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Grafici e figure

Grafici e figure. Lezione del dott. Natale Lanza http://www.piazzaffari.org. GRAFICI – Premessa. La rappresentazione grafica è il modo più ovvio e intuitivo di tradurre in forma immediatamente visibile e interpretabile l’andamento di una serie storica di quotazioni.

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Grafici e figure

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Presentation Transcript


  1. Grafici e figure Lezione del dott. Natale Lanza http://www.piazzaffari.org

  2. GRAFICI – Premessa • La rappresentazione grafica è il modo più ovvio e intuitivo di tradurre in forma immediatamente visibile e interpretabile l’andamento di una serie storica di quotazioni. • Esistono diversi tipi di grafici utilizzabili a tale scopo, ciascuno con caratteristiche e obiettivi specifici, ma quelli più diffusi sono i grafici a barre o bar charts.

  3. Grafici a barre • I grafici a barre sono costituiti da una successione di barrette verticali con delle stanghette a destra di ciascuna e, eventualmente, anche a sinistra. • A ciascuna barra corrisponde una unità di rilevazione che può essere un anno, un mese, una settimana, un giorno, un’ora o anche meno. • L’altezza della barra rappresenta l’escursione che il bene quotato presenta nell’unità di osservazione, così che il valore minimo corrisponde all’estremo inferiore del segmento e il valore massimo corrisponde all’estremo superiore. • Il prezzo di chiusura viene evidenziato con una stanghetta orizzontale a destra della barra; l’espressione “prezzo di chiusura”, tuttavia, è solo un concetto terminologico. • Infatti, in mercati azionari come il nostro, la stanghetta orizzontale corrisponde solitamente al prezzo ufficiale se il periodo di osservazione è giornaliero. Se la rilevazione è settimanale, mensile o annuale, per prezzo di chiusura si intende il prezzo ufficiale dell’ultimo giorno del periodo di rilevazione. Se la rilevazione è infragiornaliera, per prezzo di chiusura si intende quello dell’ultima rilevazione. • A sinistra del bar chart appare, talvolta, un’altra stanghetta orizzontale corrispondente al prezzo di apertura. Anche in questo caso, per osservazioni di estensione superiore a quella giornaliera, il prezzo adottato è quello di apertura del primo giorno del periodo, mentre, nel caso di rilevazione infragiornaliera, è quello della prima rilevazione. • Non essendoci regole fisse e immutabili, nulla impedisce all’analista di adottare convenzioni diverse.

  4. Funzione • Dicevamo sopra che obiettivo dei grafici è quello di rendere visibile l’andamento di una serie storica di quotazioni. • La percezione oggettiva dello svolgimento storico fornisce all’analista tutta una serie di informazioni che sicuramente sfuggirebbero all’osservazione arida di una tabella contenente le sole quotazioni di periodo. • Queste informazioni sono essenzialmente di due tipi: tendenze e figure.

  5. Tendenze • La tendenza o trend è la direzionalità assunta nel tempo da una serie di quotazioni. Può anche non essere ben definita, quando i prezzi si muovono lateralmente, e, in tal caso, si parla più propriamente di congestione. • Per una migliore evidenziazione, è prassi tracciare una retta ascendente, nel caso di tendenza al rialzo, passante per due punti di minimo relativo del grafico e una retta discendente, nel caso di tendenza al ribasso, passante per due punti di massimo relativo. Nei casi di congestione si può tracciare o solo una retta orizzontale passante per i minimi o anche una retta passante per i massimi in modo da formare un canale orizzontale.

  6. L’analisi tecnica non è una scienza esatta • Per questo risulta spesso conveniente usare il buon senso piuttosto che il rigore tecnico. Pertanto, se i punti di svolta sui quali si traccia la retta di tendenza presentano delle escursioni violente dovute a momenti di panico o di esuberanza, è bene prendere a riferimento non gli effettivi estremi di svolta, dovuti solo a momenti di eccitazione, ma i punti che riflettono un più equilibrato e corrente comportamento. • Naturalmente, su uno stesso grafico possono esistere più trendlines in funzione dell’estensione temporale alla quale si vuole riferire la tendenza da osservare.

  7. Alcune regole base • Poiché il segnale di interruzione di una tendenza in atto è dato dalla perforazione della trendline, diventa fondamentale, per una consapevole scelta della tempestività della segnalazione, l’individuazione dei punti di svolta più opportuni sui quali costruire la retta. • Al riguardo, più è lungo il periodo del quale si studia la tendenza, più ampie appaiono normalmente le oscillazioni sopra (trendline rialzista) o sotto (trendline ribassista) di essa. Di conseguenza, per quanto sia utile e necessario avere la rappresentazione contemporanea degli andamenti di finestre temporali di diversa ampiezza, l’osservazione da privilegiare è quella della trendline più adeguata al tipo di operatività da mettere in atto: più è frequente tale operatività minore deve essere l’arco temporale sul quale costruirla. Tanto per fare un esempio sarebbe assurdo costruire una trendline rialzista sui due minimi relativi dell’ultimo anno e tentare di trarne segnali per una operatività giornaliera. • Fondamentale, infine, appare l’osservazione del grado di inclinazione della trendline. Rette meno inclinate presentano di solito una maggiore stabilità; viceversa, rette fortemente inclinate sono maggiormente esposte al rischio di improvvisi e violenti rovesciamenti della tendenza.

  8. Figure • E’ noto che particolari configurazioni di un grafico a barre sono state standardizzate dagli analisti così da formare dei patterns ai quali sono connessi specifici segnali previsivi. • Così, ad esempio, una formazione di “testa e spalle” fa presagire la fine di un trend rialzista e l’avvio di una inversione. • Scarso accento, tuttavia, viene solitamente posto sui rapporti esistenti tra figure e trendlines. Ad esempio, potrebbe essere che una trendline rialzista venga perforata molto tempo prima del completamento della citata figura. E, dal momento della perforazione a quello del completamento del testa e spalle, si potrebbero presentare delle circostanze che possono costituire specifiche opportunità di sfruttamento per alcuni e causa di errori operativi per altri.

  9. Altre regole • Si può dire allora, per restare nell’esempio, che il segnale fornito dalla formazione sarà di tipo ribassista; a questo punto, però, le trendlines più veloci saranno già state perforate da tempo, mentre quelle più lente non lo saranno state ancora. Ecco quindi che un’operatività di tipo veloce non può attendere il completamento della figura mentre un’operatività più lenta potrebbe trovarne prematuro lo spunto previsivo. • Con ciò non vogliamo togliere valore alle informazioni fornite dalle figure ma solo far rilevare che la chiave previsiva di arresto della tendenza in corso o di inversione della stessa potrebbe essere ricercata nella perforazione della trendline.

  10. Altre regole • L’avvio di una nuova tendenza, segnalato dal completamento della figura, può benissimo riferirsi a un arco temporale del tutto diverso da quello evidenziato dalla trendline. • Un esempio può chiarire il concetto: si supponga di operare solo per il lungo periodo e, quindi, di seguire i segnali ottenuti con una trendline molto solida passante per i minimi di oscillazioni molto ampie. In questa ottica, sarebbero del tutto irrilevanti le indicazioni fornite da una figura di testa e spalle formatasi al culmine di un movimento secondario dal momento che, fino alla perforazione della trendline, non verrebbe comunque compromesso il movimento principale. • Le considerazioni appena espresse possono essere estese, con gli opportuni adattamenti, a tutte le figure, siano esse di inversione che di consolidamento.

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