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Come cambia il Tempo Libero. Il Turismo 1950-1980. L’assenza di una politica. Tra il 1948 ed il 1959 abbiamo una sostanziale assenza di politiche per il settore turistico Il governo e le Istituzioni hanno altre priorità (politiche, economiche, sociali)
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Come cambia il Tempo Libero Il Turismo 1950-1980
L’assenza di una politica • Tra il 1948 ed il 1959 abbiamo una sostanziale assenza di politiche per il settore turistico • Il governo e le Istituzioni hanno altre priorità (politiche, economiche, sociali) • Gli aspetti “governance” del settore sono legati (anche sotto il profilo istituzionale) solo alle preesistenti strutture (Aziende, EPT, Enit) • Le “linee di collegamento” che vengono privilegiate (autostrade, rete ferroviaria principale) assumono una direzione Nord/Sud, premiando percorsi e trasferimenti legati alla ricostruzione ed all’avvio della trasformazione economica.
L’assenza di una politica Poteva essere altrimenti? NO • Il turismo è un settore economico che subentra alla nascita del tempo libero, ma tende a svilupparsi solo in presenza di alcuni indicatori economici ed infrastrutturali ben precisi e legati ai processi di sviluppo economico: reddito individuale, PIL, investimenti di settore, sviluppo di una piena società di massa con un processo di modernizzazione definitivo, nascita di un sistema di servizi e di un settore terziario. • Il turismo è una risposta al mutamento delle condizioni generali di aspettativa di vita che progressivamente tende a scendere verso le diverse classi sociali. L’Italia di allora non è in grado di sviluppare questo movimento discendente • In assenza di questi elementi la rete dei bisogni individuali e collettivi, così come le politiche economiche ed infrastrutturali, e gli interventi legislativi e di riforma si rivolgono altrove e solo parzialmente coinvolgono il settore in modo diretto
L’assenza di una politica Si poteva immaginare una scelta politica che premiasse questo settore già alla fine del conflitto? NO • Le scelte della ricostruzione, il passaggio del fronte, la politica economica dei governi degli anni 40 e 50, l’arretratezza dello sviluppo, i livelli di vita sono alcuni degli elementi che rendono impossibile una specifica politica di settore. • Oggi si può immaginare uno sviluppo diverso per il sud centrato sul turismo e la sostenibilità, nel 1950 questa scelta non poteva essere compiuta • Il turismo dalla fine della guerra al 1958 rimane con le caratteristiche di un fenomeno importante, appartenente solo ad una parte della società, che risente molto delle difficoltà del paese. • A livello nazionale l’incoming è molto lento, l’outgoing è ristretto a livello elitario, gli spostamenti interni per fini turistici sono condizionati all’appartenenza ad uno specifico livello sociale
Ripercorrere il passato • In assenza di elementi strutturali e scelte istituzionali dirette, il turismo percorre le vie conosciute in precedenza (l’attività e l’iniziativa privata) • Nel periodo centrale della ricostruzione, tuttavia, possiamo individuare alcuni vantaggi ottenuti di riflesso: • Il cambio della moneta: tenuto basso stimola l’incoming • Il costo della vita, basso in generale, aiuta le classi medie e medio alte • I miglioramenti interni sostengono le classi medie
Ripercorrere il passato • I risultati di questo periodo riportano il turismo alla fase prebellica, gettando le basi del successivo fenomeno di massa • Dati: • 1950: 4.000.000 le presenze a Roma legate all’anno santo • 1952: 10.000.000 le presenze italiane negli alberghi • 1958: 16.500.000 le presenze italiane e straniere negli alberghi; 1.500.000 in altre strutture • 1960: 81.265.000 le presenze italiane e straniere nelle diverse strutture turistiche
Il turismo di massa: 1959 - 1973 • Si avvia una nuova fase e si sviluppano le politiche di settore: • 1959: nasce il Ministero del Turismo e dello Spettacolo con funzioni di governo e vigilanza sugli organi periferici • 1960: si avvia il riordino degli EPT, delle AZ. SOG. • 1960: le Olimpiadi portano a Roma 84 nazioni, 5.337 atleti, decine di migliaia di turisti
