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Il pof da rileggere. Come e per quali motivi la modifica del POF è pratica inevitabile, corretta, prioritaria Emilio Molinari. Norma da non dimenticare: il bilancio sociale.
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Il pof da rileggere Come e per quali motivi la modifica del POF è pratica inevitabile, corretta, prioritaria Emilio Molinari
Norma da non dimenticare:il bilancio sociale • Rendere trasparenti e comprensibili le priorità e gli obiettivi dell’amministrazione, gli interventi realizzati e programmati, e i risultati raggiunti • Gli elementi che caratterizzano il bilancio sociale: • la volontarietà • la resa del conto degli impegni, deirisultati e degli effetti sociali prodotti • l’individuazione e la costruzione di un dialogo con i portatori d’interesse Direttiva Min. Funzione Pubblica 17/03/2006
Legge 53/2009 art.2 - comma 1 … c) introduzione di sistemi interni ed esterni di valutazione del personale e delle strutture, finalizzati ad assicurare l’offerta di servizi conformi agli standard internazionali d) garanzia della trasparenza dell’organizzazione del lavoro e) valorizzazione del merito e conseguente riconoscimento di meccanismi premiali per i singoli dipendenti sulla base dei risultati conseguiti f) definizione di un sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici i) previsione dell’obbligo di permanenza per almeno un quinquennio nella sede della prima destinazione anche per i vincitori delle procedure di progressione verticale…
Raccomandazione UE 18 giugno 2009 • Lo sviluppo e il riconoscimento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze dei cittadini rivestono una funzione chiave ai fini del loro sviluppo personale e professionale nonché della promozione della competitività, dell'occupazione e della coesione sociale nella Comunità [... ] • Occorre pertanto promuovere e migliorare a livello comunitario la partecipazione all'apprendimento permanente senza frontiere per tutti, nonché il trasferimento, il riconoscimento e l'accumulo dei risultati dell'apprendimento individuale ottenuti in contesti formali, non formali e informali
Altri elementi di novità • La perdita del “centro” con la modifica al titolo V della Costituzione e la ridefinizione delle competenze a livello regionale e locale (territorio) • Il principio di sussidiarietà • L’introduzione per le “superiori” dei nuovi ordinamenti e delle indicazioni specifiche di funzionamento (dipartimenti, comitato tecnico scientifico)
1 • I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con, atteggiamento razionale,creativo progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte personali
2 • L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico […] costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato numero di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l’obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all’esercizio di professioni tecniche, saperi e competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l’accesso all’università e all’istruzione e formazione tecnica superiore
3 • L’identità degli istituti professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e tecnico-professionale, che consente agli studenti di sviluppare, in una dimensione operativa, saperi e competenze necessari per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento, considerato nella sua dimensione sistemica per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l’accesso all’università e all’istruzione e formazione tecnica superiore.
ValSiS – Valutazione di Sistema e delle Scuole – INVALSI • …l’INVALSI ha tra i suoi compiti la verifica periodica degli apprendimenti degli studenti e lo studio dei fattori che influenzano tali apprendimenti, quali ad esempio il contesto, le risorse, la qualità dell’offerta formativa • …L'approccio scelto […] è stato quindi quello di integrare la raccolta delle informazioni per la valutazione della qualità del sistema e quella delle scuole in un quadro di riferimento (o framework) unitario, al fine di tenere insieme una prospettiva utile a chi sia interessato ad una comprensione generale del funzionamento del sistema di istruzione, e una prospettiva centrata sulla singola unità scolastica
valutarsi …I due livelli individuati all’interno del quadro di riferimento presuppongono differenti scopi della valutazione: da una parte le informazioni e i dati raccolti consentono di strutturare e prendere decisioni congruenti con le reali necessità del sistema scolastico in relazione al contesto sociale; dall’altra, per ciascuna Istituzione scolastica, la valutazione è un mezzo per ‘regolarsi’, attivando processi di miglioramento e sviluppo. Una scuola che può confrontare il proprio operato con un riferimento esterno, è in grado di compiere una valutazione (un’autovalutazione) più oggettiva dei propri problemi, ma anche dei punti di forza e delle scelte che ha effettuato e di provvedere quindi ad un miglioramento della qualità dell’istruzione e dei suoi esiti, nonché della professionalità dei suoi operatori
La valutazione degli apprendimenti • Collegare in modo semplicistico apprendimenti e insegnamento è quindi operazione complessa e “fragile” teoricamente ma d’altra parte sarà pur sempre logico assumere l‘idea che il lavoro professionale, costante, appassionato, capace di controllo meticoloso, di confronto con le valutazioni di sistema abbia una qualche rilevanza nelle classi • I risultati delle indagini nazionali ed internazionali trovano una collocazione corretta se rapportate alla situazione concreta, sono occasione di riflessione, modelli di prove, attenzione ai processi in atto nell’Europa e nel mondo
