche. Le opere composte da Galileo Galilei, oltre ad essere scientifiche sono anche letterarie, come si può verificare considerando la cura nella scelta del lessico e delle figure retoriche. Galilei,primo grande divulgatore, rinuncia all’uso del latino e sceglie l’italiano per una esposizione precisa e comprensibile a tutti. In questo modo permette la diffusione delle nuove idee al popolo dei non “colti”.
Forma e contenuti: i nostri lavori Molti stimoli di riflessione sono scaturiti dalla visione del film Galileodi Liliana Cavani. Le situazioni, i dialoghi, le varie fasi della ricerca di Galilei hanno offerto un percorso informativo utilissimo e anche chiarificatore, poiché gli studenti hanno riconosciuto e collegato contenuti già affrontati nelle varie discipline, ma hanno colto ancor meglio l’organicità del sapere. Un aspetto certamente non secondario ha riguardato le osservazioni sugli ambienti, architetture e giardini tipicamente seicenteschi, e la riproduzione del clima soffocante dell’Inquisizione. L’analisi del film ha coinvolto, quindi, letteratura, storia, fisica, astronomia, matematica. La comprensione dei testi poetici è il risultato di un percorso intrapreso due anni fa sostenuto dagli insegnamenti dei nostri professori. Grazie alla lettura e all’analisi di questi testi, non solo poetici, abbiamo acquisito le necessarie capacità per creare autonomamente lavori letterari.
La Luna da Dante a Spaziani Nel corso della storia della letteratura molti nomi celebri si sono ispirati alla luna per le proprie composizioni. Partendo dal Sommo Poeta che nella sua “Divina Commedia”, nel II canto del Paradiso, nell'ascesa verso l'Empireo arriva alla sfera della Luna e si trova come immerso in una nube "lucida spessa solida e pulita", simile a un diamante percosso dai raggi solari. La preziosa e incorruttibile gemma ("etterna margarita") accoglie Dante come un raggio luminoso penetra in una massa d'acqua senza disgregarla.
Durante il Rinascimento, poi, altri poeti si sono dedicati al nostro satellite. La Luna dell'Ariosto è di acciaio e senza macchia: uno specchio della terra che offre però immagini rovesciate; è l'esatto complemento della terra dal momento che sulla luna si trova tutto ciò che sulla terra si è perso o per errore o per colpa del tempo o della fortuna. Italo Calvino nel suo racconto del Furioso scrive: Nulla mai nell'universo va perduto. Le cose perse in terra, dove vanno a finire? Sulla Luna. Nelle sue bianche valli si ritrovano la fama che non resiste al tempo, le preghiere in malafede, le lacrime e i sospiri degli amanti, il tempo sprecato dai giocatori. Ed è là che, in ampolle sigillate, si conserva il senno di chi ha perduto il senno, in tutto o in parte….Passando la sfera del fuoco senza bruciarsi, entrano nella sfera della Luna, d'acciaio immacolato. La Luna è un mondo grande come il nostro, mari compresi. Vi sono fiumi, laghi, pianure, città, castelli, come da noi; eppure altri da quelli nostri. Terra e Luna, così come si scambiano dimensioni e immagine, così invertono le loro funzioni: vista di quassù, è la Terra che può essere detta il mondo della Luna; se la ragione degli uomini è quassù che si conserva, vuol dire che sulla Terra non è rimasta che pazzia.
Le analogie e le differenze del rapporto che poeti e scienziati hanno avuto con la luna, è il tema del resoconto di Galileo, che proprio scrutando la luna sconvolge il modello aristotelico-tolemaico fondato sulla rigida distinzione tra cielo e terra. Dirà Calvino: E' la prima volta che la Luna diventa per gli uomini un oggetto reale, che viene descritta minutamente come cosa tangibile. Infatti nel 1609 Galileo punta il suo cannocchiale sulla Luna e anche lui vede che la Terra e la Luna non sono poi così diverse come i grandi filosofi avevano sempre sostenuto. All'improvviso, la configurazione del paesaggio lunare, scabro, ineguale, con rilievi e avvallamenti, dimostrò che non esisteva alcuna differenza sostanziale tra la terra e gli altri corpi celesti, nel senso che anche questi sono esposti alla corruzione.