Il turismo di massa: 1959 - 1973 • Negli anni 60 si sviluppa per la prima volta un dialogo tra le forze politiche, sindacali e datoriali riguardante il settore del turismo che ottiene per la prima volta ed in modo concreto il riconoscimento di “settore economico” • Obbiettivo principale è l’intera riorganizzazione del settore; è un cammino molto lungo e complesso che si conclude con la legge quadro 217 del 17 maggio 1983 • Tra il 1959 ed il 1973 cresce moltissimo il turismo interno che supera di molto il numero di presenze straniere • Sono gli effetti del boom economico che si scarica sulle “speranze” e sulla “realtà” degli italiani • Molti sono ancora esclusi dalla possibilità della vacanza in senso pieno (ma esiste comunque un modo di andare in vacanza di tipo “succedaneo”) ma il fenomeno diviene di massa • Modi succedanei? Ad esempio il rientro nei paesi di origine nei periodi di chiusura delle grandi fabbriche, ma anche l’avvio degli affitti estivi in case private collocate in aree sostanzialmente depresse; iniziano a differenziarsi diversi modelli di sviluppo locale legati al turismo che permettono abbattimenti di costi per chi viaggia e redditi aggiuntivi per chi ospita
Il mare per tutti: Ostia, Sabaudia, Castel Porziano, Lido di Venezia.
Crisi del turismo e nuove caratteristiche: 1973-1982 • Due eventi bloccano la crescita del settore (ma non solo del turismo): • 1973: crisi petrolifera, crisi economica, austerity • 1974: blocco della cifra esportabile (chi viaggia può portare con sé all’estero solo 500.000 £). E’ l’anno nero dell’industria turistica italiana • Si modificano i comportamenti • Gli italiani non rinunciano ma si adeguano • 1975: la ricettività alberghiera italiana è la seconda al mondo dopo gli USA (3.500.000 posti letto); si risponde alla crisi con la microiniziativa • Si diversificano i comportamenti: mete, tipologie di viaggio, modi di sviluppare il viaggio e la vacanza (campeggi, camper, case private)
L’austerity • Periodo a cavallo tra il 73/74, in cui fu imposto un risparmio obbligatorio dell'energia, a causa dell’ aumento repentino del prezzo del greggio conseguito ad alcuni fattori politico-economici: • Aumento dei costi di trasporto petrolifero causato dalla chiusura del Canale di Suez, diventato impraticabile con le guerre arabo-israeliane tra il 1967 ed il 1973. Le petroliere dovevano circumnavigare il continente africano; • aumento del prezzo del greggio da parte dei paesi mediorientali produttori; • embargo petrolifero da questi a danno di Europa e Stati Uniti, alleati di Israele, a seguito della sconfitta egiziana, dopo l'attacco allo stato ebraico nel Settembre 1973, meglio noto come Guerra del Kippur • Questo diede il via a: divieti di circolazione dei mezzi privati la domenica; recupero di fonti alternative e riciclabili misure per evitare sprechi di energia; campagna per la sensibilizzazione all’uso di isolanti termici oppure all'uso di apparecchiature automatiche per il controllo della temperatura degli impianti di riscaldamento cui fu imposta la temperatura massima di 20 gradi.
L’austerity • Dalla domenica 2 Dicembre 1973 fu imposto il divieto assoluto di circolazione dei mezzi privati, con l'eccezione dei medici in servizio con autorizzazione visibile, pena pesanti sanzioni amministrative fino ad un milione di Lire.. Per gli spostamenti domenicali i cittadini dovevano ripiegare sul trasporto pubblico, bus turistici e sull'uso della salutare bicicletta. • Erano bandite le insegne luminose animate e di grandi dimensioni. • Le trasmissioni televisive RAI, allora monopolio statale, terminavano alle 23. I cinema chiudevano alle 22. • Dall'Aprile del 1974 si allentano le misure con l'autorizzazione domenicale del traffico privato a targhe alterne, provvedimento rivelatosi inutile, in quanto non diminuiva sensibilmente il numero di vetture in strada perché buona parte degli Italiani disponevano di una seconda vettura e con targa alternativa. Si narra di un commercio illegale di targhe e di altre truccate modificando l'ultima cifra con del nastro adesivo sagomato. • Le misure di austerità sul traffico privato furono abolite nel Giugno 1974.