Nella scuola due centralità • Il POF = espressione del progetto del singolo istituto, realizzazione dell’autonomia • il Patto di Corresponsabilità = chiarificazione sul ruolo delle componenti + reciproci impegni tra i soggetti > tutti protagonisti nella formazione e nell’educazione (DPR 21 novembre 2007, n. 235) strumenti di democrazia nella scuola, processo di confronto tra dichiarazioni di principio/ risorse messe in campo e risultati misurati, descritti nelle diverse valenze, comunicati con chiarezza
Fare rete • Il singolo istituto ha la sua mission frutto vero dell’autonomia, ma è “rete” = parte di un sistema di istruzione nazionale, situato in un segmento dell’intero ordinamento ed in rapporto di contiguità/continuità con gli altri istituti • deve garantire una lettura all’esterno del proprio impegno: accoglienza, osservazione del singolo, continuità, orientamento e completamento del ciclo di istruzione verso il compimento dell’obbligo • raccordo col mondo “esterno” [il territorio stesso come risorsa] fino alla fase d’inserimento positivo nel mondo della produzione e della vita civile
periodicamente • La rilettura periodica del POF, la sua validazione: • Inchiesta sul ruolo che una scuola assume come “presenza”, effetti sull’apprendimento in rapporto alla situazione di partenza • Inchiesta su che cosa succede all’interno [struttura fatta di spazi definiti, classi e corridoi] ma anche fuori, quando i soggetti “primi”, gli studenti, escono nelle strade e tornano a casa: “ che cosa portano con sé e cosa riporteranno il giorno dopo in classe” di valido e consolidato per il loro essere cittadini e per le loro competenze in necessario sviluppo
criteri • Criteri di comunicazione: forniscano elementi di lettura comprensibili, tali che creino attenzione ed interesse, garantiscano soddisfazione, aiutino a capire successi e sofferenze, mostrino la direzione del progetto • Criteri di funzionalità: “giustifichino” il senso del suo esserci in quanto vi si produce il valore aggiunto della conoscenza e della responsabilità reciproca tra i soggetti coinvolti, permettono di collocare razionalmente risorse, si mostrini efficienti con il continuo adeguamento alle necessità poste dalle situazioni concrete in continuo mutamento
Per fasi Prima di tutto • Analisi della reale diffusione del POF nell’utenza, esame degli strumenti in uso per la comunicazione, individuazione di possibili nuove forme di informazione (utilizzo delle TIC = inoltro di mail personalizzate, piattaforme opensource/proprietarie) • Analisi delle aspettative: utilizzo di questionari focus group
Per fasi poi • Analisi quantitativa periodica delle performance degli allievi rispetto ai dati in entrata, utilizzo risorse orarie, definizione dei tempi di progettazione e di valutazione comune, per classi parallele in rapporto ai valori di riferimento esplicitati dagli impegni di Lisbona, intergrati con le rilevazioni delle caratteristiche dell’utenza e del territorio in quanto obiettivi specifici dell’istituto; • In continuità: azione sul tema dell’orientamento, controllo delle “uscite” positive e negative come ulteriori indicatori di risultato
Per fasi Ed ancora • Verifica e valutazione periodica delle dinamiche rivolte all’apprendimento per competenze ed alla loro certificazione: esame critico delle convergenze tra discipline (per dipartimenti, pratiche di abilità, trasversalità rivolta alle questioni e situazioni problematiche) • Attenzione al curricolo verticale, alle “diverse intelligenze” ed agli stili di apprendimento
Per fasi Non meno • Verifica degli aspetti educativi: monitoraggio del clima relazionale nelle classi e nell’istituto, la percezione misurata dell’utenza, il rapporto genitori/docenti, il livello di integrazione delle diversità, le responsabilità attribuite ai docenti, il ruolo delle famiglie, il coinvolgimento educativo • Esame delle conflittualità accertate e strumenti d’intervento, la tutela della salute degli operatori (indicatori di stress) e dell’utenza
Per fasi Ancora • aspetti organizzativi: misura descrittiva del funzionamento degli OOCC, la gestione del processo di condivisione degli obiettivi, la pratica decisionale, l’organigramma per una responsabilità diffusa e trasparente • il funzionamento amministrativo ed il rapporto tra allocazione e utilizzo effettivo delle risorse (indici di funzionamento ed utilizzo), ricollocazione e ripresa della progettazione
Non ultimo • La “turbolenza da mobilità del personale”: quasi un docente su tre cambia la propria condizione tra un anno e l’altro, il maggior impulso alla turbolenza complessiva del sistema è dato dai trasferimenti dei docenti di ruolo (9,2%). A questa percentuale si somma quella della mobilità dei precari che ogni anno si trovano fuori o dentro il sistema • Solamente un POF ben articolato e chiaro in tutte le sue parti è garanzia di “accoglienza” guidata per i nuovi docenti specie se accompagnato dalla concreta azione dei dipartimenti disciplinari e dalla formazione dei coordinatori di classe
Un dubbio resta • La capacità delle scuole di realizzare i propri progetti definiti nel POF sta anche nelle risorse garantite dalla legge 440/97 • nel 2001 il finanziamento era di € 258 milioni • nel 2007 fino al 2008 ci si attesta a € 185 milioni • nel 2009 si erogano fondi intorno a 140 milioni di euro • per il 2010 sono previsti 126.777 milioni di euro (Direttiva 87 del 8 novembre 2010) ?