I Pitagorici La dottrina fondamentale dei Pitagorici è che la sostanza delle cose è il numero. Secondo Aristotele (Metafisica I, 5) i Pitagorici, che erano stati i primi a far progredire la matematica, cedettero che i principi della matematica fossero i principi di tutte le cose; e poiché i principi della matematica sono i numeri, parve loro di vedere nei numeri, più che nel fuoco, nella terra o nell’aria, molte somiglianze con le cose che sono o che divengono. La grande scoperta dei Pitagorici, quella scoperta che ne determina l’importanza nella storia della scienza occidentale, consiste appunto nella funzione fondamentale che essi hanno riconosciuta alla misura matematica per intendere l’ordine e l’unità del mondo. Per primi i Pitagorici hanno dato espressione tecnica all’aspirazione fondamentale dello spirito greco verso la misura, quell’aspirazione che Solone esprimeva dicendo: “La cosa più difficile di tutte è cogliere l’invisibile misura della saggezza”. Come sostanza del mondo il numero è il modello originario delle cose, giacché costituisce, nella sua perfezione ideale, l’ordine in esse implicito. ( Nicola Abbagnano-STORIA DELLA FILOSOFIA-UTET)
La Bibbia IN PRINCIPIO In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse:”Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. (dalla Bibbia: GENESI – vv. 1-8) SOLE DI GIUSTIZIA I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette la notizia. (...) Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. ( dalla Bibbia- SALMO 19 vv. 2-3; 6-7)
La Luna secondo Dante e Ariosto La luna secondo Dante Parev’a me che nube ne coprisse lucida, spessa, solida e pulita, quasi adamante che lo sol ferisse. Per entro sé l’etterna margarina ne ricevette, com‘acqua recepe raggio di luce permanendo unita. ( PARADISO, canto II vv. 31 – 36) La luna secondo Ariosto Tutta la sfera varcano del fuoco, et indi vanno al regno della luna. Veggon per la più parte esser quel loco come un acciar che non ha macchia alcuna; e lo trovano uguale, o minor poco, di ciò ch’in questo loco si raguna, in questo ultimo globo della terra, mettendo il mar che lo circonda e serra. (...) Altri fiumi, altri laghi, altre campagne son là su, che non son qui tra noi; altri piani, altre valli, altre montagne, c’han le cittadi, hanno i castelli suoi, con case de le quai mai le più magne non vide il paladin prima né poi: e vi son ample e solitarie selve, ove le ninfe ognor cacciano belve. ( ORLANDO FURIOSO – canto XXXIV, ottave 70 e 72)
La Luna secondo Leopardi La luna secondo Leopardi Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli? (CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA-vv.1-8)
Una voce femminile (...) chi in una voce non vede l'universo,chi non rinchiude il sole dentro un verso,né sa essere altrove se sta qui... una voce femminile: Maria Luisa Spaziani;
Compiuti Calcoli Se le stelle smettessero di tacere e i calcoli astrali fossero compiuti se la luna rispondesse ai quesiti del poeta inquieto nella notte rimarrebbe solo una sublime bellezza... e non sarebbe mai della meraviglia la fine mentre le stelle impazzite del pittore urlerebbero ancora la sua saggezza. (Pensando a pastori erranti, Van Gogh, Leopardi) Rosa Di Zeo
Calligrammi • Immagini: • Cos’è un calligramma • Cosparsa di crateri
Percorso di approfondimento storico letterario • I Pitagorici • La Bibbia • La Luna secondo Dante e Ariosto • La Luna secondo Leopardi • Una voce femminile • Compiuti calcoli • Calligrammi
Calligramma realizzato dalle studentesse: Tassa Marika e Esposito Debora Forma e contenuto: Cosparsa di crateri
Cos’è un calligramma “Un calligramma è una poesia scritta non linearmente, riga dopo riga, in modo da formare il solito quasi-rettangolo, di testo sulla pagina bensì tale che le parole disegnino l’immagine di qualcosa di cui si parla. Se la poesia è sulla pioggia, le parole possono cadere, una lettera dopo l’altra. Se parla d’amore possono essere disposte in modo da formare un cuore. […] La cosa più importante da capire è che le parole della poesia non devono essere solo la descrizione della forma che costruiscono, devono invece esprimere un sentimento o un’emozione in qualche modo associabili alla forma disegnata. Se i calligrammi non riguardano emozioni tendono ad essere meccanici e insipidi.”
Unitarietà tra arte e scienza, tra cuore e ragione Il sapere contemporaneo è ormai fuori dallo steccato che per secoli aveva creato la netta separazione tra sapere scientifico e sapere umanistico. A volte però si notano ancora delle tendenze a sottolineare questa separazione, forse dettate da una scelta che tende a proteggere il proprio orto e ad impedire intromissioni. E’ necessario, invece, fare memoria del momento e del luogo in cui i sapienti (filosofi) cominciarono a interrogarsi sul sapere. I primi filosofi greci erano scienziati, si interrogavano sulla natura, ma anche sul senso delle aggregazioni umane, che li conduceva sul terreno altrettanto affascinante e impegnativo dell’etica e della politica. Però solo con Galileo, ci sembra, siamo di fronte per la prima volta ad un’esperienza che nasce unitaria, per la capacità del genio il quale riesce a costruire un metodo e a utilizzare un linguaggio ricco di ogni potenzialità: lessico scientifico, divulgativo e letterario, costruzioni accurate della sintassi e figure retoriche ricche e vibranti.