Una valutazione complessiva • Tra il 1960 ed il 1982 le presenze alberghiere raggiungono 1 339.882.000 di cui 238.503.000 italiani e 101.379.000 stranieri • Gli italiani scoprono per la prima volta l’Italia dei viaggiatori in poco più di venti anni • Nel 1981 comincia la politica turistica dell’Unione Europea • Nel 1984 L’Italia supera la recessione e si affaccia in una nuova fase espansiva
Una valutazione complessiva • La vicenda del boom economico nella sua accezione temporale ampia (in senso di ricostruzione, modernizzazione e di trasformazione dei modelli di comportamento culturali, sociali e familiari) segnala come l’Italia turistica nel corso del secondo dopoguerra e fino agli anni ’80 sia caratterizzata da: • Un paese che si avvia ad avere un turismo disomogeneo, non concentrato e stagionalizzato • Il diseguale sviluppo economico induce verso diversi modelli di turismo e diversi modelli di sviluppo economico del turismo sia rispetto all’offerta sia rispetto alla domanda • Non vengono risolti i problemi di lungo periodo (nord/sud) • Dagli anni ’80 tendono a riemergere le tante italie dei tanti campanili • L’ipotesi di una quarta fase del turismo (turismo frammentato) per l’Italia affonda le sue radici, per questo suo aspetto, nel periodo del boom e della sua crisi, allorquando sono emersi i diversi modelli di sviluppo economico
Una valutazione complessiva • Il turismo diviene di massa ma progressivamente perde (nella crisi degli anni ’70) alcuni elementi unificanti: • Il tempo: non si parte sempre e solo in estate anche per il mutare progressivo del lavoro. • Lo spazio: il mare è affiancato da altre mete • Il modo: non si parte più e solo con la famiglia • Nel ventennio 1970-1989 circa il 40% degli italiani va in vacanza per almeno 20 giorni
Fattori dello sviluppo del turismo nel mondo: 1960-2000 • Distensione internazionale: dagli anni ’60 in poi i processi di decolonizzazione e le guerre locali hanno avuto un duplice effetto; rallentare i flussi turistici verso alcune aree, ma aprire le stesse e nuovi continenti allo sviluppo turistico • Sviluppo economico delle aree industrializzate: ha indotto una crescita dei redditi e dei consumi tale da raggiungere il 90% della domanda turistica mondiale. Tale fenomeno non ha provocato un “effetto traino” per il maldestro tentativo di importare modelli esterni senza sviluppo: rimane il divario nord/sud anche nel turismo che, per essere realmente superato, chiede una redistribuzione delle ricchezze derivate
Fattori dello sviluppo del turismo nel mondo: 1960-2000 • Si afferma e cresce il tempo libero (sancito nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1948) come nuova trasformazione del lavoro ma anche come miglioramento delle condizioni igienico/sanitarie ed alimentari che portano ad un allungamento delle aspettative di vita • Predisposizione culturale ad utilizzare il tempo libero in funzione turistica • Rivoluzione della mentalità • Sviluppo dell’offerta turistica e frammentazione tipologica della domanda turistica • Crescita del turismo organizzato e delle diverse tipologie (scolastico, sociale, ambientale, congressuale) anche di tipo degenerativo (turismo sessuale)
Fattori dello sviluppo del turismo nel mondo: 1960-2000 • Evoluzione progressiva dell’organizzazione pubblica nei diversi Stati che compongono la domanda turistica; la nascita dell’O.M.T. (W.T.O.: sede a Madrid, nata nel 1970 a Città del Messico in attività formale dal 1975) corona la spinta allo sviluppo cooperativo • Evoluzione repentina del sistema internazionale dei trasporti con una diminuzione dei prezzi, un allargamento del mercato ed una evoluzione della tecnica di utilizzo degli stessi • Sviluppo dei sistemi informatici ed elettronici di prenotazione, progettazione, informazione e commercializzazione dei prodotti turistici